
Anno | 2025 |
Genere | Documentario, |
Produzione | Croazia, Italia, Slovenia |
Durata | 112 minuti |
Regia di | Igor Bezinovic |
Uscita | lunedì 17 febbraio 2025 |
Tag | Da vedere 2025 |
Distribuzione | Wanted |
MYmonetro | 3,18 su 9 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 5 febbraio 2025
La ricostruzione dell'impresa di D'Annunzio a Fiume tra ironia e documentazione. Il film è stato premiato a Rotterdam, In Italia al Box Office Fiume o morte! ha incassato 22,4 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Il docufilm inizia con interviste alle persone che oggi vivono a Rijeka/Fiume. Le domande vertono sulla loro conoscenza o meno di Gabriele D'Annunzio. Si vuole cioè testare quanto può essere rimasto oggi nella memoria dell'impresa compiuta nel periodo che andò dal settembre del 1919 al dicembre del 1920. A seguire si mette in scena per le vie della città odierna quanto accadde in quei sedici mesi.
Igor Bezinovic ha un'idea originale per promuovere la memoria del passato ma non riesce a sostenerla fino in fondo.
Va dato atto al regista di essersi dotato di un'amplissima documentazione che è sicuramente frutto di lunghe e approfondite ricerche perché costantemente, nel corso della sua ricostruzione, ci mette a confronto con immagini coeve ai fatti. A partire da quelle iniziali che ricordano come D'Annunzio, nel disperato tentativo di difendere quella che aveva definito "la Reggenza italiana del Carnaro", abbia fatto saltare tutti i ponti della città. Il problema sta altrove e viene, non sappiamo quanto consapevolmente, portato alla luce nelle scene finali. La giusta e sana dose di ironia e di grottesco si trasforma progressivamente in un carnevale in cui a divertirsi sono stati sicuramente coloro che vi sono stati coinvolti ma non è detto che lo sia chi guarda. Non a caso una signora rimprovera una comparsa in divisa da milite invitandolo a cambiare abito. Non si tratta, ovviamente, di mettere in discussione la sottolineatura dell'assurdità dell'impresa fiumana e l'impegno nel ricordarla.
Si tratta semmai dello stile che si adotta. A partire dalla moltiplicazione dei D'Annunzio recitati con modalità che vanno dal semiprofessionale al dilettantistico. Tutto ciò in maniera ostentata come accade quando qualcuno ti racconta delle barzellette ma non lo sa fare e carica i toni. Solo che qui si trattò di un periodo davvero duro per la città in cui non mancarono, nella fase finale, bombardamenti e morti. Quando si critica M. Il figlio del secolo di Joe Wright accusandolo di avere trasformato Mussolini in una macchietta, si dovrebbe poi vedere questo docufilm per rendersi conto che, mentre in quel caso è presente un'unità di stile (che può più o meno piacere), qui è proprio ciò che viene a mancare. Siamo cioè di fronte ad un'impresa (di Bezinovic) riuscita a metà. Alla puntigliosa e doverosa ricostruzione dei dati storici corrisponde un tono che trasforma progressivamente la giusta ironia in quasi goliardico dileggio.
La lingua di questo docufilm – che utilizza il croato, l'italiano e il dialetto istroveneto fiumano – è uno degli ingredienti determinanti nel rendere la visione spiazzante e mettere in discussione preconcetti e luoghi comuni su quel che definiamo il «confine orientale» e le sue genti. Bezinović – giovane regista croato che parla un italiano perfetto – [...] Vai alla recensione »
Only in Rotterdam this film could be awarded, but I know that ignorance in Italian History is a distinctive trait of the Netherlands. This film is recited by Croatians in such a cringe version of the Italian language that the words are mixed and incomprehensible even to little kids, but, with the correct English translation it seems legit to a very naive public.
Provocatoriamente punk, mortalmente serio ma surrealmente esilarante... La triangolazione è ardita, come ardito (ardimentoso si sarebbe detto all'epoca...) era, almeno nelle ambizioni, il gesto del Vate che vi si rievoca: la definizione è dello stesso Igor Bezinovic, regista fiumano che nella attuale Rijeka croata ci è nato e probabilmente ci vive, di sicuro la racconta nella sua trama storica più [...] Vai alla recensione »
Dimenticare "il Vate". Perché per i cittadini di Rijeka, per noi Fiume, Gabriele D'Annunzio corrisponde all'opposto delle definizioni italiane. Conquistatore, occupatore illegittimo, dittatore fascista. Insomma, una pagina tragica della Storia croata. La questione è nota, ma farla "recitare" agli abitanti contemporanei è una sfida sorprendente quanto suggestiva.
La macchina da presa indugia sui passanti del Korzo, l'arteria pedonale principale di Rijeka, terza città della Croazia, per gli italiani Fiume. Il regista Igor Bezinovic chiede a tutti se sanno chi sia stato Gabriele D'Annunzio: metà lo ignorano, l'altra metà lo ricorda come un fascista (per un ex pioniera di Tito era "un fascistone") o peggio, un "un pazzo amante della cocaina con i denti marci". [...] Vai alla recensione »
Mi hanno detto di non fare riferimento al fascismo, e neanche a una lesbica che era con lui". Il regista (croato di Rijeka) interroga i suoi concittadini. Fa sapere agli spettatori che la sua città ha avuto - non sempre per volontà propria - sei bandiere. Prima di quella croata, la repubblica Federale di Yugoslavia, prima ancora il Regno d'Italia, il Regno di Jugoslavia, il libero stato di Fiume, [...] Vai alla recensione »
Chi è stato e cosa ha rappresentato Gabriele D'Annunzio nella Storia? Per noi italiani, e per le nostre memorie scolastiche, essenzialmente una figura letteraria centrale nella cultura nazionale, esponente del decadentismo, ma anche un fervente interventista e militare nella Prima guerra mondiale. Una valutazione diversa, assai negativa e riduttiva, la si ha dall'altre parte del confine, se andiamo [...] Vai alla recensione »
Nel 1919, indignato per l'esito della Conferenza di pace di Parigi, che proponeva di consegnare la città di Fiume (Rijeka, Croazia) alla Jugoslavia, il poeta proto-fascista e ufficiale dell'esercito italiano Gabriele D'Annunzio decise di occupare la città. I successivi sedici mesi di occupazione rappresentano uno degli esperimenti di governo più bizzarri della storia del XX secolo.
Rijeka è oggi la terza città più grande della Croazia, una destinazione turistica piuttosto popolare ma poco ortodossa che combina il fascino del sole e del mare con un patrimonio industriale e culturale alternativo unico. Tuttavia, il fatto che, durante il XX secolo, sia esistita nei confini di otto o nove Paesi diversi è un aspetto spesso trascurato anche dai suoi abitanti più informati.