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paolp78
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sabato 30 novembre 2024
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tributo ambizioso
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Il talentuoso Damien Chazelle firma un’opera che trasuda amore incondizionato per il cinema e per Hollywood, la capitale americana e mondiale della settima arte, che ha vissuto tempi divenuti ormai leggendari, sui quali circolano storie ed aneddoti incontrollati che mitizzano quel mondo probabilmente anche ben oltre la realtà.
Chazelle sceglie di raccontare la Hollywood a cavallo tra gli anni venti e trenta, un’epoca d’oro caratterizzata da mille eccessi e dall’esperienza irripetibile dello storico passaggio dal cinema muto al sonoro; da appassionato autentico, il precoce autore americano realizza una pellicola celebrativa che adotta come chiave narrativa proprio quella ricerca dell’eccesso e dello sbalorditivo, che la portano a contribuire alla mitizzazione di quel mondo ormai scomparso.
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Il talentuoso Damien Chazelle firma un’opera che trasuda amore incondizionato per il cinema e per Hollywood, la capitale americana e mondiale della settima arte, che ha vissuto tempi divenuti ormai leggendari, sui quali circolano storie ed aneddoti incontrollati che mitizzano quel mondo probabilmente anche ben oltre la realtà.
Chazelle sceglie di raccontare la Hollywood a cavallo tra gli anni venti e trenta, un’epoca d’oro caratterizzata da mille eccessi e dall’esperienza irripetibile dello storico passaggio dal cinema muto al sonoro; da appassionato autentico, il precoce autore americano realizza una pellicola celebrativa che adotta come chiave narrativa proprio quella ricerca dell’eccesso e dello sbalorditivo, che la portano a contribuire alla mitizzazione di quel mondo ormai scomparso.
Il giovane regista americano si intesta una missione difficilissima, forse peccando un po’ di presunzione. La forma stilistica scelta è pienamente nelle corde di Chazelle, ma non pare quella migliore per esaltare tutte le tematiche che la pellicola proponeva.
Riguardo al cast, delle tre parti principali, due sono affidate ad altrettante star hollywoodiane come Brad Pitt e Margot Robbie, mentre la terza va al decisamente meno conosciuto attore messicano Diego Calva. Tra gli altri interpreti si ricordano Jean Smart, Eric Roberts, Samara Weaving e soprattutto Tobey Maguire in una piccola parte verso la fine del film.
Come altre opere di Chazelle, anche questa contiene un importante risvolto romantico che però non riguarda la relazione amorosa tra i protagonisti, bensì il legame tra essi e la forma d’arte praticata, in questo caso quella cinematografica.
Le feste ed i vari bannali sono le parti più emblematiche del film, tutte girate con lunghissimi piani sequenza, che esaltano le capacità tecniche del regista.
Nella pellicola si percepiscono alcuni riferimenti a “Cantando sotto la pioggia”, il noto musical di Gene Kelly e Stanley Donen, anch’esso descrittivo del passaggio dal muto al sonoro; della pellicola di Kelly e Donen sono direttamente mostrati degli spezzoni nel bel finale nostalgico.
Ottimi scenografia e costumi.
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belliteam
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domenica 25 agosto 2024
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dopo la la land, chazelle non si ripete
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con un cast infinito (Brad Pitt, Margot Robbie x citarne i principali), Damien Chazelle ci porta agli albori del cinema, e di Hollywood, in quel periodo di transizione tra il cinema muto ed il sonoro (periodo che il protagonista non riuscira' a gestire al meglio). E lo fa', puntando su un tono volutamente eccessivo (troppo) come gia' si capisce dalle prime battute con la surreale gag dell'elefante. E questo sara' il principale punto debole del film, ambientato come detto nella Los Angeles degli anni 20-30.
Anche le 3 ore di durata non si giustificano, nonostante. alcune scene "Pasoliniane"; poi man mano anche un po' di noia ci assale, sino ad un bel finale che non spoilero.
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con un cast infinito (Brad Pitt, Margot Robbie x citarne i principali), Damien Chazelle ci porta agli albori del cinema, e di Hollywood, in quel periodo di transizione tra il cinema muto ed il sonoro (periodo che il protagonista non riuscira' a gestire al meglio). E lo fa', puntando su un tono volutamente eccessivo (troppo) come gia' si capisce dalle prime battute con la surreale gag dell'elefante. E questo sara' il principale punto debole del film, ambientato come detto nella Los Angeles degli anni 20-30.
