ITACA-IL RITORNO. Uberto Pasolini, regista finora a me sconosciuto, gira questa porzione dell?Odissea. Sicuramente la pi? ultraterrena e la pi? ?facile? rispetto alla guerra di Troia e le varie peripezie mitologiche che hanno accompagnato Ulisse e i suoi uomini nei fatidici dieci anni, ma non per questo la meno importante.
Dopo vent?anni Ulisse ritorna finalmente a Itaca. Scopre che la sua isola ? stata assediata dai Proci in insistente attesa di sposare Penelope, la regina reggente e che tiene in scacco i pretendenti con la sua tela. Suo padre, il vecchio re, ? morto e suo figlio, il principe Telemaco, ? in conflitto con i pretendenti e le decisioni della madre. Presa coscienza della situazione e del modo di affrontare il duro incontro con i suoi cari, Ulisse riprender? il suo trono e la mano di Penelope dagli oppressori.
Sicuramente sono almeno tre le parti pi? interessanti del film: Per cominciare c?? un chiaro richiamo degli eventi passati e le citazioni nei vari dialoghi tra Ulisse e i vari personaggi che donano spessore a loro e al contesto e che moltissimi conoscitori dell?Odissea coglieranno al volo: Dalla Maga Circe al cavallo di Troia, passando poi per Argo, sua madre e ?Nessuno?.
Diverse inquadrature da afflato epico, in particolare nelle scene d?azione che sono molto chiare, pulite e ben girate. Con dei movimenti di macchina lenti, immagini fisse e dei piani sequenza non male.
E infine si scava in profondit? nella figura di Ulisse dove non ? per niente esaltato o glorificato, ma anzi viene mostrata molta la sua umanit? come reduce di guerra che avr? sicuramente compiuto atti orribili, pieno di sensi di colpa verso i suoi uomini che non ? riuscito a portare a casa, verso i suoi sudditi e famiglie che non li vedranno appunto mai pi? e verso Penelope e Telemaco che nutriranno dubbi e repellenze nella sua figura.
Senza contare le interpretazioni e i personaggi. Un Ulisse/Ralph Fiennes molto calato, credibile e in splendida forma, in tutti i sensi. Un Eumeo/Claudio Santamaria convincente che aiuter? non poco Ulisse. Penelope/Juliette Binoche posata, emotiva e razionale. Charlie Plummer/Telemaco pi? impulsivo, rancoroso e disilluso. E infine un Marwan Kenzari/Antinoo come antagonista pi? sfaccettato e ?diplomatico? del solito, seppur con intenzioni da despota.
Una storia pressoch? gi? molto risentita mille volte, ma che non si risparmia in momenti molto alti, a volte violenti e d?impatto. I passaggi narrativi classici rimangono fedeli ai personaggi, senza tradire tipo l?astuzia di Ulisse e le sue doti di guerriero con esperienza militare. I Proci sono mostrati come oppressori, violenti e reazionari, ma senza buttarla troppo di fuori. Il sangue non manca ed appare a volte in maniera particolarmente simbolica. Come non mancano momenti riflessivi accompagnati da immagini e silenzi che dicono pi? di mille parole. Il finale ? ovvio, ma con sorprendenti prospettive per niente glorificanti, al contrario solo brutali e crude, ma con un epilogo molto ultraterreno e poetico.
Ogni tanto per? la retorica ? leggermente dietro l?angolo, delle volte alcune scene violente sembrano per pochi istanti posticce e nella parte centrale si rallenta il ritmo pi? del dovuto, ma che riparte bene.
Sicuramente non ? un capolavoro o un grande film, ma di certo un buon film decisamente superiore a diverse produzioni americane passate. Vedremo con Christopher Nolan se riuscir? a mantenersi asciutto con quei 250milioni per il suo The Odyssey, ma conoscendolo ne dubito fortemente.
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