ruger357mgm
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martedì 6 novembre 2018
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millenarie poetiche predizioni
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Manca l'aria, quell'aria rarefatta e freschissima, che spira da mare e s'incunea,fluisce nell'orecchio di Dioniso, ci sfiora le braccia dandoci i brividi, l'aria del teatro greco, antico, di Siracusa, in questa rappresentazione, un racconto in forma di monologo, che sale dalle profondità ancestrali del mondo classico e finisce fuori strada insieme a Pound, T.S. Eliot e Pasolini. La vecchiezza imponente, monumentale, del cieco eterno, androgino e immutabile, onnisciente e misterioso, ci avviluppa in un abbraccio paterno da cui cerchiamo di svincolarci, timorosi come siamo dell'enormità della persona e del personaggio. E' lastoria eterna della curiosità, che tradisce l'uomo, dalle vette del Citerone agli abissi dell'Ade, in un turbinio di riferimenti classici e moderni dove, passanso per Dante si arriva a Pavese per chiudere con Primo Levi, attonito dinanzi all'orrore ma impavido, fuscello d'acciao che pur piegandosi non si spezza, preso dalla brama di narrare il monito imperituro che ci rivolgerà dalle sue opere.
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Manca l'aria, quell'aria rarefatta e freschissima, che spira da mare e s'incunea,fluisce nell'orecchio di Dioniso, ci sfiora le braccia dandoci i brividi, l'aria del teatro greco, antico, di Siracusa, in questa rappresentazione, un racconto in forma di monologo, che sale dalle profondità ancestrali del mondo classico e finisce fuori strada insieme a Pound, T.S. Eliot e Pasolini. La vecchiezza imponente, monumentale, del cieco eterno, androgino e immutabile, onnisciente e misterioso, ci avviluppa in un abbraccio paterno da cui cerchiamo di svincolarci, timorosi come siamo dell'enormità della persona e del personaggio. E' lastoria eterna della curiosità, che tradisce l'uomo, dalle vette del Citerone agli abissi dell'Ade, in un turbinio di riferimenti classici e moderni dove, passanso per Dante si arriva a Pavese per chiudere con Primo Levi, attonito dinanzi all'orrore ma impavido, fuscello d'acciao che pur piegandosi non si spezza, preso dalla brama di narrare il monito imperituro che ci rivolgerà dalle sue opere. Operazione di Cultura a tutto tondo, il recital di Andrea Camilleri è una fascinazione antropomorfa ed ermafrodita a un tempo, una metamorfosi che attinge ogni cellula, imbibendola di poesia, compresa quella latina, per offrirci l'esperienza del mito, a portata di mano, nel luogo stesso dove il mito ha avuto origine. Grazie a Camilleri e al suo sguardo che va oltre i confini del cristallino spento e a Tiresia, uomo/donna ritornato uomo per rivelare quasi nulla ai suoi simili ma ammantando i suoi oracoli di lungimirante saggezza. Il pubblico ringrazia, si accomiata più ricco e manda il suo virtuale applauso, unito a quello della magica sera siracusana, tormentato dai dubbi sugli Dei ed i loro imperscrutabili disegni ma rinfrancato dalla capacità della parola raccontata di vincere ogni possibile tragedia che incombe sulla vicenda umana. Non per tutti ma da vedere T U T T I.
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m.raffy
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mercoledì 7 novembre 2018
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il racconto di una vita tra il mito e la storia
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La straordinaria capacità di raccontare del maestro Camilleri si intreccia con la magia del teatro greco di Siracusa, un luogo dalla storia millenaria, cornice ideale per rievocare le vicende di Tiresia. Un vero e proprio cammino attraverso i secoli, in cui la voce del cieco indovino accompagna gli spettatori, seguendo il filo del mito e della letteratura: da poeti quali Ovidio e Seneca a Dante, fino ad arrivare al Novecento, con Pound, T. S. Eliot, Pasolini e Primo Levi.
La narrazione intensa e coinvolgente delle peregrinazioni di Tiresia, il suo mutare da uomo a donna per poi tornare uomo, la sua cecità contrapposta al suo dono di vedere il futuro delle persone, la sua vecchiezza, tutto contribuisce ad alimentare la leggenda di questa figura che ha vissuto tante vite.