Anche le 3 ore di durata non si giustificano, nonostante. alcune scene "Pasoliniane"; poi man mano anche un po' di noia ci assale, sino ad un bel finale che non spoilero. un film con tante promesse, ma alla fine la sostanza non e' tanta, e la nostalgia x la la land ci assale
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el bola
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martedì 30 luglio 2024
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si dilunga molto, ma film accattivante
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Cast di livello, bei costumi d'epoca, belle ambientazioni e ottima fotografia. In più con delle scene divertenti e allo stesso tempo volutamente ad effetto. Il film non vuole essere completamente inverosimile e alcune situazioni lo rimettono in carreggiata. Nonostante questo si dilunga un po' troppo e alcuni passaggi sono di troppo. Bel lavoro complessivo. Il messaggio per me è abbastanza chiaro. Non è detto che il nuovo sia migliore del vecchio, ma nell'industria cinematografica non c'è spazio per sentimentalismi e nostalgie.
Da rivedere.
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serpina
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martedì 23 aprile 2024
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tre ore di cinema molto interessante.
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Era prevedibile che questo film non piacesse al grande pubblico: troppo caotico, eccessivo, iper-recitato, a tratti marcatamente (volutamente?) sgradevole, quasi repellente... Lunghissimo peraltro, sebbene, a mio avviso, MAI interminabile: l'ho guardato fino in fondo senza avere la tentazione di smettere, cosa che invece ho fatto dopo pochi minuti con La LA Land (ma ammetto che in questo caso si trattava di un pregiudizio personale: da sempre detesto i musical e li evito senza esitazione). Mi trovo d'accordo con la recensione del sito, laddove si rileva che questo film ha ambizioni di classicità "storica" senza riuscire a creare un immaginario sul periodo storico narrato. A questo particolare fine era più funzionale il celeberrimo doppio libro di Kenneth Anger, principale riferimento di quest'opera, già dal titolo.
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Era prevedibile che questo film non piacesse al grande pubblico: troppo caotico, eccessivo, iper-recitato, a tratti marcatamente (volutamente?) sgradevole, quasi repellente... Lunghissimo peraltro, sebbene, a mio avviso, MAI interminabile: l'ho guardato fino in fondo senza avere la tentazione di smettere, cosa che invece ho fatto dopo pochi minuti con La LA Land (ma ammetto che in questo caso si trattava di un pregiudizio personale: da sempre detesto i musical e li evito senza esitazione). Mi trovo d'accordo con la recensione del sito, laddove si rileva che questo film ha ambizioni di classicità "storica" senza riuscire a creare un immaginario sul periodo storico narrato. A questo particolare fine era più funzionale il celeberrimo doppio libro di Kenneth Anger, principale riferimento di quest'opera, già dal titolo. In Hollywood Babilonia, gli eccessi e le dissolutezze - sempre rigorosamente in bianco e nero - erano espliciti e mitologici al tempo stesso, come circonfusi da un'aura gossippara di improbabilitá e inarrivabilitá dei protagonisti, i DIVI di quel'epoca e SOLO di quella... Qui sfilano sullo schermo a colori, i veri autori degli eccessi - attori, registi, produttori - approdati alla mitologia senza possedere una sostanza all'altezza del mito e quindi letteralmente sommersi dalla mediocrità del proprio essere, tra vomito, escrementi e urina. Il pubblico non poteva apprezzare a fondo il falò generalizzato e spudorato delle icone hollywoodiane, ma in compenso l'hanno fatto i cinefili e alcuni critici, incantati dalla descrizione farsesca della Hollywood delle origini, tra set multipli e comparse male in arnese, approssimazioni registiche e ridicoli incidenti sul lavoro, cineprese trasportate in ambulanza per approfittare della luce solare, infiniti ciack nei primi set 'sonori". Un qualcosa di avventuroso, fantasioso e coraggioso che credevamo esclusivo di Cinecittá e dei set di Fellini. Che peraltro il regista cita tra i suoi referenti, insieme all'Altman "corale" e chiassoso di Nashville. Insomma: ho sicuramente apprezzato e rapidamente dimenticato la mancanza di "immaginario", forse perché penso che il regista abbia scelto consapevolmente di farne a meno, per ragioni stilistiche ma anche concettuali: l'immaginario su Hollywood è già stato creato tante volte e molto bene: ora non serve più. Grande performance di Brad Pitt, alle prese con un substrato umano sul quale gli è certamente capitato di riflettere. Belli i dialoghi tra lui e l'attrice di teatro/giornalista di gossip, che denotano un alto tasso di consapevolezza che all'epoca non poteva mancare tra gli addetti ai lavori, all'insaputa del pubblico.
