p.rosa
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domenica 25 luglio 2021
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un vuoto completo
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Personalmente ritengo questo film vuoto, inutile e noioso. Una storia debole, accennata più che narrata, appesantita da lunghi silenzi, stacchi che arrivano troppo dopo la conclusione dell'azione scenica, come un vezzo indicante profonde riflessioni, che peraltro non si avvertono. Un buio ostentato che per lasciare intendere dimensioni oniriche, pare dichiararsi "ufficialmente" vuoto esistenziale nel tentativo (vano) di nobilitarsi in queso modo coprendo la mancanza di dialoghi e di comunicazione narrativa . A peggiorare il tuttto, l'inserimento di immagini molto ricercate e di facile effetto, non brutte ma troppo costruite però per non risultare irritanti come francamente il resto di questo film.
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Personalmente ritengo questo film vuoto, inutile e noioso. Una storia debole, accennata più che narrata, appesantita da lunghi silenzi, stacchi che arrivano troppo dopo la conclusione dell'azione scenica, come un vezzo indicante profonde riflessioni, che peraltro non si avvertono. Un buio ostentato che per lasciare intendere dimensioni oniriche, pare dichiararsi "ufficialmente" vuoto esistenziale nel tentativo (vano) di nobilitarsi in queso modo coprendo la mancanza di dialoghi e di comunicazione narrativa . A peggiorare il tuttto, l'inserimento di immagini molto ricercate e di facile effetto, non brutte ma troppo costruite però per non risultare irritanti come francamente il resto di questo film. Dispiace il coinvolgimento in un simile contesto di Valeria Golino, validissima in tante altre occasioni e degli altri professionisti impegnati in questo lavoro.
Pompeo Rosa
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paola
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domenica 25 luglio 2021
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da evitare
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Se potessi non mettere alcuna stella lo avrei fatto! Un film inutile, pretenzioso, vuoto se non si guarda alle immagini laccate o di fastidioso degrado. La trama inesistente e inconcludente. La sceneggiatura ridotta ai minimi termini sarebbe risultata migliore se del tutto inesistente vista la stupidità dei dialoghi! Non si capiscono i motivi che portano la protagonista ad agire in quel modo. Le sue azioni prive di senso vogliono lasciare l’interpretazione al disorientato e annoiato spettatore il quale ricercando disperatamente chissà quelle significato profondo ed esistenziale, trova un vuoto angosciante e inutilmente patinato. Per carità evitatelo!
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valentino
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domenica 18 luglio 2021
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un esordio originale e coraggioso
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Film originale, lontano dalle solite commedie. Bellissima fotografia di Cocco, notevoli anche le musiche di Farri. Un esordio questo di Michela Cescon che va premiato per coraggio e visione. Anche l'abusatissima Roma è vista con un occhio non banale e nuovo. Interpretazioni di Golino Anglade e De Matteo di livello. Una scommessa vinta.
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mauridal
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martedì 13 luglio 2021
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in moto perpetuo
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OCCHI BLU un film di Michela Cescon
Quando una attrice affermata come la Cescon, decide di passare alla regia e alla sceneggiatura di un film, deve necessariamente avere forti motivazioni di varia natura , necessità narrativa, esigenze creative, impulsi artistici , e chissà cos’altro.
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OCCHI BLU un film di Michela Cescon
Quando una attrice affermata come la Cescon, decide di passare alla regia e alla sceneggiatura di un film, deve necessariamente avere forti motivazioni di varia natura , necessità narrativa, esigenze creative, impulsi artistici , e chissà cos’altro. Ecco che qui in questo film , un vero e proprio motivo alla fine, di comunicare un tema narrativo, non sembra esserci. Uno spettatore a cinema ben disposto a tutto , almeno vorrebbe una comunicazione anche emotiva di una storia congrua ai personaggi. Trovo da spettatore , in Occhi blu , una vicenda lontana , irreale forse astratta con salti e sussulti , molto poco a cui appigliarsi per seguire le immagini. La regista dunque si è data un compito algebrico difficile da eseguire , rendere poco più che un canovaccio, una storia per un film completo, di personaggi e ambientazione. Soluzione più che facile: personaggio principale , una misteriosa occhi blu, che scappa sempre , in motocicletta , interpretata ,da una Valeria Golino in piena forma espressiva , poi , un personaggio comprimario che regge bene il suo ruolo, il non attore Ivano Di Matteo ,come un commissario di polizia italiana, intontito q. b. infine , ma non ultimo una figura che renda il genere noir policier, alla francese. L’attore Jean-Hugues Anglade , come un vecchio commissario di polizia, parigino che in pensione collabora con il vecchio amico e collega italiano alla questura di Roma .Già