felicity
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martedì 5 febbraio 2019
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visivamente affascinante, ma superficiale
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Il film oscilla tra il già visto e l’inefficace, riscopre ancora una volta Matera come Gerusalemme, e mostra paesaggi riarsi e un’umanità immiserita dall’occupazione romana.
Senza trovare mai una strada che sia davvero la propria, il regista si concentra principalmente su campi lunghi e primi piani, vasti paesaggi e volti, animandosi soltanto nella raffigurazioni di scene di massa.
Poi forse troppo tardi ci si accorge di aver dedicato troppo tempo alla contemplazione di personaggi e location, delle eleganti tuniche di lino degli apostoli sbattute dal vento, degli sguardi sgranati e adoranti di Maria nei confronti di un Gesù perennemente assiso in solitudine tra le rocce a meditare.
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Il film oscilla tra il già visto e l’inefficace, riscopre ancora una volta Matera come Gerusalemme, e mostra paesaggi riarsi e un’umanità immiserita dall’occupazione romana.
Senza trovare mai una strada che sia davvero la propria, il regista si concentra principalmente su campi lunghi e primi piani, vasti paesaggi e volti, animandosi soltanto nella raffigurazioni di scene di massa.
Poi forse troppo tardi ci si accorge di aver dedicato troppo tempo alla contemplazione di personaggi e location, delle eleganti tuniche di lino degli apostoli sbattute dal vento, degli sguardi sgranati e adoranti di Maria nei confronti di un Gesù perennemente assiso in solitudine tra le rocce a meditare. Ecco allora che l’azione (ovvero il martirio, la passione) irrompe sulla scena, e il film taglia corto e accelera i tempi oltremisura.
Tanto è il desiderio di portare la storia di Gesù sul terreno del realismo che Maria Maddalena dipinge gli apostoli in attesa di una magia più che di un miracolo, li ritrae come dei boccaloni illusi che credono al regno dei cieli come un grande effetto speciale che deve materializzarsi da un momento all’altro pronunciando le parole magiche.
Solo la protagonista, chiaramente, sembra sommessamente aver capito di più.
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lucrezia
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venerdì 25 gennaio 2019
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orribile
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Raramente ho visto qualcosa di così brutto, insulso, mediocre, addirittura fastidioso, irritante.
Phoenix, uno degli attori che preferisco, per la prima volta in un film che proprio non va. Non è riuscito a dargli un quid per renderlo digeribile, eppure forse sarebbe stato nelle sue corde, ma era come fosse sotto un sasso, schiacciato da una sceneggiatura ributtante.
orrendo.
Neppure rispettata la splendida luce che contraddistingue quei luoghi.
requiem
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antoniobianchi
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sabato 25 agosto 2018
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agiografia per elaborare la sconfitta
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Avevo letto alcune recensioni critiche che argomentavano bene la propria delusione, come cardclau, ma ho deciso di andare a vedere comunque.
Sulla figura di Gesù per me il testo di riferimento è quello di Ortensio da Spinetoli, che demitizza la figura dell'uomo di Nazareth e ne percorre la vita, cercando di disincrostare ciò che nei secoli e nelle intenzioni agiografiche e sacrificali si erano depositate.
Questa opera, forse avendo visto Lion avrei dovuto saperlo, è insulsa e assolutamente non all'altezza di affrontare temi di questa complessità.
Lo spazio dedicato ai miracoli, da solo, rende per me imbarazzante la visione del film.
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Avevo letto alcune recensioni critiche che argomentavano bene la propria delusione, come cardclau, ma ho deciso di andare a vedere comunque.
Sulla figura di Gesù per me il testo di riferimento è quello di Ortensio da Spinetoli, che demitizza la figura dell'uomo di Nazareth e ne percorre la vita, cercando di disincrostare ciò che nei secoli e nelle intenzioni agiografiche e sacrificali si erano depositate.
Questa opera, forse avendo visto Lion avrei dovuto saperlo, è insulsa e assolutamente non all'altezza di affrontare temi di questa complessità.
Lo spazio dedicato ai miracoli, da solo, rende per me imbarazzante la visione del film. Come altri hanno sottolineato, il profilo degli apostoli, di Pietro e Giuda in particolare, è superficiale e caricaturale. La sconfitta dell'aspettativa di chi voleva vedere un regno nuovo stabilirsi in Palestina, sconfitta sancita dalle parole messe in bocca a Maddalena, non riesce però a sfuggire dalla rappresentazione della risurrezione. Che di quella necessità di emancipazione della sconfitta è l'elaborazione. Tuttavia non rimpiango di avere investito due ore nel vedere il film, è sempre bene conoscere come viene rappresentato un tema così rilevante per la nostra società, così intrecciata al cristianesimo. Ma l'opera di Davis va annoverata, come altri hanno detto, fra le occasioni perse, fra i riferimenti in negativo.
