gustibus
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sabato 7 ottobre 2023
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thriller plumbeo,poirot diverso
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Il terzo Poirot di K.Branagh era atteso parecchio,anche da chi vi scrive.Dopo i 100 minuti della durata del racconto si esce ne scontenti,ma neanche così soddisfatti.Abituati alle chiare atmosfere dell'Orient Express e del Nilo..qui a parte l'inizio e la fine si entra in un atmosfera buia,plumbea.Forse non eravamo preparati ad un super detective,impaurito più del solito dovuto ad una medium che poteva parlare con i morti,a cigolii,a rumori di fantasmi.Ma la delusione che alla fine e'tutto nell'immaginario della storia.Niente di così difficile per Poirot!e alla fine non ho percepito senzazioni di paura..horror?ma per nulla!Forse non ci si aspettava che almeno 1 ora era tutto con ambientazioni quasi al buio.
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Il terzo Poirot di K.Branagh era atteso parecchio,anche da chi vi scrive.Dopo i 100 minuti della durata del racconto si esce ne scontenti,ma neanche così soddisfatti.Abituati alle chiare atmosfere dell'Orient Express e del Nilo..qui a parte l'inizio e la fine si entra in un atmosfera buia,plumbea.Forse non eravamo preparati ad un super detective,impaurito più del solito dovuto ad una medium che poteva parlare con i morti,a cigolii,a rumori di fantasmi.Ma la delusione che alla fine e'tutto nell'immaginario della storia.Niente di così difficile per Poirot!e alla fine non ho percepito senzazioni di paura..horror?ma per nulla!Forse non ci si aspettava che almeno 1 ora era tutto con ambientazioni quasi al buio.Detto cio' credo che la visione delle indagini nervose dirette dal sempre bravo Branagh valgano sempre il prezzo del biglietto.Questo film va visto su grande schermo più che mai!Non al meglio..ma da vedere.
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jonnylogan
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martedì 3 ottobre 2023
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quasi come poirot
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Abbandonati i tormenti per la sua infanzia trascorsa sotto le bombe di Belfast (id., 2021), il regista Kenneth Branagh prosegue nel rivisitare una delle icone letterarie del Regno Unito, portando in scena per la terza volta il detective Belga Hercule Poirot, già protagonista dei precedenti Assassinio sull'Orient Express (Murder on the Orient Express, 2017) e Assassinio sul Nilo (Death on the Nile, 2022).
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Abbandonati i tormenti per la sua infanzia trascorsa sotto le bombe di Belfast (id., 2021), il regista Kenneth Branagh prosegue nel rivisitare una delle icone letterarie del Regno Unito, portando in scena per la terza volta il detective Belga Hercule Poirot, già protagonista dei precedenti Assassinio sull'Orient Express (Murder on the Orient Express, 2017) e Assassinio sul Nilo (Death on the Nile, 2022).
Nelle mani del regista irlandese uno dei romanzi meno noti della Christie: Hallowe'en Party - in Italiano Poirot e la strage degli innocenti - diventa materiale teatrale debitamente ristrutturato, o più semplicemente profondamente rivisitato. Lo sceneggiatore Michael Green ne modifica infatti sia la trama sia il momento storico, oltre a una location che nulla ha a che vedere con la campagna inglese, ma che sposta l'accaduto nel capoluogo veneto la notte di Halloween.
Ancora prima che iniziassero i sopralluoghi in laguna, si parlava infatti di una chiara inversione di tendenza rispetto ai due precedenti film, maggiormente fedeli ai romanzi originari. ll desiderio del regista era infatti poter ritoccare il personaggio di Poirot per piegarlo a una storia che potesse sfociare anche nel campo esoterico e non solo investigativo. Ma la conferma ufficiale si è però avuta solo a pellicola ultimata.
