lizzy
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lunedì 31 agosto 2020
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il compitino
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Ecco...
Non è che questo film sia realmente brutto...
Non è che gli attori non siano bravi...
Non è che la trama sia troppo improbabile...
Ma il tutto sembra uno di quei classici "compitini" per casa da svolgere al rientro da scuola e portare l'indomani alla mai sazia docente.
Qua sono tutti in linea con le loro capacità, ma forse manca quel "quid" singolarmente a tutto (trama, regia, scene, recitazione) che possa sdoganare questo lavoro nella sezione "Mi andrebbe di rivederlo".
La trama è quella e non è giusto spoilerare, ma alcune cose le possiamo riscontrare anche in recenti fatti di cronaca (vedi la faccenda Vannini, ad esempio), altre atmosfere mi sembrano prese in prestito da "Il capitale umano" di Virzì.
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Ecco...
Non è che questo film sia realmente brutto...
Non è che gli attori non siano bravi...
Non è che la trama sia troppo improbabile...
Ma il tutto sembra uno di quei classici "compitini" per casa da svolgere al rientro da scuola e portare l'indomani alla mai sazia docente.
Qua sono tutti in linea con le loro capacità, ma forse manca quel "quid" singolarmente a tutto (trama, regia, scene, recitazione) che possa sdoganare questo lavoro nella sezione "Mi andrebbe di rivederlo".
La trama è quella e non è giusto spoilerare, ma alcune cose le possiamo riscontrare anche in recenti fatti di cronaca (vedi la faccenda Vannini, ad esempio), altre atmosfere mi sembrano prese in prestito da "Il capitale umano" di Virzì...
Magari il tutto se se fosse stato sceneggiato meglio forse avrebbe potuto funzionare...(forse)
Così invece... non saprei...
...ma onestamente... a me sembrava di guardare più un esercizio di stile che un prodotto finito.
Il "personaggio" peggiore sicuramente la figlia di Giallini.
Il più inutile... il prete.
Il migliore? mah...
Di sicuro non un film memorabile.
Si può vedere davanti due piadine da sgranocchiare per placare i morsi della fame.
Ma poi si passa ad altro...
P.S. Non uno dei migliori "Giallini".
P.S. 2 A mio avviso Bebo Storti è uno dei personaggi più sottovalutati e meno ben gestiti e sfruttati degli ultimi 30 anni. Peccato...
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jonnylogan
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mercoledì 19 febbraio 2020
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su al nord
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In una piccola comunità del nord est si muovono personaggi dall’apparenza specchiata ma con molti scheletri nei rispettivi armadi. Un imprenditore fedifrago e sua moglie, vittima della depressione, un medico che lucra sui propri pazienti, il prete del paese con molto da nascondere e un poliziotto che porta a termine loschi traffici con i criminali rumeni del luogo. Le rispettive debolezze usciranno allo scoperto la notte quando tutti saranno chiamati a gestire un incidente pieno di risvolti morali.
Di Matteo e la moglie Valentina Ferlan, collaboratrice fidata in cabina di sceneggiatura, ci mettono nuovamente di fronte a noi stessi e per la precisione al finto perbenismo nel quale spesso annega l’esistenza della parte più produttiva del paese, ovvero il nord-est, scelto da regista per via del concetto di difesa del territorio e dei beni materiali accumulati al termini di numerosi sacrifici.
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In una piccola comunità del nord est si muovono personaggi dall’apparenza specchiata ma con molti scheletri nei rispettivi armadi. Un imprenditore fedifrago e sua moglie, vittima della depressione, un medico che lucra sui propri pazienti, il prete del paese con molto da nascondere e un poliziotto che porta a termine loschi traffici con i criminali rumeni del luogo. Le rispettive debolezze usciranno allo scoperto la notte quando tutti saranno chiamati a gestire un incidente pieno di risvolti morali.
Di Matteo e la moglie Valentina Ferlan, collaboratrice fidata in cabina di sceneggiatura, ci mettono nuovamente di fronte a noi stessi e per la precisione al finto perbenismo nel quale spesso annega l’esistenza della parte più produttiva del paese, ovvero il nord-est, scelto da regista per via del concetto di difesa del territorio e dei beni materiali accumulati al termini di numerosi sacrifici. In realtà la villetta del titolo potrebbe trovarsi ovunque esattamente come ovunque si sarebbero potuti trovare anche i protagonisti dei precedenti lavori del regista Romano, da La Bella gente sino a I nostri Ragazzi. Proprioper questoun medico ben poco interessato ai propri pazienti, ma decisamente molto appassionato del suo conto in banca, impersonato da Bebo Storti, non fa decisamente gridare allo scandalo, così come il poliziotto di origini campane impersonato dal comico Massimiliano Gallo, per terminare con la facoltosa coppia d’industriali della viticultura, con figli a carico, una suocera che odia il genero (Marco Giallini) perché irrimediabilmente “terrone” e arricchitosi per via del matrimonio con la figlia e una moglie invece più dedita alla beneficenza che alla propria famiglia (Michela Cescon). La capacità di Di Matteo è poi quella di riuscire a generare un cambio di registro in corso d’opera, trasformando quella che al inizio pareva una critica sociale, verso la finzione che ognuno si porta dietro giornalmente, in dramma, ed è forse proprio in questo che pecca la pellicola, a causa di una virata di genere troppo sbrigativamente liquidata per tornare alla teorica normalità di facciata di tutti i giorni. Un peccato perché l’idea iniziale era decisamente e al solito interessante l’epilogo decisamente molto meno.
