samanta
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domenica 2 dicembre 2018
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... forse sfioriranno
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Leonardo è un giornalista del web con un certo successo professionale, ma è un disastro da punto di vista sentimentale e umano. Cordiale ma in fin dei conti solo, con una graziosa figlia di 15 anni Yolanda (Mariasole Pollio) un ex moglie Fabiola (Claudia Pandolfi), un legame piuttosto saltuario con la ricca e svampita Ginora (Elena Cucci), pochi veri legami con gli altri salvo con la vicina con cui ha un rapporto altalenante di confidenze e dispetti, una vita disordinata che ormai a 53 anni comincia a pesare. La figlia ha la bella pensata di dargli una compagna e avuti gli indirizzi delle ex fidanzate manda a tutte un e-mail "Sono cambiato. Perché non ci ritroviamo?".
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Leonardo è un giornalista del web con un certo successo professionale, ma è un disastro da punto di vista sentimentale e umano. Cordiale ma in fin dei conti solo, con una graziosa figlia di 15 anni Yolanda (Mariasole Pollio) un ex moglie Fabiola (Claudia Pandolfi), un legame piuttosto saltuario con la ricca e svampita Ginora (Elena Cucci), pochi veri legami con gli altri salvo con la vicina con cui ha un rapporto altalenante di confidenze e dispetti, una vita disordinata che ormai a 53 anni comincia a pesare. La figlia ha la bella pensata di dargli una compagna e avuti gli indirizzi delle ex fidanzate manda a tutte un e-mail "Sono cambiato. Perché non ci ritroviamo?". La pensata ovviamente è inverosimile anche perchè alcune ex rispondono fatto che a distanza di decenni appare improbabile, ma il cinema come diceva Hitchcock non vuole essere verosimigliante.
Il film si riduce quindi ad una serie di gags con le ex: l'incontro anche amoroso con Elettra (Gabriella Pession) professoressa universitataria un pò squinternata, divorziata ma con due gemelli pestiferi, un cane e una suocera affibiatagli dall'ex o quello con Benedetta (Caterina Murino) in piena crisi mistica ovvero quello con Fioretta (Antonia Truppo) esagitata mascolina che ha in corso operazioni per diventare uomo. Incontra anche Angelica (Michela Andreozzi) l'amore del liceo (son passati 35 anni) malata di senilità precoce e smemorata anche se forse alla fine la perdita della memoria è solo una scusa, ma questo incontro fa un pò riflettere il nostro "giovane". Si perché Leonardo non è cresciuto e prende la vita come la potrebbe prendere un adolescente che affronta le prime prove.
Ma che dire del film. Pieraccioni oltre a fare l'attore, fa la regia ed è lo sceneggiatore con Filippo Bologna (il regista di Cosa fai a Capodanno?), partendo dalla fotografia e dall'ambientazione sono veramente eccellenti come la colonna sonora, certo il film è essenzialmente una serie di gags alcune delle quali (penso all'incontro con la professoressa o alla cena al ristorante con la ex che vuole diventare uomo) sono comiche e fanno ridere. Pieraccioni poi è bravo, ha quella arguzia e sarcasmo, privi però del sarcasmo feroce che talvolta hanno i toscani, direi con l'accento della bonomia romanesca, in ogni caso è simpatico. Da un punto del contenuto il film è un pò debole, i sentimenti appaiono approssimativi, di facciata, la figlia francamente è leziosa, certamente la commedia è gradevole priva di quell'atmosfera greve e pesantemente volgare che ormai è il pane quasi quotidiano della nostra commedia e senza l'inchinarsi al politically correct, però le ex sono delle macchiette non personaggi (salvo forse Angelica) che facciano pensare o comunque restino impressi nello spettatore. Gli attori di contorno sono abbastanza discreti, anche se Claudia Pandolfi appare un pò amorfa.
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begoloz
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domenica 2 dicembre 2018
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poetico
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Film divertente e di una simpatia unica, i suoi film sono una garanzia di leggerezza e comicità mai volgare.
Bella la musica e le location fatta di borghi con panorami mozzafiato. La scena con il cameo di Vincenzo Salemme da morire dal ridere. così come la scena della cena con la quarta ex.
Certo che abusa nel fare film sui suoi rapporti con le donne, ma lo fa veramente con grande maestria.
La regione toscana dovrebbe premiarlo come promotore turistico.
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eloisa
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venerdì 24 luglio 2020
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un tuffo nell''introspettività di pieraccioni
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“Tornassi indietro sarei più paziente! Saprei apprezzare di più le donne che avevo accanto. Sono cambiato!”Quante volte nella vita abbiamo fatto una riflessione di questo genere? Ci siamo mai chiesti come sarebbe andata se avessimo affrontato le situazioni del nostro passato con le consapevolezze attuali?Avere il potere di tornare indietro e di non commettere più gli stessi errori. Un sogno che in “Se son rose” diventa realtà.