Branagh alla fine riesce nel suo scopo, portando a compimento le indagini fra un sobbalzo per una tenda che si apre di scatto e una morte inattesa, ma sempre con una trama che sa muoversi senza stancare chi osserva. Tutto il cast, fra i quali spicca Riccardo Scamarcio, nel ruolo di un ex poliziotto divenuto nel frattempo guardia del corpo dello stesso Poirot, riesce a restituire interpretazioni che esaltano l'inevitabile stato di ansia nei quali sono tutti immersi a causa della presenza di uno o più assassini e di una notte da trascorrere fra le lugubri mura di una villa
A fine film ci si dimentica di una fedeltà letteraria venuta meno, perché lo sforzo di Branagh riesce a mantenere comunque vivo lo spirito dei romanzi della Christie, al punto che crediamo che la stessa autrice sarebbe rimasta soddisfatta di questa trasposizione.
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ruger357mgm
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sabato 30 settembre 2023
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visto un poirot ( di kb) , visti tutti…
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Baffi pettinati, accento francobelga quasi azzerato, panza sparita, golosità appena accennata, Peter Ustinov archetipo del Detective di Agatha Christie ormai sepolto, il televisivo pingue David Suchet poco cinegenico , ci tocca di tenerci Kenneth, da noi amato più per le interpretazioni eroico shakespeareane che per la non empatica figura di investigatore che qui ci regala. La trama ce lo mostra a Venezia non si sa come e non si sa perché , quasi ritiratosi dalla indagini, permettendosi un bodyguard del calibro dello Scamarcione, purtroppo vestito, per il pubblico femminile, concedersi una ultima investigazione pseudo esoterica per smascherare una medium , impersonata dalla fresca di Oscar Michelle Yeouw , che però muore subito.
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Baffi pettinati, accento francobelga quasi azzerato, panza sparita, golosità appena accennata, Peter Ustinov archetipo del Detective di Agatha Christie ormai sepolto, il televisivo pingue David Suchet poco cinegenico , ci tocca di tenerci Kenneth, da noi amato più per le interpretazioni eroico shakespeareane che per la non empatica figura di investigatore che qui ci regala. La trama ce lo mostra a Venezia non si sa come e non si sa perché , quasi ritiratosi dalla indagini, permettendosi un bodyguard del calibro dello Scamarcione, purtroppo vestito, per il pubblico femminile, concedersi una ultima investigazione pseudo esoterica per smascherare una medium , impersonata dalla fresca di Oscar Michelle Yeouw , che però muore subito. La progressione della trama ci porta a trascorrere pigramente due ore in una cupa Venezia deserta tipo lockdown , nel solito palazzo maledetto, infestato da presenze ed entità ma il perspicace Kenneth risolve l' enigma , rimanendo umano, come negli altri film.Bravo il bimbo allegria che alla fine ha pure la sua parte di colpa. Gotico e di maniera, senza emozioni il profilo tecnico e fotografico.Teatrale e claustrofobico l' impianto narrativo. Si é visto di meglio, ma certamente anche molto peggio....
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tozkino
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giovedì 28 settembre 2023
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una luce... lugubre
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Assassinio a Veneziaè una sorta di adattamento del libro, considerato un romanzo minore, Poirot e la strage degli innocenti di Agatha Christie. A differenza dei primi due capitoli della saga, sono numerosi i cambiamenti apportati rispetto all’opera originale, a partire dal titolo e dall’ambientazione. Volutamente il bravissimo regista e attore Branagh prende leggermente le distanze sia dalla scrittura di Agatha Christie che dal genere giallo, inserendo striature horror lievi ma molto interessanti che danno al racconto un sapore quasi metafisico. Inoltre il regista volutamente riesce a introdurre una sottile denuncia contro le violenze sui bambini.
