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Un ragazzo sfortunato con le donne incontra finalmente la donna della sua vita, esattamente come l'aveva immaginata, ma interviene un amico studioso del paranormale che lo avvisa di un pericolo...
Un film in cui manca l'atmosfera, con una prima parte accettabile e la seconda, quando ci si inoltre nel paranormale, raggiunge vette inaspettate dell'ilarità, che è la sola reazione possibile non essendo di buon gusto lanciare una scarpa allo schermo.
Vedere una persona che mette un bicchierino di liquore per terra, in strada, e recitare formule magiche degne del miglior mago Otelma, causa sentimenti omicidi nello spettatore. Ma il finale supera ogni peggiore immaginazione con l'uso assolutamente improprio di una mezzaluna (bei tempi quando si utilizzava in cucina) e l'arrivo dell'amico che confessa di aver sbagliato tutto.
A tutta questa catastrofe si aggiunge, all'ennesima potenza, un virus che affligge ormai la quasi totalità degli "attori" italiani: l'incapacità di articolare bene le parole, ed infatti circa la metà dei dialoghi risulta incomprensibile giungendo alle orecchie un semplice borborigmo variamente ritmato. Ormai siamo tutti attori, e guardiamo con sospetto chi ha frequentato con successo un'accademia d'arte drammatica dove, fra l'altro, ti insegnano a sussurrare e ciò non di meno farsi sentire in teatro sino all'ultimo palco.
Il budget ridotto non giustifica in alcun modo la trasandatezza della regia e la sorprendente inadeguatezza della sceneggiatura.
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