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“Tornassi indietro sarei più paziente! Saprei apprezzare di più le donne che avevo accanto. Sono cambiato!”Quante volte nella vita abbiamo fatto una riflessione di questo genere? Ci siamo mai chiesti come sarebbe andata se avessimo affrontato le situazioni del nostro passato con le consapevolezze attuali?Avere il potere di tornare indietro e di non commettere più gli stessi errori. Un sogno che in “Se son rose” diventa realtà. Non si parla di un viaggio fantascientifico ma di un semplice messaggino che porterà il protagonista a vivere delle seconde possibilità.“Se son rose” è l'ultimo film di Leonardo Pieraccioni, uscito nelle sale a novembre 2018. Il primo del secondo ciclo filmico del regista, una sorta di ringkcomposition iniziata nel 1995 con il successo de “I Laureati” dove un giovane Pieraccioni ci catapultava in un mondo di trentenni immaturi incapaci di accettare la fine del periodo universitario e l'ingresso nell'età adulta. In entrambi i film l'autobiografia è evidente, la notiamo subito dal nome del protagonista, Leonardo. Da “I Laureati” in poi l'abbiamo visto crescere; inseguire l'amore, vivere la crisi di coppia e la stanchezza del menage familiare. In “Se son rose” non correrà più dietro all'amore romantico perché ormai ha trovato l'amore vero, quello incondizionato che si prova per i propri figli. Il film ruota intorno al rapporto padre-figlia e non a caso è presente il debutto in scena di sua figlia Martina.Il protagonista è Leonardo Giustini, giornalista con un matrimonio fallito alle spalle da cui è nata Yolanda. Disilluso dall'amore, Leonardo si è ormai barricato tra le mura del suo loft da scapolo, circondato dalle sue abitudini e dai suoi sogni infranti.Sarà lo sguardo attento di sua figlia a capire da piccoli dettagli che il padre ha ormai tirato i remi in barca e a decidere così di regalargli delle seconde possibilità inviando a tutte le sue ex il messaggio: “Sono cambiato, riproviamoci”. Delle dieci ragazze quattro risponderanno, e da qui partirà il film che si snoderà tra questi quattro rincontri che metteranno in luce i quattro motivi per cui una coppia si lascia: la noia,i litigi, i cambiamenti ed il tradimento.Questo film apre le porte a molteplici personaggi femminili che portano sulla scena tutta la loro profondità. Il regista lascia ampio spazio alle sfaccettature del mondo femminile evidenziando dialoghi molto intensi e commoventi.Le donne amate dal protagonista sono accomunate da una grande forza d'animo e tutte gli fanno da specchio, mettendo in luce le sue debolezze. Il messaggio verrà inviato anche alla sua ex moglie che accetterà l'incontro, regalando allo spettatore un meraviglioso dialogo tra i due genitori sulle acque del lago di Bilancino, che metterà Leonardo davanti ai propri errori, spronandolo ad abbandonare il passato e a ricominciare a remare.In “Se son rose” Pieraccioni rinuncia al bozzettismo che aveva attribuito al proprio personaggio, senza mai abbandonarne la sua comicità, mostrandosi al pubblico con sincerità e voglia di mettersi in discussione, ci troviamo quindi dinanzi ad un Pieraccioni malinconico. Il regista ci offre una discesa nel profondo dell'animo umano, ci accompagna in un tuffo all'interno dell'intimità dei personaggi che mostrano un'intensità che prima non si era mai trovata, ed è proprio questa crescita che ci fa apprezzare il film.
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onufrio
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giovedì 21 marzo 2019
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ogni rosa ha le sue spine
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Uomo di mezza età, con un divorzio alle spalle ed una figlia adolescente, vive la propria vita impegnato fra il lavoro ed inconstanti rapporti sentimentali. Allora la figlia decide di rimettere in gioco il padre, mandando un messaggino a tutte le sue ex. Inizia così un'avventura che lo porterà a rivedere le sue vecchie fiamme, in una sorta di amarcord sentimentale. Sembra un Pieraccioni stanco, quasi abbacchiato, ma non per questo deludente, la commedia è carina ma non trova punte alte, e rimane nella sua leggerezza, semplice e lineare.