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Assassinio a Veneziaè una sorta di adattamento del libro, considerato un romanzo minore, Poirot e la strage degli innocenti di Agatha Christie. A differenza dei primi due capitoli della saga, sono numerosi i cambiamenti apportati rispetto all’opera originale, a partire dal titolo e dall’ambientazione. Volutamente il bravissimo regista e attore Branagh prende leggermente le distanze sia dalla scrittura di Agatha Christie che dal genere giallo, inserendo striature horror lievi ma molto interessanti che danno al racconto un sapore quasi metafisico. Inoltre il regista volutamente riesce a introdurre una sottile denuncia contro le violenze sui bambini. Il film mi è piaciuto moltissimo, anche se io non sopporto il genere horror, proprio perché di quel genere il regista prende solo quale effetto speciale e qualche suggestione, ma sarà proprio la geniale interpretazione che ne dà Poirot a convincermi che in realtà certe manifestazioni non provengono da cause reali, ma solo da cattive interpretazioni volute o anche subite generate da fattori esterni, (li chiamo così per non svelare nulla del meraviglioso intreccio narrativo giallo, che innerva tutta l’intricatissima storia. Siamo a Venezia Poirot si gode la pensione, dopo aver messo da parte una vita intera a inseguire assassini e a risolvere sempre difficilissime indagini. Siamo nei giorni dei Santi e dei Morti e, anche a Venezia, si festeggia la notte di Halloween. Durante quella notte, una famosissima cantante d’opera Rowena Drake ha invitato nel suo tenebroso palazzo nei pressi del Canal Grande, una medium americana, di chiare origini cinesi, la famosissima sensitiva Miss. Reynolds. Viene a sapere dell’invito un’amica di Poirot che, in passato, ha guadagnato tanti dollari scrivendo diversi romanzi gialli sull’operato del nostro investigatore, si tratta di Ariadne Oliver. Ariadne decide di coinvolgere il suo amico Poirot al fine di smascherare la truffatrice, ma anche per poter dare da che scrivere ancora una volta sul grande investigatore, perciò si reca da Poirot per invitare il detective a prendere parte alla seduta. Hercule accetta e come sempre, il crimine è dietro l’angolo. In quella drammatica notte subito un omicidio sconvolge i piani di Poirot, che ancora una volta si ritrova ad investigare su un delitto in grado di mettere a dura prova la sua visione razionale del mondo. Si avverte un senso di claustrofobia che travolge lo stesso Poirot, che sembra davvero in grande difficoltà (almeno fino ad un certo punto). I colori caldi del Nilo lasciano il posto a quelli freddi di Venezia. Una città spettrale, travolta da una tempesta incessante e dalle leggende Davvero un finale portentoso, mistico e geniale che conferma il fascino del genere giallo sia in letterature che negli adattamenti cinematografici. Grazie zia Agatha… Christie s’intende.
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gabriella
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martedì 26 settembre 2023
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meglio la cornice del quadro
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L'inquadratura sghemba di Piazza San Marco presagisce l’intreccio narrativo che si stacca dalla classica linea con cui sono stati concepiti i precedenti lavori di Kenneth Branagh sulla figura di Hercule Poirot. Prendendo spunto da un romanzo poco noto , tra l’altro scritto in età avanzata di Agatha Christie, “ Poirot e la strage degli innocenti” il regista irlandese si prende la libertà di trasportare la storia dalla brumosa campagna inglese, a una tenebrosa Venezia la vigilia di Ognissanti nel 1947, buono l’intento ma non altrettanto il risultato.. Il baffuto investigatore sembra essersi ritirato dalle indagini proprio a Venezia, con l’ausilio di una guardia del corpo ( uno smarrito Riccardo Scamarcio), che gli tiene lontano chiunque voglia avvicinarlo per un consiglio, ma dopo l’incontro con una vecchia amica scrittrice di gialli, si lascerà coinvolgere prima in una seduta spiritica che si svolgerà in un fatiscente castello ritenuto infestato da fantasmi , per evocare lo spirito di una ragazza morta suicida( almeno così si vuol far credere), figlia di una ex cantante lirica, poi una volta servito il primo delitto , Poirot torna alla sua attività per far luce sulla vicenda.
