America Latina |
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Un film di Damiano D'Innocenzo, Fabio D'Innocenzo.
Con Elio Germano, Astrid Casali, Sara Ciocca, Maurizio Lastrico.
continua»
Thriller,
Ratings: Kids+13,
durata 90 min.
- Italia 2021.
- Vision Distribution
uscita giovedì 13 gennaio 2022.
- VM 14 -
MYMONETRO
America Latina
valutazione media:
3,47
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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elogio della folliadi JonnyLoganFeedback: 26926 | altri commenti e recensioni di JonnyLogan |
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domenica 15 maggio 2022 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Massimo Sisti è un dentista di Latina con una bella villa, una famiglia, composta da due figlie e una moglie, e una vita tranquilla. Una sera scendendo nella cantina di casa si accorge che ad attenderlo c’è qualche cosa di assolutamente inatteso. Ancora Elio Germano e ancora, e come spesso gli capita, a farla da padrone nel ruolo di protagonista, per la seconda volta in un film dei fratelli D’innocenzo che dopo “Favolacce”, presentato a festival di Berlino 2020, lo schierano ancora nel ruolo di un padre di famiglia, sposato con una donna più giovane e con una professione redditizia. Ma se nella precedente pellicola è il legame padri e figli che genera rapporti carichi di rabbia, il tutto protetto da residenze isolate e faraoniche. In tal caso ancora le residenze e nello specifico gli angoli di una villa isolata e gigantesca nell’agro pontino, perfetto non luogo, pianeggiante e palustre, che rappresentano lo scenario principale di una pellicola che analizza la vita di un uomo come tanti: gentile e professionale sul lavoro, con un amico storico, Simone, con il quale consuma birre e chiacchiera del più e del meno. Al tempo stesso Massimo è anche una persona complicata. Complicata dall’assunzione di medicinali inghiottiti assieme a litri di scotch e un uomo pieno di paure, con un legame con Roberto, il padre, impersonato in una scena di rara maestria da Massimo Wertmüller, con il quale ha un rapporto conflittuale fatto di litigi e recriminazioni. I fratelli d’Innocenzo continuano quindi a dar libero sfogo alle proprie narrazioni ai limiti del cinema noir, confezionando un film che permette a Germano di dare il meglio di sé ma trasformando al tempo stesso la pellicola in un thriller psicologico degno del Brad Anderson de “L’uomo senza sonno”, o l’Alfred Hitchcock di “Psycho”. Storia quindi fine a se stessa che può catturare l’attenzione solo di chi ama certe atmosfere ma il tutto senza particolari risvolti psicologici.
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