andrea
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venerdì 4 aprile 2008
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bastava un migliore regista
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Si possono provare grandi emozioni anche guardando delle immagini. Anzi, il cinema, con immagini e musica, può arrivare anche dove le parole non arrivano. Perché le parole non possono dire tutto, al contrario di immagini e suoni che colpiscono direttamente l'inconscio. Se poi volevi un'audiolibro, con la voce che ti racconta il libro, è un'altro discorso, ma sembra quasi che l'immaginazione funzioni solo nel leggere qualcosa! E' vero che il film non è eccezionale, ma ciò non significa che, se fosse stato diretto da un regista che sappia usare meglio le potenzialità specifiche del cinema (quelle non verbali), non sarebbe potuto esserlo.
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vincenza
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venerdì 4 aprile 2008
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migliore?
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Rispetto a quale parametro? Un Amelio nostrano? o uno Spielberg? Secondo me un presunto genio ne avrebbe stravolto il senso cercando di piegarlo a sé; ci voleva invece un ottimo artigiano e il risultato è OTTIMO.
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andrea
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venerdì 4 aprile 2008
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per vincenza
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Un regista, essendo un Autore, come Hosseini lo è del suo libro, sarebbe giusto se inserisse qualcosa di suo nella SUA opera, sempre col dovuto rispetto all'originale letterario, e non "fotocopiarlo". Forster è bravo ma c'è di meglio, e la componente cinematografica con un artigiano-autore superiore sarebbe stata ancora superiore e non ci sarebbero state lamentele riguardo all'emotività che il film non raggiunge sempre al massimo.
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vincenza
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venerdì 4 aprile 2008
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dipende,
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se crea qualcosa di originale SI' ma NON se deve occuparsi di una creatura che ha già una sua identità. Tu avresti voluto uno di quei fotografi kitsch che si prestano ad immortalare gli sposi in scatti memorabili (per la loro bruttezza, volgare e colorata), io penso che quella tradizionale sia sempre la migliore. Le lamentele vengono da delle "pietre", non fanno testo.
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andrea
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venerdì 4 aprile 2008
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modificare senza intaccare
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Che c'entrano i fotografi kitsch? Non faccio un discorso di diversità tra approccio tradizionale e approccio "elaborato". Io ho detto solo che si poteva fare di meglio. Che il film poteva essere migliore l'ho notato anch'io, non solo le "pietre". In certi momenti mi aspettavo di più. Comunque non credo nel discorso dell'identità che hai fatto: una volta che un libro diventa film, si deve pensare solo al film, la traduzione nel linguaggio cinematografico fa restare in comune alle due opere solo l'aspetto narrativo. Il regista, in quanto autore, deve creare un'opera sua, non limitando la sua capacità inventiva e creativa, soprattutto dal punto di vista figurativo (cosa che quasi tutti - è assurdo, ma è così - ignorano).
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Che c'entrano i fotografi kitsch? Non faccio un discorso di diversità tra approccio tradizionale e approccio "elaborato". Io ho detto solo che si poteva fare di meglio. Che il film poteva essere migliore l'ho notato anch'io, non solo le "pietre". In certi momenti mi aspettavo di più. Comunque non credo nel discorso dell'identità che hai fatto: una volta che un libro diventa film, si deve pensare solo al film, la traduzione nel linguaggio cinematografico fa restare in comune alle due opere solo l'aspetto narrativo. Il regista, in quanto autore, deve creare un'opera sua, non limitando la sua capacità inventiva e creativa, soprattutto dal punto di vista figurativo (cosa che quasi tutti - è assurdo, ma è così - ignorano). Senza intaccare la dignità di una narrazione di base. Vedi cos'ha fatto Coppola con "Dracula": ha aggiunto molto di suo, ma non ha fatto del male all'identità del testo di partenza, anzi, l'ha migliorata ed arricchita. Perché è Coppola e non è Marc Forster.
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vincenza
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sabato 5 aprile 2008
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è un esempio
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Anche loro ritraggono la realtà e ci mettono del proprio ma l'originalità nel mio caso non paga (anche se si sentono degli artisti). Per me la creatività c'era ed era rappresentata dalla Kabul imbiancata, piena di tetti e di vita. Se non è poesia questa...
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andrea
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sabato 5 aprile 2008
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sì, ma si poteva di più
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Io non ho detto che il film è brutto, infatti, ho detto che con un altro dietro la macchina da presa avrebbe acquisito ANCORA PIU' poesia di quanto non abbia fatto con Marc Forster.
