elgatoloco
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domenica 14 marzo 2021
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ancora attualissimo
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"Il Vigile"(Luigi Zampa, autore della sceneggiatura con ROdolfo Sonego e Ugo Guerra, dove Sonego è autore del soggetto, 1960-sembra probabile che nei dialoghi e nella sceneggiatura lo stesso"Albertone".-soprannome che non amava-abbia dato una mano. Storia di un disoccupato con un figlio undicenne e con una compagna, madre del bambino che riesce a far carte false per farsi assumere come vigile in una cittadina laziale vicina a Roma. Come agente dlla polizia stradale è severissimo, in realtà"prepontente"finché, dopo varie vicende, è costretto a cambiare registro, ad "adattarsi", tronvando decisamente un cammino meno cstelalto da ostacoli.
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"Il Vigile"(Luigi Zampa, autore della sceneggiatura con ROdolfo Sonego e Ugo Guerra, dove Sonego è autore del soggetto, 1960-sembra probabile che nei dialoghi e nella sceneggiatura lo stesso"Albertone".-soprannome che non amava-abbia dato una mano. Storia di un disoccupato con un figlio undicenne e con una compagna, madre del bambino che riesce a far carte false per farsi assumere come vigile in una cittadina laziale vicina a Roma. Come agente dlla polizia stradale è severissimo, in realtà"prepontente"finché, dopo varie vicende, è costretto a cambiare registro, ad "adattarsi", tronvando decisamente un cammino meno cstelalto da ostacoli. "Til Vigile".-è il film,, the MOvie. Ben più di stanche rivisitazioni del neorealismo e alla parti con"La Dolce Vita"e "IL Sorpasso"rende, appunto nel tòèico anno 196'0, l'italian way of life di allora, tra boom economico(sviluppo, non progresso, sottolineava acutamente Pier Paolo Pasolini), arroganza e prepotenza, mania della raccomndazione da parte del più forte politicamente e non solo. !Il Vigile"è anche Sordi che, dopo un successo radiofonico clamoroso e qualche film"andato male"o comunque non all'altezza delle aspettative(capitale investito non recuperato , comunque mai con un profitto), , qui veramente"esplode"nel suo torrentiale gigionismo interpretativo, che rende la vigliaccheria, mista all'arroganza, la cattiveria che non è invero"connaturata"ma si manifesta quando la persona è in posizione di vaantaggio e ha dunque bisogno di difendersi attaccando. Deicsamente un piccolo capolavoro, capace di muovere e com.muovere , appunto, chi(gli Italiani di un certo tipo indicato appunto, ancora una votta)da Paoslini"si merita questi film". Slrdi maschera fondamentale, ineguagliabile, Vittorio de Sica che fa il sindaco corrotto, con l'amante che ipocristamente nascondere con ogni mezzo(quando non si parlava , evidentemente, di fivorzio, "sottotraccia"il film ne parla e tematizza"indirettamente "la socsa, straordinario, efficece l'inseirmento di Sylva Koscina, star bellina montante dell'epoca, Marisa Merlini, Mario Riva che fa il prprio ruolo, di presentatore TV("Il Musichiere")con gli spettatori raduinati al bar, mentre gli altri sono"meno famosi"proprio per lasciare tanto spazio a Sordi, quasi.a tratti. in un"one man show"... El Gato
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movieman
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giovedì 18 giugno 2020
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il fascino della divisa e la voce dell''innocenza
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Di Alberto Sordi si è detto e si continua a dire di tutto, ma uno dei concetti più ribaditi è quello secondo il quale l’attore incarnò sempre l’italiano medio in tutte le sue sfaccettature. Il ragionamento non è sbagliato, visto che tutta la carriera di questo grandissimo attore seguì l’evolversi di tutta la Storia d’Italia del secondo 900. Tuttavia, volendo, la “visione” può essere anche ampliata: i personaggi di Sordi, se vengono isolati dai rispettivi contesti narrativi, non rappresentano soltanto l’italiano medio, ma l’essere umano nella sua globalità. Sono personaggi senza tempo che possiamo trovare sotto qualunque cielo : questa è la vera grandezza dell’arte interpretativa di Sordi.