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L'inquadratura sghemba di Piazza San Marco presagisce l’intreccio narrativo che si stacca dalla classica linea con cui sono stati concepiti i precedenti lavori di Kenneth Branagh sulla figura di Hercule Poirot. Prendendo spunto da un romanzo poco noto , tra l’altro scritto in età avanzata di Agatha Christie, “ Poirot e la strage degli innocenti” il regista irlandese si prende la libertà di trasportare la storia dalla brumosa campagna inglese, a una tenebrosa Venezia la vigilia di Ognissanti nel 1947, buono l’intento ma non altrettanto il risultato.. Il baffuto investigatore sembra essersi ritirato dalle indagini proprio a Venezia, con l’ausilio di una guardia del corpo ( uno smarrito Riccardo Scamarcio), che gli tiene lontano chiunque voglia avvicinarlo per un consiglio, ma dopo l’incontro con una vecchia amica scrittrice di gialli, si lascerà coinvolgere prima in una seduta spiritica che si svolgerà in un fatiscente castello ritenuto infestato da fantasmi , per evocare lo spirito di una ragazza morta suicida( almeno così si vuol far credere), figlia di una ex cantante lirica, poi una volta servito il primo delitto , Poirot torna alla sua attività per far luce sulla vicenda. Stavolta però avrà a che fare con il soprannaturale, con il mistero, l’occulto, elementi molto lontani dalla mente logica e razionale dell’investigatore, lui che è sempre stato uomo di ragione e di scienza, improvvisamente si trova ad affrontare le sue paure, l’inconscio, ed è proprio qui che vacilla il film, che si perde in espedienti pseudo horror e colpi di scena poco convincenti. Peccato perché il tema poteva essere interessante se sviluppato con più approfondimento anziché privilegiare il puro intrattenimento abusando in luoghi comuni, la lugubre dimora, la notte buia e tempestosa, nonché l’ambientazione nella città lagunare, da sempre affascinante palcoscenico, luogo scelto più volte da Shakespeare per le sue opere, come giocare in casa per un interprete di teatro- Inoltre gli interpreti non brillano per originalità, alcuni sono solo abbozzati, e il bambino precocemente adulo, inquietante e triste, che vede cose che gli altri non vedono Personalmente ho avvertito pochissima sospensione, c’è eleganza, il suggestivo gioco di luci e ombre, ma tutto avviene in fretta, anche lo svelamento finale, privandoci del gusto di indagare, di ragionare, non ci lascia nemmeno sul confine dei due mondi, quello dei vivi , quello dei morti, non c’è turbamento o emozione , con la fine del film così come sono venuti, se ne vanno anche i fantasmi.
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umberto
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venerdì 22 settembre 2023
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un thriller.... quasi horror....
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ASSASSINIO A VENEZIA... A distanza di un solo anno, esce nelle sale il terzo capitolo sulle avventure di Hercule Poirot, diretto ed interpretato da Kenneth Branagh. Se vi sono piaciuti i primi due film sicuramente non resterete delusi sia perché è una storia bella intricata, sia per tutto ciò che ne fa da sfondo, a partire dalla città dove tutto si svolge. Una Venezia stupenda e allo stesso tempo tetra, il tutto grazie ad una fotografia e un sonoro che rafforzano quel senso di thriller, molto vicino al genere horror, che già dai trailers si capiva. Un vero e proprio colpo di coda rispetto alla luminosità e alla vivacità viste sulle sponde del Nilo, che, in questo caso, diventa un segno distintivo ed originale.
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ASSASSINIO A VENEZIA... A distanza di un solo anno, esce nelle sale il terzo capitolo sulle avventure di Hercule Poirot, diretto ed interpretato da Kenneth Branagh. Se vi sono piaciuti i primi due film sicuramente non resterete delusi sia perché è una storia bella intricata, sia per tutto ciò che ne fa da sfondo, a partire dalla città dove tutto si svolge. Una Venezia stupenda e allo stesso tempo tetra, il tutto grazie ad una fotografia e un sonoro che rafforzano quel senso di thriller, molto vicino al genere horror, che già dai trailers si capiva. Un vero e proprio colpo di coda rispetto alla luminosità e alla vivacità viste sulle sponde del Nilo, che, in questo caso, diventa un segno distintivo ed originale. Cast meno stellare, ma azzeccato anche stavolta. Aspetto con ansia il prossimo capitolo. Voto: 9
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cristiano
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giovedì 21 settembre 2023
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assassinio di venezia
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Grande delusione,
pregustavamo tutti un'opera stupenda con un regista ed un'ambientazione stupendi.
Branagh bravo, ok, ma parecchio affaticato: sembra che il regista di Assassinio sul Nilo e Assassinio sull'Orient Express abbia delegato qualcuno a seguire la cosa in vece sua.
Gli attori bravi, ok, ma un pelo disorientati in un film che ricorda più una cupissima "escape room" claustrofobica che un racconto ben dispiegato.
