"Ma è un cartone!"
Questa la prima impressione di coloro i quali approcciano per la prima volta Spider-Man: un nuovo Universo, ultimo film Sony in collaborazione con Marvel. In effetti è vero: è un cartone. O meglio, è un capolavoro di computer grafica e disegno tradizionale, qualcosa di completamente innovativo nel mondo dei cinecomics e degli stessi film di animazione, ma probabilmente se state leggendo questa recensione poco ve ne importa di tecnicismi ed elucubrazioni varie: volete semplicemente sapere com'è il film. Il modo in cui ho aperto questa recensione, però, non è casuale, nè tantomeno è messo lì per prendere in giro chi, vedendo il trailer o i primi minuti del film, magari trascinato al cinema dal proprio figlio, è rimasto stupito di non vedere attori. O la classica animazione 3D. Il fatto che sia un "cartone" potrebbe portare molti a pensare che questo sia un film per bambini, al più adolescenti, e che non aggiunga niente di nuovo al mondo supereroistico del grande schermo. Fermi! E' questo l'errore: il fermarsi all'apparenza. Chi scrive è una grande appassionata di cinecomics, ma non basta qualche effetto speciale ben riuscito e dei costumi scintillanti per fare di un film un bel film. Qui non abbiamo niente di tutto ciò: ci sono dei disegni che corrono, si muovono, combattono sul grande schermo, ma la sensazione è quella - bellissima - di essere precipitati in un albo a fumetti di Spider-Man. O, per meglio dire, è come se il fumetto prendesse vita, con tanto di vignette onomatopeiche - una su tutte il tikititikiti clic della digitazione sulla tastiera del computer - che lo spettatore può leggere, mentre l'avventura continua a scorrere. Lo spiderman di questo film non è Peter Parker ma Miles Morales, adolescente di Brooklyn che, proprio come accade allo spiderman "originale" viene morso da un ragno e deve imparare in fretta a gestire i suoi nuovi poteri. Ma non sarà solo: nel film si scoprirà infatti che nel multiverso esistono molteplici versioni di Spider-Man... Non mi dilungo nel raccontarvi la trama, anche per non rischiare di farvi spoiler, ma sappiate che non vi annoierà, perché non è assolutamente un copia-incolla dei precedenti film sul supereroe. Ciò che mi è piaciuto moltissimo del film è stata invece l'umanità dei personaggi, primo fra tutti Miles, che con le sue insicurezze e paure rappresenta un po' tutti noi; grande punto a favore per Spider-Gwen e Peter B. Parker, quest'ultimo uno spiderman molto fuori forma, lontano dai canoni del perfetto supereroe cui siamo abituati, per il quale però risulta impossibile non provare empatia. Non mancano le gag esilaranti e le battute simpatiche che hanno da sempre caratterizzato il personaggio, e l'atmosfera di Brooklyn è resa magistralmente anche grazie ad un'ottima colonna sonora, che accompagna ogni scena del film e non è mai fuori luogo: i beat hip-hop si amalgamano perfettamente con le ambientazioni e con quelli che potrebbero essere benissimo - anzi sono - i gusti musicali di Miles. "Fumetto di formazione", cinecomic più comic che cine, questo è un film che può davvero piacere a tutti, grandi e piccoli, fan sfegatati Marvel e persone completamente estranee, madri, padri, fidanzate a cui non potrebbe fregare di meno dei supereroi. Prima ancora di parlare di un supereroe, questo è un film che descrive ognuno di noi, le nostre battaglie, i nostri sogni e le nostre speranze, la capacità di cadere e di rimetterci in piedi. E' molto più di un cartone: basta solo saper guardare dietro quella maschera, perché dietro la maschera - e concludo con una citazione del film - potrebbe esserci ognuno di voi.
Davvero bellissimo.
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