felicity
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lunedì 21 marzo 2022
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il disegno superiore che incombe su tutti noi
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No Sudden Move è un bel gangster movie e un bel heist movie, con un cast in pallissima, un evidente amore (e nessuna spocchia) per il genere e la capacità di reggere una tensione che non cede mai, così come l’ironia che ogni tanto sfocia in momenti di puro e genuino divertimento.
No Sudden Move, da gangster movie più o meno “classico” si trasforma nel sottofilone preferito dal suo autore, il nostro Soderbergh, e cioè l’heist movie, o caper movie, o colpo grosso movie, chiamatelo un po’ come preferite. Solo che No Sudden Move, in un certo senso, è l’opposto di Ocean’s Eleven e i suoi fratelli: là era il piano, articolato e geniale al punto da apparire onnisciente e onnipotente, a regolare il mondo del film, riportando ogni possibile deviazione, anche quella che a noi spettatori veniva inizialmente presentata come un inciampo o un contrattempo o un problema da risolvere, nei ranghi di un disegno superiore ordito con classe dai nostri fighissimi beniamini; qua i nostri beniamini non sono tanto beniamini e nemmeno tanto fighi, e il piano se lo inventano man mano, trovandosi tra le mani un potentissimo MacGuffin (che poi, vedrete, proprio un MacGuffin non è) e giocando una partita di cui tentano di apprendere regole e contesto man mano.
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No Sudden Move è un bel gangster movie e un bel heist movie, con un cast in pallissima, un evidente amore (e nessuna spocchia) per il genere e la capacità di reggere una tensione che non cede mai, così come l’ironia che ogni tanto sfocia in momenti di puro e genuino divertimento.
No Sudden Move, da gangster movie più o meno “classico” si trasforma nel sottofilone preferito dal suo autore, il nostro Soderbergh, e cioè l’heist movie, o caper movie, o colpo grosso movie, chiamatelo un po’ come preferite. Solo che No Sudden Move, in un certo senso, è l’opposto di Ocean’s Eleven e i suoi fratelli: là era il piano, articolato e geniale al punto da apparire onnisciente e onnipotente, a regolare il mondo del film, riportando ogni possibile deviazione, anche quella che a noi spettatori veniva inizialmente presentata come un inciampo o un contrattempo o un problema da risolvere, nei ranghi di un disegno superiore ordito con classe dai nostri fighissimi beniamini; qua i nostri beniamini non sono tanto beniamini e nemmeno tanto fighi, e il piano se lo inventano man mano, trovandosi tra le mani un potentissimo MacGuffin (che poi, vedrete, proprio un MacGuffin non è) e giocando una partita di cui tentano di apprendere regole e contesto man mano. Il “disegno superiore” contro cui andranno inevitabilmente a schiantarsi sarà, con ineluttabile realismo, un ordine ben più grande di loro, e praticamente inscalfibile.
Da questo punto di vista la Detroit degli anni Cinquanta (la Motor City in piena espansione con le lotte intestine delle big four dell’automobile) diventa l’esempio perfetto di un ambiente associato dove l’evoluzione tecnica, gli esperimenti di gentrificazione urbana e di controllo sociale creano interessi paradossali che nessuno comprende sino in fondo (neanche noi spettatori) ma che condizionano ogni singolo percorso umano. Ecco che il documento/mcGuffin intorno a cui ruota la narrazione frammentata produce infinite derive potenziali: i sentimenti universali e i generi codificati del cinema hollywoodiano diventano gli effetti collaterali di un sistema di regole freddo e apparentemente impenetrabile.
Nell’odierno panorama audiovisivo quello di Steven Soderbergh ci appare uno degli sguardi più lucidi proprio perché capace di condensare urgenti istanze sociali, culturali, tecniche e mediali.
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dandy
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domenica 12 febbraio 2023
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il profitto è l''unico vincitore.
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Prodotto dalla HBO,un film corale che sotto la scorza del classico gangster movie sembra riprendere(ed aggiornare)le tematiche di "Crocevia della morte",dove la fiducia reciproca è un'illusione e i rapporti umani sono fondati esclusivamente su menzogna e tradimento per perseguire i propri scopi.Soderberg usa il passato come specchio del presente,analizzando le macroscopiche falle di un sistema dove l'eccessivo liberismo e gli intrallazzi capitalisti celati dal progresso(in questo caso la promozione di una nuova marmitta per auto,che come si evince dalle didascalie finali diventerà obbligatoria il decennio seguente a dispetto della scoperta delle varie macchinazioni criminali nascoste dietro di essa)favoriscono l'eterno conflitto tra pedine in un gioco più grande di loro(dove non è permesso concedersi "mosse improvvise",da cui il titolo) perchè divisi in primis da differenze sociali,etniche,e classiste.
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Prodotto dalla HBO,un film corale che sotto la scorza del classico gangster movie sembra riprendere(ed aggiornare)le tematiche di "Crocevia della morte",dove la fiducia reciproca è un'illusione e i rapporti umani sono fondati esclusivamente su menzogna e tradimento per perseguire i propri scopi.Soderberg usa il passato come specchio del presente,analizzando le macroscopiche falle di un sistema dove l'eccessivo liberismo e gli intrallazzi capitalisti celati dal progresso(in questo caso la promozione di una nuova marmitta per auto,che come si evince dalle didascalie finali diventerà obbligatoria il decennio seguente a dispetto della scoperta delle varie macchinazioni criminali nascoste dietro di essa)favoriscono l'eterno conflitto tra pedine in un gioco più grande di loro(dove non è permesso concedersi "mosse improvvise",da cui il titolo) perchè divisi in primis da differenze sociali,etniche,e classiste.Ma oltre a sottolineare il lato beffardo del destino(per quanto riguarda Ronald)viene lasciato anche spazio per la speranza(per quanto riguarda Curt)laddove paradossalmente chi voleva troppo alla fine se la cava ottenendo solo "ciò che gli spetta".E non viene mai tralasciato l'aspetto umano dei protagonisti,le loro contraddizioni e sfaccettature.Ottimo gico di attori,tra cui un Damon in scena per pochi minuti e un Fraser di ritorno nel grande cinema prima di "The Whale".L'uso di lenti anamorfiche KOwa conferisce lo strano effetto "schiacciato" durante i movimenti di macchina,tipico del cinema anni'50,ma la fotografia(di Soderberg) è quella modernissima high tech,e accentua il parallelo tra passato e presente.Il regista è anche montatore.
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