luca capaccioli
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mercoledì 19 dicembre 2018
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la più grande sorpresa cinematografica dell'anno!
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Nel corso degli anni, sia sul grande che sul piccolo schermo, si sono susseguiti una miriade di adattamenti su Spider-Man, il più celebre personaggio dell'Universo Marvel, creato dai compianti Stan Lee e Steve Ditko nel 1962. Tra film in live action e serie animate, quasi tutte produzioni di successo, non si può certo dire che il Tessiragnatele non abbia goduto di un ricco passato, oltre che una fetta di pubblico sempre maggiore nel tempo. Adesso è il turno di Spider-Man: Un Nuovo Universo che, come da titolo, ci proietta metaforicamente in quello che è senz'altro una concezione fresca e rivoluzionaria dei cinecomic, qualcosa di mai sperimentato prima. Il protagonista del lungometraggio in questione è Miles Morales (Shameik Moore), un ragazzo newyorkese afroamericano che vive sotto il tetto dei genitori Jefferson Davis (Brian Tyree Henry) e Rio Morales (Luna Lauren Velez).
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Nel corso degli anni, sia sul grande che sul piccolo schermo, si sono susseguiti una miriade di adattamenti su Spider-Man, il più celebre personaggio dell'Universo Marvel, creato dai compianti Stan Lee e Steve Ditko nel 1962. Tra film in live action e serie animate, quasi tutte produzioni di successo, non si può certo dire che il Tessiragnatele non abbia goduto di un ricco passato, oltre che una fetta di pubblico sempre maggiore nel tempo. Adesso è il turno di Spider-Man: Un Nuovo Universo che, come da titolo, ci proietta metaforicamente in quello che è senz'altro una concezione fresca e rivoluzionaria dei cinecomic, qualcosa di mai sperimentato prima. Il protagonista del lungometraggio in questione è Miles Morales (Shameik Moore), un ragazzo newyorkese afroamericano che vive sotto il tetto dei genitori Jefferson Davis (Brian Tyree Henry) e Rio Morales (Luna Lauren Velez). Un giorno, suo padre Jefferson, uno stimato agente di polizia, decide di iscrivere Miles a una scuola di prestigio, nonostante quest'ultimo non sia molto concorde per tale decisione, in quanto non si sente esattamente a proprio agio in un ambiente completamente diverso rispetto a quello a cui era abituato. Miles trova in suo zio Aaron (Mareshala Ali) una figura decisamente più vicina al suo modo di essere, dato che condividono la passione della street art: è questa la motivazione per la quale i due si dirigono in una zona segreta situata in un sotterraneo metropolitano, dove il giovane viene morso da un ragno radioattivo che gli dona abilità simili a quelle Spider-Man (Chris Pine), il suo idolo numero uno, al contrario di quanto sostiene il padre, che invece lo teme. Ben presto, Miles si ritrova ad avere a che fare con il il boss della malavita noto come Wilson Fisk/Kingpin (Liev Schreiber), in quale dispone di un acceleratore temporale che intende utilizzare per scopi personali, provocando la morte dello Spider-Man del loro mondo e l'ingresso involontario di altri cinque provenienti da universi alternativi: il Peter Parker (Jake Johnson) dell'universo classico Terra 616, una ragazza di nome Spider-Gwen (Haliee Steinfeld), una versione in bianco e nero proveniente dagli anni '30 chiamata Spider-Man Noir (Nicolas Cage), il cartonesco Peter Porker/Spider-Ham (John Mulaney) e una bambina di nome Penny Parker (Kimiko Glenn) dai tratti giapponesi e appartenente ad un futuro alternativo. Insieme dovranno collaborare per fermare Kingpin e tornare ognuno al proprio universo d'origine.
