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gabriella
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mercoledì 8 maggio 2024
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wicked little letters
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Anni 20, la cittadina di Littlehampton, nel West Sussex, viene sconvolta da una serie di lettere oscene inviate agli abitanti, in particolare verso Edith, morigerata zitella, irreprensibile e timorata di Dio che vive con gli anziani genitori. Tutto farebbe supporre sia opera di Rose, nonché vicina di casa di Edith ,irlandese impetuosa e sboccata che vive con la figlia e un uomo afroamericano che naturalmente non è il padre della bambina, A occuparsi delle indagini, la stazione di polizia della cittadina, dove lavora anche Gladys Moss, zelante e perspicace, ma trattata con sufficienza dai colleghi maschi che le intralciano continuamente la strada perché donna.
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Anni 20, la cittadina di Littlehampton, nel West Sussex, viene sconvolta da una serie di lettere oscene inviate agli abitanti, in particolare verso Edith, morigerata zitella, irreprensibile e timorata di Dio che vive con gli anziani genitori. Tutto farebbe supporre sia opera di Rose, nonché vicina di casa di Edith ,irlandese impetuosa e sboccata che vive con la figlia e un uomo afroamericano che naturalmente non è il padre della bambina, A occuparsi delle indagini, la stazione di polizia della cittadina, dove lavora anche Gladys Moss, zelante e perspicace, ma trattata con sufficienza dai colleghi maschi che le intralciano continuamente la strada perché donna. In questo clima composto e compassato, dove ogni cosa dev’essere fatta con rigore e precisione e ognuno deve restare nel suo ruolo, le donne a casa con la bocca chiusa e gli uomini che decidono anche per loro, qui ben rappresentato dal padre di Edith ( un bravissimo Timothi Spall), che incarna il maschio padre padrone, sessista e scorbutico, risoluto a porre fine a questa scandalosa e indecorosa vicenda e Rose è senza dubbio il capro espiatorio ideale. Soltanto che interviene una forza femminile di unione contro l’ostracismo maschile, vero pericolo al progresso, che si allea con la poliziotta per aiutarla a far luce sulla vicenda e scagionare Rose dalle accuse, una specie di sorellanza che riesce a dare umorismo e brio all’intreccio narrativo, una dark comedy piena di ironia , di trasgressione e parolacce, tante parolacce,che diventano un intercalare continuo, , un linguaggio scurrile che tracima ribellione e desiderio di essere ciò che si è e non quello che vogliono gli altri. Olivia Colman è una fuoriclasse, la sua bravura indiscussa , la consacra ancora una volta a essere una delle migliori attrici dei giorni nostri, anche per la distanza che riesce a creare tra lei e il personaggio, dall’espressione di donna ingessata e bigotta a quella irriverente e leggera quando si abbandona a parolacce e imprecazioni che in questo caso rappresentano l’emancipazione, la liberazione dal giogo maschile. I duelli verbali con Jessie Buckley sono divertenti , efficaci, irriverenti e velenosi al punto giusto, uno scontro che vuole diventare incontro perché entrambe in fondo combattono nemici comuni ,il pregiudizio e l’ipocrisia, che finalmente vengono riconosciuti, guardati in faccia , insultati e abbattuti.
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no_data
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venerdì 3 maggio 2024
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vedibile se non hai altro da fare
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A parte gli attori (di scuola inglese, quindi niente da dire), la storia fa ridere, ma solo a tratti, a volte è scontata. Il turpiloquio è all'acqua di rose, anche se probabilmente esagerato per il tempo in cui il film è ambientato. Ma, soprattutto, quello che non si sopporta è l'oramai diventata ossessione inglese per l'inclusione a tutti i costi. Dove mai all'inizio del '900 in Gran Bretagna si sarebbe mai visto un giudice nero? O una giovane donna indiana nella polizia? Sono cose che saltano agli occhi e stonano, non c'è niente da fare. Bravi tutti e due (specialmente lei), ma, sinceramente, più fuori luogo dei cavoli a merenda.
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delia pertici fraschini
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domenica 28 aprile 2024
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brilliant!
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Perfettamente d'accordo con "fra 18"... finalmente qualcosa di diverso, divertente, intelligente, con attori strepitosi,dal primo all'ultimo... una boccata d'aria fresca in mezzo a tanti film (soprattutto italiani!) che valgono proprio poco..
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giajr
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sabato 27 aprile 2024
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quando la fede è becera e deviata...