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dando
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mercoledì 15 novembre 2023
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da vedere
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Film da vedere. Ciascuno ne tragga le proprie riflessioni e i propri commenti! Tutto il fasto, lo sfarzo, l'effimero e il denaro della Hollywood anni '20 nel pieno del passaggio dal muto al sonoro, con quello che ne consegue. Bravi gli attori e prestevoli (soprattutto Brad Pitt),
Dal mio punto di vista è chiaro l'attacco a Hollywood visto da un regista "esterno" che non finge e non glissa su tutte le nefandezze di quel sistema troppo spesso nascosto dagli americani.
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Film da vedere. Ciascuno ne tragga le proprie riflessioni e i propri commenti! Tutto il fasto, lo sfarzo, l'effimero e il denaro della Hollywood anni '20 nel pieno del passaggio dal muto al sonoro, con quello che ne consegue. Bravi gli attori e prestevoli (soprattutto Brad Pitt),
Dal mio punto di vista è chiaro l'attacco a Hollywood visto da un regista "esterno" che non finge e non glissa su tutte le nefandezze di quel sistema troppo spesso nascosto dagli americani. Damien Chazelle firma un grande film, migliore e più coraggioso di La La Land, sicuramente. Regista a tutto tondo sia nelle scene "orgiastiche" e corali della festa del produttore, sia in quelle intime e personali. Bravo! Un film, forse un pò lungo, ma che lascia qualcosa e fa riflettere. Oggigiorno non è poco!!!!!
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luciano sibio
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mercoledì 26 luglio 2023
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la sceneggiatura fa il paio con il contenuto
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Babylon sta per "casino" o disordine estremo generato da un serie di eccessi. Ed in genere è quello che si verifica in prossimità della fine di un periodo qualsiasi, che al momento del suo cambiamento festeggia di solito il massimo del suo fulgore macchiato dall'oscuro presentimento della sua fine.
Poi quando avviene il passaggio, naturalmente tutti i protagonisti del vecchio mondo diventano tragicamente obsoleti e superati. E così qui si descrive la fine del cinema muto e l'irrompere del sonoro. Ovviamente, come si deve in ogni buon film, la sceneggiatura fa il paio con il contenuto del film, ed eccessi ridondanze o trascuratezze eccesive si giusitifcano ampliamente con ciò.
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Babylon sta per "casino" o disordine estremo generato da un serie di eccessi. Ed in genere è quello che si verifica in prossimità della fine di un periodo qualsiasi, che al momento del suo cambiamento festeggia di solito il massimo del suo fulgore macchiato dall'oscuro presentimento della sua fine.
Poi quando avviene il passaggio, naturalmente tutti i protagonisti del vecchio mondo diventano tragicamente obsoleti e superati. E così qui si descrive la fine del cinema muto e l'irrompere del sonoro. Ovviamente, come si deve in ogni buon film, la sceneggiatura fa il paio con il contenuto del film, ed eccessi ridondanze o trascuratezze eccesive si giusitifcano ampliamente con ciò.Detto ciò non si possono negare gli immancabili richiami a tuttta la filmologia di Fellini speso intrisa di quel decadentismo e surrealismo descrittivo che non è per nulla estraneo al film e che ne attenua il giudizio critico legato alla sua poca originalità,prescindendo in questo giudizio dal precedente film di pari oggetto "the artist".
