Nella cena delle spie l’aderenza al genere spy movie è solo apparente.
Nonostante le citazioni alla saga di 007 il film segue piuttosto le traiettorie classiche del melodramma. Fa infatti dello scontro tra amore e dovere il proprio nucleo narrativo. Vi dipinge attorno una parabola sull’impossibilità, per il protagonista, di raggiungere la felicità borghese della famiglia. Infine delega il procedere della trama alla parola, riducendo al minimo le azioni e relegando la violenza fisica al fuori campo, allo schermo televisivo o al mondo onirico. Le azioni dei terroristi appaiono solo attraverso dei filmati postati online e trasmessi in tv o vengono ricostruite in un sogno di Celia, mentre alcune pratiche della CIA non proprio edificanti, sono solo evocate verbalmente.
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Nella cena delle spie l’aderenza al genere spy movie è solo apparente.
Nonostante le citazioni alla saga di 007 il film segue piuttosto le traiettorie classiche del melodramma. Fa infatti dello scontro tra amore e dovere il proprio nucleo narrativo. Vi dipinge attorno una parabola sull’impossibilità, per il protagonista, di raggiungere la felicità borghese della famiglia. Infine delega il procedere della trama alla parola, riducendo al minimo le azioni e relegando la violenza fisica al fuori campo, allo schermo televisivo o al mondo onirico. Le azioni dei terroristi appaiono solo attraverso dei filmati postati online e trasmessi in tv o vengono ricostruite in un sogno di Celia, mentre alcune pratiche della CIA non proprio edificanti, sono solo evocate verbalmente. I protagonisti sono così estratti dal contesto politico e la ricerca di una verità fattuale diventa la ricerca di una verità dell’animo umano. Non è più necessario stabilire cosa sia accaduto davvero o quali fossero i motivi che hanno portato alla strage, bensì se fra Henry e Celia ci sia ancora la “scintilla” dell’amore. Se si legge l’opera in questa ottica, si spiegano allora alcune scelte estetiche, come la fotografia patinata da pubblicità, i panorami mozzafiato alternati all’uso eccessivo di primi piani e close-up e soprattutto una struttura, che esattamente come nel melodramma, si fa più sincopata verso la fine, dal momento in cui il gioco di spie inizia a esser rivelato.
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