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Di Alberto Sordi si è detto e si continua a dire di tutto, ma uno dei concetti più ribaditi è quello secondo il quale l’attore incarnò sempre l’italiano medio in tutte le sue sfaccettature. Il ragionamento non è sbagliato, visto che tutta la carriera di questo grandissimo attore seguì l’evolversi di tutta la Storia d’Italia del secondo 900. Tuttavia, volendo, la “visione” può essere anche ampliata: i personaggi di Sordi, se vengono isolati dai rispettivi contesti narrativi, non rappresentano soltanto l’italiano medio, ma l’essere umano nella sua globalità. Sono personaggi senza tempo che possiamo trovare sotto qualunque cielo : questa è la vera grandezza dell’arte interpretativa di Sordi.
Non fa eccezione il protagonista de “Il vigile”. Qui assistiamo alla storia, ispirata ad un fatto di cronaca realmente accaduto, di un disoccupato di una provincia laziale, Otello Celletti, che un giorno ottiene il lavoro di vigile urbano e motorizzato. Otello è allergico al lavoro ma, su insistenza della compagna e del figlio (che ha un ruolo non indifferente nello svolgimento degli eventi), decide di accettare. Il novello pubblico ufficiale, una volta indossata la divisa, comincia a subire il fascino del potere e, dopo un errore dovuto all’incontro inaspettato con l’attrice Sylva Koscina (che interpretò sé stessa) e che gli fa rischiare il licenziamento, Otello cerca di rimediare diventando più solerte, arrivando addirittura ad inseguire il sindaco (con l’intenzione di multarlo per eccesso di velocità) fin dentro la casa dell’amante di quest’ultimo, verbalizzando il tutto e rischiando di far scoppiare uno scandalo.
Questo film, uscito nel 1961, ha i suoi difetti: ha una prima parte energica e spassosa (l’apice lo raggiunge proprio nella scena in cui Otello entra nella casa dell’amante del sindaco), nella quale l’ambiente e i personaggi che animano la vita quotidiana del protagonista vengono delineati benissimo e in maniera pregnante, mentre la seconda metà, quella in cui l’ironia amara e la satira sociale prendono il sopravvento, è leggermente più lenta e forse non affonda il coltello come dovrebbe fare. Inoltre, la regia di Luigi Zampa non va oltre i limiti di un buon artigianato. Però ha anche dei pregi da non sottovalutare e la risata diventa ugualmente un ghigno amaro quando la vicenda si trasforma in una storia sul fascino del potere e della divisa e Sordi, in maniera impercettibile, trasforma il suo personaggio, all’inizio sostanzialmente simpatico (nonostante le sue debolezze) e non privo di umanità e di onestà, in una figura a tratti perfino sinistra e, infine, meschina: è la maschera dell’opportunista. Lo affianca un ottimo cast, nel quale risaltano Vittorio De Sica nel ruolo del sindaco ed il piccolo (all’epoca) Franco Di Trocchio in quello del figlio del vigile: il primo, bravo attore e grandissimo regista del nostro cinema, rende benissimo la falsità del personaggio riuscendo a tener testa a Sordi e a trasmettere un suo carisma, mentre il secondo, scoperto in una borgata romana da Monicelli ,dona un tocco di romanità e di spontaneità in più al film. Non a caso il suo personaggio è l’unico che fa macchia: è un ragazzino e la sua è, come si diceva una volta, la voce dell’innocenza.
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elgatoloco
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giovedì 5 settembre 2019
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senz'altro un capolavoro del cinema made in italy
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Un vero capolavoro, questo"IL Vigile"(1960, Lugi Zampa)in cui Alberto Sordi è assolutamente il "mattatore", il protagonista incontrastato che riesce a far emergere la comicità dall'alternanza tra un italiano tronfio e retorico(intendo, ovviamente, il linguaggio(che spesso non capisce lui stesso e il romanesco per le situazioni più"familiari"- E'un disoccupato che, diventato vigile a furia di raccomandazioni, diventa arrogante, prepotente e scaltro anche se di scarsissima cultura. Insomma Sordi disegna un personaggio classico del repertorio made in Italu, l'inizio o quasi di una fortunata serie di personaggi.maschere italiote che caratterizzano la sua lunga, fortunata e a tratti certamente geniale carriera, che con Zampa regista e sceneggiaotre culminerà, circa un decennio dopo nel"Medico della mutua".
