samanta
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domenica 21 luglio 2019
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l'isola della confusione
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[SPOILER] In questa recensione è inevitabile che si rivelino alcuni colpi di scena.
Innanzitutto il genere sarebbe un thriller e un dramma con la regia (e la sceneggiatura) di Steven Knight, regista britannico, che ha l'attivo la direzione di soli 3 film (oltre a questo: Redemption, Locke) , peraltro risoltisi in flop commerciali, come Serenity che a fronte di un budget di 25 milioni di $ ha avuto finora incassi per 8 milioni e mezzo di $.
Il film si avvale dell'interpretazione di 2 star quali Matthew McConaughey (John) e Anne Hathaway, oltre che di Diane Lane (Costance) amante di John.
La trama, confusa, è ambientata in un isoletta al largo della costa est degli Usa John pescatore perenne alcolizzato e alla disperata caccia di un gigantesco tonno, lo avvicina l'ex moglie Anne che vive con il figlio di John rimasto a casa e arriva con il nuovo marito Frank (Jason Zakarias) che la pesta a sangue e che vuole uccidere un grande squalo, John cede alle lusinghe e ai soldi di Anne e cerca di uccidere il cattivo Frank durante la caccia allo squalo, ma attenzione è tutto un giuoco virtuale inventato al computer dal figlio di Anne che in realtà è una poveretta che ha sposato un operaio edile ubriacone, e sarà il figlio (il cui vero padre è morto in guerra) che ucciderà il patrigno.
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[SPOILER] In questa recensione è inevitabile che si rivelino alcuni colpi di scena.
Innanzitutto il genere sarebbe un thriller e un dramma con la regia (e la sceneggiatura) di Steven Knight, regista britannico, che ha l'attivo la direzione di soli 3 film (oltre a questo: Redemption, Locke) , peraltro risoltisi in flop commerciali, come Serenity che a fronte di un budget di 25 milioni di $ ha avuto finora incassi per 8 milioni e mezzo di $.
Il film si avvale dell'interpretazione di 2 star quali Matthew McConaughey (John) e Anne Hathaway, oltre che di Diane Lane (Costance) amante di John.
La trama, confusa, è ambientata in un isoletta al largo della costa est degli Usa John pescatore perenne alcolizzato e alla disperata caccia di un gigantesco tonno, lo avvicina l'ex moglie Anne che vive con il figlio di John rimasto a casa e arriva con il nuovo marito Frank (Jason Zakarias) che la pesta a sangue e che vuole uccidere un grande squalo, John cede alle lusinghe e ai soldi di Anne e cerca di uccidere il cattivo Frank durante la caccia allo squalo, ma attenzione è tutto un giuoco virtuale inventato al computer dal figlio di Anne che in realtà è una poveretta che ha sposato un operaio edile ubriacone, e sarà il figlio (il cui vero padre è morto in guerra) che ucciderà il patrigno.
Innanzitutto la regia e ovviamente è confusa per cui si riesce ben difficilmente a seguire una trama oltretutto infarcita di flashback e di flash forward, tant'é che lo spettatore non si illuda il colpo di scena finale, passa quasi del tutto inosservato, non ha certo la grinta e la bellezza del finale di Sesto senso. Alla regia manca il polso e soprattutto la capacità di condurre una storia che in sè avrebbe potuto essere interessante (il virtuale che si sovrappone al reale) ma che si risolve invece in un'ammucchiarsi di scene confuse. Certamente non è d'aiuto l'intepretazione degli attori che francamente è mediocre: McConaughey è un buon attore (Interstellar, Oscar per Dallas Buyers Club) ma qui fa una parte senza profondità, gigioneggia la parte di un alcoolizzato per tutto il film, quanto ad Anne Hathaway (Oscar come migliore attrice n.p. per Les Misérables) è un'attrice altalenante molto sovrastimata, dal momento che alterna a prestazioni buone prestazioni mediocri o insufficienti (ad esempio Attenti a quelle due), nè un paio di scene un pò erotiche serve a rimediare la prestazione. Purtroppo è finito il tempo d'oro di Hollywood per cui era sufficiente l'interpretazione di 2 o 3 assi per risollevare un film dalla regia o dalla sceneggiaturà un pò zoppicante. Quanto a Diane Lane (L'amore infedele) come bellezza ed apparenza fisica si difende molto bene, ma recita in modo stanco e rassegnato, senza infamia e senza lode gli altri interpreti.
L'ambientazione è e la fotografia sono buoni: l'oceano, la pesca, l'isola ancora selvaggia e i colori leggermente velati, danno luogo a scene suggestive e costituiscono la parte migliore del film
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(di adp)
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sabato 20 luglio 2019
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emozionante
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Un finale sconvolgente e veramente emozionante, lo consiglio a tutti
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sabato 20 luglio 2019
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orrendo
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Segnalo a tutti che il film in questione è orribile!!! A meno che non siate fanatici dei due attori protagonisti vi consiglio caldamente di investire diversamente i vostri euro! Oltre tutto il regista trova il modo di sprecare clamorosamente una splendida Diane Lane confinandola in un ruolo da fumetto falso porno Goodbye
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ashtray_bliss
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giovedì 30 maggio 2019
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serenity naviga in acque torbide.