È assolutamente riduttivo definire Spider-Man: Un Nuovo Universo un semplice film di animazione, nel senso che siamo di fronte ad un'opera in cui "il fumetto prende letteralmente vita"; vi sono i baloon che esprimono pensieri, un montaggio che talvolta ricorda le vignette tipiche del formato cartaceo, sequenze d'azione in cui ogni personaggio ragnesco è fedele al proprio stile (ad esempio, Spider-Ham ha sequenze che sembrano uscire da un cartone animato e Penny Parker assume la fisionomia tipica degli anime giapponesi in diverse scene) ed una dose smisurata di richiami ai fumetti originali e ad altre pellicole. Gli effetti speciali sono quanto di più strepitoso ed innovativo sia mai stato sviluppato, con tanto di spettacolari combattimenti ed esplosioni a non finire, soprattutto verso il terzo atto, e non sono 'vincolati' come accade nei film in live action, sicuramente più difficili da rendere credibili. Anche le ambientazioni presentano delle novità, con un'alternanza di sequenze che a volte rendono la pellicola più simile ad un fumetto, mentre altre volte sono abbastanza 'cinematografiche', a tal punto da spingere lo spettatore a domandarsi se si tratti di uno scenario disegnato o fotografato. Una menzione speciale per la colonna sonora, con tracce fondamentalmente hip-hop, che ben si sposano con il contesto socio-culturale 'street' in cui è ambientato la pellicola. Oltre al lato tecnico, quello che colpisce sono le tematiche trattate e le interazioni tra i personaggi principali, in particolar modo il rapporto mentore-allievo tra Miles e Peter. Il protagonista è solo un ragazzino inesperto che all'improvviso si ritrova dei poteri e viene coinvolto in una situazione molto più grande di lui, nonostante intenda fare la sua parte per porre un rimedio, motivo per cui sarà l'apprendista di uno stanco e demotivato Peter Parker, ormai privo di quella volontà ferrea che negli anni gli ha permesso di superare tantissime difficoltà con nemici di ogni genere. Sarà proprio con Miles che la più nota versione del Ragno dovrà di nuovo mettersi alla prova e fare i conti con le responsabilità che i poteri comportano, come recita l'intramontabile motto alla base della genesi del personaggio. Notevole la caratterizzazione degli altri Uomini Ragno, con personalità che contraddistinguono gli uni dagli altri, Spider-Ham su tutti, indubbiamente quello a cui vengono riservati alcuni dei tempi comici più riusciti del film. l'imponente Kingpin si rivela un villain riuscitissimo, spietato ed inquietante, ma pur sempre umano, in quanto ha delle motivazioni che permettono allo spettatore di comprendere il perché agisce in un certo modo. Ci sono anche altri avversari che vengono affrontati dal team ragnesco, ovvero Scorpion, Lady Octopus, Tombstone e Prowler (senza contare una breve ma intensa sequenza d'azione a inizio film in cui si vede Goblin) che, pur non brillando quasi tutti per la loro caratterizzazione, rappresentano sicuramente un valore aggiunto, specialmente nei combattimenti. Non manca il cameo di Stan Lee, il quale aveva fatto in tempo a girare le sue scene prima di spegnersi all'età di novantacinque anni, lasciando un enorme vuoto nei suoi fan di tutto il mondo che però possono gioire nel vedere a cosa hanno portato i frutti delle sue creazioni. Si può quindi dire che il genere gode ora di una nuova linfa, un innovativo modo di concepire gli adattamenti dei fumetti, grazie a questo lungometraggio ricco di sorprese e colpi di scena dall'inizio alla fine (scena post-titoli compresa) che manda inoltre un messaggio importante: non è necessario indossare una maschera per aiutare gli altri, è soltanto un atto di fede.
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elenarossi
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giovedì 27 dicembre 2018
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dietro la maschera: un cinecomic dal volto nuovo
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"Ma è un cartone!"
Questa la prima impressione di coloro i quali approcciano per la prima volta Spider-Man: un nuovo Universo, ultimo film Sony in collaborazione con Marvel. In effetti è vero: è un cartone. O meglio, è un capolavoro di computer grafica e disegno tradizionale, qualcosa di completamente innovativo nel mondo dei cinecomics e degli stessi film di animazione, ma probabilmente se state leggendo questa recensione poco ve ne importa di tecnicismi ed elucubrazioni varie: volete semplicemente sapere com'è il film. Il modo in cui ho aperto questa recensione, però, non è casuale, nè tantomeno è messo lì per prendere in giro chi, vedendo il trailer o i primi minuti del film, magari trascinato al cinema dal proprio figlio, è rimasto stupito di non vedere attori.
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"Ma è un cartone!"