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Un vero capolavoro, questo"IL Vigile"(1960, Lugi Zampa)in cui Alberto Sordi è assolutamente il "mattatore", il protagonista incontrastato che riesce a far emergere la comicità dall'alternanza tra un italiano tronfio e retorico(intendo, ovviamente, il linguaggio(che spesso non capisce lui stesso e il romanesco per le situazioni più"familiari"- E'un disoccupato che, diventato vigile a furia di raccomandazioni, diventa arrogante, prepotente e scaltro anche se di scarsissima cultura. Insomma Sordi disegna un personaggio classico del repertorio made in Italu, l'inizio o quasi di una fortunata serie di personaggi.maschere italiote che caratterizzano la sua lunga, fortunata e a tratti certamente geniale carriera, che con Zampa regista e sceneggiaotre culminerà, circa un decennio dopo nel"Medico della mutua". Ma al tempo stesso"Il Vigile"è una denuncia civile. Contro la corruzione, la giustizia usata"ad orologeria"e sempre contro chi"deve perdere", contro nepotismo, raccomandazioni e contro la morale semplice di chi non vuol saperne di finzioni, di "leggi fatte ad uso e consumo dei potenti", di chi ha il potere e vuol fare di tutto per mantenerlo... Un film classico, di quel cinema italiano(non a caso, con la scusa di qualche scena che la pubblica morale ipocrita-anzi, possiamo dire tout court la pubblica ipocrisia- dell'epoca riteneva poco degna , il film subì tagli e rimaneggiamenti, venendo restaurato integralmente solo nel 2004!)che aveva il coraggio di dire le cose senza paura e le esprimeva senza reticenza, di un cinema specchio dei tempi e del paese, di un cinema che, oggi, con la scusa della "società liquida", della confusione dei segni e di molte altre cose-fenomeni, si rinchiude in un privato che spesso non esiste o non esiste più sei mesi dopo e neppure all'uscita del film... Qui, tutto è riuscito, con alcune scene-chiave(l'incontro con Sylva Koscina, le due scene al bar, ma soprattutto gli incontri.scontri con il sindaco, il"processo"non ufficiale dopo un invito a cena, dopo che il vigile si voleva proporre come candidato sindaco)in un rigoroso quanto efficace bianco e nero. Straordinario anche Vittorio De Sica nella parte del sindaco. El Gato
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lucascialo
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domenica 16 settembre 2018
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ritratto di un'italia che non cambia mai
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Otello Celletti è uno sfaticato, che ottiene un posto da scaricatore dal Sindaco come premio per il figlio che ha salvato la vita al figlio di un assessore. Tuttavia, egli ambisce al posto di Vigile, che riesce ad ottenere insistendo col Primo cittadino fino a nausearlo. Tuttavia, la sua solerzia lo porta a scontrarsi col Sindaco, innescando una serie di spiacevoli conseguenze. Vorrebbe mantenere la fermezza, ma il potere politico finisce per coinvolgere pure i familiari. Ognuno con i propri scheletri nell'armadio.
Luigi Zampa, nella sua proverbiale cinematografia impegnata, con venature satiriche, ci regala una piacevole commedia che ben raffigura la nostra Italia.
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Otello Celletti è uno sfaticato, che ottiene un posto da scaricatore dal Sindaco come premio per il figlio che ha salvato la vita al figlio di un assessore. Tuttavia, egli ambisce al posto di Vigile, che riesce ad ottenere insistendo col Primo cittadino fino a nausearlo. Tuttavia, la sua solerzia lo porta a scontrarsi col Sindaco, innescando una serie di spiacevoli conseguenze. Vorrebbe mantenere la fermezza, ma il potere politico finisce per coinvolgere pure i familiari. Ognuno con i propri scheletri nell'armadio.
Luigi Zampa, nella sua proverbiale cinematografia impegnata, con venature satiriche, ci regala una piacevole commedia che ben raffigura la nostra Italia. I suoi meccanismi contorti ben oliati che ancora oggi si muovono sontuosi, pur essendo passati 60 anni. Due grandi interpreti del cinema italiano traspongono da un lato l'italiano medio con i suoi difetti, le sue ambizioni e le sue illusioni (Alberto Sordi) e dall'altro il politico che abusa dei suoi poteri (Vittorio De Sica). Il primo col suo tipico fare grottesco, il secondo con la sua inconfondibile classe.
