samanta
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domenica 11 marzo 2018
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il giustiziere colpisce ancora
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Il film è il remake di un film del 1974 tratto da un romanzo. Il film era interpretato da Charles Bronson, la regia di Michael Winner (Scorpio, Io sono la legge) ed ebbe un notevole successo per la novità della trama:un pacifico cittadino (fa l'architetto) colpito nei suoi affetti (moglie e figlia) decide di vendicarsi ed uccide i deliquenti che incontra nella strade (New York).
[SPOILER] Nel remake la trama è simile, l'ambiente è Chicago diventata più pericolosa di New York. il protagonista Paul Kersey (Bruce Willis) è adesso un chirurgo e lavora al pronto soccorso vedendo ogni giorno feriti per atti di violenza, vive tranquillamente con la moglie Lucy (Elisabeth Shue l'ematologa di CSI Las Vegas) e la figlia Jordan.
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Il film è il remake di un film del 1974 tratto da un romanzo. Il film era interpretato da Charles Bronson, la regia di Michael Winner (Scorpio, Io sono la legge) ed ebbe un notevole successo per la novità della trama:un pacifico cittadino (fa l'architetto) colpito nei suoi affetti (moglie e figlia) decide di vendicarsi ed uccide i deliquenti che incontra nella strade (New York).
[SPOILER] Nel remake la trama è simile, l'ambiente è Chicago diventata più pericolosa di New York. il protagonista Paul Kersey (Bruce Willis) è adesso un chirurgo e lavora al pronto soccorso vedendo ogni giorno feriti per atti di violenza, vive tranquillamente con la moglie Lucy (Elisabeth Shue l'ematologa di CSI Las Vegas) e la figlia Jordan. Come nel precedente mentre Paul è al lavoro una sera le due donne vengono aggredite in casa da 3 rapinatori e la moglie uccisa mentre la figlia entra in coma. Paul rimane annichilito e aspetta i risultati delle indagini che, peraltro, non danno esito, passa il tempo rimane colpito dalla pubblicità televisiva delle armi e ripreso il lavoro casualmente viene in possesso di una pistola, decide di usarla e incappucciato, uccide i delinquenti che incontra per strada, finché riesce ad individuare 2 dei 3 assassini: Nel frattempo la figlia esce dal coma e c'è è il la resa dei conti: il terzo assassino con l'aiuto di due complici s'introduce nell'abitazione del medico, cerca di uccidere Paul con la figlia ma vengono da lui uccisi. La polizia che nel frattempo lo sospettava decide di mettere a tacere tutto.
Il film è diverso dal precedente perché mentre nel primo Paul girava a viso scoperto adesso cammina incappucciato per evitare le telecamere e le riprese dei cellulari, ciò nonostante viene ripreso e diventa in incognito un divo dei Talk-Show e della TV soprannominato il "mietitore". Il film affronta quindi non solo il problema della giustizia e quindi se sia lecito agire al posto dello stato inerte, ma anche come anche i fatti più terribili diventino spettacolo. E' anche affrontato il problema della difesa legittima specie quando i malviventi si introducano in casa del cittadino (come nella scena finale). Il film rispetto al remake affronta quindi più questioni tutte di attualità, a mio avviso la regia di Eli Roth non è adeguata, indubbiamente era decisamente migliore quella di Winner, in vari momenti ci sarebbe voluto più energia nella direzione e più tensione nelle scene. Ottima l'interpretazione di Bruce Willis che mostra con abilità professionale i tormenti psicologici del cittadino inerme che viene coinvolto in avvenimenti terribili, sicuramente più adeguata di quella del pur bravo Charles Bronson. Certo il film manca della novità dopo il primo film del 1974 vennero girati oltre i sequel un numerosi film con temi analoghi anche con giustiziere donna ((Jodie Foster ne Il buio dell'anima).
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casomai21
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sabato 17 marzo 2018
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l'america s'interroga su armi e giustizia
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In una. Chicago notturna e spietata e dall'architettura avveniristica il dott.Kersey chirurgo salvavite diventa suo malgrado un vendicatore a freddo talvolta crudele e sul punto di capitolare in prevedibili imboscate .del nemico. Le radio libere informano costantemente sui fatti criminali di questa instancabile metropoli con la conta degli omcidi informqndo anche gli spettatori del film. quando la cronanca incrocia le vicende del protagonista dellanostra storia.. InProtagoniste sono proprio le armi che è così facile reperire in negozi che ti facilitano anche la parte burocratica della faccenda per il rilascio del porto d'armi. 'E vero che sei registrato da telecamere e database, ma in poche ore sei armato per risolvere le tue ansie di non vedere mai giustizia fatta e occasionalmente fare anche qualche strage.
