everlong
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martedì 15 febbraio 2011
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allen e allen
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L'abitudine di Allen di imprimere su pellicola veri e propri concetti filosofici o interrogativi circa le ambiguità e le contraddizioni dell'esperienza umana è un bene che va tutelato. Sicuramente, Melida e Melinda non è il miglior film di Allen, ma anch'esso rientra in un modo sano e intelligente di fare cinema. Un cinema che ha qualcosa da dire, quindi un'arte volta alla comunicazione, senza troppe incombenze al livello produttivo o traguardi da botteghino. La libertà di Allen nel fare cinema rimane quindi una qualità preziosa, rara e di cui è auspicabile una diffusione su larga scala, vista la scarsa propensione al pensiero e al ragionamento di certo cinema americano e non solo.
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L'abitudine di Allen di imprimere su pellicola veri e propri concetti filosofici o interrogativi circa le ambiguità e le contraddizioni dell'esperienza umana è un bene che va tutelato. Sicuramente, Melida e Melinda non è il miglior film di Allen, ma anch'esso rientra in un modo sano e intelligente di fare cinema. Un cinema che ha qualcosa da dire, quindi un'arte volta alla comunicazione, senza troppe incombenze al livello produttivo o traguardi da botteghino. La libertà di Allen nel fare cinema rimane quindi una qualità preziosa, rara e di cui è auspicabile una diffusione su larga scala, vista la scarsa propensione al pensiero e al ragionamento di certo cinema americano e non solo. Melinda e Melinda è un film a incastro, dove l'alternanza tra visioni del mondo e l'intrinseco relativismo umano, prima che culturale, diventano il collante che lega opposti approcci alla vita e diversi modi di intepretare la realtà. Il risultato non sono stati assoluti, bensì dinamiche complementari in cui ci si ritrova via via a guardare le cose in un modo o nell'altro ( si pensi al tragediografo che alla fine del film dice di sorridere ai funerali). Essendo fatto di puro e "sano" relativismo (tema più volte ripreso da Allen), l'uomo si ritrova a vivere in una realtà che non esprime un significato in sé, un'oggettiva e incontestabile verità, ma diviene la proiezione delle griglie e dei modelli interpretativi di chi guarda. Nella sceneggiatura, l'incastro fra le due diverse visioni (tragedia e commedia) è ben fatto e gode (come in quasi tutti i film di Allen) della prospettiva artistica come strumento di creazione e di ri-produzione della realtà (in questo caso il gioco delle alternanze è affidato ad un tragediografo e ad un commediografo) e come momento fondamentale di attibuzione di senso e significato alle cose. Se si parte dal presupposto che qualche critica vada mossa nei confronti di questo film, si può dire che manca di incisività e pecca di ripetitività, nel senso che tematiche di questo tipo avrebbero bisogno di un'articolazione più complessa della vicende narrate, senza indugiare troppo sui soliti matrimoni in declino, sui passati burrascosi, sui tradimenti, sulle crisi di identità e così via. Allen dovrebbe pretendere di più da se stesso, questo è fuori discussione, come del resto è lo stesso spettatore a pretendere di più da lui, conoscendone le doti, le qualità e il genio. Ultima notazione, Will Ferrel sembra un po' un pesce fuor d'acqua nel ruolo di alter ego alleniano, anche se bastano alcune battute fulminanti a stemperare la tendenza (dello spettatore) ad associare al suo personaggio, il volto del regista newyorkese.
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fedeleto
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martedì 25 dicembre 2012
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tragedia o commedia?
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Vi siete mai chiesti se la vita ha un aspetto tragico o comico?e' la realta' oggettiva che rende tutto in questo modo?oppure e' la nostra visione?Un tipo di risposta a darla e' Woody Allen(zelig,hannah e le sue sorelle,celebrity)che dopo l'inspiegabile insuccesso di ANYTHING ELSE,dirige una sorta di film su una doppia realta' della visione della vita.In una sera tra amici si ritrovano tre uomini e una donna a parlare del senso tragico e del senso comico della vita.Tutto inizia con un creare la parte tragica che vede una persona e la parte comica che invece ne vede appunto un'altra.La persona che ha una visione piu' tragica racconta di una certa Melinda che dopo aver tentato il suicidio poiche' il marito ha divorziato da lei portandole via i figli,torna da un'amica del liceo di nome Lauren.
