frankmoovie
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lunedì 26 luglio 2021
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occhi blu ... buchi neri.
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Un sabato sera da thriller, tanto per distarci un po' ... "Occhi blu" è un film che promette momenti di suspence: in verità offre quasi nessun'ansia o momenti da stringere i pugni ... Un'occasione sprecata per la neo-regista Michela Cescon, che ha le basi per futuri successi, ricorre a primi piani "alla Sergio Leone", ad un'eccellente colonna sonora, e attori che esprimono la loro bravura in una trama che ha gli occhi belli di Valeria Golino ma tanti buchi neri ovvero tratti che restano oscuri e non forniscono risposte neanche alla fine. La Golino raggiunge una maturità espressiva di alto livello e Jean-Hughes Anglade l'accompagna con maestria in compagnia di Ivano de Matteo, Matteo Olivetti, Ludovica Skofic, Teresa Romagnoli .
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Un sabato sera da thriller, tanto per distarci un po' ... "Occhi blu" è un film che promette momenti di suspence: in verità offre quasi nessun'ansia o momenti da stringere i pugni ... Un'occasione sprecata per la neo-regista Michela Cescon, che ha le basi per futuri successi, ricorre a primi piani "alla Sergio Leone", ad un'eccellente colonna sonora, e attori che esprimono la loro bravura in una trama che ha gli occhi belli di Valeria Golino ma tanti buchi neri ovvero tratti che restano oscuri e non forniscono risposte neanche alla fine. La Golino raggiunge una maturità espressiva di alto livello e Jean-Hughes Anglade l'accompagna con maestria in compagnia di Ivano de Matteo, Matteo Olivetti, Ludovica Skofic, Teresa Romagnoli ... Resta la delusione perché ci si aspettava finalmente un thriller con intensi ritmi all'americana, non quelli lenti da soap opera, si supponevano capovolgimenti e sorprese, ma si assiste a infiniti minuti di silenzio, di lunghissime corse in moto al chiuso o per le strade della Capitale, mostrata con belle immagini. Si esce dalla sala con tanti dubbi.
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angelo umana
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venerdì 9 luglio 2021
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estetico
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Benvenuta Michela Cescon alla sua prima regia, lei indimenticata attrice in buoni film. La parte migliore di questo Occhi Blu è la presentazione registrata che ne fa prima della proiezione, è un omaggio al cinema Edera di Treviso, città da cui è partita, è un omaggio anche agli spettatori che cmq. interagiscono con le immagini proiettate. Annuncia che il film contiene dei vuoti di parole, che spetta agli spettatori riempire - cosa dovuta visto un film genera riflessione - dice che come tutti i film anche questo ci farà compagnia. Molto di ciò che resta del film però sono le immagini, l'estetica di Roma e le sue strade, le sue luci, i suoi palazzi e le sue strade, molte inquadrature di trombe delle scale, rettangolari o quadrate o circolari.
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Benvenuta Michela Cescon alla sua prima regia, lei indimenticata attrice in buoni film. La parte migliore di questo Occhi Blu è la presentazione registrata che ne fa prima della proiezione, è un omaggio al cinema Edera di Treviso, città da cui è partita, è un omaggio anche agli spettatori che cmq. interagiscono con le immagini proiettate. Annuncia che il film contiene dei vuoti di parole, che spetta agli spettatori riempire - cosa dovuta visto un film genera riflessione - dice che come tutti i film anche questo ci farà compagnia. Molto di ciò che resta del film però sono le immagini, l'estetica di Roma e le sue strade, le sue luci, i suoi palazzi e le sue strade, molte inquadrature di trombe delle scale, rettangolari o quadrate o circolari. Tutto è un pò spettacolare, le immagini sono precedute da musica preparatoria come di chissà cosa và a succedere, un taglio poliziesco che s'intreccia a storie personali dei protagonisti, ardite corse in moto della nostra star, Valeria Golino, per la quale la regista mostra devozione e rispetto, immancabile e quasi bambola perfetta nelle immagini di 3/4 degli 86 minuti del film. Tutto e tutti sono belli, l'estetica e il compiacimento registico di essa domina. C'è pure una storia di ricongiunzione matrimoniale dopo tanti anni in una coppia che vide uccisa la figlia tredicenne da un motociclista, qualcosa di molto inverosimile, senza emozioni vere. Sia permesso dirlo: "sotto il vestito niente".