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In una. Chicago notturna e spietata e dall'architettura avveniristica il dott.Kersey chirurgo salvavite diventa suo malgrado un vendicatore a freddo talvolta crudele e sul punto di capitolare in prevedibili imboscate .del nemico. Le radio libere informano costantemente sui fatti criminali di questa instancabile metropoli con la conta degli omcidi informqndo anche gli spettatori del film. quando la cronanca incrocia le vicende del protagonista dellanostra storia.. InProtagoniste sono proprio le armi che è così facile reperire in negozi che ti facilitano anche la parte burocratica della faccenda per il rilascio del porto d'armi. 'E vero che sei registrato da telecamere e database, ma in poche ore sei armato per risolvere le tue ansie di non vedere mai giustizia fatta e occasionalmente fare anche qualche strage.Il film affronta l'argomento ma non da risposte perchè con le armi salva se stesso e soddisfa la sua sete di giustizia.La polizia per quanto efficiente è quella che arriva sempre un minuto dopo quando il delitto si è già verificato e il lavoro di prevenzione è annullato.
Dietro ogni colpo esploso c'è sempre una pozza di sangue che dilaga sul pavimento.Il protagonista,un convincente Bruce Willis realizza il suo freddo piano trasformandosi in angelo della notte,contro ogni sopruso ma il prezzo che ha pagato è comunque caro. Il garbo e la professionalità di questo attore del genere azione poliziesco con la figlia da salvare rendono ccettabilila descrizione di scene violente,intervallate da indagini e. vicende ospedaliere. in questo film le tremende percosse che incassa non si vedono, ma risuonano le armi pistole e mitragliette, nascoste negli arredi della casa e pronte per l'uso in caso di introduzione di estranei. Le recente cronaca italiana e statunitense rende il film attuale,ma pone anche tanti interrogativi.La metropoli notturna ingoia tutto, per il protagonista è meglio prendere fiato e traferirsi sulla costa orientale più ricca di stimoli e di novità, ma anch'essa violenta.Gli altri attori del film offrono prestazioni alquanto pregevoli ed in particolare della bella attrice esordiente che impersona una promettente diciassettenne universitaria.
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muttley72
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mercoledì 4 aprile 2018
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film ironico che va preso per tale
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Questo fiilm con B. Willis è il remake di un noto film di Charles Bronson del 1974 che diede origine di una serie di film successivi (sempre con Bronson) e di cui Franco Franchi fece una divertente parodia italiana nel 1975 ("Il giustiziere di mezzogiorno") sfruttando anche una somiglianza piuttosto marcata con C. Bronson (gli bastò farsi crecere i baffi).
Il tema è quello della paersona pacifica che dpo aver subito l'uccisione o lo stupro dei familiari, decide di vendicarsi...celebre la scena in cui Bronson riempie un calzino di monete per avere un'arma improvvisata con cui percuotere dei rapinatori. Anche "Un borghese piccolo piccolo" con A.
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Questo fiilm con B. Willis è il remake di un noto film di Charles Bronson del 1974 che diede origine di una serie di film successivi (sempre con Bronson) e di cui Franco Franchi fece una divertente parodia italiana nel 1975 ("Il giustiziere di mezzogiorno") sfruttando anche una somiglianza piuttosto marcata con C. Bronson (gli bastò farsi crecere i baffi).
Il tema è quello della paersona pacifica che dpo aver subito l'uccisione o lo stupro dei familiari, decide di vendicarsi...celebre la scena in cui Bronson riempie un calzino di monete per avere un'arma improvvisata con cui percuotere dei rapinatori. Anche "Un borghese piccolo piccolo" con A. Sordi è un film che si inserisce nel filone...ma con toni altamenti drammatici e più profondi.
