i'para
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lunedì 16 febbraio 2015
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un po' più del binomio realtà/sogno
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Sicuramente, come già abbondantemente scritto, il nucleo del film è costituito dalla "fusione" dei sogni con la realtà, dell'affluenza dei primi nella seconda (o viceversa, a seconda dei punti di vista), e degli annessi confondimenti e associazioni libere. Grazie a questo escamotage, Kon dà vita a fantasie spesso inquietanti, ma sempre meravigliose dal punto di vista estetico e anche concettuale. "Paprika" è infatti ricco di risvolti psicologici.
E' su di essi (su quelli che ho colto, almeno!) che vorrei soffermarmi. Gli spunti di gran lunga più interessanti sono offerti dalla figura del detective, i cui sogni costituiscono, a mio avviso, le scene più belle di tutto il film, e la cui caratterizzazione psicologica è ben più complessa ed affascinante rispetto a quella degli altri personaggi.
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Sicuramente, come già abbondantemente scritto, il nucleo del film è costituito dalla "fusione" dei sogni con la realtà, dell'affluenza dei primi nella seconda (o viceversa, a seconda dei punti di vista), e degli annessi confondimenti e associazioni libere. Grazie a questo escamotage, Kon dà vita a fantasie spesso inquietanti, ma sempre meravigliose dal punto di vista estetico e anche concettuale. "Paprika" è infatti ricco di risvolti psicologici.
E' su di essi (su quelli che ho colto, almeno!) che vorrei soffermarmi. Gli spunti di gran lunga più interessanti sono offerti dalla figura del detective, i cui sogni costituiscono, a mio avviso, le scene più belle di tutto il film, e la cui caratterizzazione psicologica è ben più complessa ed affascinante rispetto a quella degli altri personaggi. Konakawa odia e rifiuta i film, ma questo rifiuto cela un problema di fondo, il suo fallimento (o, quantomeno, il suo blocco) in campo cinematografico. Il pavimento dell'hotel che si sfalda e lo rallenta, impedendogli di raggiungere l'assassino, sta a simboleggiare questo blocco, che determina quindi in lui la negazione di (una parte di) sè stesso, con conseguente crisi d'identità.
Quella crisi d'identità che lo porta a rivolgersi alla dottoressa, che si serve del suo "avatar" onirico, Paprika, per accedere "materialmente" (se così si può dire) al suo inconscio, e velocizzare quindi i tempi di riconoscenza del problema e di guarigione. Trovo eccezionale la soluzione di una carriera, quella da detective, vista come una prosecuzione reale di un sogno cinematografico.
Altro carattere interessante è Tokita, il "genio intrappolato nel corpo di un bambino", che non sembra avere altri interessi che inventare e mangiare, noncurante della realtà circostante. A lui manca la responsabilità, derivante appunto dalla mancanza di contatto con la realtà. E' questo che sembra dirci Kon: ben venga la tecnologia (altrimenti il caso psicologico, ad esempio, di Konakawa, non sarebbe stato risolto o comunque avrebbe richiesto ben più tempo), a patto che usata con senno e responsabilità (oltrechè per fini costruttivi e non distruttivi, ma questo viene da sè).
In ultima sintesi, un film davvero meraviglioso esteticamente, condito da un'ottima regia, e da un pregio indispensabile e ormai quasi assente nei film di oggi: non solo intrattenere, ma anche far riflettere.
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la druga
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domenica 15 giugno 2014
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complesso e coinvolgente
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Ben quattro anni prima di Inception Satoshi Kon ci ha regalato un viaggio attraverso la mente umana e il sogno, in cui ogni cosa può accadere ed ogni freno inibitorio è assente. Nei sogni riportiamo i nostri traumi, le nostre paure più recondite e al contempo i nostri desideri, è un mondo parallelo che creiamo ed in cui esprimiamo davvero noi stessi, senza il timore di essere giudicati o di essere inopportuni.
Ma quello che ci presenta Kon va al di là di tutto ciò, dando la prova di come un unico, pericoloso sogno collettivo che annebbia le menti sia in grado di portare gli uomini alla follia e di annullare per sempre il senso della misura. Non so se sono la sola ad averlo notato, ma ho intravisto parecchi riferimenti a quelli che sono stati i regimi che si sono succeduti nel corso della storia dell'uomo e che spesso sono stati capaci di far perdere il nume della ragione alla gente, accecandola e diffondendo il seme dell'esaltazione e della totale incapacità di controllare i propri pensieri (fate caso ad esempio al gesto della mano alzata delle bambole della parata).
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Ben quattro anni prima di Inception Satoshi Kon ci ha regalato un viaggio attraverso la mente umana e il sogno, in cui ogni cosa può accadere ed ogni freno inibitorio è assente. Nei sogni riportiamo i nostri traumi, le nostre paure più recondite e al contempo i nostri desideri, è un mondo parallelo che creiamo ed in cui esprimiamo davvero noi stessi, senza il timore di essere giudicati o di essere inopportuni.
