Machete Kills |
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Un film di Robert Rodriguez.
Con Danny Trejo, Michelle Rodriguez, Sofía Vergara, Amber Heard, Antonio Banderas.
continua»
Azione,
durata 107 min.
- USA, Russia 2013.
- Lucky Red
uscita giovedì 7 novembre 2013.
MYMONETRO
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Machete Kills
di MiroFortiFeedback: 2700 | altri commenti e recensioni di MiroForti |
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domenica 17 novembre 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Come promesso alla fine del primo episodio, Robert Rodriguez torna a raccontare le avventure del fu agente federale Cortez, che ora continua la sua lotta contro il Cartello, senza nessuna pietà per i malviventi che si frappongono tra lui e la giustizia. La situazione però si complica, e Cortez è costretto ad accettare una missione per conto del presidente degli Stati Uniti, al fine di impedire il lancio di un missile che provocherebbe una guerra disastrosa e totale. A dire il vero, il film si presenta al suo pubblico già catapultato verso il terzo capitolo della serie: Machete kills again – «in speissssss», con l’immancabile parodia-trailer, zeppa di citazioni e di sequenze trash che bene fanno intuire cosa aspettarci dal regista nei prossimi anni. Per ora comunque, nello spazio gravitativo del Machete, futuristico o meno, orbita una varietà di avvenenti signorine davvero invidiabile, che si inserisce in ogni strato della narrazione, esplorando tutti i possibili rapporti con il nostro eroe. La controparte di Steven Segal nel 2008 la fa un isterico e folle Mel Gibson, un Noè deviato e in tutina spaziale turchese che non delude le aspettative. Come era legittimo prevedere, l’exploitation di Rodriguez si permette una spintarella sull’acceleratore, aumentando splatter (nulla di eccessivo comunque) e gag demenziali. Questo continuo spingere alla risata, in particolare, in verità smorza un poco l’effetto desiderato e all’ennesimo siparietto comico non si ottiene più di qualche stiracchiato sorriso, quasi fosse una cortesia verso il film. A fare coppia con il problema ce n’è un altro, quasi speculare: quando il film deve procedere davvero sul piano narrativo, il più delle volte è supportato da dialoghi deboli e situazioni fiacche, che rallentano molto il ritmo e annoiano lo spettatore. La noia non è dovuta all’eventuale tipologia di pubblico, in cerca solo di sangue e morti violente, e quindi delusa dal dialogo e dalla narrazione, ma a una mancanza di brillantezza nel gestire i vuoti di follia à la Rodriguez; la sensazione è di una eccessiva fretta, di poca cura della confezione filmica. Il primo capitolo da questo punto di vista si era dimostrato più solido, aveva anche intrecciato nella trama degli spunti di riflessione sul problema dell’immigrazione negli Stati Uniti, ed era riuscito ad amalgamarli bene alle succitate morti violente compiute da Machete & Co.
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