Scamarcio, modesto parere, ci sta come i cavoli a merenda, al di là delle capacità di recitazione.
Il ritmo è strano, piatto, senza aperture. I colpi di scena più che prevedibili, compreso fantasma all'epilogo.
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Grande delusione,
pregustavamo tutti un'opera stupenda con un regista ed un'ambientazione stupendi.
Branagh bravo, ok, ma parecchio affaticato: sembra che il regista di Assassinio sul Nilo e Assassinio sull'Orient Express abbia delegato qualcuno a seguire la cosa in vece sua.
Gli attori bravi, ok, ma un pelo disorientati in un film che ricorda più una cupissima "escape room" claustrofobica che un racconto ben dispiegato.
Scamarcio, modesto parere, ci sta come i cavoli a merenda, al di là delle capacità di recitazione.
Il ritmo è strano, piatto, senza aperture. I colpi di scena più che prevedibili, compreso fantasma all'epilogo.
Un horror per amanti del genere. Dove è finità la grazia e l'eleganza delle due opere precedenti?
Grandi lacune storiche: con il budget a disposizione, di sicuro non limitato, che ha bloccato la città per alcune sue parti all'epoca delle riprese (a Venezia ci vivo) si potevano approfondire varie cose:
che Halloween è stato importato negli anni 80/90 del '900 e di sicuro non prima.
che i poliziotti non vestivano la divisa di carabinieri.
che in città non si presentano "nubifragli-tempeste-tsunami" in grado di sradicare pali d'approdo (da noi si chiamano "paìne") per scaravantarli d'emblée a sfondare una riva d'acqua con inferriata e rendere impossibile circolare in città. (L'Acqua Granda, signori, è un'altra cosa).
che Venezia è fondata su palafitte: tronchi di rovere che non creano quindi un canale di profondità oceanica.
Giusto per precisare: Venezia non ha una patina costante di "grigio-melma" ottocentesco, (di un ottocento peraltro non nostro ma da camposanto britannico).
Ci salva la ripresa aerea finale: almeno i 3 euro e mezzo non sono stati così amari. Finalmente la platea si è riscossa ed ha afferrato i braccioli delle poltrone proiettandosi verso lo schermo.
Peccato, peccato (non era possibile dare due stelle perchè il prodotto non è "appena corretto", ma appunto: grossi scivoloni proprio sulla correttezza).
Forse, se non ci si aspetta nulla, si può andare a vederlo per la fotografia ed alcune riprese.
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montefalcone antonio
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martedì 19 settembre 2023
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poirot nel contrasto fra ragione e occulto
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Kenneth Branagh torna a dirigersi per la terza volta nei panni di Hercules Poirot in un inconsueto giallo da camera gotico, stavolta solo liberamente ispirato a “Hallowe’en Party”, romanzo di Agatha Christie del 1969 (uscito in Italia come “Poirot e la strage degli innocenti”), e ambienta il nuovo mystery-crime non più nella campagna inglese bensì in una nebbiosa Venezia del secondo Dopoguerra, costantemente avvolta da atmosfere cupe ed inquietanti.
Il regista-attore decide di distaccarsi di molto dal testo originale pur mantenendo fissi i punti cruciali; di riscrivere in chiave personale il Poirot di Agatha Christie; di rinnovare lo stile, i toni e il registro adottati dai precedenti film; e di virare verso il thriller dalle tinte horror, introducendo una dimensione soprannaturale che mette (in crisi) il pensiero logico-razionale e lo scetticismo dell’investigatore davanti la sfera spirituale, la morte e la fede nell’Aldilà.
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Kenneth Branagh torna a dirigersi per la terza volta nei panni di Hercules Poirot in un inconsueto giallo da camera gotico, stavolta solo liberamente ispirato a “Hallowe’en Party”, romanzo di Agatha Christie del 1969 (uscito in Italia come “Poirot e la strage degli innocenti”), e ambienta il nuovo mystery-crime non più nella campagna inglese bensì in una nebbiosa Venezia del secondo Dopoguerra, costantemente avvolta da atmosfere cupe ed inquietanti.