Il film con B. Willis afronta il tema in modo "sdrammatizzante", partendo dal presupposto che lo spettatore che va al cinema consideri il film come un film di azione, parteggiando quindi con il protagonista che, facendo il chirurgo, salva vite di poliziotti e di criminali con lo stesso impegno, ma che dopo l'attacco a moglie e figlia decide di trovare i colpevoli. Al giorno d'oggi molti film che si vedono sono molto più violenti di questo e nessuno si scandalizza più per una trama come questa, nemmeno i 14enni che se la ridacchiavano in sala. Resta il tema delle armi da fuoco che qui è pure trattato in modo ironico, senza voler prendere una posizione contro o a favore...visto che un conto è usarle per difesa solo in casa propria, altro è girare per strada armati.
Ironia della sorte... Willis la prima pistola se la procura per vie non legali e infatti la Glock cade da un delinquente che lui sta assistendo al pronto soccorso...eimpara a usarla e smontarla e pulirla da internet....le armi illegli circolano sempre.
Il film è più che sufficiente nel suo genere, trama prevedibile e nulla di eccezionale, ma può salvare un pomeriggio in cui non ci sia altro da vedere. Due stelle e mezzo.
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felicity
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lunedì 10 settembre 2018
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bruce willis torna in serie a
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Buon cast per questo remake.
Bruce Willis esce (temporaneamente?) dalla palude dei b-movies in cui era finito negli ultimi anni, e si presta ad un film dignitoso per quanto discutibile.
Film godibile, fatta eccezione per i momenti splatter assolutamente inutili.
Il tutto comunque sembra un spot finalizzato a favorire il possesso delle armi tra i privati cittadini.
Guardatevi bene la scena al supermercato delle armi: se è ironica, si coglie poco.
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dandy
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venerdì 26 marzo 2021
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roth giustizia il cinema ancora una volta...
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Prendiamo lo spunto di partenza:basarsi su una storia che nei 40 e passa anni dal film con Bronson è stata già proposta e riproposta in ogni modo umanamente concepibile e inconcepibile,e che ad essere precisi aveva avuto il battesimo con "Chato".E già qui complimenti per l'originalità eh,non s'aspettava altro proprio.Ma si parla di Roth e quindi i risultati non potevano che essere peggiori del solito....Svolgimento,situazioni,dialoghi,protagonista,coppia di poliziotti,commenti della stampa ecc,ideologia di fondo...tutto all'insegna del piattume più insulso,tanto che al confronto il film del'74 sembra quasi più odierno!E ci sono i puntuali espedienti idioti come da copione per il regista,dal fatto che il giustiziere venga filmato ripetutamente e agisce di fronte a testimoni ma basta un cappuccio per impedirne l'identificazione,o la scivolata nel sangue e la provvidenziale palla da bowling che mette KO il cattivo manco fossimo in un episodio dei Looney Tunes.
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Prendiamo lo spunto di partenza:basarsi su una storia che nei 40 e passa anni dal film con Bronson è stata già proposta e riproposta in ogni modo umanamente concepibile e inconcepibile,e che ad essere precisi aveva avuto il battesimo con "Chato".E già qui complimenti per l'originalità eh,non s'aspettava altro proprio.Ma si parla di Roth e quindi i risultati non potevano che essere peggiori del solito....Svolgimento,situazioni,dialoghi,protagonista,coppia di poliziotti,commenti della stampa ecc,ideologia di fondo...tutto all'insegna del piattume più insulso,tanto che al confronto il film del'74 sembra quasi più odierno!E ci sono i puntuali espedienti idioti come da copione per il regista,dal fatto che il giustiziere venga filmato ripetutamente e agisce di fronte a testimoni ma basta un cappuccio per impedirne l'identificazione,o la scivolata nel sangue e la provvidenziale palla da bowling che mette KO il cattivo manco fossimo in un episodio dei Looney Tunes.Poi ovviamente il protagonista(che chissà perchè qui è chirurgo e invece che a NY vive a Chicago)esce quasi indenne dalle peggiori sparatorie perchè si è allenato qualche mese quindi può gabbare tranquillamente criminali incalliti che dovrebbero saper sparare e gestire agguati da tutta una vita.Escludendo la sequenza nell'officina non c'è nemmeno quella tanto sbandierata tamarragine nelle scene di violenza,nulla più che sparatorie straviste all'infinito.Insomma oltre a non