Gianni Canova
We Love Cinema
Tre lunghi, complessi, contorti, bellissimi piani-sequenza. Il primo - poco meno di venti minuti - è tutto ambientato in un loculo di cemento armato che fungeva da doccia femminile nel lager di Auschwitz. Il secondo - quasi quaranta minuti, senza un attimo di tregua - si svolge invece più o meno 70 anni dopo in un appartamento piccolo-borghese in cui una vecchia madre (la bambina trovata miracolosamente viva nella doccia di Auschwitz del primo episodio) discute animatamente con la figlia sul tema dell'identità ebraica. [...]
di Gianni Canova, articolo completo (6060 caratteri spazi inclusi) su We Love Cinema 24 gennaio 2022