Il regista-attore decide di distaccarsi di molto dal testo originale pur mantenendo fissi i punti cruciali; di riscrivere in chiave personale il Poirot di Agatha Christie; di rinnovare lo stile, i toni e il registro adottati dai precedenti film; e di virare verso il thriller dalle tinte horror, introducendo una dimensione soprannaturale che mette (in crisi) il pensiero logico-razionale e lo scetticismo dell’investigatore davanti la sfera spirituale, la morte e la fede nell’Aldilà.
Stavolta la vera indagine investigativa sembra quindi quella da effettuare nella mente del protagonista, nelle sue paure e fragilità, soprattutto di fronte ad avvenimenti esoterici/occulti a cui non riesce a dare una spiegazione logica, prima ancora di quella svoltasi in merito al caso da risolvere.
Ritmo, atmosfere, colpi di scena e tensione rendono quest’ultimo film godibile, ma non riuscito al massimo.
Lo script di Michael Green a volte sembra meccanico e non riesce a fondere bene il genere thriller con quello horror; il cast resta ai margini; i personaggi risultano piuttosto abbozzati e stereotipati; la tematica (così come tutta l’indagine) appare poco approfondita e attrattiva; e il potenziale drammatico di alcune sequenze nonché lo humor caustico della Christie non sono sfruttati o espressi a dovere.
Anche molti dettagli di tutto l’apparato formale a tratti sembrano svuotati della loro forza e alla fine svelano esiti altalenanti in quanto ad efficacia. Però nel complesso l’opera riesce ad intrattenere lo spettatore che, senza tante pretese, si (ben dis)pone alla sua visione.
Pur alternandosi tra pregi e difetti, la pellicola comunque funziona nella sua totalità: ha in positivo la realizzazione abbastanza accurata, fluida e intrigante; la messinscena con uno sguardo puntato verso nuove prospettive sperimentali; un’estetica (vedi le ottime prove di regia, scenografia e fotografia) dagli effetti suggestivi nel favorire un senso di angoscia, smarrimento e destabilizzazione al protagonista e al pubblico.
Aspetti questi che, seppur a fatica, riescono perlomeno a compensare i limiti e le imperfezioni del film, e cioè in particolar modo le molte soluzioni narrative e visive un po’ più banali, prevedibili e vacue, meno elaborate o interessanti e soprattutto meno evocative rispetto ai capitoli precedenti.
Insomma, “Assassinio a Venezia” non sarà l’episodio più appassionante di Hercule Poirot che si sia visto al cinema, però è quello più libero a livello creativo e molto ispirato in quello estetico. Voto: 6.50
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imperior max
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lunedì 18 settembre 2023
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quando il soprannaturale della mente si scontra con il raziocinio della mente stessa.
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ASSASSINIO A VENEZIA di Kenneth Branagh.
1947. Il famoso investigatore Hercule Poirot, in ritiro a Venezia, viene invitato da una sua vecchia amica e scrittrice ad una festa in maschera in un palazzo, seguita poi da una seduta spiritica. Essendo lui razionale e scettico al soprannaturale tenterà di smascherare tale pratica. A seguito però di un brutale omicidio il nostro investigatore tornerà all’opera tra interrogatori, indagini e misteriose ed angoscianti presenze che metteranno alla prova il suo raziocinio.
Solo un paio di cose mi avevano incuriosito. In primis l’insolita atmosfera horrorifica e cupa che quasi mi ricordavano The Conjuring e la durata di un’ora e tre quarti.
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ASSASSINIO A VENEZIA di Kenneth Branagh.
1947. Il famoso investigatore Hercule Poirot, in ritiro a Venezia, viene invitato da una sua vecchia amica e scrittrice ad una festa in maschera in un palazzo, seguita poi da una seduta spiritica. Essendo lui razionale e scettico al soprannaturale tenterà di smascherare tale pratica. A seguito però di un brutale omicidio il nostro investigatore tornerà all’opera tra interrogatori, indagini e misteriose ed angoscianti presenze che metteranno alla prova il suo raziocinio.
