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Un film che fa il suo onesto lavoro, senza raggiungere un’alta qualità, ma comunque godibile tra alcune scene di suspense ben fatte e momenti d’azione. La vicenda è incentrata su un imprenditore edile a cui scompare nel nulla la moglie mentre fa il pieno in un’area di servizio. La polizia locale si dimostra apatica e anzi muove sospetti su di lui. Così al buon uomo saltano i nervi: si convince che la moglie sia stata rapita e decide di salvarla facendo giustizia di chiunque cerchi di fermarlo.
Questa trama molto semplice riporta alla mente classici dell’azione come il “giustiziere della notte”, ovvero quel filone di film criticati/ammirati per l’esaltazione della violenza che diventa non solo necessaria, ma anche giusta se esercitata dal buon cittadino per nobili motivi. Il punto di debolezza (o forza?) del film è che trasuda machismo alla vecchia maniera da tutti i pori, riesumando dalla tomba pure lo stereotipo della donna viziatella e indifesa, che non sa quello che vuole finché non vede il muscolo in azione (vedere il film per credere). Astenendosi da considerazioni “morali” sul merito (che tanto ognuno ha le sue) resta un thriller godibile e anche di più se piace il filone della damigella in pericolo da salvare.
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