dandy
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lunedì 25 ottobre 2021
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purtroppo lascia alquanto a desiderare...
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Dopo il buon debutto con "The end?-L'inferno fuori",Misischia,che co-sceneggia con Cristiano Ciccotti e come sempre con i Manetti Bros alla produzione,tenta l'horror da revival anni'80 in versione nostrana,con echi da cult d'oltreoceano del periodo quali "Scuola di Mostri" e "Ammazavampiri".Un'operazione ambiziosa,e che faceva sperare in quel guizzo d'ingegno e vitalità che ogni tanto fanno capolino nelle produzioni nostrane tipo "Lo chiamavano Jeeg Robot" o "A Classic Horror Story".Ma purtroppo ancora una volta ci si ritrova a rimpiangere un'occasione perduta...I pregi non mancherebbero(i bravi attori giovani,i dialoghi abbastanza azzeccati,le citazioni cinematografiche anni'80[dai classici poster e frasi di film quali "Hellreiser","Nightmare 4","Bad Taste" "La casa","Rambo","Ritorno al futuro","Ghostbusters" e richiami più seri quali Lovecraft e John Huston] gestite con accuratezza e umorismo,certi momenti indubbiamente divertenti,il look dell'alieno) ma anche i difetti non sono pochi:cominciamo da Valmont,aldilà di ogni umana sopportazione sia come personaggio che come recitazione dell'attore(degno dei peggiori sketch di Made in Sud).
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Dopo il buon debutto con "The end?-L'inferno fuori",Misischia,che co-sceneggia con Cristiano Ciccotti e come sempre con i Manetti Bros alla produzione,tenta l'horror da revival anni'80 in versione nostrana,con echi da cult d'oltreoceano del periodo quali "Scuola di Mostri" e "Ammazavampiri".Un'operazione ambiziosa,e che faceva sperare in quel guizzo d'ingegno e vitalità che ogni tanto fanno capolino nelle produzioni nostrane tipo "Lo chiamavano Jeeg Robot" o "A Classic Horror Story".Ma purtroppo ancora una volta ci si ritrova a rimpiangere un'occasione perduta...I pregi non mancherebbero(i bravi attori giovani,i dialoghi abbastanza azzeccati,le citazioni cinematografiche anni'80[dai classici poster e frasi di film quali "Hellreiser","Nightmare 4","Bad Taste" "La casa","Rambo","Ritorno al futuro","Ghostbusters" e richiami più seri quali Lovecraft e John Huston] gestite con accuratezza e umorismo,certi momenti indubbiamente divertenti,il look dell'alieno) ma anche i difetti non sono pochi:cominciamo da Valmont,aldilà di ogni umana sopportazione sia come personaggio che come recitazione dell'attore(degno dei peggiori sketch di Made in Sud).Ed escludendo il bravo e mai invadente Lillo,anche il resto del cast adulto funziona poco,Caselli in odore di Kill Bill compresa.Poi c'è tutta quella classica sequela di clichè stratriti che andavano rigorosamente evitati,dalla facilità con cui i protagonisti si tirano fuori dalle situazioni di pericolo al confronto finale troppo sbrigativo con un mostro che avrebbe necessitato di più spazio nella vicenda.E con 2 milioni di euro di budget si poteva fare a meno di certi tocchi digitali scadenti e soprattutto abbondare un pò di più col gore,visto che a occuparsene c'è Stivaletti.Nient'altro che un prodotto di genere apprezzabile ma affatto memorabile.Davvero un peccato.
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jonnylogan
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mercoledì 25 agosto 2021
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cosa resterà di questi anni ''80?
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Giovanni, ventenne di Bobbio appassionato di cinema e fumetti, trascorre le giornate in compagnia di un gruppo di coetanei nel tentativo di girare una pellicola splatter con i pochi mezzi a propria disposizione e cercando di sfuggire dalla noia della provincia italiana. Tutto cambierà quando sulle pagine di ‘666 cacciatori di demoni’, fumetto disegnato dal suo idolo Diego Busirivici, Giovanni riconosce Bobbio e la sua chiesa all’interno della quale si nasconderebbe un essere dalle fattezze mostruose.
Daniele Misischia fa nuovamente centro a tre anni di distanza dalla sua precedente fatica: The End. L'inferno è fuori, ma se in quel caso il pathos era generato da manipoli di zombie assetati di sangue, questa volta la parte preponderante del film si consuma alla ricerca delle numerose citazioni cinematografiche, più o meno nascoste, e provenienti direttamente dai dorati anni ’80.
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Giovanni, ventenne di Bobbio appassionato di cinema e fumetti, trascorre le giornate in compagnia di un gruppo di coetanei nel tentativo di girare una pellicola splatter con i pochi mezzi a propria disposizione e cercando di sfuggire dalla noia della provincia italiana. Tutto cambierà quando sulle pagine di ‘666 cacciatori di demoni’, fumetto disegnato dal suo idolo Diego Busirivici, Giovanni riconosce Bobbio e la sua chiesa all’interno della quale si nasconderebbe un essere dalle fattezze mostruose.
Daniele Misischia fa nuovamente centro a tre anni di distanza dalla sua precedente fatica: The End. L'inferno è fuori, ma se in quel caso il pathos era generato da manipoli di zombie assetati di sangue, questa volta la parte preponderante del film si consuma alla ricerca delle numerose citazioni cinematografiche, più o meno nascoste, e provenienti direttamente dai dorati anni ’80. L’ultimo lavoro del cineasta Romano fa infatti il verso sia alla decade d’oro del cinema giovanile e horror con tutti gli stereotipi al quale ricollegarsi: la ragazza carina e il ragazzo che la ama segretamente, il gruppo di bulli pronti a schernirlo per le passioni fuori dall’ordinario e gli amici di sempre e che da sempre vorrebbero sfuggire al tedio della provincia, che sia americana o italica poco importa, il tutto nel bel mezzo di una serie di omicidi copiosamente irrorati di sangue. A questo i fratelli Manetti, coautori del soggetto e in cabina di sceneggiatura assieme allo stesso Misischia, aggiungono una sana e scherzosa critica al revival che negli ultimi anni si sta facendo degli ‘80ies grazie alle citazioni che piovono copiose e grazie all’aggiunta di una figura come quella del fumettista Diego Busirivici, impersonato da Lillo Petrolo scelto sia per trascorsi professionali, Lillo è stato veramente un fumettista, sia per il gusto irriverente di trasformare la pellicola in una parodia del genere splatter. Alla fine il risultato grazie all’impegno di tutto il cast, sul quale si staglia Tobia De Angelis, ventenne fratello della più nota Matilda, riesce a centrare l’obiettivo di fare sorridere e al tempo stesso di spaventare un pubblico che fra le pieghe della narrazione non perderà di certo l’opportunità di rivedersi proiettata indietro nel tempo di quasi 40 anni.
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