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felicity
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martedì 6 giugno 2023
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perde i personaggi e non controlla la trama
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Babylon è chiaramente il rovescio della medaglia di La La Land, un altro film su Los Angeles con due protagonisti più protagonisti degli altri che cercano di compiere la scalata al mondo dello spettacolo che sognano. Stavolta però non c’è niente della delicatezza di quel film, ma tutto della brutalità e della macchina che macina gli umani. La La Land si interrompeva una volta trovato il successo, questa è la storia di cosa accade quando si entra in quei meccanismi, ed è realizzata nella vera cornice della Hollywood Babilonia. Quando poi le musiche cominciano a riprendere alcuni temi composti per La La Land, cambiandoli, deformandoli e piegandoli a questo film è chiaro che siamo dall’altra parte dello specchio.
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Babylon è chiaramente il rovescio della medaglia di La La Land, un altro film su Los Angeles con due protagonisti più protagonisti degli altri che cercano di compiere la scalata al mondo dello spettacolo che sognano. Stavolta però non c’è niente della delicatezza di quel film, ma tutto della brutalità e della macchina che macina gli umani. La La Land si interrompeva una volta trovato il successo, questa è la storia di cosa accade quando si entra in quei meccanismi, ed è realizzata nella vera cornice della Hollywood Babilonia. Quando poi le musiche cominciano a riprendere alcuni temi composti per La La Land, cambiandoli, deformandoli e piegandoli a questo film è chiaro che siamo dall’altra parte dello specchio. E anche un finale delirante in cui di nuovo un personaggio quasi rivive una vita nella propria testa assistendo a uno spettacolo, finisce con l’esagerata pretesa di Chazelle di tenere insieme davvero tutta la storia del cinema e il suo futuro in un montaggio. È la follia di Babylon che pensa di essere molto più di quello che non è, ma che lo stesso tiene per tre ore un livello di spettacolo e delirio che valgono il prezzo del biglietto. Tutti i suoi sbagli, tutti gli errori, i fastidi e ciò che gli inimica una parte del pubblico viene compensato, in un certo senso, da una quantità impressionante di scene nelle quali c’è il segreto della passione per il fare cinema e quindi anche di quella del guardarlo.
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gabriella
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sabato 1 aprile 2023
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c''era una volta.....
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La magia, il fascino, l'amore per la settima arte , nel film di Chazelle è espresso in un delirio di immagini e scene eccessive e selvagge e non mi riferisco al baccanale di apertura, ma in generale, il mondo disinibito e volgare che trova la sua espressione nell'alcool e la droga , il sesso, ma anche la crudeltà di un ingranaggio spietato che stritola le vite dopo averle esaltate. Siamo negli anni 20, epoca che segna il passaggio dal cinema muto al sonoro , è il declino di mondo che deve lasciare lo spazio a una nuova era, cambiano i costumi, si modera il linguaggio e si va verso una visione più “ elegante”, un’immagine più sofisticata e più puritana, si richiede trasformazione, evoluzione.
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La magia, il fascino, l'amore per la settima arte , nel film di Chazelle è espresso in un delirio di immagini e scene eccessive e selvagge e non mi riferisco al baccanale di apertura, ma in generale, il mondo disinibito e volgare che trova la sua espressione nell'alcool e la droga , il sesso, ma anche la crudeltà di un ingranaggio spietato che stritola le vite dopo averle esaltate. Siamo negli anni 20, epoca che segna il passaggio dal cinema muto al sonoro , è il declino di mondo che deve lasciare lo spazio a una nuova era, cambiano i costumi, si modera il linguaggio e si va verso una visione più “ elegante”, un’immagine più sofisticata e più puritana, si richiede trasformazione, evoluzione. Le cose non si mettono bene per Nelly Le Roy, sensuale funny girl senza un vero talento e per Jack Conrad divo del muto, collezionista di matrimoni, attaccato alla bottiglia , ma insicuro e spaventato all’idea del cambiamento, ma può essere invece la grande occasione per Manny, ragazzo messicano che sogna di far parte di un set cinematografico. Si balla sulle rovine di un viale al tramonto , si consumano gli eccessi e le ossessioni, si accumula l’opulenza e la si si getta nella discarica , fino alle fogne di un substrato allucinante e dal liquame infetto, è la decadenza , gli ultimi agonizzanti giorni di un mondo che scompare carico di nostalgia, con lo sguardo al passato. Non si salva nessuno,, quello che aveva dominato adesso è superato, ciò che aveva brillato, adesso si è spento, rimangono solo gli scarafaggi che si muovono al buio. Chazielle alimenta un sogno vorace fino quasi a soffocarsi, si muove in questa baraonda visiva come un elefante che irrompe in una festa, c’è tanta roba, troppa, così come troppi sono i personaggi, a discapito dei protagonisti che non sempre sono ben delineati e approfonditi,effimeri come la fama di cui sono impastati e dalla quale non si vuole uscire. Alcuni hanno detto che è un film che si ama o che si detesta senza vie di mezzo, ma non sono d’accordo, l’ho guardato volentieri anche se non l’ho particolarmente amato anche se il concentrato di video della commovente scena finale mi ha ricordato £ Nuovo cinema Paradiso”e l’omaggio al cinema da parte di chi lo fa per mestiere, e sopratutto per passione.
