Blue Jasmine |
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Un film di Woody Allen.
Con Alec Baldwin, Cate Blanchett, Louis C.K., Bobby Cannavale, Andrew Dice Clay.
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Commedia drammatica,
Ratings: Kids+13,
durata 98 min.
- USA 2013.
- Warner Bros Italia
uscita giovedì 5 dicembre 2013.
MYMONETRO
Blue Jasmine
valutazione media:
3,93
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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LE DUE REALTA'di marillaFeedback: 744 | altri commenti e recensioni di marilla |
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domenica 15 dicembre 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il senso profondo di questo film (un senso molto sofisticato perché non pienamente apparente a mio giudizio) non risiede tanto nella critica alla doppiezza e all'ipocrisia di un certo tipo di società (critica evidente ad una prima lettura e tema peraltro già magistralmente trattato - quantomeno per il suo riferimento letterario a Delitto e Castigo - nello splendido Match Point), né risiede tanto nel conseguente e lucido confronto fra "upper" e "middle" class (dove la prima fa una ben misera figura se raffrontata alla seconda, che Allen ovviamente definisce attraverso le scarne ma fulminanti battute finali della sorella "povera", finalmente cosciente del proprio valore), né risiede tantomeno nella chiara ironia ed autoironia in merito al tema sull'uso ormai abituale, da parte di molti, degli antidepressivi (ma sono certa, ad anche Allen lo è, che i minatori del Sulcis non ne fanno uso): il senso di questo film si colloca piuttosto nella tragica domanda che esso stesso pone e alla quale in realtà non risponde, lasciando spazio alla nostra meditazione: la protagonista è solo una misera riccona newyorkese che "non vede" perché non vuole ipocritamente vedere, per poi distruggere tutto all'interno di un rabbioso processo vendicativo, nato dalla fine del suo mondo fittizio, oppure la sua splendida tragicità nasce dalla sua buona fede, nasce dal "non aver visto" poiché realmente non aveva capito? A mio giudizio non aveva capito, tant'è che non si sogna minimamente anche solo di pensare a tradire, né il marito né i risparmiatori che a lui affidano i propri risparmi, e questo non perché mente a se stessa quanto piuttosto perché in realtà ignora lo schema, dal momento che essa stessa non lo pratica. Il che, riassumendo, si potrebbe esprimere con un noto slogan pubblicitario di una antica marca di biscotti: "tempi duri per i troppo buoni". Infatti, i troppo buoni sono in realtà delle mine vaganti, poiché, una volta corrotti dalla realtà dei meno buoni, hanno solo due possibilità: o si adeguano alla corruzione, la fanno propria e la cavalcano, oppure, così come avviene nella tragedia greca, fanno morire Sansone e tutti i filistei, trascinando nella rovina tutto ciò che li circonda. Ed è, sempre secondo la mia lettura, ciò che fa la povera Jasmine (che si sceglie persino un nome evocativo del profumo della purezza, dribblando il ben più prosaico Janet), sola in realtà in un mondo di lupi, lupacchiotti e volpi. Inoltre, come mi è stato suggerito proprio da una psicoterapeuta, suggerimento che intendo qui citare come spunto di riflessione, questo film potrebbe porsi come una sorta di autogol: non dimentichiamo che in esso si fa ben presente che le due sorelle sono state "adottate" (così come molti dei figli di Allen) e che la di lui moglie (travolta da una lecita furia, a mio avviso) ha tentato di trascinare il Nostro in un giudizio legale certo rovinoso (quantomeno della sua immagine). Il lapsus non perdona e Freud ce lo ha spiegato molto bene.
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