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elgatoloco
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giovedì 23 aprile 2020
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più forte vena malinconica
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In questo"Se son rose"(Leopardo Pieraccioni, come sempre anche autore della sceneggaitura, qui con Filippo Bologna coautore, 2018)è il tema del ricordo, della memoria, attraverso le ex ritrovate per un attimo, complici le mails inviate dalla figlia alle ignare , appunto, ex e ignaro il papà, a tenere banco, Film un po'stanco, ma complessivamente gradevole, anche con quella vena di malinconia, che nell'"esprit florentin è sempre fortissimo(chi non è Fiorentino stenta a capire, ma chi lo è, pur se acquisito capisce...)m che peraltro anche in Pieraccioni è sempre stato presente, ma che qui diventa decisamente più forte, tra l'altro con quel finale riavvcnaamento all'ex-moglie, madre della ragazzina, che sa tanto di "riterriitorializzazione"per dirla con Deleuze e Guattarsi.
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In questo"Se son rose"(Leopardo Pieraccioni, come sempre anche autore della sceneggaitura, qui con Filippo Bologna coautore, 2018)è il tema del ricordo, della memoria, attraverso le ex ritrovate per un attimo, complici le mails inviate dalla figlia alle ignare , appunto, ex e ignaro il papà, a tenere banco, Film un po'stanco, ma complessivamente gradevole, anche con quella vena di malinconia, che nell'"esprit florentin è sempre fortissimo(chi non è Fiorentino stenta a capire, ma chi lo è, pur se acquisito capisce...)m che peraltro anche in Pieraccioni è sempre stato presente, ma che qui diventa decisamente più forte, tra l'altro con quel finale riavvcnaamento all'ex-moglie, madre della ragazzina, che sa tanto di "riterriitorializzazione"per dirla con Deleuze e Guattarsi. Il tema dell'amore in Pieraccioni è sempre stato domiante in modo assoluto e onnivoro, ma qui, anche a causa dell'età"montante", viene riletto e"rivissuto"attraverso la lente-specchio"deformante"(?Non è detto, invero)del ricordo. C'è la"mistica"a modo suo, la"perduta"(quasi avesse un Altsheimer precoce, invece no, memoria iper.selettiva, id est ricorda ciò che vuole ricordare.riteenere, "espelle"quanto non vuol ritenere...), quella che sta facendo la"ricostruzione del pene"(con la battuta, questa sì fulminante: "Con due anni di ormoni cambierebbe anche il PD..."), quella che ricorda tutto, ma... Un campionario umano, di cui lo stesso"dominus"in gran parte inconsapevole, dà il peggio-meglio(o il meglio-peggio, ad libitum)di sé e rispetto agli altri. Oltre all'amico-compagno di scuole Carlo Conti, Vicenzo Salemme, Gianluca Guidi, Elena Cucci, Michela Andreozzi, Caterina Murino, Gabriella Pession, la figlia Martina Pieraccioni e Mariasole Pollio(rispettivamente nel ruolo dlela figlia bambina e adolescente), dpve il"caratterismo"viene scelto con attenzione e diventa un"fiore all'occhiello", in un film che rilegge non solo una carriera, ma un'epoca"fiorentina"ma non solo . In più, tutto questo, con un accompagnamento musicale che"pesca"anche fortemente nel ricordo, con netta prevalenza dei cantautori e del rock meno frequentato. Con battute(a parte quella citata, a parere chi scrive)che magari non sono entusiasmanti(anzi no, non lo sono, né, direi, vogliono/vorrebbero esserlo), ma che segnano comunque uno stile, quello, volendo aggettivare, "pieraccioniano". El Gato
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roby 82
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lunedì 10 dicembre 2018
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pieraccioni maturo...o forse no?
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Pieraccioni signori è un poeta. C'è poco da dire. E il suo raccontare riguarda tutti noi. Noi siamo come lui, noi siam cresciuti con lui, con il suo Levante, il suo Ciclone, i suoi Fuochi d'artificio e i suoi Laureati. Ma appunto...siam cresciuti, e il tempo passa, passa per tutti inesorabile. Ciò che è nel passato rimarrà nel passato, anche se crescere e invecchiare non piace proprio a nessuno. Il film vuole solo far fare al protagonista un tuffo nel passato, e rivedere le sue ex gli farà capire che il tempo e il treno è passato, e quelle che ieri sembravano delle meravigliose fidanzatine, oggi sono delle donne cambaite, invecchiate, maturare, con prole alle spalle, con l'innocenza giovanile oramai rinchiusa nei cassetti.