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[+] un eccesso di fantasia
(di samanta)
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mauridal
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venerdì 3 marzo 2023
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barocco hollywood
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Babylon un film di Damien Chazelle.
Quando un film richiede a noi pubblico spettatore un impegno di tre ore nel seguire le immagini per restare coinvolti nella storia rimanendo meravigliati, esterrefatti, increduli davanti a un caleidoscopio fantasmagorico di belle immagini, ma anche brutte e repellenti, allora diamo al regista di Babylon,il merito di essere riuscito a creare un grande film barocco rococò, ovvero un film bizzarro, eccentrico, stravagante, sorprendente, dove le immagini ci inseguono ci avvolgono, in multi spirali senza alcun significato nascosto, o meta testo ma un puro estetismo visivo nell’intreccio tra bello e orribile. Dunque, un film difficile, complicato, potremmo chiederci.
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Babylon un film di Damien Chazelle.
Quando un film richiede a noi pubblico spettatore un impegno di tre ore nel seguire le immagini per restare coinvolti nella storia rimanendo meravigliati, esterrefatti, increduli davanti a un caleidoscopio fantasmagorico di belle immagini, ma anche brutte e repellenti, allora diamo al regista di Babylon,il merito di essere riuscito a creare un grande film barocco rococò, ovvero un film bizzarro, eccentrico, stravagante, sorprendente, dove le immagini ci inseguono ci avvolgono, in multi spirali senza alcun significato nascosto, o meta testo ma un puro estetismo visivo nell’intreccio tra bello e orribile. Dunque, un film difficile, complicato, potremmo chiederci. Per niente, anzi, alla fine della visione, ci rimane chiaro il tema narrato, nella sua disarmante semplicità, è il Cinema, inquadrato come melassa babilonica trasformazione dal muto B/N al sonoro dal Una mini storia della nascita del Cinema in quella babilonia chiamata Holliwood tra gli anni venti trenta, il tramonto di una epoca fatta di pubblico e divi attori ammalianti ,bravo Brad Pitt alcolizzato ma pure Margot Robbie diva sfrenata e spudorata, ma tutti gli altri perfettamente integrati nella vorticosa Holliwood che diventa industria degli studios ,da cinema artigianale girato in paesaggi a luce naturale. Rimane il fatto che oggi come allora il Cinema è una realtà fatta di sogni, che accompagna la vita di tutti, un sogno collettivo che abbraccia popoli di tutto il mondo e questo è vero dipiù oggi nella modernità dove le immagini a volte sostituiscono la realtà vera di carne e sangue. Questo film conferma Chazelle come un regista contemporaneo, ma erede dei maestri Tarantino e Coen, e con una sua propria personalità musicale, poiché la colonna sonora del film è strepitosa, merito di JustinHurwitz . ( Mauridal)
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astromelia
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lunedì 13 febbraio 2023
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bah... ti stupirò con effetti speciali....
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mah, già la telecamera a mano mi fa venire il voltastomaco,ma qui non serve perchè il vomito la fa da padrone in senso vero non virtuale,tanto di tutto e di troppo,buona la parte di adepo forse la più meritata,brad secondo me ha girato le sue scene in solitario poi nel montaggio rimesse in mezzo, non so ,il suo sembrava un film a parte,e sarebbe riuscito,quella è l'impressione,chazelle voleva forse stupire? non è neanche candidato agli oscar sto film,troppo lungo e alcune scene sono superflue,tanto chi conosce l'ambiente cinematografico sa che va così oggi forse ancora peggio,importante è non produrre spazzatura, attori e film restano post mortem ,quindi hanno sempre una chance in più!
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