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Una famigliola americana arriva ad una Nizza che sembra più Montecarlo, la figlia si è appena separata dal compagno e, prendendo l'ascensore dell'hotel, incontra un ragazzo fustacchione che, notate, già in mutande si appresta ad andare a fare un bagno; la sventurata lo segue ma si capisce subito che lui è un killer pagato da chissachì per uccidere chissachì su ordine di chissachì. I due si innamorano, si sposano e lui colpito sulla via di Damasco decide di mettere la testa a posto e si trova un lavoro chissadove, mentre lei già era occupata a fare qualcosa (per avere risposte a questi interrogativi bisogna leggere la trama, e già questo la dice lunga), Ovviamente secondo i peggiori stereotipi di Caracas e le sue migliori bettole, qualcuno decide di eliminarlo e questo qualcuno incarica il suo migliore amico che prima si ubriaca come una scimmia e la mattina dopo tenta il colpo con un coltello da cucina. A questo punto il regista decide che è ora dell'inseguimento, ed ecco che due scassoni di auto si rincorrono come ci si aspetta da ogni film americano con lo sceneggiatore pagato a cottimo.
Davvero irritante la pochezza di questo film e la totale assurdità delle situazioni; dialoghi scontati (probabilmente acquistati da un ingrosso dialoghi in liquidazione) location che andava bene anche per altri tipi di film, anzi noleggiata dai resti di qualche altro filmone.
Consola il fatto che i cinepanettoni li fanno anche all'estero e mi sgomenta che nelle sale abbia fatto ben 47 miloni di dollari (ma non è precisato quanti spettatori abbiano poi preteso ed ottenuto il rimborso del biglietto), e poi ci meravigliamo che Trump sia andato al potere.
Una autentica, genuina, porcheria.
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