luigi chierico
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domenica 16 giugno 2013
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attendere l’amore nella notte per un giorno nuovo
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Ho avuto la fortuna di rivedere, dopo tanto tempo, questo film premiato a Venezia.
Un capolavoro tratto da un toccante racconto di Dostoievski.
Ne fanno da padroni il bianco ed il nero che, attraverso i loro contrasti, contribuiscono ad esternare ed esprimere con grande efficacia gli stati d’animo, spesso raccontati attraverso i silenzi, gli sguardi infinitamente trasparenti ed i luminosi sorrisi, che sono esplosione di gioia, anche infantile, ma gioia immensa, felicità fatta di niente.
Una grande prova di come ci si può amare tantissimo chiunque partendo da brevi banali incontri, da legami profondi, dall’amicizia. Anche le piccole cose assumono un valore essenziale per conoscere l’anima gentile e generosa della piccola Nastenka.
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Ho avuto la fortuna di rivedere, dopo tanto tempo, questo film premiato a Venezia.
Un capolavoro tratto da un toccante racconto di Dostoievski.
Ne fanno da padroni il bianco ed il nero che, attraverso i loro contrasti, contribuiscono ad esternare ed esprimere con grande efficacia gli stati d’animo, spesso raccontati attraverso i silenzi, gli sguardi infinitamente trasparenti ed i luminosi sorrisi, che sono esplosione di gioia, anche infantile, ma gioia immensa, felicità fatta di niente.
Una grande prova di come ci si può amare tantissimo chiunque partendo da brevi banali incontri, da legami profondi, dall’amicizia. Anche le piccole cose assumono un valore essenziale per conoscere l’anima gentile e generosa della piccola Nastenka.
Un superlativo Visconti che riesce benissimo a trasferire sullo schermo, con le immagini, quel che l’autore racconta; ad es. “la nonna però una mattina mi chiamò a sé e disse che, essendo cieca, non mi poteva sorvegliare; prese uno spillo e appuntò il mio vestito al suo, e disse che saremmo rimaste così tutta la vita”.
La scena nel film interpretato, da Maria Schell, mi ha lasciato senza fiato, è una esplosione di gioia indicibile espressa solo ed unicamente da un sorriso, specchio di un animo semplice, ed uno sguardo profondamente espressivo: meglio la Schell o Visconti?
Le nebbiose, piovose notti d’attesa, sono l’anima in pena, il candore della neve è l’ingenuità della ragazza innamorata, che soffre nella paziente attesa dell’alba.
E nevica, nevica,nevica.
Il film arriva al cuore, peccato che sia anacronistico! in quanti oggi hanno ucciso i Sogni!
Per chi ama il cinema e la lettura la simbiosi è inevitabile ma, chi mi legge non me ne voglia.
Nei romanzi i protagonisti non si muovono, non si vedono, non hanno espressioni ed ecco in questo il soccorso del cinema, del grande cinema.
Ci sono attrici che si accendono di trasparenza, se illuminate da tanti riflettori ben piazzati.
Ci sono attrici, invece, che sembrano catturare la luce, appropriarsene, per rifletterla ed emetterla a volontà dall’ interno del proprio essere, della propria partecipazione nel ruolo.
Maria Schell, Audrey Hepburn, Meryl Streep, Greta Garbo.
Le musiche di Rota e con la partecipazione del sempre misurato di Jean Marais e del sensibile e romantico Marcello Mastroianni nella parte dell’amico senza nome, a cui l’autore del testo fa dire in conclusione:“Dio mio! Un intero minuto di felicità! E’ forse poco, sia pure in tutta la vita di un uomo….?
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luca scial�
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lunedì 4 marzo 2013
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un amore indimenticabile
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Mario vive in una pensione a Livorno. La sua vita è monotona e solitaria, ma una sera incrocia una ragazza graziosa che piange su un ponte. Dopo misteri e fuggi fuggi da parte di lei, decide di spiegargli la sua storia: attende un uomo da un anno e non riesce a dimenticarlo. I due continuano ad uscire e Mario ne è innamorato, ma quel fantasma è sempre presente tra loro.
Da un romanzo di Dostoevskij, una storia di illusioni, sfortune, solitudini. La neve che scende nel finale sembra voler scrivere una felice conclusione: "e vissero felici e contenti". Ma è una neve che illude e che quando svanisce rivela una presenza che al contrario, ha solo il sapore della sconfitta.
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Mario vive in una pensione a Livorno. La sua vita è monotona e solitaria, ma una sera incrocia una ragazza graziosa che piange su un ponte. Dopo misteri e fuggi fuggi da parte di lei, decide di spiegargli la sua storia: attende un uomo da un anno e non riesce a dimenticarlo. I due continuano ad uscire e Mario ne è innamorato, ma quel fantasma è sempre presente tra loro.
Da un romanzo di Dostoevskij, una storia di illusioni, sfortune, solitudini. La neve che scende nel finale sembra voler scrivere una felice conclusione: "e vissero felici e contenti". Ma è una neve che illude e che quando svanisce rivela una presenza che al contrario, ha solo il sapore della sconfitta. In amore vince chi fugge, e chi illude.
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