marionitti
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domenica 21 ottobre 2018
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trama serrata, svolte inattese, idee brillanti
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Una ragazza sparisce nel nulla e non risponde più alle telefonate. Il padre, da poco vedovo, la cerca prima con ansia, poi con disperazione. Fino alla fine ci si chiede quale sarà l’epilogo e il ritmo è assicurato da continue svolte narrative, spesso davvero inattese. Bella sceneggiatura, resta brillante da un uso del tutto innovativo delle nuove tecnologie. Il padre cerca sua figlia soprattutto navigando tra i files del suo computer, le email, i movimenti bancari, i post sui social, le chat, all’interno di quell’altro mondo che è ormai la vita virtuale. Sullo schermo il monitor del computer è inquadrato molto più spesso delle persone in carne ed ossa; tutto è mediato da informatiche.
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Una ragazza sparisce nel nulla e non risponde più alle telefonate. Il padre, da poco vedovo, la cerca prima con ansia, poi con disperazione. Fino alla fine ci si chiede quale sarà l’epilogo e il ritmo è assicurato da continue svolte narrative, spesso davvero inattese. Bella sceneggiatura, resta brillante da un uso del tutto innovativo delle nuove tecnologie. Il padre cerca sua figlia soprattutto navigando tra i files del suo computer, le email, i movimenti bancari, i post sui social, le chat, all’interno di quell’altro mondo che è ormai la vita virtuale. Sullo schermo il monitor del computer è inquadrato molto più spesso delle persone in carne ed ossa; tutto è mediato da informatiche. Intrigante.
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tmpsvita
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giovedì 25 ottobre 2018
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funziona il giusto il thriller nel web
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Da "Modern Family" al più recente conosciuto "Unfriended" negli anni vari progetti hanno provato a sfruttare il tema della comunicazione nell'era digitale per raccontare la propria storia attraverso degli strumenti utilizzati proprio per la comunicazione virtuale, con risultati più o meno riusciti.
In questo panorama si inserisce questo "Searching", un thriller raccontato, appunto, interamente dal punto di vista del mondo virtuale, social, informatico.
Questa tipologia di narrazione non è semplice, come potrebbe sembrare inizialmente, da gestire perché impone limiti piuttosto stretti e forzati che possono, se mal gestita, influire negativamente sull'aspetto estetico e tecnico, nonché registico, della pellicola.
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Da "Modern Family" al più recente conosciuto "Unfriended" negli anni vari progetti hanno provato a sfruttare il tema della comunicazione nell'era digitale per raccontare la propria storia attraverso degli strumenti utilizzati proprio per la comunicazione virtuale, con risultati più o meno riusciti.
In questo panorama si inserisce questo "Searching", un thriller raccontato, appunto, interamente dal punto di vista del mondo virtuale, social, informatico.
Questa tipologia di narrazione non è semplice, come potrebbe sembrare inizialmente, da gestire perché impone limiti piuttosto stretti e forzati che possono, se mal gestita, influire negativamente sull'aspetto estetico e tecnico, nonché registico, della pellicola.
Per riuscire a funzionare la regia e il montaggio devono coesistere più che mai e "Searching" riesce nell'impresa, nonostante qualche piccola incertezza iniziale e qualche momento zoppicante nella fase centrale.
Perciò grazie al grande, efficiente ed efficace montaggio e alla regia molto astuta, intelligente e consapevole dei propri limiti, il film riesce a catturare l'attenzione dello spettatore e ad incuriosirlo ancor di più con il suo modo quasi originale, almeno per un thriller, di raccontare una storia altrimenti già vista.
Certo non sempre convince del tutto come già detto, all'inizio, a parte i primi splendidi 5 minuti (all'incirca), sembrava che si dovesse assestare sul suo cammino mentre nella fase intermediaria ha rischiato di apparire un po' ripetitivo forse dovuto anche ad un ritmo un po' incerto in alcuni punti.
Però il film si affida a John Cho che ripaga la fiducia a lui riposta con un'eccellente interpretazione, probabilmente la migliore insieme a quella in "Columbus" dello scorso anno; e alla sceneggiatura che riesce ad incuriosire sempre di più il pubblico fino a farlo arrivare completamente immerso ad una fase conclusiva dai risvolti interessanti, ben organizzati e architettati che risultano se non altro piuttosto inaspettati lasciando lo spettatore se non altro colpito e genuinamente sorpreso, per una trama che ha saputo scoprire le proprie carte nel modo e nel momento giusto.
Nota abbastanza tiepida per la colonna sonora televisiva e ridondante e per la fotografia abbastanza piatta ed impersonale.
Quindi per quanto non perfetto nella forma, "Serching" riesce a fare ciò che un thriller dovrebbe fare, quindi intrattenere e colpire, in un modo nuovo e sorprendentemente funzionante per il genere.
Voto: 7/10
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