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mercoledì 13 luglio 2022
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oscurità neve stanze
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Cara Marzia, ho appena visto il film. Ho appena letto quello che ne hai scritto. Il film è una incredibile Tre Teste del Bambino Cinema, struggente mostruosità. Me lo aveva consigliato e passato il mio amico Daniele Gaglianone; gliene sarò grato per sempre. Il sotterraneo dell'inizio, la sporcizia, le ciocche strappate dalle pareti, le facce di chi le trattiene per un momento, vergognandosi di avere delle mani...Il paesaggio sotto la neve, l'apparizione della bambina, il vento sulla moto. La casa della madre, la sua schiena, i capelli d'oro sbiancati. La figlia. Madre e figlia Due, tre stanze, nella storia del cinema, hanno preso in sé la spietatezza di due corpi amanti, di un racconto e un dolore senza tempo.
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Cara Marzia, ho appena visto il film. Ho appena letto quello che ne hai scritto. Il film è una incredibile Tre Teste del Bambino Cinema, struggente mostruosità. Me lo aveva consigliato e passato il mio amico Daniele Gaglianone; gliene sarò grato per sempre. Il sotterraneo dell'inizio, la sporcizia, le ciocche strappate dalle pareti, le facce di chi le trattiene per un momento, vergognandosi di avere delle mani...Il paesaggio sotto la neve, l'apparizione della bambina, il vento sulla moto. La casa della madre, la sua schiena, i capelli d'oro sbiancati. La figlia. Madre e figlia Due, tre stanze, nella storia del cinema, hanno preso in sé la spietatezza di due corpi amanti, di un racconto e un dolore senza tempo... Hai scritto cose che mi hanno fatto venire voglia di sere chi sei.
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fabiofeli
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domenica 13 febbraio 2022
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il tempo scorre e purifica come l''acqua
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Da una porta di metallo tre uomini entrano in una stanza sotterranea con secchi di acqua; i loro spazzoloni bagnati rimuovono ciocche di capelli; dal soffitto pendono tubi con “cipolle” forate. Sono docce? Il lavoro dei tre diventa frenetico quando si sente un pianto infantile. Si rimuovono griglie e botole. Gli uomini fanno festa alla bambina che sbuca fuori dal pavimento: fanno parte dei liberatori, soldati russi in un lager tedesco. La seconda scena è un interminabile litigio in una lingua centroeuropea tra figlia, Lena, e madre, Eva (Lili Monori). Eva non vuole cedere a Lena il documento che certifica la sua nazionalità ungherese e il suo credo ebraico.
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Da una porta di metallo tre uomini entrano in una stanza sotterranea con secchi di acqua; i loro spazzoloni bagnati rimuovono ciocche di capelli; dal soffitto pendono tubi con “cipolle” forate. Sono docce? Il lavoro dei tre diventa frenetico quando si sente un pianto infantile. Si rimuovono griglie e botole. Gli uomini fanno festa alla bambina che sbuca fuori dal pavimento: fanno parte dei liberatori, soldati russi in un lager tedesco. La seconda scena è un interminabile litigio in una lingua centroeuropea tra figlia, Lena, e madre, Eva (Lili Monori). Eva non vuole cedere a Lena il documento che certifica la sua nazionalità ungherese e il suo credo ebraico. Il certificato serve per iscrivere Jonas, il figlio di Lena, alla scuola, beneficiando della legge tedesca in favore dei sopravvissuti della Shoa e dei loro discendenti. La discussione termina malamente e c'è lo scoppio di un tubo dell'acqua. Anni dopo Jonas è adolescente e dalle finestre della scuola esce fumo per un incendio. Non ci sarà lezione e gli studenti più grandi che sottopongono Jonas a mobbing non ricavano soddisfazione dall'atteggiamento noncurante del giovane, che è affascinato da una coetanea punita dai suoi, mussulmani praticanti, con il taglio a zero dei capelli … Il racconto è spezzato in tre parti, tre lunghe scene che si svolgono lungo 80 anni di tempo e che sono collegate dall'acqua: il liquido che ripulisce la camera a gas, il tubo che esplode in casa di Eva, il fiume davanti al quale Jonas e la ragazza si baciano, mentre sul ponte passa la processione di San Martino con centinaia di lanterne. Il titolo originale, Évolution, è più chiaro di quello scelto dalla distribuzione. Il danno operato sulla bambina si ripercuote molti anni dopo sulla figlia della donna e a sua volta sul ragazzo, che però lo annulla, perché il tempo come un fiume che scorre cambia gli scenari che attraversa. Mundruczó descrive il tempo come un gomitolo con diversi nodi che mettono in crisi i rapporti tra generazioni. Un film maturo, sorprendente per chi, come noi, non ha visto “Pieces of a woman”, un precedente successo del regista: direzione ottima, come la recitazione della Monori, una sceneggiatura con i fiocchi di Kata Wéber. La speranza che le tracce del passato saranno rimosse illumina il finale. Da non mancare. Valutazione **** FabioFeli
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venerdì 4 febbraio 2022
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un film terribile
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un film terribile, doloroso che cerca di andare oltre al momento di un grave trauma storico mostrandone gli esiti nelle successive generazioni. L’orrore sta nel modo in cui le nuove generazioni vedono quel passato: un’eredità poco edificante e costruttiva, una realtà utile solo se apporta vantaggi nel presente, una tradizione e valore vissuta come ostacoli nelle relazioni con la cultura dominante. Il tema principale è LAVARE VIA, lavare via tutto, l’orrore della memoria, gli incubi, i danni morali e fisici dei sopravvissuti, le conseguenze di una storia diversa che ancora crea sensi di colpa e la necessità di tirare un colpo di spugna.
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emanuele 1968
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lunedì 31 gennaio 2022
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penso che abbia il suo perche........
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Non penso che sia un capolavoro, però merita la visione, il film sembra diviso in tre, il primo è abbastanza prevedibile, il secondo sembra un monologo tra madre e figlia anche se non ho ben capito perchè alla fine si allaga la casa , il terzo personalmente è stato il più interessante.
Anche oggi è un pò difficile spiegare hai figli perchè succedono certe cose che si vedono in televisione, oppure anche andando in giro si notano certi atteggiamenti cosi folli e determinati che non si possono spiegare.
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athos
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giovedì 27 gennaio 2022
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quanto resiste la memoria?
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Una sequenza iniziale lunghissima, non parlata e molto forte lascia il posto a una fiction televisiva. Da Eva (nonna) a Lena (figlia) per finire a Jonas (nipote) la memoria corre attraverso gli imperscrutabili moti dell'anima. Ognuno reagisce a modo proprio, perchè anche una tragedia immane come la Shoah diventa un fatto personale. La memoria di Jonas è annacquata e non partecipata. Ha il mondo davanti a sè e non vede barriere. Il film ci dice di non etichettare i nostri figli. L'umanità, pur in un percorso tortuoso e pieno di imbecilli, continua il suo cammino, anche dopo di noi.
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