Ma quello che ci presenta Kon va al di là di tutto ciò, dando la prova di come un unico, pericoloso sogno collettivo che annebbia le menti sia in grado di portare gli uomini alla follia e di annullare per sempre il senso della misura. Non so se sono la sola ad averlo notato, ma ho intravisto parecchi riferimenti a quelli che sono stati i regimi che si sono succeduti nel corso della storia dell'uomo e che spesso sono stati capaci di far perdere il nume della ragione alla gente, accecandola e diffondendo il seme dell'esaltazione e della totale incapacità di controllare i propri pensieri (fate caso ad esempio al gesto della mano alzata delle bambole della parata).
Forse è una lettura troppo azzardata la mia, ad ogni modo Paprika è un film molto ben costruito, che si sviluppa su più livelli, di cui uno è la porta d'accesso all'altro, e lo spettatore vi si addentra pian piano come gli stessi personaggi, senza più trovare la via d'uscita fino all'ultimo istante. Da vedere.
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beppe baiocchi
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mercoledì 6 marzo 2013
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sogno o son desto?
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Quale è la distanza tra sogno è realtà. Questo sembra chiedere a gran voce Sathoshi Kon con il film Paprika, sognando un sogno. Un film complicato nella storia e nelle tematiche ma davvero gradevole.
Atsuko Chiba è una psicoterapeuta che in segreto con lo pseudonimo di Paprika tramite ad un congegno in fase di sperimentazione (il DC-Mini) entra nei sogni altrui e cura i traumi dei pazienti. Uno di questi DC-Mini viene rubato e il ladro mediante questo incredibile oggetto manipola gli uomini che hanno osato varcare il sacro mondo dei sogni manipolandoli e portandoli al suicido. Ci vorrà "un po di Paprika" per fermare questo malvagio piano.
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Quale è la distanza tra sogno è realtà. Questo sembra chiedere a gran voce Sathoshi Kon con il film Paprika, sognando un sogno. Un film complicato nella storia e nelle tematiche ma davvero gradevole.
Atsuko Chiba è una psicoterapeuta che in segreto con lo pseudonimo di Paprika tramite ad un congegno in fase di sperimentazione (il DC-Mini) entra nei sogni altrui e cura i traumi dei pazienti. Uno di questi DC-Mini viene rubato e il ladro mediante questo incredibile oggetto manipola gli uomini che hanno osato varcare il sacro mondo dei sogni manipolandoli e portandoli al suicido. Ci vorrà "un po di Paprika" per fermare questo malvagio piano.
Paprika dunque è un thriller psicologico che tanto ama il maestro Kon, dove il confine tra sogno e realtà più volte si mescola non facendo nemmeno capire allo spettatore quanto sia vero ciò che succede, se esso sia il sogno o la realtà fino a che le due "realtà" non si mescoleranno. Un film complicato, a molti inaccessibile che tende ad analizzare, visualizzare, scomporre la materia del "sogno" con una animazione impeccabile (la parata è qualcosa di spettacolare), una trama sicuramente originale e una discreta dose di jappo-ironia. Un ottimo film che fa pensare, ma che purtroppo per la difficoltà della materia analizzata e per la (volutamente) caotica sceneggiatura non ottiene il massimo voto poichè questo è un film difficilemente assimilabile e sicuramente "non per tutti", ma che ad un osservatore attendo non potrà che ammaliare.
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bartleby corinzio
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mercoledì 30 gennaio 2013
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nel labirinto del subconscio
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Esplorare il mondo dei sogni ai fini psicoterapeutici. Questo grazie alla tecnologia del DC Mini, un apparecchio ideato da un genio obeso e infantile. L'apparecchio viene rubato e il mondo del sogno viene contaminato da una minaccia che può avere conseguenze anche sul reale (giacché quando si sogna la realtà è il sogno). Paprika viaggiatrice dei sogni - il cui scopo è quello di accompagnare e guidare chi la contatta - pare essere l'unica persona in grado di sciogliere la matassa e di giungere ai sabotatori prima di gravi nonché mortali conseguenze. Ad aiutare Paprika un detective cinefilo, suo malgrado, e i membri non "contaminati" del progetto DC Mini.
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Esplorare il mondo dei sogni ai fini psicoterapeutici. Questo grazie alla tecnologia del DC Mini, un apparecchio ideato da un genio obeso e infantile. L'apparecchio viene rubato e il mondo del sogno viene contaminato da una minaccia che può avere conseguenze anche sul reale (giacché quando si sogna la realtà è il sogno). Paprika viaggiatrice dei sogni - il cui scopo è quello di accompagnare e guidare chi la contatta - pare essere l'unica persona in grado di sciogliere la matassa e di giungere ai sabotatori prima di gravi nonché mortali conseguenze. Ad aiutare Paprika un detective cinefilo, suo malgrado, e i membri non "contaminati" del progetto DC Mini.