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La straordinaria capacità di raccontare del maestro Camilleri si intreccia con la magia del teatro greco di Siracusa, un luogo dalla storia millenaria, cornice ideale per rievocare le vicende di Tiresia. Un vero e proprio cammino attraverso i secoli, in cui la voce del cieco indovino accompagna gli spettatori, seguendo il filo del mito e della letteratura: da poeti quali Ovidio e Seneca a Dante, fino ad arrivare al Novecento, con Pound, T. S. Eliot, Pasolini e Primo Levi.
La narrazione intensa e coinvolgente delle peregrinazioni di Tiresia, il suo mutare da uomo a donna per poi tornare uomo, la sua cecità contrapposta al suo dono di vedere il futuro delle persone, la sua vecchiezza, tutto contribuisce ad alimentare la leggenda di questa figura che ha vissuto tante vite.
Camilleri ricostruisce così il punto di vista di un uomo che ha percorso epoche diverse, di cui tanto è stato detto e tanto è stato scritto, ma che ancora oggi è avvolto da un mistero che gli conferisce eternità. L'atmofera del film è quella propria del teatro, sembra di ritrovarsi in mezzo al pubblico sulle gradinate, tra le luci soffuse, ad ascoltare e applaudire. Un viaggio consigliato a tutti.
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mauridal
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venerdì 22 novembre 2019
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camilleri, sono.
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Conversazione su Tiresia di e con Andrea Camilleri
Un film di Roberto Andò
Tiresia sono. Così Camilleri entra in scena accompagnato sotto braccio e si siede su una seggiola , con un lume ,unica scenografia nella suggestiva arena del teatro greco di Siracusa.
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Conversazione su Tiresia di e con Andrea Camilleri
Un film di Roberto Andò
Tiresia sono. Così Camilleri entra in scena accompagnato sotto braccio e si siede su una seggiola , con un lume ,unica scenografia nella suggestiva arena del teatro greco di Siracusa. Inizia così un lungo racconto recitato con profondità dalla stessa voce di Camilleri che con i toni giusti del narratore antico ci rapisce con la storia di questo personaggio ,Tiresia che dalla letteratura di tutti i tempi è stato trattato e raccontato in mille modi. Quale versione di Tiresia ci restituisce lo scrittore e narratore in scena. Tiresia è un indovino poeta accecato dagli dei forse proprio da Atena ma la cecità non gli impedisce di presagire il futuro e neanche di rivelare i segreti degli dei e degli uomini. Da Omero in poi e per tutta la letteratura scritta per secoli in seguito fino d oggi è stato un personaggio ambiguo . Per alcuni dovuto alla trasformazione voluta da uomo a donna sul monte Citerone vicino Tebe sempre ad opera degli dei ma anche perché le sue predizioni erano per lo più poco veritiere se non addirittura false ma per chi ne era destinatario e le richiedeva risultavano ambiguamente verosimili e dunque accettabili . Ecco che qui si spiega la scelta di Tiresia per Camilleri allorquando una volta raggiunta la cecità che impedisce alla persona di guardare la realtà , subentra il personaggio che vede oltre la verità delle cose e degli uomini e lo scrittore Camilleri diventa tutt’uno col personaggio Tiresia per raccontare storie e luoghi verosimili ma in fondo falsi e accettabili : sia Tiresia che Camilleri sono ciechi ma vedono meglio degli altri tutte le verità del mondo, e questo li accomuna.
Dunque alla fine persona e personaggio coincidono e questo a detta del vecchio Camilleri scrittore è il massimo che uno scrittore qualsiasi possa raggiungere. Ora il film si pregia di dettagli e primi piani sul volto e i gesti del narratore che pur parlando soltanto apre la immaginazione dello spettatore alle più diverse interpretazioni di persone e luoghi . Questa ultima interpretazione di Tiresia ad opera del grande vecchio Camilleri dunque non conclude una vita artistica ma apre la persona ad una eterna camminata accompagnata dal personaggio che vivrà per sempre nel plauso degli spettatori del teatro greco di Siracusa. (mauridal)
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