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Pieraccioni signori è un poeta. C'è poco da dire. E il suo raccontare riguarda tutti noi. Noi siamo come lui, noi siam cresciuti con lui, con il suo Levante, il suo Ciclone, i suoi Fuochi d'artificio e i suoi Laureati. Ma appunto...siam cresciuti, e il tempo passa, passa per tutti inesorabile. Ciò che è nel passato rimarrà nel passato, anche se crescere e invecchiare non piace proprio a nessuno. Il film vuole solo far fare al protagonista un tuffo nel passato, e rivedere le sue ex gli farà capire che il tempo e il treno è passato, e quelle che ieri sembravano delle meravigliose fidanzatine, oggi sono delle donne cambaite, invecchiate, maturare, con prole alle spalle, con l'innocenza giovanile oramai rinchiusa nei cassetti. Ed è inutile spaventarci davanti ai cambiamenti. Servono le "cialde" nella vita....anche se le cose si vedono diversamente. Quindi 8+ a Pieraccioni, - alla Pandolfi che è fuori film. Il film in se merita il biglietto del cinema, quindi un bel 8+
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shagrath
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domenica 2 dicembre 2018
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male ma non malissimo
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Pieraccioni ci propone il personaggio dello scapolo seduttore di mezza età che frequenta una “trombamica” di cui non si ricorda il nome, che non ha legami affettivi a parte che con la figlia che gli rinfaccia di essere un adorabile ozioso menefreghista. Esatto, il solito soggetto trito e ritrito. Proprio la figlia birbacciona dà il via alla commedia inviando, di nascosto, un messaggino a tutte le ex-fiamme del padre: “sono cambiato, riproviamoci”. Ecco che iniziano una serie di incontri (separati tra loro) in cui le varie ex fanno del proprio peggio.
La commedia si regge a stento sulla comicità intrinseca dei personaggi (tutti sopra le righe); di altro c’è poco.
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Pieraccioni ci propone il personaggio dello scapolo seduttore di mezza età che frequenta una “trombamica” di cui non si ricorda il nome, che non ha legami affettivi a parte che con la figlia che gli rinfaccia di essere un adorabile ozioso menefreghista. Esatto, il solito soggetto trito e ritrito. Proprio la figlia birbacciona dà il via alla commedia inviando, di nascosto, un messaggino a tutte le ex-fiamme del padre: “sono cambiato, riproviamoci”. Ecco che iniziano una serie di incontri (separati tra loro) in cui le varie ex fanno del proprio peggio.
La commedia si regge a stento sulla comicità intrinseca dei personaggi (tutti sopra le righe); di altro c’è poco. La simpatia del toscanaccio Pieraccioni è diventata ormai ripetitiva, la trama è di una banalità mostruosa oltre che scarsamente credibile. Non c’è intreccio narrativo il che rende il susseguirsi degli eventi piatto. La trovata della “trombamica” si risolve in un luogo comune infarcito di cliché: donna bellissima e apparentemente scema, per poi scoprire che è ricca e anche saggia nella sua semplicità.
Il finale sciupa definitivamente la storia: semplicemente non accade nulla. Il protagonista non cambia di una virgola, non recupera nessuno dei vecchi amori, né consolida il rapporto con l’attuale “partner”. Pertanto tutto resta come all’inizio del film rendendo quello che accade nel mezzo inutile, una mera sequenza di gag senza conclusione.
Se sono rose… ma non lo sono, o al massimo sono rose marce in uno stagno. Che ristagnano per 90 minuti.
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felicity
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giovedì 6 giugno 2019
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le risate stentano a fare capolino
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Nel film appare evidente un lavoro intenso di ricerca della battuta, più o meno fiorita, della trovata comica che occhieggia all’attualità o anche a un pubblico più colto e smaliziato. Ma le risate stentano a fare capolino. Pieraccioni attore non ha una grande verve, e si sente poi in questa occasione la mancanza di una spalla più sguaiata e irredimibile.
Si respira dunque un’aurea mediocritas in questo ennesimo ritratto dell’uomo medio italico cinquantenne, ritratto che non ha molto da dire né particolari, nuove annotazioni da suggerire su una specie assai ben nota e celebrata.
Pieraccioni vorrebbe rinnovarsi, ma non ci riesce.
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Nel film appare evidente un lavoro intenso di ricerca della battuta, più o meno fiorita, della trovata comica che occhieggia all’attualità o anche a un pubblico più colto e smaliziato. Ma le risate stentano a fare capolino. Pieraccioni attore non ha una grande verve, e si sente poi in questa occasione la mancanza di una spalla più sguaiata e irredimibile.
Si respira dunque un’aurea mediocritas in questo ennesimo ritratto dell’uomo medio italico cinquantenne, ritratto che non ha molto da dire né particolari, nuove annotazioni da suggerire su una specie assai ben nota e celebrata.
Pieraccioni vorrebbe rinnovarsi, ma non ci riesce.
Il suo consueto ruolo dello scapolo indolente ormai è stancante.
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