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ivan il matto
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giovedì 6 novembre 2025
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intifada, la dignit? di un popolo
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Intifada: la saga di una famiglia, la dignità di un popolo
Ai tempi della prima Intifada (1987-1993), il Comandante Arafat definì “i miei nuovi generali” i ragazzi palestinesi che, nel ribellarsi al dominio israeliano, lanciavano sassi e inscenavano manifestazioni istantanee nei classici ’territori occupati’, oggi teatro di crimini contro l’umanità da parte dell’IDF. L’inizio folgorante di “Tutto quello che resta di te” di Cherien Dabis, parte proprio nel 1988 con una serie di sequenze di azione spericolate ed efficacissime, da parte di due di questi ragazzi che, nell’inseguirsi scherzando, finiscono da protagonisti, all’interno di una di quelle manifestazioni.
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Intifada: la saga di una famiglia, la dignità di un popolo
Ai tempi della prima Intifada (1987-1993), il Comandante Arafat definì “i miei nuovi generali” i ragazzi palestinesi che, nel ribellarsi al dominio israeliano, lanciavano sassi e inscenavano manifestazioni istantanee nei classici ’territori occupati’, oggi teatro di crimini contro l’umanità da parte dell’IDF. L’inizio folgorante di “Tutto quello che resta di te” di Cherien Dabis, parte proprio nel 1988 con una serie di sequenze di azione spericolate ed efficacissime, da parte di due di questi ragazzi che, nell’inseguirsi scherzando, finiscono da protagonisti, all’interno di una di quelle manifestazioni. La regista-autrice palestinese-americana, Cherien Dabis, anche attrice protagonista, è figlia di un rifugiato palestinese, cresciuta fra medio oriente e midwest che, evidentemente, ben conosce l’argomento di cui tratta. Sarà lei stessa a rivolgersi al pubblico, con un primo piano da brividi, ed indicare l’inizio delle vicende 40 anni prima, dando vita al lungo flash back teso a ricordare quel fatidico 1948 quando 700 mila palestinesi furono espulsi dalle loro case, condannati a diventare profughi a vita. In realtà vengono rievocati 80 anni di tragedie palestinesi attraverso il metodo, sempre efficace, della saga familiare, dove tre generazioni di sradicati dalla loro terra, vengono seguiti nel loro vissuto privato, sempre specchio, però, del destino pubblico di un popolo. Narrando con il trasporto di chi interpreta se stesso, la Dabis riprende la cronaca epica della lotta di una famiglia che tenta di rimanere unita e preservare la propria dignità di fronte alla forza travolgente della ‘grande storia’. Ripercorriamo, così, date ed eventi scolpiti nella memoria collettiva di un popolo, ma sempre virati nella dimensione familiare. Da Jaffa all’inizio a ad Haifa alla fine, lungo 140’ a tratti palpitanti ed intesi, l’autrice cerca di restituirci un affresco più che altro intimo ed adatto alla riflessione personale, in luogo della classica opera di denuncia delle efferate operazioni militari o di chi ha chiuso gli occhi davanti a tanta brutalità. Resta, comunque, in “Tutto quello che resta di te”, il respiro del grande cinema da epica popolare dal quale emergono i veri tratti della tragedia di cui oggi tutti parlano, in una fase di finta tregua nella quale la restituzione della dignità di popolo ai palestinesi sembra l’ultimo degli argomenti sul tappeto delle pseudo trattative in corso.
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venerdì 3 ottobre 2025
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mi apsettavo di pi
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Un film interessante che ripercorre la storia palestinese dagli inizi al presente. Un po' troppo idealizzato
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alexfilm
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mercoledì 1 ottobre 2025
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free palestine!
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paolo eduardo vallauri
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giovedì 25 settembre 2025
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un dovere vederlo
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Visto il momento che stiamo vivendo, considero un dovere vedere questo piccolo grande film. Sentiamo parlare di Palestina, delle migliaia di morti, ma raramente percepiamo cosa accade davvero dentro le famiglie, nelle case, nella coscienza delle persone. Un film necessario: correte a vederlo
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aizram
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domenica 21 settembre 2025
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non solo la storia di una famiglia
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Una famiglia palestinese nell’attuale Cisgiordania, dal 1948 ai giorni nostri. La bellissima città di Jaffa, che viene strappata ai palestinesi dagli israeliani, con la forza e l’inganno. Quello che i palestinesi dovettero subire sin da allora, usati come schiavi e costretti all’emarginazione e all’esilio. Ci sono scene del 1948 esattamente paragonabili a quelle di oggi: fiumi di persone che migrano incolonnate lungo le strade per sfuggire ai bombardamenti delle loro case; accampamenti in mezzo al nulla dove ci si mette in fila per andare a chiedere un poco di cibo. Una teoria di soprusi senza fine, fino alle intifade, a manifestanti armati di sole pietre a cui veniva sparato senza pietà.