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Partiamo da una doverosa premessa: da un film che porta la firma di Steven Knight e dove figurano attori del calibro dei premi oscar McConaughey e Hathaway ci si aspettava molto di più. Knight ha pochi film all'attivo come regista ma in qualità di sceneggiatore ha scritto dei veri e autentci capolavori (come dimenticare il tagliente e violento Eastern Promises per non citare il pù recente drammatico Locke?) ed è quindi naturale crearsi delle aspettative alquanto elevate per i suoi successivi lavori. Sfortunatamente, le aspettative vengono disattese con la sua ultima fatica, Serenity, un film ambiguo e certamente studiato, che vuole risultare originale e spiazzante grazie ad un plot twist a metà film che ribalta letteralmente la prospettiva e l'interpretazione data alla catena di eventi, trainando però la pellicola in terreni lontani dal genere noir e thriller con i quali si presenta originalmente.
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Partiamo da una doverosa premessa: da un film che porta la firma di Steven Knight e dove figurano attori del calibro dei premi oscar McConaughey e Hathaway ci si aspettava molto di più. Knight ha pochi film all'attivo come regista ma in qualità di sceneggiatore ha scritto dei veri e autentci capolavori (come dimenticare il tagliente e violento Eastern Promises per non citare il pù recente drammatico Locke?) ed è quindi naturale crearsi delle aspettative alquanto elevate per i suoi successivi lavori. Sfortunatamente, le aspettative vengono disattese con la sua ultima fatica, Serenity, un film ambiguo e certamente studiato, che vuole risultare originale e spiazzante grazie ad un plot twist a metà film che ribalta letteralmente la prospettiva e l'interpretazione data alla catena di eventi, trainando però la pellicola in terreni lontani dal genere noir e thriller con i quali si presenta originalmente.
Ma sin dalle prime scene s'intuisce benissimo che stiamo assistendo a qualcosa di inspiegabilmente irreale, capace di rievocare dimensioni surreali e oniriche, complice anche la grafica a tratti volutamente artefatta e poco realistica, oppure le reazioni e movenze di alcuni personaggi, in particolare di una strana e ricorrente figura di commerciante che prova insistentemente a raggiungere Baker Dill, il protagonista. L'incontro con questo personaggio comporterà anche la rivelazione, il vero e inaspettato plot twist di cui sopra che comporterà una serie di riconsiderazioni da parte degli spettatori, e dei personaggi stessi. Prima che ciò avvenga invece assistiamo a quello che pare essere il classico e ultra abusato motivo narrativo dove un uomo per evadere dagli orrori del passato si rifugia su un sola remota detta Plymouth e si dedica ossessivamente alla pesca del tonno, in particolare cercando di prendere un tonno di grosse dimensioni ribattezzato Justice (e non è un caso). La sua tranquilla vita isolana viene interrotta con l'arrivo della ex moglie Karen, interpretata da Anne Hathaway, qui trasformata per motivi di sceneggiatura in una inverosimile femme fatale la quale col suo seducente fascino oscuro fa una proposta indecente a Drill: quella di uccidere il suo nuovo violento compagno pur di liberare finalmente lei e il figlio adolescente dal loro calvario domestico. La ricompensa è comunque allettante: 10 mln di dollari. Dill, uomo gretto ma onesto accetta la proposta motivato sopratutto dal fatto che vuole proteggere il figlio col quale si sente sempre legato, quasi telepaticamente connesso, nonostante la lontanaza fisica. Ma proprio allora avviene questo capovolgimento delle prospettive mediante un colpo di scena d'effetto che non è giusto rivelare in questa sede per non rovinare il gusto della sorpresa.
Ed è proprio quello stesso colpo di scena, e le conseguenti reinterpretazioni che seguono, a indebolire il prodotto piuttosto che renderlo genuinamente originale e intensificare l'interesse del pubblico. Il cambio di prospettiva colloca il film in generi completamente diversi da quelli di partenza e anche il mistero precedentemente costruito in parte si affievolisce facendo perdere al prodotto d'intesità e vigore.
