
Anno | 2024 |
Genere | Commedia |
Produzione | Corea del sud |
Durata | 118 minuti |
Regia di | Bong-soo Ko |
Attori | Lee Hee-joon, Jungchun, Min-jae Shin, Seo Ye Hwa . |
MYmonetro | Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
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Ultimo aggiornamento sabato 22 marzo 2025
Un uomo e una donna si incontrano di nuovo dopo molti anni tra imbarazzi, rancori e dubbi.
CONSIGLIATO SÌ
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Dae-sik e il suo capo Wan-chang si trovano in Turchia per concludere un affare: Wan-chang, spavaldo e chiacchierone, decide di rimanere tre giorni lì per visitare il luogo e fare un giro in mongolfiera e trascina con sé il timido Dae-sik, che nasconde un passato da campione di snowboard e subisce gli sfottò del suo principale. Dae-sik è un solitario taciturno, impaurito dal gentil sesso dopo una delusione d'amore che risale ai tempi dell'università. Nello stesso luogo si trovano altri due sudcoreani, Jeong-hwa e il marito Byung-sun, una coppia litigiosa evidentemente vicina a una rottura definitiva. Ma Jeong-hwa è proprio colei che ha spezzato il cuore di Dae-sik anni prima e il destino beffardo li obbligherà a incontrarsi di nuovo nello stesso hotel in Turchia.
Già dai primi dialoghi è possibile intuire l'ambito in cui si muove il regista Ko Bong-soo, già incline alla commedia più o meno agrodolce: siamo di fronte a una ronde di legami sentimentali, semisepolti dall'avanzare dell'età adulta e dei problemi che essa comporta.
L'ambientazione esotica, in una Turchia contraddistinta dai paesaggi spogli e dalla tendenza degli abitanti alla negoziazione, aggiunge quella quota di spaesamento che porta questa piccola comitiva di turisti coreani a fare gruppo in nome, come spesso capita in questi frangenti, degli stereotipi nazionali. Ecco quindi le bevute interminabili, le battute sessiste e la tendenza alla rissa, con esiti più che goffi, sotto gli effetti dell'alcol. La tensione affettiva tangibile tra Dae-sik e Jeong-hwa turba ben presto gli equilibri del gruppetto, portando alla deflagrazione del non detto e ai conseguenti effetti comici, sapientemente gestiti dalla sceneggiatura. Güle Güle - espressione di saluto in turco - è di fatto una romcom, debitrice tanto del sentimentalismo K-drama che degli amori intellettuali e bourgeois raccontati dal cinema francese - e assimilati da Ko forse per tramite di Hong Sang-soo, che ha fatto della battaglia tra i sessi tra sbronze a base di soju una cifra stilistica.
Sequenze quasi slapstick, come il dialogo interrotto e poi ripreso tra camere d'albergo attigue, agevolano la deriva sempre più comica e romantica dell'ultima parte del film e di una liaison che asseconda la tendenza contemporanea. Il maschio, fragile e pervaso da istinti repressi e rimpianti, è chiaramente il nuovo "sesso debole", mentre la donna è gelidamente consapevole del proprio fascino, che le consente di rifiutare e dimenticare, rovinando vite sul proprio cammino senza che sgorghi una lacrima. Ma la dinamica tra i personaggi è sufficientemente credibile da superare il mero stereotipo, anche per la capacità di Ko di indugiare sui non detti e sui dettagli: le espressioni di Dae-sik e il cambiamento della sua prossemica di fronte a Jeong-hwa, o l'esitazione prima del bacio, attraversata da mille pensieri invisibili che pesano come macigni, sono raccontati con vivida verosimiglianza. Può una successione di scelte sbagliate condurre a un nuovo inizio? In assenza di una risposta certa, questo felice incrocio tra K-drama e indie movie sembra aprire a quel poco di speranza che non guasta.
Dae-sik e il suo capo Wan-chang si trovano in Turchia per concludere un affare. Dae-sik è un solitario taciturno, impaurito dal gentil sesso dopo una delusione d’amore. Nello stesso luogo si trovano altri due sudcoreani, Jeong-hwa e il marito Byung-sun, una coppia litigiosa evidentemente vicina a una rottura definitiva. Ma Jeong-hwa è proprio colei che ha spezzato il cuore di Dae-sik anni prima e il destino beffardo li obbligherà a incontrarsi di nuovo.
Siamo di fronte a una ronde di legami sentimentali, semisepolti dall’avanzare dell’età adulta e dei problemi che essa comporta. Güle Güle – espressione di saluto in turco - è di fatto una romcom, debitrice tanto del sentimentalismo K-drama che degli amori intellettuali e bourgeois raccontati dal cinema francese. Può una successione di scelte sbagliate condurre a un nuovo inizio? In assenza di una risposta certa, questo felice incrocio tra K-drama e indie movie sembra aprire a quel poco di speranza che non guasta.