Momenti di gloria secondo George Clooney: l'impresa dei canoisti che vinsero alle Olimpiadi del 1936. Più che un classico rooseveltiano, un racconto imbalsamato. Su Prime Video
di Lorenzo Ciofani La Rivista del Cinematografo
Più che classico, George Clooney è un regista inattuale. Involuto? Forse sì, considerato l'esordio (il pur discontinuo ma vivace Confessioni di una mente pericolosa nel lontano 2002). Per lui, ultima stella novecentesca, il passato non è una terra straniera (a parte The Midnight Sky, per assecondare la moda distopica): il maccartismo del dopoguerra in Good Night, and Good Luck., i ruggenti anni Venti prima del crollo di Wall Street nella post-screwball In amore niente regole, la Seconda guerra mondiale in Monuments Man, il lato oscuro tra i Cinquanta e i Sessanta nel falso coeniano Suburbicon, il disincanto dei Settanta ne Il bar delle grandi speranze (e anche quando sta nel presente, Le idi di marzo, la chiave di lettura è la paranoia new-hollywoodiana). [...]
di Lorenzo Ciofani, articolo completo (3050 caratteri spazi inclusi) su La Rivista del Cinematografo 29 marzo 2024
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