The Secret Reunion

Inizio action duro e frenetico, cuore buddy quasi yaoi e finale action drama: un "Frankenstein" coreano. E' così che si presenta la pellicola di Hun Jang con una visione complessiva della sequenza narrativa. Prese singolarmente, le tre parti hanno un senso per nulla scontato, ma per metterle insieme non basta un semplice salto temporale. Ed è un peccato, perchè la partenza di "The Secret Reunion" non può che riempire di aspettativa lo spettatore, catapultato in un mix di sangue e intrighi, ed immerso in uno scenario lontano, reale e molto drammatico. L'intero corpo centrale, però, è stranamente abbandonato a se stesso, con un'eccessiva dose di scene demenziali. Non dura poco, anzi, è il vero e proprio cuore del film, e anche se lo sviluppo dell'amicizia nel film non è realizzato in modo inefficace, non rende come dovrebbe, ed è grave con una premessa così alta nei primi minuti. L'empatia c'è e il convolgimento anche, la serietà no. E visto che si parla di due stati in guerra tra loro la ridicolizzazione della questione può risultare povera ed inappropriata. Fortunatamente però, non mancano messaggi importanti sulla questione, perciò il film riesce a non cadere nel baratro salvandosi in calcio d'angolo e simbolizzando tramite un'amicizia tra una spia nordcoreana e un ex agente del NIS sudcoreano un messaggio di pace che non può che rimanere confinato nei 116 minuti di film. Finale amabile non granchè in linea con tutta la parte centrale del film, tantomeno con quella iniziale, con la quale dovrebbe ricollegarsi. Il film è abbastanza ricco da superare i confini coreani ed evitare la delusione ma aveva tutte le carte in regola per sfondare.