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Vi siete mai chiesti se la vita ha un aspetto tragico o comico?e' la realta' oggettiva che rende tutto in questo modo?oppure e' la nostra visione?Un tipo di risposta a darla e' Woody Allen(zelig,hannah e le sue sorelle,celebrity)che dopo l'inspiegabile insuccesso di ANYTHING ELSE,dirige una sorta di film su una doppia realta' della visione della vita.In una sera tra amici si ritrovano tre uomini e una donna a parlare del senso tragico e del senso comico della vita.Tutto inizia con un creare la parte tragica che vede una persona e la parte comica che invece ne vede appunto un'altra.La persona che ha una visione piu' tragica racconta di una certa Melinda che dopo aver tentato il suicidio poiche' il marito ha divorziato da lei portandole via i figli,torna da un'amica del liceo di nome Lauren.Si innamorera' di un pianista nero,ma poco dopo Lauren glielo rubera',sconvolta Melinda ritentera' il suicidio.Invece la persona con una visione piu' comica racconta di una certa Melinda che avendo preso troppi sonniferi chiede aiuto ai vicini,poco dopo si conoscono e inizia un rapporto.I vicini sono una moglie aiuto regista che sogna la carriera e un attore poco conosciuto.Quest'ultimo si innamora follemente di Melinda,e nonostante Melinda abbia conosciuto un altro uomo,capira' che ama in realta' proprio l'attore poco conosciuto.Drammi o tragedie? nessuno puo' rispondere con vera certezza se la vita sia o l'una o l'altra,e' la nostra visione che rende il tutto come lo vogliamo vedere.Allen ci porta in un doppio film dove la visione della vita diventa solo un'interpretazione e un modo di vedere(proprio come il cinema)ma l'aspetto di tragico o comico e' decisamente difficle da comprendere,deriva dalla nostra sensisbilita' o meglio dalla nostra esperienza se ne parliamo Freudianamente,di capire e conoscere la realta' in cui viviamo.Allen decisamente crea un film importantissimo nella sua filmografia,la visione della vita o meglio ancora l'interpretazione della vita entrambe le Melinde vivono una separazione e la vivono in maniera opposta,ma Melinda e' sempre Melinda,solo che tra le due c'e' un vedere diversamente la vita un occhio dunque elemento portante e decisivo che trasforma,uno strofinare la lampada ed esprimere desideri,La melinda tragica la strofina ma non crede di poter trovare la soluzione ai suoi problemi,l'attore poco conosciuto la strofina chiedendo Melinda.Un credere per trovare,uno sperare per vivere.Forse e' questa la vita.Scritto e diretto ancora una volta da Allen,e' senza dubbio uno dei suoi migliori film.Buona anche la fotografia di Vilmos Zsigmond.Da oscar Radha Mitchell nella doppia parte di Melinda.Varie le metafore(la melinda tragica che scopre la storia fra Lauren e il pianista poiche' lauren trova una chiave a casa sua e pensa sia del marito,la chiave diventa metaforicamente la soluzione per cui Melinda scopre di essere tradita,dopodiche' vorrebbe buttarsi dal balcone per il semplice fatto che metaforicamente con l'amore del pianista viveva in alto ed ora si trova a voler cadere appunto giu',la Melinda comica invece scopre l'amore quando suona con un uomo per strada il pianoforte ,la musica diventa amore,non a caso nella Melinda tragica il pianista si innamora di Luaren perche' ella suona il piano con lui inizialmente),che dire un Allen cosi non si puo' che elogiare.
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paride86
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giovedì 31 dicembre 2009
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buono
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Gli eventi della vita sono comici o drammatici? La differenza è solo nell'occhio di chi guarda. E' questa la morale di "Melinda e Melinda", film programmaticamente girato in due versioni, una, appunto, leggera, e un'altra più tragica.
Come molti film di Allen anche questo scorre piacevolmente e intrattiene con intelligenza.
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