Se a questo non proprio brillante plot twist aggiungiamo anche la caratterizzazione alquanto stereotipata e superficiale dei protagonisti principali, e ovviamente anche di quelli secondari, completiamo il quadro di un prodotto ambizioso che scioglie le vele e prende il largo ma rischia di perdersi o peggio di affondare in un susseguirsi di luoghi comuni, stereotipi, consuete dinamiche relazionali che sfociano nel melodramma: il padre amorevole ma lontano da suo figlio a causa di un doloroso divorzio, i due ex coniugi ormai estraniati che si ritrovano, riaccendono la passione e collaborano per il bene comune, il nuovo partner violento di lei ed infine la donna femme fatale ma contemporaneamente vittima di un uomo ricco, potente ma sadico e deviante. E se l'idea di per se poteva essere anche abbastanza interessante, ma non propriamente originale, è l'esecuzione a risentirne maggiormente dal momento che non offre nulla di potente, incisivo, memorabile. Come tematiche ritroviamo l'inesauribile tema della vendetta che fornisce il carburante necessario per le pellicole d'oltreoceano e dove pare essere l'unica garanzia per riparare un grave torto subito per se stessi o i propri cari. Ma si potrebbero scorgere riflessioni anche sui rapporti famigliari e precisamente sul legame padre-figlio, che in questo caso resta forte e indissolubile generando forti sentimenti che motivano il padre ad andare contro le regole di Plymouth e uccidere il violento patrigno di suo figlio. Tra le note positive invece non si può non menzionare la bellissima e curatissima fotografia, molto vivida e particolareggiata, i panorami marini e quel blu ntenso, immenso e infinito che fa da contorno a questa altrimenti banale pellicola accentuando l'atmosfera sin troppo idilliaca e tranquilla, tipica delle isole sonnolente. Anche gli attori non spiccano benchè troviamo un sempre molto calato nel ruolo McCaughney che qui esibisce spesso e volentieri il suo fisico statuario e in gran forma. Anne Hathaway bella e seducente ma poco convincente nei panni di una femme fatale e donzella in pericolo che chiede di essere salvata dal ex marito. La coppia di Interstellar non fa scintille e purtroppo da soli non bastano a risollevare o donare spessore al prodotto in questione. Più interessanti ma di poco spessore i personaggi che attorniano Baker Drill, quali un'inossidabile Diane Lane e uno stoico e maturo Djimon Hounsou.
In conclusione, Serenity è un film volutamente ingannevole che riserva una sorpresa al suo interno e toccherà allo spettatore decidere se accettare, e cogliere, positivamente questa prospettiva proposta o se invece affrontarla con confusione e delusione. Personalmente mi è sembrato di assistere ad un film pretenzioso, troppo sicuro delle carte in tavola sulle quali punta ma supportato da uno sviluppo abbastanza mediocre e stereotipato che non lo elevano a quell'opera brillante a cui -forse- aspirava. Gli elementi del thriller, comunque, ci sono e funzionano bene sino a un certo punto; il mistero, il comportamento inusuale degli isolani, la posizione estremamente remota dell'isola e il piano per uccidere un uomo. Tutto dovrebbe funzionare alla perfezione ma poi qualcosa si inceppa in questo meccanismo scritto e diretto da Knight.
Il risultato è quello di un film godibile, d'intrattenimento ma intelligente che volutamente confonde e devia gli spettatori per poi presentargli l'alternativa che ribalterà le loro certezze e fornirà una nuova chiave interpretativa la quale è destinata a dividere gli stessi. Ai posteri l'ardua sentenza se effettivamente si tratta di un incompreso capolavoro o soltanto di un prodotto troppo ambizioso che affonda coi suoi buoni propositi. Voto: 2,5/5.
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gropius
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mercoledì 20 marzo 2019
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la sceneggiatura "misteriosa".
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Baker Dill ( Matthew McConaughey), vive in una piccola isola dei Caraibi chiamata Plymouth. Egli è un marinaio. Capitano di una barca con la quale porta i turisti a pescare in mare aperto. La sua più grande ossessione "hemingwayiana" è quella di riuscire a catturare in mare, prima o poi, un grande tonno.
Quando però un giorno una sua ex (Anne Hathaway) rispunta dal passato chiedendogli di salvarla da un nuovo marito violento, la sua ossessione diventerà ben presto un'altra. Ottima interpretazione da parte di tutti gli attori. Calati in una atmosfera che porta inevitabilmente con sé qualcosa di onirico, surreale, drammatico e consolatorio.
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Baker Dill ( Matthew McConaughey), vive in una piccola isola dei Caraibi chiamata Plymouth. Egli è un marinaio. Capitano di una barca con la quale porta i turisti a pescare in mare aperto. La sua più grande ossessione "hemingwayiana" è quella di riuscire a catturare in mare, prima o poi, un grande tonno.
Quando però un giorno una sua ex (Anne Hathaway) rispunta dal passato chiedendogli di salvarla da un nuovo marito violento, la sua ossessione diventerà ben presto un'altra. Ottima interpretazione da parte di tutti gli attori. Calati in una atmosfera che porta inevitabilmente con sé qualcosa di onirico, surreale, drammatico e consolatorio. Il tutto è un mix che funziona. E seppur non raggiunge mai livelli cinematografici subblimi, ha la capacità di non annoiare lo spettatore.
Il regista, Steven Knight, ci presenta una pellicola dall'ottima fotografia. Leziosa, manierata quasi a ricordarci un certo cinema di Adrian Lyne. I personaggi sono volutamente bizzarri e stereotipati. Tale meccanicità ingenua, su cui è strutturata la pellicola, alla fine troverà anche una logica che si andrà a concretizzare attraverso il cosiddetto "twist narrativo".
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