esserci un briciolo di ragion d'essere per scomodare il film di Winner non hanno nemmeno cercato di dare una parvenza di vivacità a un canovaccio stratrito all'esasperazione.Willis,con 10 anni in più rispetto a Bronson nel primo film della serie,non ci crede neanche per un momento e cambia a malapena espressione quando apprende cos'è successo a moglie e figlia o si ferisce.L'unico personaggio degno di nota è l'esuberante gun girl Bethany,che però ha pochissimo spazio.Il finale con l'alibi buttato lì per placare quelle due barzellette ambulanti di detective che sanno perfettamente qual'è la realtà ma chissene e un'altro insulto all'intelligenza.Ma tutto questo dovrebbe giustificato con "eh ma non bisogna aspettarsi chissà cosa,il film è quello che è" nevvero?Appunto,è quello che è,ossia un'inutlissima fotocopia di altre cento per non dire di se stessa.E l'ennesima dimostrazione che Roth dovrebbe lasciar perdere la regia.Pare che il progetto risalisse al 2006,e che avrebbe dovuto dirigerlo e interpretarlo Stallone.Poi sarebbe subentrato Joe Carnahan,che però a dato forfait dopo l'assunzione di Willis.Forse in mano a uno dei due sarebbe uscito qualcosa di più decente.
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fight_club
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sabato 10 marzo 2018
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un giustiziere anonimo
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L'epidemia dei rifacimenti cinematografici che ormai infesta il cinema mondiale ci porta a sacrificare un altro mito della nostra infanzia, il mite architetto della prima versione del "Giustiziere della notte" interpretato dal mirabile Charles Bronson che si trasforma in un temibile vendicatore arso dal desiderio di vendetta qui viene rimpiazzato da un valente medico chirurgo che passa dal salvare delle vite a terminarle a causa di orribile crimine subìto dalla propria famiglia. A conti fatti tra le due storie la più verosimile appare quella odierna, Bruce Willis viene travolto dal proprio dolore, sbanda e perde il controllo della propria vita, non ha più punti di riferimento e crede di trovarne uno nel desiderio di rivalsa.
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L'epidemia dei rifacimenti cinematografici che ormai infesta il cinema mondiale ci porta a sacrificare un altro mito della nostra infanzia, il mite architetto della prima versione del "Giustiziere della notte" interpretato dal mirabile Charles Bronson che si trasforma in un temibile vendicatore arso dal desiderio di vendetta qui viene rimpiazzato da un valente medico chirurgo che passa dal salvare delle vite a terminarle a causa di orribile crimine subìto dalla propria famiglia. A conti fatti tra le due storie la più verosimile appare quella odierna, Bruce Willis viene travolto dal proprio dolore, sbanda e perde il controllo della propria vita, non ha più punti di riferimento e crede di trovarne uno nel desiderio di rivalsa. Il personaggio non è fermo e preciso, quasi metodico, come nel film del '74, è oppresso da una rabbia che lo acceca e che lo travolge. Nonostante questo il film viaggia blandamente, la fase iniziale si prolunga oltre il giusto e fa perdere a Bruce Willis l'aurea di sparatutto conquistata nella sua lunga carriera (in fondo non si aspettava che questo) e il resto dei personaggi non viene caratterizzato per quello che dovrebbero mostrare per colpa di una sceneggiatura anonima, sarebbe bastato copiare un pò quella vecchia ma è la dimostrazione che remake non fa sempre rima con incassi. voto finale : 6
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udiego
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venerdì 16 marzo 2018
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giustiziere per caso
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Remake del film degli anni ’70, Il Giustiziere della Notte, porta sul grande schermo uno tra i temi da sempre più dibattuti negli Stati Uniti: la giustizia privata e la conseguente facilità di reperire armi per chiunque lo voglia. E se il film con Charles Bronson, ai suoi tempi, divise l’opinione pubblica tra chi appoggiava e chi invece condannava il comportamento di questo individuo che si faceva giustizia al di fuori dalle istituzioni, il film di Elih Roth da invece l’impressione di trovarsi completamente fuori luogo rispetto ai tempi che corrono.
Il regista di entrambi i capitoli di Hostel decide di prendere praticamente pari l’opera del suo predecessore e di ricostruirla in chiave più moderna dal punto di vista cinematografico, ma senza contestualizzarla in un’epoca ed una società completamente diverse rispetto agli anni ’70.
