Vallanzasca - Gli angeli del male |
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Un film di Michele Placido.
Con Moritz Bleibtreu, Paz Vega, Vito Facciolla, Rocco Capraro, Teresa Acerbis.
continua»
Drammatico,
durata 125 min.
- Italia 2010.
- 20th Century Fox Italia
uscita venerdì 21 gennaio 2011.
- VM 14 -
MYMONETRO
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Si poteva fare di pi
di JonnyLoganFeedback: 31681 | altri commenti e recensioni di JonnyLogan |
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domenica 1 giugno 2025 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
La vita di Renato Vallanzasca narrata da lui medesimo, attraverso la rivisitazione di due autobiografie scritte a quattro mani, dal protagonista degli anni di piombo, accompagnato prima dall'autrice Antonella D'Agostino e sua ex moglie, con Lettera a Renato (ed.Cosmopoli; 2007) e il secondo dal titolo Il fiore del Male - Bandito a Milano (ed. Trope; 2009) firmato da Carlo Bonini. Due autobiografie che fra le mani del regista e attore Michele Placido, assistito da un manipolo di co-sceneggiatori, sono state tramutate in oltre due ore di pellicola con protagonista, nei panni del Bel Renè, come era soprannominato il Boss del quartiere Comasina: Kim Rossi Stuart.
La pellicola ripercorre con sbalzi temporali evidenti la vita di uno dei banditi meno ideologizzati dei’70 che mai ha cercato un fine politico per le proprie azioni, ma che è sempre stato guidato esclusivamente dal proprio insano gusto per le donne, per il denaro e per l’adrenalina proveniente dalle rapine.
A fine film il risultato è però ben differente rispetto a Romanzo Criminale (id.; 2005), pellicola con la quale Placido aveva già affrontato il medesimo decennio in bilico fra i ‘70 e gli anni ‘80. Rispetto alla pellicola del 2005, che aveva saputo avvalersi di una sceneggiatura solida e di un soggetto univoco, ovvero il romanzo dell’ex magistrato De Cataldo; ottenendo una resa di chiaro impatto, incredibilmente serrata e piena di pathos. In questo caso si fa invece appello a due romanzi autobiografici creando una crasi che spinge la narrazione in una perenne instabilità, pronta a sfuggire di mano al regista. Con una trama risulta lenta e priva di un filo conduttore ben definito e con l’aggravante che il Vallanzasca di Kim Rossi Stuart pare una rock star e non un semplice bandito.
Ciò nonostante il film si lascia guardare, il cast sa muoversi e sa far gruppo. E fra una rapina e l’altra si notano anche sprazzi di buona recitazione. Ma forse la vita di Vallanzasca, per quanto deprecabile, poteva e doveva meritare ben altro trattamento e l’impressione è che una bella occasione, di narrare un altro angolo malsano della nostra penisola, sia stata sprecata.
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