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vincenza
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sabato 5 aprile 2008
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sinceramente non vedo come,
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secondo me è più difficile rimanere fedeli con classe che distaccarsi con il colpo di teatro. "Fotografie" poco significative per me sono altre: "L'amore ai tempi del colera" (ridicolo), "Orgoglio e pregiudizio" (vuoto come un uovo di pasqua), per esempio, etc.
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andrea
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sabato 5 aprile 2008
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sì, è più difficile...
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...infatti pochissimi registi ci sono riusciti: Visconti, Coppola, Kubrick e qualcun altro.
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vincenza
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domenica 6 aprile 2008
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stranamente
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chi studia cinema diventa un replicante del suo professore e dei libri che gli sono stati imposti. Per me sono opinioni e basta e opinioni che dovrebbero essere prima imparate (come uno schema di massima) e poi passate al vaglio del proprio cervello, in maniera critica. Insomma, ti hanno insegnato centinaia di nomi stabilendo un podio ideale e pensi davvero che i loro noi siano un passepartout per il massimo?
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(di vincenza)
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andrea
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domenica 6 aprile 2008
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la maggior parte di...
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...quello che so di cinema l'ho imparato da solo, negli anni. Il cinema non si impara a lezione, ma vedendo centinaia e centinaia di film. E, dopo averli visti tutti, non ci vuole molto a capire che quelli SONO il podio ideale. Io non so se li conosci ma non è difficile sentire la differenza con Marc Forster, eh! Quella sugli insegnanti è una considerazione sciocca, perché allora tutti coloro che studiano una disciplina dovrebbero essere indissolubilmente legati agli autori "simbolo". A questo punto non studiamo nulla, no? Se un professore di lettere mi dice che D'Annunzio è grande non è detto che per me sia grande (anche se, oggettivamente parlando, lo è). C'è un valore della qualità oggettivo, che va al di là delle opinioni.
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...quello che so di cinema l'ho imparato da solo, negli anni. Il cinema non si impara a lezione, ma vedendo centinaia e centinaia di film. E, dopo averli visti tutti, non ci vuole molto a capire che quelli SONO il podio ideale. Io non so se li conosci ma non è difficile sentire la differenza con Marc Forster, eh! Quella sugli insegnanti è una considerazione sciocca, perché allora tutti coloro che studiano una disciplina dovrebbero essere indissolubilmente legati agli autori "simbolo". A questo punto non studiamo nulla, no? Se un professore di lettere mi dice che D'Annunzio è grande non è detto che per me sia grande (anche se, oggettivamente parlando, lo è). C'è un valore della qualità oggettivo, che va al di là delle opinioni. Il gusto personale è un altro discorso: posso dire che un autore non mi piaccia, ma se è un grande regista lo devo ammettere. E quei registi che ho nominato, sono grandi sia soggettivamente, per me, che oggettivamente.
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lilli
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domenica 6 aprile 2008
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senza parole
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Il discorso di Andrea soggettività/oggettività non fa una piega. Invece, Vincenza, quel tuo "replicante" fa diverse pieghe.
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vincenza
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domenica 6 aprile 2008
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va bene
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Vedo che hai capito molto di quello che ho detto. Resta dell'idea che Visconti avrebbe fatto il miracolo e per il momento accontentati.Ciao!
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andrea
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domenica 6 aprile 2008
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e certo che ci resto dell'idea
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Tu accontentati di Forster nel vero senso della parola, io mi "accontento" di Visconti e company, e scusa se è poco! :-)
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vincenza
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lunedì 7 aprile 2008
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con piacere,
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e saremo in molti perché a molti è piaciuto. Forse non conoscevano Visconti...
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reiver
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lunedì 7 aprile 2008
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x vincenza
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Stai sicura che non conoscono Visconti.Quanti film hai visto tu di questo regista?
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vincenza
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lunedì 7 aprile 2008
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la mia era una battuta ironica.
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Lo conoscono ma hanno "l'intelligenza" (tra virgolette, così non vi offendete) di prendere le cose per quelle che sono e di trovare interessante quello che ha tutte le caratteristiche per esserlo (formali e non) senza pensare ai GRANDI, Visconti incluso.
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andrea
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lunedì 7 aprile 2008
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infatti gli ho dato tre stelle
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Vincenza, ma l'hai letta la mia recensione a pagina 5? Al film ho dato 3 stelle, e gli ho dedicato una recensione più che positiva, quindi mi è piaciuto. Lo considero interessante, e nel frattempo rimpiango il fatto che registi come Visconti tuttora ce ne siano pochi, o nessuno. Se fosse come dici tu dovremmo annullare tutta la cultura - cinematografica e non - del passato, perché non ci permette di riflettere lucidamente sulle opere contemporanee. E dai, mi sembra di dire cose abbastanza scontate!
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