I villeggianti |
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Un film di Valeria Bruni Tedeschi.
Con Valeria Bruni Tedeschi, Pierre Arditi, Valeria Golino, Noémie Lvovsky.
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Titolo originale Les estivants.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 125 min.
- Francia, Italia 2018.
- Lucky Red
uscita giovedì 7 marzo 2019.
MYMONETRO
I villeggianti
valutazione media:
2,47
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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La follia borghese in stile Jean Renoir
di Emiliano Morreale La Repubblica
Confesso un debole per i film diretti da Valeria Bruni Tedeschi, fin dall'esordio È più facile per un cammello... Anche quando si tratta di lavori imperfetti, ci sono spesso scene memorabili, e soprattutto un'acutezza, uno humour e una cattiveria di fondo difficili da trovare nel cinema italiano, e un po' anche in quello francese. Sono ritratti di alta borghesia, divertenti e spietati, con forti elementi autobiografici. Anzi, sono proprio "film tutti uguali", come viene detto con autoironia nelle prime scene del film, quando la protagonista (una regista di buonissima famiglia) va a un'audizione del ministero per chiedere fondi, pochi minuti dopo che suo marito (Riccardo Scamarcio) l'ha lasciata. Il resto del film si svolge nella villa di famiglia al mare, con la madre, la figlia adottiva, amici e parenti tra cui la sorella (Valeria Golino) sposata a un industriale ripugnante che ha chiuso la fabbrica licenziando 3000 persone ed è finito in un qualche scandalo. A questa prospettiva tutta interna si aggiungono quelle della servitù e di una sceneggiatrice che arriva per lavorare al prossimo film della protagonista. Il modello è inevitabilmente il film più perfetto e feroce sull'alta borghesia, La regola del gioco di Jean Renoir. Le atmosfere sono a tratti crepuscolari, con qualcosa di cecoviano, ma il tono fondamentale rimane acre: una famiglia disfunzionale e ricchissima osservata nelle piccole e grandi follie quotidiane, nell'ipocrisia e nel tranquillo orrore, evitando il cinismo e il compiacimento grazie a un'autoironia masochistica. Se all'inizio il personaggio centrale è sempre quello della irresistibile nevrotica interpretato dalla regista stessa, che abbiamo imparato a conoscere in molti film (non solo quelli da lei diretti), poi la storia si sviluppa in maniera più corale, e purtroppo va anche incontro a qualche lungaggine (il film dura oltre due ore) con un epilogo inutile e scontato che un po' lo rovina. Funziona la coppia con la Golino, compresa una stonatissima esibizione congiunta di Ma che freddo fa; più in generale, l'uso delle musiche è intelligente e vivace (da Schubert al Duetto buffo di due gatti di Rossini). Da segnalare anche un utilizzo della vecchia pubblicità della birra Peroni come curiosa immagine mitica.
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