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elgatoloco
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martedì 24 aprile 2018
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classico sordi
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"Il vigile"di Luigi Zampa(1961) è film tipico del Sordi-non ancora regista dei propri fllm, sceneggiato da Zampa con Rodolfo Sonergo, che sarà poi coautore con Sordi dei suoi(ossia come autore-regista)film. Il vigile(che ha preso il posto in viruù di una raccomandazione o meglio della sua insistenza), dapprima rigidissimo, poi si adegua alle"convenzioni"... ossia diventa emblema di quell'"italiano medio"che Pasolini giustamente(anche se forse con eccessivo"calvinismo")deprecava o meglio deprecherà in scritti successivi, più che altro per quieto vivere, ma in certo senso anche obbedendo a dettami di convenienza che lui stesso ha interiorizzato(vedasi il confronto con Sylva Koscina nella parte, appunto, di sé stessa).
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"Il vigile"di Luigi Zampa(1961) è film tipico del Sordi-non ancora regista dei propri fllm, sceneggiato da Zampa con Rodolfo Sonergo, che sarà poi coautore con Sordi dei suoi(ossia come autore-regista)film. Il vigile(che ha preso il posto in viruù di una raccomandazione o meglio della sua insistenza), dapprima rigidissimo, poi si adegua alle"convenzioni"... ossia diventa emblema di quell'"italiano medio"che Pasolini giustamente(anche se forse con eccessivo"calvinismo")deprecava o meglio deprecherà in scritti successivi, più che altro per quieto vivere, ma in certo senso anche obbedendo a dettami di convenienza che lui stesso ha interiorizzato(vedasi il confronto con Sylva Koscina nella parte, appunto, di sé stessa)... Notevole il confronto(che in quegli anni si consuma varie volte)con un altro grande interprete, come De Sica, in un film appunto tòpico, esemplare della maniera di confrontarsi con il cinema e la comicità. Certo, non è più il Sordi degli inizi, ma quello che ha già creato un personaggio, che, in realtà, non è "sempre lo stesso"come ci avevano fatto credere taluni: qui è il vigile, in un momento(inizio degli anni Sessanta)nel quale il trafico e la motorizzazione ,nonché il"boom"subiscono un'impennata, fino a quel momento inimmaginabile in italia... Un"onesto"tutto, sommato, pur se raccomandato e raccomandantesi, che poi cede al ricatto del potere(il sindaco, appunto rappresentato da De Sica)in un film che a suo tempo subì problemi di censura, con varie scene tagliate e dialoghi"eliminati". Uno specchio del tempo, diremmo, anche rinunciando alla drastica stroncatura di P:P.P. ... El Gato
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iltrequartista
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venerdì 30 giugno 2017
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otello celletti
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Maestosa interpretazione di Sordi che alterna ,con bravura ,viltà e coraggio a seconda delle necessità della trama.
Il vigile Otello rappresenta al meglio l'italiano medio,capace allo stesso tempo di fare una multa al sindaco e di dimenticarsi delle regole quando incontra la diva del momento( la bella e brava sylva Koscina),di chiedere il lavoro comunale e poi candidarsi con il volto della vittima del sistema.
La semplicità e l'ignoranza dei tempi che furono (ma in fondo non siamo tanto lontani dai fatti di oggi)vengono rappresentate con efficacia disarmante.
È una pellicola che resiste allo scorrere del tempo e consiglierei sopratutto ai più giovani di dargli un'occhiata.
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Maestosa interpretazione di Sordi che alterna ,con bravura ,viltà e coraggio a seconda delle necessità della trama.
Il vigile Otello rappresenta al meglio l'italiano medio,capace allo stesso tempo di fare una multa al sindaco e di dimenticarsi delle regole quando incontra la diva del momento( la bella e brava sylva Koscina),di chiedere il lavoro comunale e poi candidarsi con il volto della vittima del sistema.
La semplicità e l'ignoranza dei tempi che furono (ma in fondo non siamo tanto lontani dai fatti di oggi)vengono rappresentate con efficacia disarmante.
È una pellicola che resiste allo scorrere del tempo e consiglierei sopratutto ai più giovani di dargli un'occhiata.
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elgatoloco
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giovedì 2 giugno 2016
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great italian cinema
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Questo"IL vigile"di Luigi Zampa, che aveva avuto anche qualche problema con la censura, probabilmente più per questioni di"moralità pubblica"che di"moralità sessuale"(all'epoca, comunque, l'Italia era un paese codino, a quanto sembra...)è uno dei grandi film non solo di Alberto Sordi, ormai anche autore "nascosto"("celato", non esplicitato)delle sue gag e dei suoi sketch, non ancora come sceneggiatore e regista dei suoi film, ma di tutto il cinema italiano, che smaschera, in forma comica ma decisa, l'ipocrisia e la scarsa eticità(che con la morale personale non ha nulla a che vedere, situandosi in una dimensione ben più elevata)pubblica di funzionari, politici e semplici cittadini, abituati al più gregario conformismo.