Forse l'unico spunto interessante è la considerazione di come possa cambiare la narrazione guardandola da una prospettiva diversa, con altri occhi che vedono solo alcuni passaggi e non altri.
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alejazz
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domenica 19 agosto 2018
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il nuovo testamento con gli occhi della maddalena
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Come non appassionarsi a un film storico-religioso ambientato ai tempi di Gesù Cristo?
Maria Maddalena è il film che a differenza degli altri narra le vicende cristiane con gli occhi appunto di Maria di Magdala (una regione della Palestina).
Sebbene gli interpreti siano attori meno noti rispetto a quelli a cui siamo abituati il film, a mio avviso, è stato ben curato in ogni particolare secondo la tradizione cristiana.
Mi è piaciuto anche per aver presentato e approfondito la figura della Maddalena che da anni è sempre oggetto di studio e di critiche e considerazioni varie.
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Come non appassionarsi a un film storico-religioso ambientato ai tempi di Gesù Cristo?
Maria Maddalena è il film che a differenza degli altri narra le vicende cristiane con gli occhi appunto di Maria di Magdala (una regione della Palestina).
Sebbene gli interpreti siano attori meno noti rispetto a quelli a cui siamo abituati il film, a mio avviso, è stato ben curato in ogni particolare secondo la tradizione cristiana.
Mi è piaciuto anche per aver presentato e approfondito la figura della Maddalena che da anni è sempre oggetto di studio e di critiche e considerazioni varie.
In sintesi.
Cosa mi è paiciuto:
- la trama
- il personaggio di Maria Maddalena
- la fotografia
- l'aderenza storica del film
Cosa non mi è piaciuto:
- l'interpretazione del battesimo simile ad un tuffo con la testa all'indietro
- non mi è chiara la scena iniziale della donna che man mano affonda...
In conclusione consiglio la visione adatta agli adulti e ai bambini in presenza di un adulto.
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lucascialo
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domenica 8 aprile 2018
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la passione di maria maddalena
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Il regista emergente Garth Davis traspone la riabilitazione del personaggio evangelico di Maria Maddalena. Che nel '500 era stata bollata come una prostituta che poi aveva deciso di lasciare la sua vita e seguire Gesù, da Papa Gregorio I e così pensata fino ai giorni nostri. Nel 2016, Papa Francesco gli ridà una nuova luce, dando una nuova interpretazione delle Sacre Scritture: non una prostituta, dunque, bensì semplicemente, una donna che non voleva seguire gli obblighi impostigli dalla famiglia. In particolare, dal fratello maggiore. Il quale voleva darla come sposa ad un vedovo con figli. L'unico peccato di Maria di Magdala, quindi, era quello di voler essere una donna libera dalle imposizioni maschili.
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Il regista emergente Garth Davis traspone la riabilitazione del personaggio evangelico di Maria Maddalena. Che nel '500 era stata bollata come una prostituta che poi aveva deciso di lasciare la sua vita e seguire Gesù, da Papa Gregorio I e così pensata fino ai giorni nostri. Nel 2016, Papa Francesco gli ridà una nuova luce, dando una nuova interpretazione delle Sacre Scritture: non una prostituta, dunque, bensì semplicemente, una donna che non voleva seguire gli obblighi impostigli dalla famiglia. In particolare, dal fratello maggiore. Il quale voleva darla come sposa ad un vedovo con figli. L'unico peccato di Maria di Magdala, quindi, era quello di voler essere una donna libera dalle imposizioni maschili. Non un oggetto del padre e dei fratelli maggiori. E riuscirà a trovare la sua strada seguendo Gesù, che in quei giorni era di passaggio nella sua piccola cittadina Magdala. Il film è riuscito per intensità e potere comunicativo (su tutte forse la scena dei sopravvissuti di un villaggio depredato dai romani), mostrandoci una Maria Maddalena diversa rispetto a quanto insegnatoci fino ad oggi. Ma anche un Gesù più umano, impaurito dalla sorte che lo attende ma anche fortemente provato per i suoi poteri confidatigli da Dio. Ovviamente, gran parte del merito va ai due attori protagonisti, rispettivamente Rooney Mara e Joaquin Phoenix. I quali hanno confermato ancora una volta la propria duttilità e le proprie capacità camaleontiche in funzione del copione. Tra le poche pecche, sicuramente va annoverata la forzatura femminista del film. Che però in fondo cavalca la riabilitazione di cui sopra del Vaticano. Che forse ha voluto ripulire la figura di Maria Maddalena per dare più giustizia all'universo femminile ancora vilipeso e offeso dopo duemila anni da quelle vicende. In fondo però, anche se Maria Maddalena fosse stata una prostituta, poco sarebbe importato. Anzi, la sua scelta avrebbe avuto ancora più valore. Interessante poi la scelta di un Pietro di colore. Interpretato da un altrettanto in gamba Chiwetel Ejiofor. Anche qui scelta forse di natura sociologica, per contrastare un problema razziale ancora esistente. Ma qui siamo a giudicare il film e non le sacre scritture. Da sottolineare, infine, come la figura di Maria Maddalena riesca a mettere in secondo piano anche quella di Maria Vergine, madre di Cristo. Insomma, un nuovo film di Cristo che ci offre nuove prospettive e nuovi spunti di riflessione. Una figura che, in fondo, da laici o credenti, ne offre da Duemila anni.