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Una famiglia palestinese nell’attuale Cisgiordania, dal 1948 ai giorni nostri. La bellissima città di Jaffa, che viene strappata ai palestinesi dagli israeliani, con la forza e l’inganno. Quello che i palestinesi dovettero subire sin da allora, usati come schiavi e costretti all’emarginazione e all’esilio. Ci sono scene del 1948 esattamente paragonabili a quelle di oggi: fiumi di persone che migrano incolonnate lungo le strade per sfuggire ai bombardamenti delle loro case; accampamenti in mezzo al nulla dove ci si mette in fila per andare a chiedere un poco di cibo. Una teoria di soprusi senza fine, fino alle intifade, a manifestanti armati di sole pietre a cui veniva sparato senza pietà. Dopo tutta questa catena di violenze subite solo perché non si accetta di essere mandati via dalla terra in cui si abita da generazioni, alla famiglia di cui seguiamo le vicende viene chiesto di donare gli organi del figlio colpito da una pallottola israeliana. E, dopo molto pensare, i due genitori accetteranno, anche se alcuni di quegli organi ridaranno la vita a ragazzi ebrei. L’amore, l’umanità, la ragione, come armi più potenti di 1000 fucili. Un film diretto da Cherien Dabis con durezza ed eleganza al tempo stesso. Un film per chi crede che tutto sia iniziato solo il 7 ottobre 2023.
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cardclau
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sabato 20 settembre 2025
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israeliani e colleghi, i carnefici nazisti
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Un film-documentario sul conflitto Israele-Palestinese [Ilan Pappé, Brevissima storia del conflitto tra Israele e Palestina]. Una disgustosa responsabilità è del governo britannico che sostituendosi allo sconfitto Impero Ottomano nel governo della Palestina, nel 1919 dette la possibilità ai coloni sionisti di acquistare le terre (prima date in affitto). I britannici non volevano fra i piedi gli ebrei, e venne costituita una lobby inglese-ebraica (i ricchissimi ebrei volevano allontanare i sopravvissuti dell’Olocausto, pericolosamente sinistrorsi). La proprietà privata dava la possibilità di scacciare, o di ammazzare, i residenti palestinesi. Il conflitto deflagrò nel 1929 e i Palestinesi furono deprivati di tutti i territori in mano ai sionisti.
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Un film-documentario sul conflitto Israele-Palestinese [Ilan Pappé, Brevissima storia del conflitto tra Israele e Palestina]. Una disgustosa responsabilità è del governo britannico che sostituendosi allo sconfitto Impero Ottomano nel governo della Palestina, nel 1919 dette la possibilità ai coloni sionisti di acquistare le terre (prima date in affitto). I britannici non volevano fra i piedi gli ebrei, e venne costituita una lobby inglese-ebraica (i ricchissimi ebrei volevano allontanare i sopravvissuti dell’Olocausto, pericolosamente sinistrorsi). La proprietà privata dava la possibilità di scacciare, o di ammazzare, i residenti palestinesi. Il conflitto deflagrò nel 1929 e i Palestinesi furono deprivati di tutti i territori in mano ai sionisti. È vero nel 1929 persero la vita 133 ebrei e 117 palestinesi, i primi nel massacro di Hebron utilizzato nella narrazione ufficiale israeliana come arma per dimostrare che la coesistenza è impossibile e, paradossalmente, per giustificare i successivi massacri di palestinesi. Palestinesi ridotti a impotenza assoluta, come aver incantonato un gatto. Nel 1936 i palestinesi, persa ogni speranza di far valere le proprie ragioni, fecero uno sciopero nazionale. Gli inglesi usarono la forza bruta per reprimere la rivolta, anche con i bombardamenti della Royal Air Force. Inoltre, utilizzarono forme di punizione collettiva ormai familiari a tutti noi grazie alle scene cui assistiamo nella Cisgiordania occupata e nella Striscia di Gaza. Nel giugno del 1936, l’esercito britannico fece saltare in aria oltre duecento edifici nella città vecchia di Giaffa, lasciando senza casa oltre seimila palestinesi. Migliaia di palestinesi furono uccisi, molti arrestati e feriti. Da allora ad oggi il metodo (prima britannico, poi israeliano) non è cambiato ma Israele si è sempre più impadronito della Palestina. Il film mi ha fatto ricordare: arrivato un convoglio di deportati ad Auschwitz scendeva una famiglia fra cui il padre e il figlio. Il soldato nazista disse al padre: massacra di botte tuo figlio. Così lui fece. Quindi il soldato nazista disse al figlio: massacra di botte tuo padre. E così lui fece. Nel film Il caso Collini di Marco Kreuzpaintner questo odiosa e perversa intrusione nella sacralità della relazione padre e figlio viene ripresa. Così dai soldati israeliani in questo film.
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domenica 14 settembre 2025
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Grazie per questa recensione che racconta un film da vedere, un film necessario per capire quello che sta succedendo e che ha radici nel passato. Anche il film il figlio dell?altra porta avanti il principio che solo il contatto, il confronto possono allentare le tensioni e avviare un confronto privo di pregiudizi. Ricercare il passato per capire il presente ed evitare una guerra sempre pi? vicina??
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