Solo un paio di cose mi avevano incuriosito. In primis l’insolita atmosfera horrorifica e cupa che quasi mi ricordavano The Conjuring e la durata di un’ora e tre quarti. Infatti ci sono almeno tre momenti di tensione ben costruiti, altri seguiti da un paio di jumpscare niente male davvero, una fotografia più scura con le luci delle lampade e delle candele più calde del solito, delle inquadrature oblique presenti soprattutto negli interni e nei momenti più tesi e un omicidio spettacolare. La durata modesta invece è a favore di una storia più concentrata nelle indagini principali e meno in sottotrame secondarie, cose fin troppo presenti in Assassinio sul Nilo.
La regia di Branagh c’è tutta, così come le sue tipiche inquadrature, il ritmo è quello giusto anche se in un paio di momenti si perde in pochi minuti dove non succede granché, ma che riesce a ripartire bene anche grazie alla sottile ironia di Poirot. In più le inquadrature oblique che all’inizio sembravano di troppo, alla fine avranno senso. Gli attori sono bravi, Riccardo Scamarcio è accettabile nonostante continui a doppiarsi da solo (facendo orecchiabilmente schifo) e interpretano dei personaggi molto interessanti, squadrettati e che nascondo sempre qualcosa. Certo, ad un certo punto un paio di loro faranno qualcosa di troppo forzato e precipitoso che non mi ha convinto più di tanto, nonostante la caratterizzazione palese. Hercule Poirot è più metodico del solito, più introspettivo e più in balia degli eventi soprannaturali che quasi metteranno in discussione le sue certezze tra fede e fatti. I colpi di scena non mancheranno, alcuni misteri verranno risolti in maniera più che credibile anche grazie agli indizi chiave. Qualcuno troverà il movente del colpevole forse un po’ banalotto, ma seguendo la storia in realtà la cosa è comprensiva.
Stavolta il terzo film è decisamente meglio dei due precedenti, o meglio fa’ storcere meno il naso anche grazie ad una fortuita componente horror che funge da pretesto per accompagnare bene quella gialla.
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carmy_na
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sabato 16 settembre 2023
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assassinio a venezia
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La maestria registica e l'istrionismo attoriale di Kenneth Branagh sono indiscutibili, così come la scelta del cast ineccepibile (grande occasione per Riccardo Scamarcio internazionale!).
MA il terzo film tratto dai romanzi di Agatha Christie NON è all'altezza dei precedenti, più fedeli alle narrazioni originali.
La trama di "Assassinio a Venezia" si ispira solo lontanamente al romanzo originale "Hallowe'en Party", dove compaiono l'investigatore Hercule Poirot e la scrittrice Ariadne Oliver.
"Poirot e la strage degli innocenti" (film tv del 2010, con David Suchet, il più perfetto dei Poirot!) è di gran lunga più complesso e affascinante di questa orrorifica, cupa e troppo libera trasposizione, a cominciare dal titolo e dall'ambientazione.
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La maestria registica e l'istrionismo attoriale di Kenneth Branagh sono indiscutibili, così come la scelta del cast ineccepibile (grande occasione per Riccardo Scamarcio internazionale!).
MA il terzo film tratto dai romanzi di Agatha Christie NON è all'altezza dei precedenti, più fedeli alle narrazioni originali.
La trama di "Assassinio a Venezia" si ispira solo lontanamente al romanzo originale "Hallowe'en Party", dove compaiono l'investigatore Hercule Poirot e la scrittrice Ariadne Oliver.
"Poirot e la strage degli innocenti" (film tv del 2010, con David Suchet, il più perfetto dei Poirot!) è di gran lunga più complesso e affascinante di questa orrorifica, cupa e troppo libera trasposizione, a cominciare dal titolo e dall'ambientazione. Pochissimi i riferimenti al romanzo originale.
Stavolta K. Branagh ha decisamente esagerato e, per chi ama Agatha Christie e il suo Poirot, questo peccato di megalomania non può essere perdonabile.
A meno che, nel prossimo film (se mai volesse farne un altro dai romanzi con Poirot protagonista) torni a rispettare le magistrali trame di Agatha Christie, senza che questa debba rivoltarsi nella tomba!
Il film è comunque godibile (rigorosamente da vedere al cinema!) soprattutto se gli spettatori non conoscono il romanzo originale e potranno apprezzarlo nel suo complesso di ambientazione, scenografia, musica, interpretazioni e regia.
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