tutto questo farebbe alzare dalla poltroncina il bravo spettatore, ma un altro più critico e curioso , aspetta lo svolgimento del compito. Dunque un film basato sugli attori soltanto, poiché la storia narrata non regge. Valeria, Golino , di nome e di fatto la protagonista, è il perno del film con i suoi occhi blu guida queste grosse moto roboanti e assordanti di marca giapponese , per tutto il film , facendo rapine armata a chissà chi nascosta sotto un enorme casco. Rapine che porta termine da sola, , perché subito dopo deve impazzare a tutta velocità sulla moto per le strade di Roma , città scelta per ambientare il film. Si capisce che la regista abbia voluto ironizzare sulla altissima velocità di Valeria in moto a Roma in peno centro di giorno, ma che la polizia non riesca ad acciuffare questa rapinatrice è veramente singolare. Ad ogni modo , Pur non afferrando appieno il senso di tutto questo , la storia , si complica con il cosiddetto il francese ovvero il commissario parigino , che oltre ad aiutare il collega romano a Roma, deve portare termine un vecchio conto in sospeso in italia, trovare e vendicare chi ha ucciso, la giovane figlia che uscendo in bicicletta fu investita guarda caso ,da un motociclista. Ora ripeto , niente di più facile , poteva chiudersi così , Valeria rapinatrice in una folle corsa in moto investì e uccise la figlia del francese. Ma no, i tempi sono diversi . Intanto il vecchio policèr ormai tornato per aiutare il collega romano,riesce a trovare l’imprendibile Valeria, che scompare sempre in moto. Con i suoi vecchi metodi dunque riesce rintracciare Valeria, addirittura le parla, ne capisce la psicologia, non è una assassina , è una donna in fuga , rapina per sfida i soldi non sa che farsene. Li tiene solo nascosti. A questo punto anche lo spettatore critico e curioso si arrende . Così non seguendo più la storia si lascia andare alle immagini, e soprattutto alla buona colonna sonora , che moto a parte ci lascia ascoltare la tromba Jazz diPaolo Fresu .Le immagini sono a tratti davvero affascinanti , con citazioni del cinema d’autore da Antonioni a Godard , al noir francese, insomma , la regista ha portato a termine il compito: il film dunque finisce con un accordo di scambio di favori tra policièr e commissario che ha individuato nell’assistente complice meccanico di Valeria il vero motociclista assassino, dunque scambiandolo con la cattura di Valeria . Ma anche nel finale sfugge Valeria , che dopo vari inseguimenti butta la moto nel Tevere e lei si fa una bella visita dall’oculista ai suoi occhi blu. Questa trama malamente descritta , non corrisponde appieno alla visione del film che è tutt’altra cosa visto che le suggestioni, il silenzio dei dialoghi le luci ,la fotografia, i rumori, il suono , la bravura della Golino , ne fanno un film anomalo, un film che sfugge , ma non in moto .(mauridal)
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angelo umana
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venerdì 9 luglio 2021
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estetico
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Benvenuta Michela Cescon alla sua prima regia, lei indimenticata attrice in buoni film. La parte migliore di questo Occhi Blu è la presentazione registrata che ne fa prima della proiezione, è un omaggio al cinema Edera di Treviso, città da cui è partita, è un omaggio anche agli spettatori che cmq. interagiscono con le immagini proiettate. Annuncia che il film contiene dei vuoti di parole, che spetta agli spettatori riempire - cosa dovuta visto un film genera riflessione - dice che come tutti i film anche questo ci farà compagnia. Molto di ciò che resta del film però sono le immagini, l'estetica di Roma e le sue strade, le sue luci, i suoi palazzi e le sue strade, molte inquadrature di trombe delle scale, rettangolari o quadrate o circolari.
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Benvenuta Michela Cescon alla sua prima regia, lei indimenticata attrice in buoni film. La parte migliore di questo Occhi Blu è la presentazione registrata che ne fa prima della proiezione, è un omaggio al cinema Edera di Treviso, città da cui è partita, è un omaggio anche agli spettatori che cmq. interagiscono con le immagini proiettate. Annuncia che il film contiene dei vuoti di parole, che spetta agli spettatori riempire - cosa dovuta visto un film genera riflessione - dice che come tutti i film anche questo ci farà compagnia. Molto di ciò che resta del film però sono le immagini, l'estetica di Roma e le sue strade, le sue luci, i suoi palazzi e le sue strade, molte inquadrature di trombe delle scale, rettangolari o quadrate o circolari. Tutto è un pò spettacolare, le immagini sono precedute da musica preparatoria come di chissà cosa và a succedere, un taglio poliziesco che s'intreccia a storie personali dei protagonisti, ardite corse in moto della nostra star, Valeria Golino, per la quale la regista mostra devozione e rispetto, immancabile e quasi bambola perfetta nelle immagini di 3/4 degli 86 minuti del film. Tutto e tutti sono belli, l'estetica e il compiacimento registico di essa domina. C'è pure una storia di ricongiunzione matrimoniale dopo tanti anni in una coppia che vide uccisa la figlia tredicenne da un motociclista, qualcosa di molto inverosimile, senza emozioni vere. Sia permesso dirlo: "sotto il vestito niente".
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