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Questo"IL vigile"di Luigi Zampa, che aveva avuto anche qualche problema con la censura, probabilmente più per questioni di"moralità pubblica"che di"moralità sessuale"(all'epoca, comunque, l'Italia era un paese codino, a quanto sembra...)è uno dei grandi film non solo di Alberto Sordi, ormai anche autore "nascosto"("celato", non esplicitato)delle sue gag e dei suoi sketch, non ancora come sceneggiatore e regista dei suoi film, ma di tutto il cinema italiano, che smaschera, in forma comica ma decisa, l'ipocrisia e la scarsa eticità(che con la morale personale non ha nulla a che vedere, situandosi in una dimensione ben più elevata)pubblica di funzionari, politici e semplici cittadini, abituati al più gregario conformismo. Sordi vigile opportunitsta prima sembra voler fare il super-moralizzatore colpendo il sindaco, poi s'adatta e per"quieto vivere"ritratta tutto quanto dichiarato. Sembra una dichiarazione di sconfitta della politica nel senso più nobile del termine e rivela, prima e direi meglio di "Mani pulite"(che è di più di 30 anni dopo), gli"scheletri nell'armadio"di tanti. Parterre de rois attoriale, con lo stesso Sordi(the great), lo straordinario De Sica(VIttoria, òa va sans dire), Mario Riva, Lia Zoppelli, Mario Scaccia, il grande attore teatrale... E Zampa, in un grande film in bianco e nero, come il coevo felliniano"La dolce vita"... El Gato
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aristoteles
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domenica 16 agosto 2015
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l'albertone nazionale
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Sicuramente non sarà il miglior film di Sordi ,ma è quello che personalmente mi è piaciuto di più.
Proprio l'interpretazione dell'Albertone nazionale è meravigliosa.
Sempre nel personaggio,sempre padrone della scena con un sorriso che conquista,spietato quando ha il potere,tragicomico quando non lo ha.
Anche l'andatura e la postura variano meravigliosamente a seconda dei momenti e delle dinamiche del film.
Fantastico, quando si inorgoglisce con la sua nuova divisa ed entra nel Bar dove precedetentemente lo spernacchiavano.
Bellissime le ambientazioni e poi ci sono tanti grandi e bravissimi attori a fare da contorno,roba che oggi ce la sogniamo,anche "L'eroico bambino" .
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Sicuramente non sarà il miglior film di Sordi ,ma è quello che personalmente mi è piaciuto di più.
Proprio l'interpretazione dell'Albertone nazionale è meravigliosa.
Sempre nel personaggio,sempre padrone della scena con un sorriso che conquista,spietato quando ha il potere,tragicomico quando non lo ha.
Anche l'andatura e la postura variano meravigliosamente a seconda dei momenti e delle dinamiche del film.
Fantastico, quando si inorgoglisce con la sua nuova divisa ed entra nel Bar dove precedetentemente lo spernacchiavano.
Bellissime le ambientazioni e poi ci sono tanti grandi e bravissimi attori a fare da contorno,roba che oggi ce la sogniamo,anche "L'eroico bambino" .
Come spesso accade le commedie di Sordi sono agrodolci nell'essenza e nel finale ,e questa non fa differenza.
Ma il Vigile Otello Celletti la fa eccome la differenza.
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great steven
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martedì 8 ottobre 2013
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sordi interpreta un incorruttibile vigile urbano.
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IL VIGILE (IT, 1981) di LUIGI ZAMPA con ALBERTO SORDI – VITTORIO DE SICA – MARA BERNI – MARISA MERLINI – NANDO BRUNO – SYLVA KOSCINA – MARIO RIVA – CARLO PISACANE – FRANCO DI TROCCHIO § Ispirato a un fatto di cronaca veramente accaduto. Otello Celletti, un povero ex soldato disoccupato, fa pressioni e insistenze sul sindaco di Viterbo affinché questi gli affidi un lavoro di vigile motociclista. Ottiene il posto, ma per un condono all’attrice Sylva Koscina (sé stessa) che viaggiava senza patente, viene brutalmente redarguito e, peggio ancora, destituito quando fa una multa al sindaco in persona per mostrargli la sua imparzialità.