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fabio_66
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giovedì 5 aprile 2018
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ottimo spunto... deraglia nel finale
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Avevo molte aspettative, dico la verità. E di idee ce n'erano molte
Investigare sulla Maddalena, la vocazione al femminile a seguire un uomo in un ambiente di uomini e in un epoca in cui la donna non aveva libertà di movimento; l'Amore puro.
Nei vangeli se ne parla poco, ma si intuisce il ruolo importante, se non altro perchè presente nei momenti cruciali... e allora... poteva essere intrigante immaginare con la sensibilità di oggi quel che i Vangeli non potevano dire.
Soggetto centrato pienamente nella prima parte, la vita prima, la vocazione, la fuga da casa, la testimonianza da donna, il rapporto con gli apostoli. supportato anche da una grande interpretazione ed anche dallo stile lento e asciutto, che non mi disturbava.
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Avevo molte aspettative, dico la verità. E di idee ce n'erano molte
Investigare sulla Maddalena, la vocazione al femminile a seguire un uomo in un ambiente di uomini e in un epoca in cui la donna non aveva libertà di movimento; l'Amore puro.
Nei vangeli se ne parla poco, ma si intuisce il ruolo importante, se non altro perchè presente nei momenti cruciali... e allora... poteva essere intrigante immaginare con la sensibilità di oggi quel che i Vangeli non potevano dire.
Soggetto centrato pienamente nella prima parte, la vita prima, la vocazione, la fuga da casa, la testimonianza da donna, il rapporto con gli apostoli. supportato anche da una grande interpretazione ed anche dallo stile lento e asciutto, che non mi disturbava.
Verso la fine la necessità forse ideologica di una professione femminista del "non starò in silenzio", attestata da vangeli apocrifi ortodossi, ma non presente nella sensibilità occidentale ha rotto l'incanto; tanto più da indugiare nella rottura con gli apostoli, mostrati inetti e ipocriti (e questo non lo dicono nemmeno i vangeli apocrifi).
Eppure ce n'erano ancora di cose da dire, il rapporto con Maria, con gli apostoli, la resurrezione, il dopo... tutto questo accantonato per il vessillo femminista e antistorico.
Il finale indispettisce certamente e non ti pemette di alzarti con un sorriso...e lascio il giudizio tagliente dato a voce alta da una mia sconosciuta vicina, durante i titoli di coda:
"certo che se prima di fare il film si leggevano il vangelo... gli veniva meglio!", lei non sapeva dei vangeli apocrifi... ma non ha tutti i torti...
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domenica 1 aprile 2018
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un film imperdibile
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Una storia di redenzione che aiuta a vedere i "nemici"con occhi diversi. Mirabile l'interpretazione dei due protagonisti. Un film in cui anche i "silenzi"parlano al cuore.
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michelecamero
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giovedì 29 marzo 2018
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maria maddalena finalmente riabilitata
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Un film riuscito, l’ennesimo su quella che universalmente è riconosciuta come la più bella storia mai raccontata, quella di Gesù, che questa volta si incrocia con la storia di Maria di Magdala la quale finalmente esce dalla narrazione tradizionale ed iconografica che l’ha sempre trattata non bene, per mostrarsi in quella riabilitata dal Vaticano un paio di anni fa. Cioè una donna moderna, quasi una pre – femminista ma anche una che precorre i tempi di una Santa Chiara la quale si sottrae al volere della famiglia che l’avrebbe voluta sposa e madre per seguire la propria vocazione ed il proprio destino, attratta dal Verbo del Signore.