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Lo squarcio di una società aggressiva, per certi versi, non migliore e non peggiore di quella attuale ma semplicemente diversa. Questa pellicola caratterizza in modo autentico elementi che ancora oggi devono essere ritenuti preoccupanti, primo tra tutti l'integralismo religioso, quello bigotto, che nulla ha a che fare con la fede e con l'amore verso il prossimo che, di contro, dovrebbero permeare tutte le religioni con il solo fine di creare persone e società migliori. Qui la "cattiveria" è davvero il prodotto di un'applicazione becera e deviata del valore della fede, che, ovviamente, non è per nulla presente nella protagonista e nella sua famiglia.
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Lo squarcio di una società aggressiva, per certi versi, non migliore e non peggiore di quella attuale ma semplicemente diversa. Questa pellicola caratterizza in modo autentico elementi che ancora oggi devono essere ritenuti preoccupanti, primo tra tutti l'integralismo religioso, quello bigotto, che nulla ha a che fare con la fede e con l'amore verso il prossimo che, di contro, dovrebbero permeare tutte le religioni con il solo fine di creare persone e società migliori. Qui la "cattiveria" è davvero il prodotto di un'applicazione becera e deviata del valore della fede, che, ovviamente, non è per nulla presente nella protagonista e nella sua famiglia. Per l'ennesima volta, anche questa storia, sottolinea come in una apparente sregolatezza (della giovane coprotagonista e delle sue anziane e strampalate amiche) possano risiedere i veri sentimenti ed i veri valori. Un film ambientato ad inizi del '900 ma che potrebbe essere tranquillamente trasposto agli inizi di questo secolo. E poi, non dimentichiamo come la rigidità umana possa davvero creare profondi disturbi psicologici fino a diventarne una vera patologia.
Non ultimo il dilagante razzismo, classismo e sessismo di cui era permeata la società di allora (vedasi l'agente di polizia donna) che, di contro, facendo un parallelismo con quella odierna, mostra come si sono estremizzate le reazioni sociali di gogna mediatica anche in presenza di semplici affermazioni identitarie, del libero pensieso, che nulla hanno a che fare con l'inaccettabile discriminazione che sempre deve essere condannata.
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uppercut
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venerdì 26 aprile 2024
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perdibile, spuntato, politically correct
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Un film così perfettamente interpretato che pare scritto insieme al casting. Peccato però che il progetto, per chi da un'uscita al cinema si attende per l'appunto un'"uscita", sia totalmente privo di coraggio, inventiva, capacità di spiazzare o accendere un dubbio. Tutte facili conferme per chi delle prostitute fa dei miti, per dirla alla Gaber, per chi vede in preti e suore il percicolo più urgente per l'umanità del 2024, per chi di fronte a un ficcatelo nel o in un culo direttamente esibito ha un sussulto compiaciuto come di fronte a un assalto alla Bastiglia. Un filmetto, nulla più. Peccato (ops!).
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ruger357mgm
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domenica 21 aprile 2024
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turpiloquio di donne
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Commedia quasi noir, di tipico stampo british e di straordinario impatto attoriale. Le protagoniste, una più brava dell'altra , conferiscono tono e verve ad una sceneggiatura spumeggiante, basata in larga parte sul turpiloquio preso a pretesto per dare ancora più gas alla storia. In un paesino del Sussex arrivano , ad una famiglia bigotta e timorata di Dio, missive anonime contenenti ogni genere di ignominiosi insulti, perloppiù a sfondo sessuale, a carico dell' attempata figlia di famiglia accudente i due anziani genitori tra cui il padre/padrone e signore che impone ossessivamente la propria visione religiosa della vita. La polizia del luogo ovviamente sospetta della turbolenta vicina di casa dei buoni cristiani, una irlandese dai costumi piuttosto originali.