Questa la prima impressione di coloro i quali approcciano per la prima volta Spider-Man: un nuovo Universo, ultimo film Sony in collaborazione con Marvel. In effetti è vero: è un cartone. O meglio, è un capolavoro di computer grafica e disegno tradizionale, qualcosa di completamente innovativo nel mondo dei cinecomics e degli stessi film di animazione, ma probabilmente se state leggendo questa recensione poco ve ne importa di tecnicismi ed elucubrazioni varie: volete semplicemente sapere com'è il film. Il modo in cui ho aperto questa recensione, però, non è casuale, nè tantomeno è messo lì per prendere in giro chi, vedendo il trailer o i primi minuti del film, magari trascinato al cinema dal proprio figlio, è rimasto stupito di non vedere attori. O la classica animazione 3D. Il fatto che sia un "cartone" potrebbe portare molti a pensare che questo sia un film per bambini, al più adolescenti, e che non aggiunga niente di nuovo al mondo supereroistico del grande schermo. Fermi! E' questo l'errore: il fermarsi all'apparenza. Chi scrive è una grande appassionata di cinecomics, ma non basta qualche effetto speciale ben riuscito e dei costumi scintillanti per fare di un film un bel film. Qui non abbiamo niente di tutto ciò: ci sono dei disegni che corrono, si muovono, combattono sul grande schermo, ma la sensazione è quella - bellissima - di essere precipitati in un albo a fumetti di Spider-Man. O, per meglio dire, è come se il fumetto prendesse vita, con tanto di vignette onomatopeiche - una su tutte il tikititikiti clic della digitazione sulla tastiera del computer - che lo spettatore può leggere, mentre l'avventura continua a scorrere. Lo spiderman di questo film non è Peter Parker ma Miles Morales, adolescente di Brooklyn che, proprio come accade allo spiderman "originale" viene morso da un ragno e deve imparare in fretta a gestire i suoi nuovi poteri. Ma non sarà solo: nel film si scoprirà infatti che nel multiverso esistono molteplici versioni di Spider-Man... Non mi dilungo nel raccontarvi la trama, anche per non rischiare di farvi spoiler, ma sappiate che non vi annoierà, perché non è assolutamente un copia-incolla dei precedenti film sul supereroe. Ciò che mi è piaciuto moltissimo del film è stata invece l'umanità dei personaggi, primo fra tutti Miles, che con le sue insicurezze e paure rappresenta un po' tutti noi; grande punto a favore per Spider-Gwen e Peter B. Parker, quest'ultimo uno spiderman molto fuori forma, lontano dai canoni del perfetto supereroe cui siamo abituati, per il quale però risulta impossibile non provare empatia. Non mancano le gag esilaranti e le battute simpatiche che hanno da sempre caratterizzato il personaggio, e l'atmosfera di Brooklyn è resa magistralmente anche grazie ad un'ottima colonna sonora, che accompagna ogni scena del film e non è mai fuori luogo: i beat hip-hop si amalgamano perfettamente con le ambientazioni e con quelli che potrebbero essere benissimo - anzi sono - i gusti musicali di Miles. "Fumetto di formazione", cinecomic più comic che cine, questo è un film che può davvero piacere a tutti, grandi e piccoli, fan sfegatati Marvel e persone completamente estranee, madri, padri, fidanzate a cui non potrebbe fregare di meno dei supereroi. Prima ancora di parlare di un supereroe, questo è un film che descrive ognuno di noi, le nostre battaglie, i nostri sogni e le nostre speranze, la capacità di cadere e di rimetterci in piedi. E' molto più di un cartone: basta solo saper guardare dietro quella maschera, perché dietro la maschera - e concludo con una citazione del film - potrebbe esserci ognuno di voi.
Davvero bellissimo.
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marco m.
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venerdì 28 dicembre 2018
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un film, un’opera d’arte, una grande novità ma soprattutto un grande fumetto.
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++ Recensione del film “Spider-Man, Un nuovo universo”. ++ Attenzione. La seguente recensione può contenere spoiler. Un film, un’opera d’arte, una grande novità ma soprattutto un grande fumetto. Si, avete capito bene. Il nuovo film della Marvel “Spider-Man - un nuovo universo”, ci catapulterà all’interno di un vero e proprio fumetto. Lo spettatore, infatti potrà assistere a numerose scene dove i vari protagonisti lanciano ragnatele con un “flip” si fanno male con un “ouch” e pensano, mostrando appunto cosa stanno pensando, con delle scritte che compaiono sul maxi schermo. Girando tra le varie “pagine” del film, il pubblico rimarrà letteralmente incollato sulla poltrona del cinema.
