andrea giostra
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venerdì 24 luglio 2015
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il silenzio uccide!
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Venerdì 17 maggio 2013, all’età di 87 anni, colpito da malore, moriva uno dei peggiore, più spregevoli e terribili dittatori della storia dell’Uomo, Marcos Vileda. Governò col sangue l’Argentina dal 1976 al 1981, dopo il golpe del ’76 che organizzò per cacciare Isabelita Peron. L’intera diplomazia internazionale lo fece fare, senza batter ciglio!, e nel 1978 gli concesse, addirittura, di organizzare i mondiali di calcio. Abile copertura diplomatica per coprire, agli occhi del mondo intero, il sangue innocente del popolo argentino che sgorgava senza pietà, gridando giustizia, tra le strade delle belle e colorate città argentine.
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Venerdì 17 maggio 2013, all’età di 87 anni, colpito da malore, moriva uno dei peggiore, più spregevoli e terribili dittatori della storia dell’Uomo, Marcos Vileda. Governò col sangue l’Argentina dal 1976 al 1981, dopo il golpe del ’76 che organizzò per cacciare Isabelita Peron. L’intera diplomazia internazionale lo fece fare, senza batter ciglio!, e nel 1978 gli concesse, addirittura, di organizzare i mondiali di calcio. Abile copertura diplomatica per coprire, agli occhi del mondo intero, il sangue innocente del popolo argentino che sgorgava senza pietà, gridando giustizia, tra le strade delle belle e colorate città argentine.
Allora, per chi volesse capire questo dramma, vecchio di pochi decenni ma ancora attuale per il dolore immenso che si porta dietro, vale la pena di vedere, o ri-vedere, un film italiano bellissimo. La regia è del bravissimo Stefano Incerti che realizza un vero capolavoro con attori giovani ma straordinari.
La violenza e la crudele sopraffazione della dittatura militare di Vileda, vengono rappresentati in modo estremamente coinvolgente e lo spettatore viene catapultato empaticamente e dolorosamente negli strazi dei protagonisti. I mondiali di calcio del '78 fanno da cornice e da scientifica copertura all'immensa tragedia subita dal popolo argentino in quegli anni, che lascia lo spettatore con un solco profondo di terribile impotenza e di inconsolabile sconforto. Un film che non ha avuto un grandissimo successo di pubblico, ma al contempo un film di grandissimo impatto emotivo e di straordinaria efficacia culturale e sociale.
Se fossi ministro dell’istruzione, o anche sottosegretario all’istruzione, farei in modo che durante il nuovo anno scolascico venisse visto in tutte le scuole italiane. Ma non lo sono e pertanto mi limito a consigliare di vederlo, o di ri-vederlo per chi l’ha visto già!
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merion68
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martedì 28 aprile 2009
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uscire dal cinema e non riuscire a parlare
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Il cinema è una mia grande passione, ma è la prima volta che sento la necessità ed il dovere di scrivere qualcosa. Vedere questo film mi ha fatto sentire un'osservatrice privilegiata di una storia, mostrata con estrema lucidità e senso realistico, da noi non molto conosciuta a causa del doloso silenzio degli organi di informazione. Silenzio altrettanto doloso anche nella pubblicità che è stata fatta a qesto film.
C'è un messaggio che il regista trasmette in modo forte (fin dal titolo della pellicola): egli racconta come siano stati gli stessi abitanti a contribuire, con il loro comportamento accondiscendente, all'espandersi di quel regime; il loro non schierarsi contro il regime è stato il più grave concorso di colpa.
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Il cinema è una mia grande passione, ma è la prima volta che sento la necessità ed il dovere di scrivere qualcosa. Vedere questo film mi ha fatto sentire un'osservatrice privilegiata di una storia, mostrata con estrema lucidità e senso realistico, da noi non molto conosciuta a causa del doloso silenzio degli organi di informazione. Silenzio altrettanto doloso anche nella pubblicità che è stata fatta a qesto film.
C'è un messaggio che il regista trasmette in modo forte (fin dal titolo della pellicola): egli racconta come siano stati gli stessi abitanti a contribuire, con il loro comportamento accondiscendente, all'espandersi di quel regime; il loro non schierarsi contro il regime è stato il più grave concorso di colpa.
Questo mi ha ricordato per forza il nostro passato recente!
Ma, ancora più grave, la sala quasi vuota, l'assenza di pubblicità del film, il silenzio della stampa, (a Roma viene trasmesso solo in 3 cinema),... tutto questo mi ha fatto sentire il suono di un allarme: quanto siamo complici delle ingiustizie perpetrate nella quotidinità? A tutti i livelli, dalla violenza su strada subita dal singolo a quella a livello politico subita dalla collettività?