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Remake del film degli anni ’70, Il Giustiziere della Notte, porta sul grande schermo uno tra i temi da sempre più dibattuti negli Stati Uniti: la giustizia privata e la conseguente facilità di reperire armi per chiunque lo voglia. E se il film con Charles Bronson, ai suoi tempi, divise l’opinione pubblica tra chi appoggiava e chi invece condannava il comportamento di questo individuo che si faceva giustizia al di fuori dalle istituzioni, il film di Elih Roth da invece l’impressione di trovarsi completamente fuori luogo rispetto ai tempi che corrono.
Il regista di entrambi i capitoli di Hostel decide di prendere praticamente pari l’opera del suo predecessore e di ricostruirla in chiave più moderna dal punto di vista cinematografico, ma senza contestualizzarla in un’epoca ed una società completamente diverse rispetto agli anni ’70.
Il film di Roth, probabilmente, deve essere giudicato su due binari separati. Infatti se guardiamo il film solo dal punto di vista dell’intrattenimento, esso presenta i suoi aspetti migliori. Il ritmo è incalzante, e nonostante un incipit forse un po’ troppo lungo, lo spettatore tende a non annoiarsi mai. Le scene di azione godono di una buona regia e di un ottimo lavoro al montaggio, che accompagnato da un montaggio sonoro convincente, le rendono avvincenti ed adrenaliniche al punto giusto. Le note positive però finiscono qui, dato che tutto ciò è sorretto dal nulla: la sceneggiatura è completamente inesistente ed i personaggi, anche se ben interpretati, non hanno un minimo di profondità. Ben diverso era il Giustiziere del 1974, il quale prima di arrivare a compiere la sua missione, subì una complessa e difficile trasformazione interiore.
Il regista americano ci propone un’opera per certi versi fastidiosa, volendo a tutti i costi dimostrare quanto sia ben gestita la procedura per procurarsi le armi in America e come sia giusto prendersi cura in ogni modo di ciò che è nostro, laddove le istituzioni non riescono ad arrivare. Peccato che, oltre al discutibile messaggio, dal punto di vista dello sviluppo della vicenda, il regista resti su un piano estremamente superficiale, mettendo in scena un bel po’ di azione e movimento senza preoccuparsi di null’altro.
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gustibus
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sabato 17 marzo 2018
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un angelo custode o no?
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Eroe o non eroe,angelo custode o no?Queste frasi si sovrappongono in questo "Death Wish"del 2018,remake del 'giustiziere della notte"nel lontano 1974 con Bronson.Ora ce'Bruce Willis,E.Shue(Karate kid dove aveva 18/20 anni circa)..passano gli anni,il film e'abbastanza simile alla prima versione,credo all'epoca vietata ai 18anni!Il tema magari e'ancora piu'attuale del '74 ma so che se mi addentro in un dibattito politico,anche se la recensione del signor.Fornasiero e'stata rapida..che in Italia e'vietata apertamente la vendita delle armi e'vero!ed E'giusto!ma negli Usa dopo gli ultimi massacri e'allo studio di limitarne l'uso,ma.
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Eroe o non eroe,angelo custode o no?Queste frasi si sovrappongono in questo "Death Wish"del 2018,remake del 'giustiziere della notte"nel lontano 1974 con Bronson.Ora ce'Bruce Willis,E.Shue(Karate kid dove aveva 18/20 anni circa)..passano gli anni,il film e'abbastanza simile alla prima versione,credo all'epoca vietata ai 18anni!Il tema magari e'ancora piu'attuale del '74 ma so che se mi addentro in un dibattito politico,anche se la recensione del signor.Fornasiero e'stata rapida..che in Italia e'vietata apertamente la vendita delle armi e'vero!ed E'giusto!ma negli Usa dopo gli ultimi massacri e'allo studio di limitarne l'uso,ma..e'ancora libera!Poi rimane che il tema non del farsi giustizia da se,non paga.Pero' l'impunita'di certi crimini e'ancora troppo alta.Sentivo proprio oggi 17marzo 2018 che sui furti negli appartamenti con quello che ne consegue nelle varie forme,solo nel 3%dei casi viene preso il"ladro"..ben il 97%e'libero!Non sembra che l'equilibrio sia spaventoso?mah?..comunque il film si puo' vedere!perche'no?..male che vada uscite dalla sala o contenti o arrabbiati.Purtroppo non ce'un via di mezzo.
