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imperior max
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lunedì 18 settembre 2023
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quando il soprannaturale della mente si scontra con il raziocinio della mente stessa.
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ASSASSINIO A VENEZIA di Kenneth Branagh.
1947. Il famoso investigatore Hercule Poirot, in ritiro a Venezia, viene invitato da una sua vecchia amica e scrittrice ad una festa in maschera in un palazzo, seguita poi da una seduta spiritica. Essendo lui razionale e scettico al soprannaturale tenterà di smascherare tale pratica. A seguito però di un brutale omicidio il nostro investigatore tornerà all’opera tra interrogatori, indagini e misteriose ed angoscianti presenze che metteranno alla prova il suo raziocinio.
Solo un paio di cose mi avevano incuriosito. In primis l’insolita atmosfera horrorifica e cupa che quasi mi ricordavano The Conjuring e la durata di un’ora e tre quarti.
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ASSASSINIO A VENEZIA di Kenneth Branagh.
1947. Il famoso investigatore Hercule Poirot, in ritiro a Venezia, viene invitato da una sua vecchia amica e scrittrice ad una festa in maschera in un palazzo, seguita poi da una seduta spiritica. Essendo lui razionale e scettico al soprannaturale tenterà di smascherare tale pratica. A seguito però di un brutale omicidio il nostro investigatore tornerà all’opera tra interrogatori, indagini e misteriose ed angoscianti presenze che metteranno alla prova il suo raziocinio.
Solo un paio di cose mi avevano incuriosito. In primis l’insolita atmosfera horrorifica e cupa che quasi mi ricordavano The Conjuring e la durata di un’ora e tre quarti. Infatti ci sono almeno tre momenti di tensione ben costruiti, altri seguiti da un paio di jumpscare niente male davvero, una fotografia più scura con le luci delle lampade e delle candele più calde del solito, delle inquadrature oblique presenti soprattutto negli interni e nei momenti più tesi e un omicidio spettacolare. La durata modesta invece è a favore di una storia più concentrata nelle indagini principali e meno in sottotrame secondarie, cose fin troppo presenti in Assassinio sul Nilo.
La regia di Branagh c’è tutta, così come le sue tipiche inquadrature, il ritmo è quello giusto anche se in un paio di momenti si perde in pochi minuti dove non succede granché, ma che riesce a ripartire bene anche grazie alla sottile ironia di Poirot. In più le inquadrature oblique che all’inizio sembravano di troppo, alla fine avranno senso. Gli attori sono bravi, Riccardo Scamarcio è accettabile nonostante continui a doppiarsi da solo (facendo orecchiabilmente schifo) e interpretano dei personaggi molto interessanti, squadrettati e che nascondo sempre qualcosa. Certo, ad un certo punto un paio di loro faranno qualcosa di troppo forzato e precipitoso che non mi ha convinto più di tanto, nonostante la caratterizzazione palese. Hercule Poirot è più metodico del solito, più introspettivo e più in balia degli eventi soprannaturali che quasi metteranno in discussione le sue certezze tra fede e fatti. I colpi di scena non mancheranno, alcuni misteri verranno risolti in maniera più che credibile anche grazie agli indizi chiave. Qualcuno troverà il movente del colpevole forse un po’ banalotto, ma seguendo la storia in realtà la cosa è comprensiva.
Stavolta il terzo film è decisamente meglio dei due precedenti, o meglio fa’ storcere meno il naso anche grazie ad una fortuita componente horror che funge da pretesto per accompagnare bene quella gialla.
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carmy_na
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sabato 16 settembre 2023
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assassinio a venezia
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La maestria registica e l'istrionismo attoriale di Kenneth Branagh sono indiscutibili, così come la scelta del cast ineccepibile (grande occasione per Riccardo Scamarcio internazionale!).
MA il terzo film tratto dai romanzi di Agatha Christie NON è all'altezza dei precedenti, più fedeli alle narrazioni originali.
La trama di "Assassinio a Venezia" si ispira solo lontanamente al romanzo originale "Hallowe'en Party", dove compaiono l'investigatore Hercule Poirot e la scrittrice Ariadne Oliver.
"Poirot e la strage degli innocenti" (film tv del 2010, con David Suchet, il più perfetto dei Poirot!) è di gran lunga più complesso e affascinante di questa orrorifica, cupa e troppo libera trasposizione, a cominciare dal titolo e dall'ambientazione.
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La maestria registica e l'istrionismo attoriale di Kenneth Branagh sono indiscutibili, così come la scelta del cast ineccepibile (grande occasione per Riccardo Scamarcio internazionale!).
MA il terzo film tratto dai romanzi di Agatha Christie NON è all'altezza dei precedenti, più fedeli alle narrazioni originali.
La trama di "Assassinio a Venezia" si ispira solo lontanamente al romanzo originale "Hallowe'en Party", dove compaiono l'investigatore Hercule Poirot e la scrittrice Ariadne Oliver.
"Poirot e la strage degli innocenti" (film tv del 2010, con David Suchet, il più perfetto dei Poirot!) è di gran lunga più complesso e affascinante di questa orrorifica, cupa e troppo libera trasposizione, a cominciare dal titolo e dall'ambientazione. Pochissimi i riferimenti al romanzo originale.
Stavolta K. Branagh ha decisamente esagerato e, per chi ama Agatha Christie e il suo Poirot, questo peccato di megalomania non può essere perdonabile.
A meno che, nel prossimo film (se mai volesse farne un altro dai romanzi con Poirot protagonista) torni a rispettare le magistrali trame di Agatha Christie, senza che questa debba rivoltarsi nella tomba!
Il film è comunque godibile (rigorosamente da vedere al cinema!) soprattutto se gli spettatori non conoscono il romanzo originale e potranno apprezzarlo nel suo complesso di ambientazione, scenografia, musica, interpretazioni e regia.
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