Noi ci allarmiamo solo nel momento in cui si arriva alla resa dei conti, come nel caso della famiglia emigrata che viene coinvolta direttamente con la cattura e l'uccisione del giovane figlio, quando ormai è troppo tardi per avere il giusto spirito reattivo e ribellarsi contro i soprusi.
Che c'è di diverso in fondo tra la nostra generazione che passa il tempo a guardare il grande fratello e gli argentini, la cui attenzione era catturata dai mondiali di calcio? Quanto non vogliamo vedere cosa ci accade accanto...finchè non ci tocca?
Il film è talemente ben fatto che quando si sono accese le luci in sala, i pochi presenti sono rimasti seduti, in silenzio, nessuno riusciva a parlare...all'uscita dal cinema per parecchi minuti ancora si aveva la sensazione di respirare l’aria malsana non solo del carcere ma anche della "chiesa".... La chiesa che "ne vuole restare fuori"...eppure entra nella nostra vita a piacimento (dal testamento biologico alla fecondazione assistita...quanta cattiva informazione? Quanto silenzio?)
Il messaggio del regista è bello, è forte, è profondo, è amaro....questa non è solo storia contemporanea. Tanta indotta confusione e tanta atrocità possono ripetersi in qualsiasi governo, di qualsiasi paese del mondo, anche da noi. Anche adesso. Il regista ci invita a non essere COMPLICI della voluta diffusione dell'ignoranza, del non sapere, del doloso distrarci.
Le occasioni di conoscere la verità sono poche, siamo in mano a paladini come Milena Gabanelli o come il non sempre lindo Beppe Grillo! Non voltiamoci dall'altro lato, non cambiamo canale. Non urliamo dolore solo se ci tocca in prima persona. Non boicottiamo un referendum sulla procreazione assistita solo perchè abbiamo già un figlio! Altrimenti saremo complici, correi del male, del regime, del dolore e non avremo alcun diritto di piangere, perchè la colpa sarà solo la nostra!
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jayan
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giovedì 23 settembre 2010
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intenso, commovente, per ricordare i desaparesidos
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Ancora un film sui 30000 desaparesidos - scomparsi, uccisi - argentini della dittatura di Vidal. Si chiede Marzia Gandolfi perché... Primo perché non è mai sufficiente ricordare quei tragici eventi, perché non avvengano più né in Argentina né - ce n'è purtroppo il timore - in un prossimo futuro in Italia (se non a quel livello ma, in forma più sottile e nascosta si). Secondo, ed è ancora più importante, perché l'interpretazione degli attori, dall'italiano Alessio Boni all'argentina (credo, o comunque di cultura spagnola) Florencia Raggi e gli altri (che hanno recitato in spagnolo sottotitolato perché si sentisse in pieno la loro interpretazione) è stata straordinariamente intensa e sentita, perché la regia del film è stata tale da coinvolgere lo spettatore e commuoverlo.
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Ancora un film sui 30000 desaparesidos - scomparsi, uccisi - argentini della dittatura di Vidal. Si chiede Marzia Gandolfi perché... Primo perché non è mai sufficiente ricordare quei tragici eventi, perché non avvengano più né in Argentina né - ce n'è purtroppo il timore - in un prossimo futuro in Italia (se non a quel livello ma, in forma più sottile e nascosta si). Secondo, ed è ancora più importante, perché l'interpretazione degli attori, dall'italiano Alessio Boni all'argentina (credo, o comunque di cultura spagnola) Florencia Raggi e gli altri (che hanno recitato in spagnolo sottotitolato perché si sentisse in pieno la loro interpretazione) è stata straordinariamente intensa e sentita, perché la regia del film è stata tale da coinvolgere lo spettatore e commuoverlo. In questo film si inizia in modo abbastanza superficiale, nel senso che il protagonista ancora non era a conoscenza dei misfatti compiuti dalla dittatura, si innamora del paese, della città e di Ana, poi, man mano che si procede e Maurizio conosce le torture e i barbari assassini di persone innocenti accusati di essere comunisti o appartenenti alle brigade rosse, pagando in prima persona con torture fatte a lui e ad Ana, entra in una specie di mutismo, non riuscendo a sopportare tutte quelle violenze e si rifiuta di dire qualcosa che possa fare del male ad Ana. Non voglio dire come finisce ma devo dire che alla fine del film non riuscivo a parlare, soltanto a piangere!
