
Titolo originale | Perang Kota |
Anno | 2025 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Indonesia, Paesi Bassi, Norvegia, Francia, Singapore, Filippine, Cambogia |
Durata | 119 minuti |
Regia di | Mouly Surya |
Attori | Chicco Jerikho, Ariel Tatum, Jerome Kurnia, Rukman Rosadi, Imelda Therinne Faiz Vishal, Anggun Priambodo, Ar Barrani Lintang, Kin Wah Chew, Alex Abbad, Indra Birowo, Dea Panendra, Tim Haars, Robbert Bleij, Bart Harder, Ibnu Widodo, Muhammad Abe Baasyin, Derry Oktami. |
MYmonetro | Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
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Ultimo aggiornamento domenica 9 febbraio 2025
Un triangolo amoroso durante i movimenti di resistenza a Giacarta.
CONSIGLIATO SÌ
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Indonesia, 1946. Dopo la fine dell'occupazione giapponese, il paese è animato da correnti indipendentiste che devono vedersela con le forze olandesi, determinate a riprendere il controllo coloniale che avevano ceduto in passato. Negli scontri tra l'esercito e la resistenza, Fatimah è a sua volta divisa tra il marito Isa e il ribelle Hazil, due uomini molto diversi accomunati dalla missione di assassinare un alto ufficiale olandese.
Apertamente e orgogliosamente parte di un filone classico, quello del melodramma romantico che si snoda sinuoso sullo sfondo di un conflitto storico, il quinto film della regista Mouly Surya trova un certo valore culturale nell'adattare i codici di un genere universale alla storia del suo paese.
L'uso del racconto popolare diventa quindi veicolo di diffusione verso i canali del mainstream per delle vicende poco note al pubblico internazionale.
Surya, che nel frattempo ha fatto esperienza in occidente con l'action Netflix (Trigger warning con Jessica Alba) e che soprattutto veniva da un'opera organicamente sincera come il neo-western Marlina, omicida in quattro atti, conosce quindi le regole del gioco. Sa essere pragmaticamente didascalica, con un'introduzione a mezzo di cinegiornale britannico e una sequenza iniziale ricca di esposizione; al tempo stesso non si fa remore nel mostrare la brutalità del conflitto armato affiancandola a uno sguardo cinematografico carico di sensualità nel gestire i suoi tre protagonisti.
Proprio loro aiutano l'opera a ricavarsi una sua individualità, che sia nello studio dei corpi e delle movenze così differenti tra i due uomini (Chicco Jerikho e Jerome Kurnia), abbigliati in costumi d'epoca sempre molto chic, oppure nell'indagine dell'unica figura femminile interpretata da Ariel Tatum, luminosa e carismatica nel ruolo.
Concessioni e ammiccamenti danno l'idea di un film attento a cercare la somma dei suoi mille calibratissimi ingredienti, con una prospettiva postcoloniale che confluisce e si specchia negli equilibri contemporanei dello sviluppo cinematografico, fatti di lab e finanziamenti e programmi di scrittura che spesso finiscono per levigare le idiosincrasie artistiche.
È una complicata pluralità di interscambio, in una co-produzione tra svariati paesi sparsi nel globo che riesaminano un contesto storico altrettanto labirintico: uno dei meriti del film è proprio quello di mostrare i rapporti tra forze olandesi, inglesi e indiane di fronte alla popolazione locale dell'Indonesia. Non è poco che Surya riesca a condurre in porto un'operazione del genere, tra sacrifici e compromessi.