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IL VIGILE (IT, 1981) di LUIGI ZAMPA con ALBERTO SORDI – VITTORIO DE SICA – MARA BERNI – MARISA MERLINI – NANDO BRUNO – SYLVA KOSCINA – MARIO RIVA – CARLO PISACANE – FRANCO DI TROCCHIO § Ispirato a un fatto di cronaca veramente accaduto. Otello Celletti, un povero ex soldato disoccupato, fa pressioni e insistenze sul sindaco di Viterbo affinché questi gli affidi un lavoro di vigile motociclista. Ottiene il posto, ma per un condono all’attrice Sylva Koscina (sé stessa) che viaggiava senza patente, viene brutalmente redarguito e, peggio ancora, destituito quando fa una multa al sindaco in persona per mostrargli la sua imparzialità. La vicenda cadrà in risvolti politici e finirà in tribunale. Una commedia all’italiana in piena regola, ottima per collaudare di nuovo con felici esiti il Sordi mattatore degli anni ’60, e anche il bianco e nero si addice molto bene dove il colore avrebbe invece sciupato i canoni di un genere sicuramente valido. Un grosso difetto che però si può riscontrare è il messaggio incorporato nella struttura: il film poteva lavorare su un discorso sull’inefficacia delle istituzioni potenzialmente eccellente, e invece la commedia prima lo introduce, lo sviluppa per un po’ e poi lascia che si gonfi, debordi e straripi dai confini, perdendo un significato che avrebbe potuto funzionare alla grande. Tant’è vero che il sottofinale, in cui ha luogo il processo giudiziario, è una delusione: Celletti capisce contro chi s’è messo e si rende conto che con certa gente è meglio chiudere un occhio e preferibilmente entrambi, dandola vinta al pomposo e irritabile sindaco (un De Sica piuttosto bravo con un bell’equilibrio). A completare il cast si aggiungono la Merlini come l’ansiosa moglie casalinga di Sordi, M. Berni nel ruolo della maliziosa donnicciola amante di De Sica e il caratterista N. Bruno (nato alla fine del XIX secolo!) nei panni del cognato camionista. Scritto da Rodolfo Sonego e Ugo Guerra.
Commedia; giudizio personale: 7 (discreto)
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filippo catani
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martedì 8 gennaio 2013
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la legge è uguale per tutti
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Finita la II Guerra Mondiale uno scapestrato uomo di mezza età non vuole andare a lavorare se non in un posto e cioè nella polizia municipale. Il giovane figlio, dopo esser riuscito a salvare il figlio di un assessore, riesce a fargli ottenere il posto. L'uomo però, assolutamente fuori posto e non in grado di interpretare il codice, ne combinerà di tutti i colori finendo anche al centro di uno scandalo politico.
Una commedia divertente e che fa riflettere come spesso è accaduto nella cinematografia di Sordi. Il film infatti non solo indaga sulle difficoltà di reinserimento degli uomini che avevano partecipato alla guerra ma anche su certi scandali che allora come oggi potevano scuotere la politica.
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Finita la II Guerra Mondiale uno scapestrato uomo di mezza età non vuole andare a lavorare se non in un posto e cioè nella polizia municipale. Il giovane figlio, dopo esser riuscito a salvare il figlio di un assessore, riesce a fargli ottenere il posto. L'uomo però, assolutamente fuori posto e non in grado di interpretare il codice, ne combinerà di tutti i colori finendo anche al centro di uno scandalo politico.
Una commedia divertente e che fa riflettere come spesso è accaduto nella cinematografia di Sordi. Il film infatti non solo indaga sulle difficoltà di reinserimento degli uomini che avevano partecipato alla guerra ma anche su certi scandali che allora come oggi potevano scuotere la politica. Ed è così che il sindaco supercattolico De Sica finirà per essere scoperto dall'incauto vigile mentre si reca in casa di una donna che non è certo sua moglie. E per cercare di farlo tacere si ricorrerà all'arma del ricatto. Splendida anche la parte con il capo dell'Unione Monarchica che fa il verso ai comizi monarchici ed è splendido nella sua orazione in tribuale in favore del vigile. Un film divertente e ben confezionato con due mostri sacri come Sordi e De Sica che sa unire riflessione e leggerezza come oggi accde raramente.
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