Su soggetto dello scrittore Yasutaka Tsutsui il film di Satoshi Kon è un fenomenale viaggio nel labirinto del subconscio, un meccanismo di scatole cinesi, anzi giapponesi, visivamente spettacolare e concettualmente intrigante. Si parla di sogni e quindi anche di cinema (i riferimenti sono molteplici), si parla di immagini tramite immagini in forza dell'apparire, del travestimento etc. Film complesso, che certo non va esaurito in un'unica visione ma va ripreso, studiato, amato e consigliato. Nota di merito per l'intrigante colonna sonora di Susumu Hirasawa.
(Inevitabile il rimando all'Inception di Nolan ricordandosi che questo film di Satoshi Kon è antecedente. Anche in Paprika l'ascensore è in funzione di comodo auriga, anche in Paprika vi sono specchi piazzati in mezzo alla strada e anche in Paprika i corridoi diventano instabili. Se Nolan non ha visto Paprika o letto i romanzi di Yasutaka Tsutsui allora io sono Babbo Natale e a proposito oh oh oh, Buon Natale! Ad ogni modo Nolan potrebbe magari rispondere che il film di Satoshi Kon lo conosceva inconsciamente (così come ha risposto a chi gli ha fatto notare che la struttura di Inception ricordava quella di L'anno scorso a Marienbad di Resnais).
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jack
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mercoledì 10 settembre 2008
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bellissimo
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Un film bellissimo delirante e ironico...davvero unico!!!
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kia
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martedì 9 settembre 2008
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mamma che bello
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ester
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venerdì 18 luglio 2008
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ragazzi,è una figata
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insomma:all'inizio sembra un giallo dalle battute dei due personaggi,ma poi si cambia scenario con la vera apertura del film in cui paprika stessa si esibirà in un filmato stupendo basato sulla bellissima colonna sonora del film.
Ad un certo punto vi sfido a distinguere tra sogno e realtà:un consiglio...quando c'è paprika sullo schermo tutto ciò che vedete è sogno
[+] è vero!
(di leo 1993)
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anonimo
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domenica 22 giugno 2008
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un mix di sogno e realtà
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un mix di sogno e realtà.
un viaggio onirico nel desiderio,nella fantasia, nell'immaginazione e nell'incubo.
il regista Satoshi Kon dimostra che in futuro può raggiungere dei capolavori del cinema d'animazione come la città incantata.
certo il film è complesso e confuso, a causa di un continuo passaggio tra realtà e sogno, credo che solo il regista e degli spicologi, possano capire questo film, ma rimane comunque un bel film.
l'animazione è impeccabile.
la trama è bizzarra, originale e un pò inquietante, un film d'animazione che non è per bambini, anzi un film che solo un cervello maturo e adulto può comprendere ed apprezzare.
ho sentito che negli USA il film è stato vietato a minori dei 17, pazzesco, solo per qualche tetta acortone animato, bambole mostro e strane visioni, non si può vietare questo film.
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un mix di sogno e realtà.
un viaggio onirico nel desiderio,nella fantasia, nell'immaginazione e nell'incubo.
il regista Satoshi Kon dimostra che in futuro può raggiungere dei capolavori del cinema d'animazione come la città incantata.
certo il film è complesso e confuso, a causa di un continuo passaggio tra realtà e sogno, credo che solo il regista e degli spicologi, possano capire questo film, ma rimane comunque un bel film.
l'animazione è impeccabile.
la trama è bizzarra, originale e un pò inquietante, un film d'animazione che non è per bambini, anzi un film che solo un cervello maturo e adulto può comprendere ed apprezzare.
ho sentito che negli USA il film è stato vietato a minori dei 17, pazzesco, solo per qualche tetta acortone animato, bambole mostro e strane visioni, non si può vietare questo film. anche se credo che non si un film per bimbi, non penso che la censura debba intervenire su tutto.
il film è bello, ma non ci ho capito nulla.
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carlo - 34anni
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domenica 25 maggio 2008
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amara delusione
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Non so proprio che dire....questo film non mi ha detto nulla, mi ha solo annoiato. La continua fusione tra sogno e realta' l'ho rischiata anche io addormentandomi. Dato i vostri commenti, strano, visto che anche io adoro parecchi film jappo anche solo sub.ita, ma questo proprio non l'ho digerito!
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xexe
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venerdì 11 gennaio 2008
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non sono d'accordo
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Rispetto le vostre idee. Il film non è male. Però forse un pò troppo surreale. Cioè se lo deve essere preferisco che sia un film e non un cartone. Ad es Vanilla sky (spettacolare). Un cartone deve essere onirico ma non fantascientifico. Molto meglio i film di hayao miyazaki. Quelli sono capolavori dell'anime giapponese pieni di pathos e intensità. Fermo restando che de gustibus non disputandum est. Bye!!!
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