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marezia
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domenica 19 aprile 2009
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la passione ai tempi di videla
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Pellicola che pur riprendendo apparentemente senza grosse sorprese l'arcinota storia della dittatura del regime di Videla ha un grande pregio: quello di far vivere allo spettatore un clima insieme di festa e di terrore come un magma di sensazioni sempre fluente, silenzioso ma inarrestabile. La politica c'è, si insinua fin dalle prime battute, fin dall'arrivo in aeroporto e scava pian piano un solco intorno alle sue vittime che accerchia e a cui presenta alla fine il conto, molto, molto salato della loro voglia di libertà. Libertà di capire prima di tutto e di amare e di vivere, insomma libertà in senso lato. E' assurdo spaccare il capello in quattro come ho letto altrove: interrogarsi sulla velocità della passione tra i protagonisti e sulla sua verosimiglianza; lo spettatore se sensibile e predisposto all'ascolto questo non lo fa né durante né dopo.
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Pellicola che pur riprendendo apparentemente senza grosse sorprese l'arcinota storia della dittatura del regime di Videla ha un grande pregio: quello di far vivere allo spettatore un clima insieme di festa e di terrore come un magma di sensazioni sempre fluente, silenzioso ma inarrestabile. La politica c'è, si insinua fin dalle prime battute, fin dall'arrivo in aeroporto e scava pian piano un solco intorno alle sue vittime che accerchia e a cui presenta alla fine il conto, molto, molto salato della loro voglia di libertà. Libertà di capire prima di tutto e di amare e di vivere, insomma libertà in senso lato. E' assurdo spaccare il capello in quattro come ho letto altrove: interrogarsi sulla velocità della passione tra i protagonisti e sulla sua verosimiglianza; lo spettatore se sensibile e predisposto all'ascolto questo non lo fa né durante né dopo. Forse perché è più intelligente di alcuni critici...? (Domanda retorica)
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pietro berti
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martedì 19 maggio 2009
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complici del silenzio **½
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Regia Stefano Incerti. Con Alessio Boni, Giuseppe Battiston, Juan Leyrado, Florencia Raggi.
Il giornalista Maurizio Gallo in cerca del mondiale argentino scoprì il dramma dei desaparecidos.
Trama: Maurizio Gallo, giornalista sportivo inviato a Buenos Aires per il mondiale del 1978, si accorge che mentre tutto il mondo è distratto da quello che avviene sui campi di calcio, la giunta militare di Videla riesce a far passare sotto silenzio gli efferati crimini commessi dal regime costituiti da sequestri di politici e di sindacalisti poi mesi sotto tortura, alla negazione dei fondamentali diritti civili, alla censura della stampa, fino al dramma dei desaparecidos. Gallo che compie il suo viaggio in Argentina per motivi di cronaca sportiva, finirà per interessarsi alle tragiche falle del sistema.
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Regia Stefano Incerti. Con Alessio Boni, Giuseppe Battiston, Juan Leyrado, Florencia Raggi.
Il giornalista Maurizio Gallo in cerca del mondiale argentino scoprì il dramma dei desaparecidos.
Trama: Maurizio Gallo, giornalista sportivo inviato a Buenos Aires per il mondiale del 1978, si accorge che mentre tutto il mondo è distratto da quello che avviene sui campi di calcio, la giunta militare di Videla riesce a far passare sotto silenzio gli efferati crimini commessi dal regime costituiti da sequestri di politici e di sindacalisti poi mesi sotto tortura, alla negazione dei fondamentali diritti civili, alla censura della stampa, fino al dramma dei desaparecidos. Gallo che compie il suo viaggio in Argentina per motivi di cronaca sportiva, finirà per interessarsi alle tragiche falle del sistema.
Con questo film il regista Stefano Incerti ha avuto l’occasione per raccontare una tragedia che può essere connotata come genocidio e che, purtroppo, essendo l’Argentina abitata da moltissimi nostri connazionali, ne ha coinvolti tanti. Un rilievo interessante sta nel fatto che la cupezza e la tragedia di quegli eventi è in aperta contraddizione con l’atmosfera goliardica e leggera che le partite di calcio riescono a creare. Interessante la parte in cui Gallo viene a contatto con la bella Ana, membro della guerriglia che cerca di opporsi alla dittatura di Videla. Questo incontro renderà ancor più rischiosa ed inaspettata quella calda estate argentina. Una storia vera, raccontata in maniera vera e in cui gli interpreti si identificano perfettamente nel loro ruolo, in maniera semplice e senza gli artifizi normalmente adottati in molte pellicole che cercano di trattare problematiche di questo tipo senza riuscirvi . Il film è bello nonostante, come al solito, non abbia avuto l’attenzione che merita. VIVAMENTE CONSIGLIATO . Per chi può, buona visione. Pietro Berti
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