Trentenne confusa si fa più di 1.000 km in pullman per tornare al paese natìo con l'intento di rubare la fidanzata al fratello. Cambierà idea.
È un po' tutta qui la trama di questo lungo (un po' troppo?) spot pubblicitario del turismo calabrese, che per la prima metà "si fa vedere" ma che finisce inevitabilmente per suscitare qualche sbadiglio via via che si avvicina all'epilogo.
Vero è che il regista non si pone l'obiettivo di regalarci un capolavoro, ma il tema principale (quello del progressivo affermarsi, tra i giovani, della cosiddetta "fluidità" nel modo di vivere i sentimenti) è trattato in maniera francamente superficiale, e neppure gli altri (il modello della famiglia meridionale, il rispetto per la natura, l'imprenditoria "etica", il peso delle aspettative e dell'ansia di prestazione e qualche altro ancora) vanno molto al di là della sbozzatura. Né si comprende più di tanto la scelta di affidare a Teresa Mannino (poco più di una macchietta) e Nino Frassica, che fino a prova contraria sono siciliani doc, il ruolo di coloriti rappresentanti della comunità locale.
Insomma: l'immagine-simbolo di questo film appare allo spettatore poco dopo l'inizio, ed è quella della protagonista che salta da un balcone al primo piano e si rialza come nulla fosse. E comunque, in ogni caso, nella fila degli adulti fatti che non sanno ancora che cosa vogliono fare da grandi ci siamo prima noi che abbiamo vent'anni in più sul groppone.