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f.vassia 81
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venerdì 29 ottobre 2021
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remake non del tutto convincente
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Aggiornato all'epoca dei social media,ecco il remake del celebre film omonimo di Michael Winner, di cui non riesce del tutto a replicare l'antipatico, prepotente ma cinematograficamente coraggioso spirito reazionario. La regia, oltre ad un uso acuto dello split screen, confeziona con la gusta, brutale crudezza sparatorie e altre scene violente, ma non riesce a far decollare la tensione, e non mantiene l'ambientazione maleficamente affascinante del prototipo. Poco convincente anche il finale, ma il vero problema è Willis, fiacco e sprovvisto ( almeno in questo caso ) della maschera implacabile di Charles Bronson.
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elgatoloco
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mercoledì 10 novembre 2021
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bronson era an other think
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"Death Wish"(Eli Roth, sceneggiatura di Joe Carnahn, rremake del film di Michael Winner del 1974 con Charles Bronson, a sua volta tratto dal romanzo di Paul Garield del 1972). POche variazioni rispetto all'originale filmico: il protagonista è un uomo pacifico, qui chirurgo al Pronto Soccorso, là, nella versione di Winner, era un ingegnere pacifista e boiettore di coscienza)che, vedendosi uccidere., in fomra di massacro, la moglie e ridurre in uno stato penoso la figlia, ferita molto gravemente. dopo un periodo di crsi e riflessione, passa all'azione e si vedica dei manigoldi, anche se meterà segno solo due vendette, mentre la terza gli sarà quasi fatale.
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"Death Wish"(Eli Roth, sceneggiatura di Joe Carnahn, rremake del film di Michael Winner del 1974 con Charles Bronson, a sua volta tratto dal romanzo di Paul Garield del 1972). POche variazioni rispetto all'originale filmico: il protagonista è un uomo pacifico, qui chirurgo al Pronto Soccorso, là, nella versione di Winner, era un ingegnere pacifista e boiettore di coscienza)che, vedendosi uccidere., in fomra di massacro, la moglie e ridurre in uno stato penoso la figlia, ferita molto gravemente. dopo un periodo di crsi e riflessione, passa all'azione e si vedica dei manigoldi, anche se meterà segno solo due vendette, mentre la terza gli sarà quasi fatale. Dopo un "accomodamento"con la polizia, riuscirà a ritornare, in qauclhe modo, nella"vita civile",. Ora, anche se il film è tecnicamente ben diretto, se Bruce Willis fa del suo meglio per non sfigurare(persoanlmente lo ritengo un interprete abbastanza chiuso in certi ruoli, ultiramente poi da "duro"che non apprezzo particolarmente, comunque dispone, sul piano mimico e gestuale, di un'ìespressività diciamo"prevedibile")nel confronto con Bronson, il paragone non regge o meglio va decisamente a favore del film di Winner, per vari motivi: A)negli anni 1970, di "contestazione"comunque, anche negli States, un soggetto simile(dunque già il libro, peraltro)non otteneva di per sé grandi riconoscimenti o meglio sfidava qualche luogo comune(in realtà molti luoghi comuni, si dovrebbe dire), a livello politico e anche religioso(per chi crede al"perdono"); B )Bronson era l'interprete adatto, in parte asiatico, straordinario interprete di"C'era un volta il West"di Sergio Leone quale"L'uomo dell'armonica", di altri film importanti, era un mito,; non più giovnaissimo(come ora non lo è Willis, se vogliamo), complessivamente una maschera straoridinaria; C)la regia di Willis era tesa e creava quell'alternanza tra l'attesa, il"fatto"di sangue ossia la vendetta e la scarica della tensione, che caratterizza anzi deve caratterizzare un film come questo. Ma qui tutto è già visto, scontato, anche se certamente non riproposto male(sarebbe sciocco affemrarlo), complessivamente il déjà vu la fa da pradrone e non è colpa del regista né degli interpreti, dove Kimperly Elise, nel ruolo dlela super.investgatrice. detective dà certamente il meglio. El Gato
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