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Un film riuscito, l’ennesimo su quella che universalmente è riconosciuta come la più bella storia mai raccontata, quella di Gesù, che questa volta si incrocia con la storia di Maria di Magdala la quale finalmente esce dalla narrazione tradizionale ed iconografica che l’ha sempre trattata non bene, per mostrarsi in quella riabilitata dal Vaticano un paio di anni fa. Cioè una donna moderna, quasi una pre – femminista ma anche una che precorre i tempi di una Santa Chiara la quale si sottrae al volere della famiglia che l’avrebbe voluta sposa e madre per seguire la propria vocazione ed il proprio destino, attratta dal Verbo del Signore. Si unisce a Lui per divenire una degli apostoli di Gesù, testimone della sua Resurrezione, consolatrice degli ammalati cui porta conforto facendo da esempio agli altri compagni di viaggio del Messia. Interessante e nuova anche la lettura delle motivazioni del tradimento di Giuda, che dunque risulta almeno parzialmente riabilitato e di rilievo il soffermarsi sugli equivoci degli atteggiamenti degli Apostoli, cui non è chiaro il vero disegno di Gesù robabilmente convinti, fino alla rivelazione successiva alla Crocefissione, che “il Guaritore” fosse quel Messia atteso dagli Ebrei per la rivoluzione mirata a liberarsi dell’oppressione di Roma. Il film sorvola su quegli aspetti della cronaca arcinoti (il processo, la condanna, la figura di Ponzio Pilato, l’opzione con Barabba, la stessa Via Crucis) e si fa notare anche per aver evitato immagini cruente di facile presa ma che si sarebbero rivelate fuori luogo per quelli che erano i veri intenti degli autori. Di rilievo le due interpretazioni di Rooney Mara e Joaquin Phoenix, rispettivamente Maria Maddalena e Gesù.
michelecamero
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ninoraffa
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martedì 27 marzo 2018
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il secondo peccato originale
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Donna chiacchierata, Maria Maddalena. Una quindicina di passi evangelici riferiscono che Gesù la liberò da sette spiriti, e lei Lo seguì. Il Venerdì Santo fu tra i pochi coraggiosi – quasi tutte donne – a stare sotto la Croce; assistette alla deposizione nel sepolcro; la Domenica successiva uscì prestissimo per andare alla tomba, trovandola vuota. Poco dopo fu la prima a incontrare e parlare al Risorto chiamandolo Rabbunì, Maestro mio.
Su questi elementi sorse la figura della Maddalena, di sicuro ex prostituta, forse la stessa che lavò i piedi a Gesù con le lacrime e quindi li cosparse di olio prezioso, forse sorella di Lazzaro e Marta di Betania; persino moglie di Gesù secondo gli gnostici, madre di una divina discendenza che si allunga nei secoli, per la delizia di tanta cine-letteratura contemporanea, entusiasta di Cavalieri Templari e Sacro Graal.
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Donna chiacchierata, Maria Maddalena. Una quindicina di passi evangelici riferiscono che Gesù la liberò da sette spiriti, e lei Lo seguì. Il Venerdì Santo fu tra i pochi coraggiosi – quasi tutte donne – a stare sotto la Croce; assistette alla deposizione nel sepolcro; la Domenica successiva uscì prestissimo per andare alla tomba, trovandola vuota. Poco dopo fu la prima a incontrare e parlare al Risorto chiamandolo Rabbunì, Maestro mio.
Su questi elementi sorse la figura della Maddalena, di sicuro ex prostituta, forse la stessa che lavò i piedi a Gesù con le lacrime e quindi li cosparse di olio prezioso, forse sorella di Lazzaro e Marta di Betania; persino moglie di Gesù secondo gli gnostici, madre di una divina discendenza che si allunga nei secoli, per la delizia di tanta cine-letteratura contemporanea, entusiasta di Cavalieri Templari e Sacro Graal.
Contro questa poderosa tradizione Garth Davis, in “Maria Maddalena”, ci mostra una giovane donna che vive con la famiglia sul lago di Tiberiade. Tira le reti insieme a sorelle e cugine senza gli uomini, rifiuta diversi matrimoni, va a pregare nella sinagoga sola e ad orari sconvenienti. Solo per questi motivi viene considerata un’indemoniata da esorcizzare nell’acqua senza troppi complimenti.
Negli ultimi mesi di predicazione Gesù capiterà da quelle parti, e lei non esiterà a seguirlo.