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francesco2
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domenica 30 giugno 2024
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buon film
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Nelle prime immagini, il taglio a metà tra documentarismo ed un'atmosfzera inquietante da giallo -qualcuno potrebbe dire addirittura da horror- lascia presagire quali saranno le differenze con Virzi, figlio più della commedia all'italiana, quindi -spesso-maggiormente interessato ad evidenziare i tratti caricaturali dei personaggi. Qui, invece, ci si =af-fida a scene di gruppo dal ritmo lento, un poco dilatato ove ci siano dialoghi, o che illustrano fenomeni naturali quali la pioggia, ostacolo che si frappone tra la buona volontà della protagonista e la sua "riuscita" nel tempo dedicato al volontariato. Come questo si aggiungesse alle sue difficoltà in ambito familiare, anche con la figlia, tra le poche note stonate.
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Nelle prime immagini, il taglio a metà tra documentarismo ed un'atmosfzera inquietante da giallo -qualcuno potrebbe dire addirittura da horror- lascia presagire quali saranno le differenze con Virzi, figlio più della commedia all'italiana, quindi -spesso-maggiormente interessato ad evidenziare i tratti caricaturali dei personaggi. Qui, invece, ci si =af-fida a scene di gruppo dal ritmo lento, un poco dilatato ove ci siano dialoghi, o che illustrano fenomeni naturali quali la pioggia, ostacolo che si frappone tra la buona volontà della protagonista e la sua "riuscita" nel tempo dedicato al volontariato. Come questo si aggiungesse alle sue difficoltà in ambito familiare, anche con la figlia, tra le poche note stonate.
Nei suoi tentativi di tornare in quel Nord-Est illustrato da Mazzacurati,Di Matteo si affida anche a primi piani -insistiti, ma nonsempre INSISTENTI, secondo chi scrive, a differenza di altro cinema europeo. L'assenza sostanziale dei toni monicelliani -eccezion fatta, forse, per la madre della protagonista- non lascia trapelare un tono di terzietà. Di Matteo illustra un'ambiguità morale, più visibile o nascosta secondo i casi. Si salvano, probabilmente, gli immigrati, ma i toni appaiono scevri da quel "buonismo" rinfacciato a certa cultura. Proprio questi nuovi lavoratori -o aspiranti tali- erano figure con cui, credo, Monicelli non si era mai confrontato, e che per Mazzacurati erano argomento ancora emergente -Ricordate "Un'altra vita"nel '92?
in ultimo, una piccola curiosità: gli ospiti del titolo sono solo i migranti, o, forse, anche quegli animali notturni che generano un senso di inquietudine?
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luciano sibio
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domenica 30 agosto 2020
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buon film
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Buon film. SI vede che sono le idee e la professionalità degli attori a fare i film e non i mezzi economici in senso stretto.
Non condivido il senso delle critiche sin qui lette.In questo film nessuno ha voluto fare un critica moralistica al genere umano intento nel quotidiano
a concepire marachelle e misfatti. Si è invece voluto concentrare l'attenzione sul fatto che nelle provincie italiane,che raccolgono
tanta parte della nostra popolazione,i vizi e le indecenze sono tutte sotterrate nell'ipocrisia generale.Quando succede qualche episodio grave a
sfondo penale,per la necessità di coprire dette indecenze,che inevitabilmente affiorerebbero,si scatenano operazioni di depistaggio sistematiche
per cui nel ns paese annoveriamo centinaia di casi di omicidi e altro,nelle nostre numerose provincie,che rimangono imbrigliate in processi senza fine
e dai contorni misteriosi.
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Buon film. SI vede che sono le idee e la professionalità degli attori a fare i film e non i mezzi economici in senso stretto.
Non condivido il senso delle critiche sin qui lette.In questo film nessuno ha voluto fare un critica moralistica al genere umano intento nel quotidiano
a concepire marachelle e misfatti. Si è invece voluto concentrare l'attenzione sul fatto che nelle provincie italiane,che raccolgono
tanta parte della nostra popolazione,i vizi e le indecenze sono tutte sotterrate nell'ipocrisia generale.Quando succede qualche episodio grave a
sfondo penale,per la necessità di coprire dette indecenze,che inevitabilmente affiorerebbero,si scatenano operazioni di depistaggio sistematiche
per cui nel ns paese annoveriamo centinaia di casi di omicidi e altro,nelle nostre numerose provincie,che rimangono imbrigliate in processi senza fine
e dai contorni misteriosi.
Questo film,il suo vero senso,per me, ce l'ha in quello che succederà dopo il fatto raccontato,fatti che non vengono esposti ma sono facilmente supponibili. ed è il senso della ns nazionale e quotidiana cronaca nera delle provincie con tutti i suoi casi irrisolti.
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(di alfredo martinelli)
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