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Michael Chaves (“La Llorona – Le lacrime del male”) subentra nella regia al posto di James Wan (che aveva diretto i primi due film) in questo terzo episodio della serie che narra le vicende, realmente accadute, dei due demonologi e ricercatori del paranormale statunitensi, Ed e Lorraine Warren. E alcuni cambiamenti già si possono notare nel ritmo più veloce, nell’atmosfera di tensione e nell’abbondanza di effetti speciali visivi. Tutto ciò a discapito però di una certa cura nella narrazione, soprattutto a livello tematico e dei personaggi coinvolti nella controversa ed interessante vicenda trattata (il caso Johnson, il “processo all’assassino indemoniato”, è stato uno dei primi negli Usa in cui la possessione demoniaca venne adottata come tesi difensiva dagli avvocati dell’accusato).
Opera spettacolare, godibile, e coinvolgente dal punto di vista della messinscena e delle immagini, anche se non tutto funziona bene. Si può però apprezzare (come al solito) la ricostruzione d’epoca, la descrizione degli ambienti, la venatura investigativa, e la componente sentimentale nei rapporti tra i personaggi – soprattutto tra i coniugi Warren. Dolore, dubbio, morte e perdizione sono elementi continuamente messi in discussione dalla Fede da una parte e dalle forze occulte del Male dall’altra, in uno scontro tra questi ultimi che vedrà soltanto nell’amore sincero e puro la chiave di risoluzione e salvezza.
E in questa riflessione e in una tentata frattura stilistica e di linguaggio, la pellicola di Michael Chaves tenta così di dialogare con le forme più seriali e accattivanti del blockbuster (sempre più lontano dal realismo dei primi episodi e più vicino ai topos di un certo cinema popolare): un blockbuster comunque sovversivo, d’autore, ma in fondo ancora collegato alle lusinghe dello spettacolo pop, sebbene utilizzato per nuove regole e meccanismi da adottare per il futuro di questa serie.
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