La bravissima Rooney Mara incarna una Maria Maddalena priva di malefatte da farsi perdonare; a parte quella di essere donna, naturalmente. Una discepola che sceglie Cristo liberamente, senza i debiti, gli scopi, le frustrazioni o i traumi di tutti gli altri. Una donna che in qualche modo Ne ha avvertito l’arrivo, con l’inquietudine interiore, col sentirsi fuori posto in famiglia, nel villaggio, nell’ordine sociale e nella religione del suo tempo.
Nel film Maddalena fa parte degli Apostoli e siede alla destra di Gesù, rappresentando l’anima spirituale della Chiesa nascente, contrapposta a un Pietro politico, insolito rispetto all’uomo semplice della tradizione. Il conflitto rimarrà latente fino al Golgota. Tre giorni dopo, Pietro e gli altri non corrono subito al sepolcro per accertarsi della resurrezione annunziata proprio da Maria, ma si affrettano a ridimensionare il suo ruolo. Morto Gesù – il vero rivoluzionario – torna l’ordine antico: la testimonianza – la parola – di una donna non ha valore legale, con le ovvie conseguenze per il suo ruolo e l’autorità all’interno della Chiesa.
Presto il costruendo impianto teologico-morale del cristianesimo ristabilirà certi ordini. “Le mogli siano sottomesse ai mariti come al Signore; il marito infatti è capo della moglie… E come la Chiesa sta sottomessa a Cristo, così anche le mogli siano soggette ai loro mariti in tutto.” – scriverà pochi decenni dopo San Paolo agli Efesini.
Rispetto ai racconti evangelici, il film presenta una Maria sovraesposta, che assorbe la figura di San Giovanni nel rapporto preferenziale con Gesù, assumendo nella comunità cristiana originaria quell’unica, eccezionale, rilevanza femminile di solito associata a Maria Santissima.
Sui generis anche Giuda Iscariota, semplice ed entusiasta, animato da pietose intime motivazioni, che punta sul rapido avvento del Regno per riunirsi a moglie e figlia morte di stenti sotto il rapace fisco romano. Il suo tradimento, affatto politico, sarà solo un calcolo sbagliato per sollecitare il Maestro a spalancare i cieli.
Forse meno riuscita la parte di Gesù. Bene una figura umana, dubbiosa del suo destino, fisicamente spossata dai miracoli che anticipano le sofferenze di Getsemani; ma rimane dubbia l’interpretazione di Joaquin Phoenix, poco efficace nel trasmettere l’empatia e lo slancio verso l’umanità, essenziali al Cristo.
Molti fatti non coincidono con i Vangeli ma queste licenze di varia importanza non guastano il senso del racconto. “Maria Maddalena” è un film sbilanciato e positivamente di parte nel dare voce alle donne che furono vicine a Gesù, fino alla Croce, e oltre. Persone a cui Lui diede dignità contro il pensiero del tempo, cancellando non solo il primo ma anche il secondo peccato originale: quello, appunto, di essere donna. Figure femminili, poi ridimensionate e normalizzate, di cui la pellicola evidenzia l’adesione completa al messaggio dell’amore, esaltando quell’anima mariana/francescana all’apparenza perdente in tutte le Chiese, che rimane comunque il fondamento del Cristianesimo nella storia e nelle coscienze.
Maria Maddalena – pescatrice o peccatrice – venne venerata Santa fin dalle origini, nel sesto secolo Papa Gregorio Magno le attribuì formalmente facili, sebbene ritrattati, costumi. Le sue presunte ossa, contrabbandate nel medioevo in Provenza, furono disperse dai furori anticlericali della Rivoluzione Francese, che pure avrebbe dovuto apprezzarne il supposto libertinaggio giovanile. Nel 2016 Papa Francesco finalmente le ha dato posto ufficiale tra gli Apostoli.
Nell’alto dei cieli questa ragazza ebrea avrà spesso sorriso al suo movimentato destino postumo. Magari accanto al suo amato Maestro. Rabbunì, come Lo chiamò, felice e sgomenta, quella lontanissima Domenica mattina.
L’ottimo film di Garth Davis ce ne consegna un nuovo ritratto; discutibile, ma più significativo di tante immaginette che in questi secoli le sono state cucite addosso.
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domenica 25 marzo 2018
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grazie per la sua bellissima recensione e
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Signora Catalli volevo farle i complimenti per la sua bellissima recensione! Ho visto il film e mi trovo pienamente d'accordo con quanto ha scritto. Joaquin Phoenix da premio Oscar! Ambra Nepi
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