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mauridal
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martedì 13 luglio 2021
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in moto perpetuo
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OCCHI BLU un film di Michela Cescon
Quando una attrice affermata come la Cescon, decide di passare alla regia e alla sceneggiatura di un film, deve necessariamente avere forti motivazioni di varia natura , necessità narrativa, esigenze creative, impulsi artistici , e chissà cos’altro.
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OCCHI BLU un film di Michela Cescon
Quando una attrice affermata come la Cescon, decide di passare alla regia e alla sceneggiatura di un film, deve necessariamente avere forti motivazioni di varia natura , necessità narrativa, esigenze creative, impulsi artistici , e chissà cos’altro. Ecco che qui in questo film , un vero e proprio motivo alla fine, di comunicare un tema narrativo, non sembra esserci. Uno spettatore a cinema ben disposto a tutto , almeno vorrebbe una comunicazione anche emotiva di una storia congrua ai personaggi. Trovo da spettatore , in Occhi blu , una vicenda lontana , irreale forse astratta con salti e sussulti , molto poco a cui appigliarsi per seguire le immagini. La regista dunque si è data un compito algebrico difficile da eseguire , rendere poco più che un canovaccio, una storia per un film completo, di personaggi e ambientazione. Soluzione più che facile: personaggio principale , una misteriosa occhi blu, che scappa sempre , in motocicletta , interpretata ,da una Valeria Golino in piena forma espressiva , poi , un personaggio comprimario che regge bene il suo ruolo, il non attore Ivano Di Matteo ,come un commissario di polizia italiana, intontito q. b. infine , ma non ultimo una figura che renda il genere noir policier, alla francese. L’attore Jean-Hugues Anglade , come un vecchio commissario di polizia, parigino che in pensione collabora con il vecchio amico e collega italiano alla questura di Roma .Già tutto questo farebbe alzare dalla poltroncina il bravo spettatore, ma un altro più critico e curioso , aspetta lo svolgimento del compito. Dunque un film basato sugli attori soltanto, poiché la storia narrata non regge. Valeria, Golino , di nome e di fatto la protagonista, è il perno del film con i suoi occhi blu guida queste grosse moto roboanti e assordanti di marca giapponese , per tutto il film , facendo rapine armata a chissà chi nascosta sotto un enorme casco. Rapine che porta termine da sola, , perché subito dopo deve impazzare a tutta velocità sulla moto per le strade di Roma , città scelta per ambientare il film. Si capisce che la regista abbia voluto ironizzare sulla altissima velocità di Valeria in moto a Roma in peno centro di giorno, ma che la polizia non riesca ad acciuffare questa rapinatrice è veramente singolare. Ad ogni modo , Pur non afferrando appieno il senso di tutto questo , la storia , si complica con il cosiddetto il francese ovvero il commissario parigino , che oltre ad aiutare il collega romano a Roma, deve portare termine un vecchio conto in sospeso in italia, trovare e vendicare chi ha ucciso, la giovane figlia che uscendo in bicicletta fu investita guarda caso ,da un motociclista. Ora ripeto , niente di più facile , poteva chiudersi così , Valeria rapinatrice in una folle corsa in moto investì e uccise la figlia del francese. Ma no, i tempi sono diversi . Intanto il vecchio policèr ormai tornato per aiutare il collega romano,riesce a trovare l’imprendibile Valeria, che scompare sempre in moto. Con i suoi vecchi metodi dunque riesce rintracciare Valeria, addirittura le parla, ne capisce la psicologia, non è una assassina , è una donna in fuga , rapina per sfida i soldi non sa che farsene. Li tiene solo nascosti. A questo punto anche lo spettatore critico e curioso si arrende . Così non seguendo più la storia si lascia andare alle immagini, e soprattutto alla buona colonna sonora , che moto a parte ci lascia ascoltare la tromba Jazz diPaolo Fresu .Le immagini sono a tratti davvero affascinanti , con citazioni del cinema d’autore da Antonioni a Godard , al noir francese, insomma , la regista ha portato a termine il compito: il film dunque finisce con un accordo di scambio di favori tra policièr e commissario che ha individuato nell’assistente complice meccanico di Valeria il vero motociclista assassino, dunque scambiandolo con la cattura di Valeria . Ma anche nel finale sfugge Valeria , che dopo vari inseguimenti butta la moto nel Tevere e lei si fa una bella visita dall’oculista ai suoi occhi blu. Questa trama malamente descritta , non corrisponde appieno alla visione del film che è tutt’altra cosa visto che le suggestioni, il silenzio dei dialoghi le luci ,la fotografia, i rumori, il suono , la bravura della Golino , ne fanno un film anomalo, un film che sfugge , ma non in moto .(mauridal)
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