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Commedia quasi noir, di tipico stampo british e di straordinario impatto attoriale. Le protagoniste, una più brava dell'altra , conferiscono tono e verve ad una sceneggiatura spumeggiante, basata in larga parte sul turpiloquio preso a pretesto per dare ancora più gas alla storia. In un paesino del Sussex arrivano , ad una famiglia bigotta e timorata di Dio, missive anonime contenenti ogni genere di ignominiosi insulti, perloppiù a sfondo sessuale, a carico dell' attempata figlia di famiglia accudente i due anziani genitori tra cui il padre/padrone e signore che impone ossessivamente la propria visione religiosa della vita. La polizia del luogo ovviamente sospetta della turbolenta vicina di casa dei buoni cristiani, una irlandese dai costumi piuttosto originali. La storia conduce le due rivali/amiche di fronte al giudice, non prima di aver esposto al pubblico ludibrio la presunta scrittrice di lettere ingiuriose esaltando di contro la vergine invecchiata ma perfetta beghina, schiavizzata dal tirannico vecchiaccio. Non tutto però filerà come previsto, grazie soprattutto ad una donna poliziotto agente intraprendente e colta, coadiuvata da altrettante figure femminili originali e sorprendenti. Alla fine la verità verrà a galla con gran sollievo di colpevoli e innocenti.Prova corale di attrici straordinarie, con menzioni di merito,ça va sans dire per Olivia Colmann e per Jessie Buckley ma senza trascurare nessuna delle fantastiche comprimarie. Film ben scritto, ottimamente fotografato e dalla scenografia convincente, con qualche citazione cinefila da tener d'occhio.Lavoro piccolo ma di grande pregio.
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francesca meneghetti
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domenica 21 aprile 2024
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ma la vera storia è un'altra
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Il film racconta una storia vera accaduta nel Sussex cent’anni fa. A Edith Swann, zittella bachettona, che vive con gli anziani genitori, giungono delle lettere piene di insulti osceni e subito viene additata come colpevole Rose, la vicina di casa, giovane, allegra, esuberante, sessualmente e verbalmente, di origine irlandese, che convive con un nero. La famiglia Swann, con il durissimo padre in testa, denuncia Rose, che finirà in carcere. Poi, liberata in seguito al versamento di una cauzione, merito di amiche solidali, dovrà affrontare il processo finale. I documenti d’archivio evidenziano delle differenze rispetto alla sceneggiatura: il che è scontato, in quanto il cinema, come la letteratura, non persegue l’obiettivo della verità storica.
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Il film racconta una storia vera accaduta nel Sussex cent’anni fa. A Edith Swann, zittella bachettona, che vive con gli anziani genitori, giungono delle lettere piene di insulti osceni e subito viene additata come colpevole Rose, la vicina di casa, giovane, allegra, esuberante, sessualmente e verbalmente, di origine irlandese, che convive con un nero. La famiglia Swann, con il durissimo padre in testa, denuncia Rose, che finirà in carcere. Poi, liberata in seguito al versamento di una cauzione, merito di amiche solidali, dovrà affrontare il processo finale. I documenti d’archivio evidenziano delle differenze rispetto alla sceneggiatura: il che è scontato, in quanto il cinema, come la letteratura, non persegue l’obiettivo della verità storica. Quello che è interessante è la direzione della trasformazione, che ha puntato, forse con una certa furbizia, al politically correct: vale a dire a un messaggio antirazzista, antimaschilista, e anche di denuncia del perbenismo bigotto. Un messaggio che ci piace, intendiamoci, ma che si discosta dalla storia reale. Rose, inglese non irlandese, era sposata con un bianco mentre nel film lo è con un nero, che pare però convivente: ad ogni modo matrimoni misti potevano accadere negli anni ’20 in Inghilterra, mentre in quel tempo non poteva esserci un giudice nero (il primo nel 1962). Inoltre aveva due figli, una illegittima, nata prima del matrimonio, e conviveva anche con la sorella e i di lei figli. La poliziotta indiana Gladys Moss, cui viene attribuito il tranello che consente di scagionare Rose, non era di origini indiane. Era britannica e bianca. È stata però la prima donna agente di polizia del Sussex. Detto questo il film, che mette in scena ottimi attori e gioca anche su una contrapposizione stereotipata tra inglesi puritani e compassati e irlandesi, forse cattolici ma molto più sciolti, è molto gradevole e appassiona, del resto come tutti i film che prevedono una fase processuale, soprattutto se questa è narrata in chiave ironica. Nella realtà, Rose fu condannata a dodici anni, ma scontò solo tre mesi perché le indagini, continuate nel frattempo, consentirono di scoprire il vero autore degli insulti osceni, estesi anche ad altre persone, e che sembravano ricondurre alla povera Rose. E che naturalmente non sveliamo.
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(di maurizio)
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fra18
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venerdì 19 aprile 2024
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sua maesta'' olivia colman
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Finalmente una commedia diversa, coraggiosa, intelligente. Da morire dal ridere ma anche di sostanza, con attori strepitosi.
Olivia Colman da sola vale il prezzo del biglietto. STELLARE.
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