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Io lo so chi siete, un accorato e potente documentario su Vincenzo Agostino

Alessandro Colizzi segue per le vie di Palermo il padre del poliziotto Nino Agostino, assassinato insieme alla moglie nel 1989, facendo passare l'urgenza della sua battaglia attraverso l'immagine del suo corpo-monumento. Da lunedì 21 marzo al cinema.
di Alice Catucci

venerdì 4 marzo 2022 - Recensioni

Io so chi siete: il documentario del regista Alessandro Colizzi e della sceneggiatrice Silvia Cossu, prende il titolo dalle parole che Ida Castelluccio, prima di morire per via di una pallottola nel cuore, urla agli assassini del marito. Da quel momento l'omicidio Agostino rimane avvolto per troppi anni nel mistero e nel silenzio, e da pochissimo è stato ripreso e ridiscusso in processo.

Ma a muoversi nell'immobilità e a urlare a gran voce la necessità di un cambiamento, in Sicilia ci sono da anni i parenti delle innumerevoli vittime di omicidi a stampo mafioso; figli, genitori e nipoti di persone che si sono battute nel silenzio contro Cosa Nostra. Uno di questi è Vincenzo Agostino, vero e proprio “monumento vivente al dolore di Palermo” come viene definito nel documentario.

Io so chi siete è un documentario privo di particolari picchi registici o pretese estetiche, è potente l'impatto. Perché il punto centrale è davvero l'urgenza del messaggio e della storia raccontata che, molto più che sulle immagini o sulle interviste riportate, passa attraverso il corpo e gli occhi di Vincenzo Agostino.
 

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