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++ Recensione del film “Spider-Man, Un nuovo universo”. ++ Attenzione. La seguente recensione può contenere spoiler. Un film, un’opera d’arte, una grande novità ma soprattutto un grande fumetto. Si, avete capito bene. Il nuovo film della Marvel “Spider-Man - un nuovo universo”, ci catapulterà all’interno di un vero e proprio fumetto. Lo spettatore, infatti potrà assistere a numerose scene dove i vari protagonisti lanciano ragnatele con un “flip” si fanno male con un “ouch” e pensano, mostrando appunto cosa stanno pensando, con delle scritte che compaiono sul maxi schermo. Girando tra le varie “pagine” del film, il pubblico rimarrà letteralmente incollato sulla poltrona del cinema. I colori sono ipnotici, la grafica 3D è incredibilmente realistica e il continuo effetto glitch rende questo lungometraggio qualcosa di unico e speciale. Il protagonista del film è Spider-Man ma questo lo sapevate già. La cosa insolita però è che qui non c’è solo Peter Parker a lanciare ragnatele e a salvare poveri innocenti caduti nelle mani di qualche malvagio criminale. Nel lungometraggio, i protagonisti saranno ben tre (anzi...forse più di tre)...e pensate un po’: tutti sono degli Spider-Man. Eh no, non avete capito male. Nella storia, oltre ai numerosi personaggi “secondari” come Zia May, Mary Jane ed il malvagio Kingpin, ci saranno anche Peter Parker, Gwen Stacy, una figura giapponese anime che con la sua inventiva ed intelligenza ha costruito un robot comandato da un ragno geneticamente modificato che gli dà la forza di combattere in maniera autonoma, uno Spider-Maiale chiamato semplicemente “Spider-Ham”, uno Spider-Man degli anni ‘30, e Miles Morales. Quest’ultimo è il vero asso nella manica della Marvel: tutto il film si concentra proprio su di lui. Ideato da Brian Bendis e disegnato da Sara Pichelli, Miles è uno studente liceale di Brooklyn che proprio come Peter Parker è stato morso dal ragno che lo trasformerà in Spider-Man, che dovrà vedersela con Kingpin, mandando all’aria i suoi piani malvagi. Inoltre, dovrà cercare di riportare a casa gli “altri” Spider-Man venuti da un universo parallelo. E per gli occhi esperti, non mancheranno gli “easter egg”. Si parte dalla rubrica di Miles Morales, dove nella lista contatti c’è il nome della disegnatrice Sara Pichelli, si passa ai due Spider-Man che parlano di un “certo” Comicon, e si finisce con un piccolo ma importante dettaglio che di certo non passa inosservato: all’inizio del film, noterete sul comodino di Miles, una copia dello storico numero di Amazing Fantasy, dove per la prima volta, Spider-Man appare in un fumetto. A metà film, ci sarà (come in tutti i film Marvel) un meraviglioso Cameo che rende omaggio al formidabile “The Man”, Stan Lee. Stan, commesso di un negozio, dovrà vendere a Miles un costume pacchiano da Spider-Man. Miles preoccupato per la taglia chiede se accettano il reso della merce nel caso non dovesse andargli bene. Stan, fa una faccia sarcastica, indicando il cartello “No returns or refund ever”. Tutti in sala scoppiano a ridere ricordando il grande humor che “The Man” ha trasmesso a tutti noi per tutti questi anni. I fan non lo dimenticheranno tanto facilmente. Lee non è stato solo un inimitabile, unico ed eccellente fumettista è stato sopratutto un grande uomo. Ci mancherà. Ma adesso basta parlare. Non vi dico altro per non rovinarvi la sorpresa, anzi...le varie sorprese. Ora diamoci un taglio e fatemi un grande favore. Staccatevi da quel minischermo, uscite di casa, recatevi al cinema più vicino lanciando qualche ragnatela qua e là e gustatevi questo capolavoro che ci catapulterà dall’altra parte: nel magico ed indescrivibile universo Marvel ! - Marco Meloni -
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lorenzo perrucci
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martedì 1 gennaio 2019
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il fumetto che prende vita !
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Cosa ne penso di questo film? Innanzitutto avevo aspettative ALTISSIME. Sono state assolutamente superate. È un’assoluta novità su tutti i fronti, in quanto il regista Bob Persichetti sa benissimo di quanto ormai siamo abituati a diverse rivisitazioni della stessa storia di Spider-Man e di quanto c’era il bisogno di una ventata d’aria fresca nel panorama dei cinecomics. Il film è una PURA FUSIONE tra il fumetto e la pellicola cinematografica. Un passo che segnerà un nuovo modo di fare cinema d’animazione, una sorta di punto zero. Il cinema d’animazione infatti ha subito con questo film una evoluzione. Inizialmente è stato creato un film in 3D ed è stato poi ridisegnato completamente su una tavoletta grafica a mano: sono stati impegnati circa 130 disegnatori per un lavoro unico nel suo genere.
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Cosa ne penso di questo film? Innanzitutto avevo aspettative ALTISSIME. Sono state assolutamente superate. È un’assoluta novità su tutti i fronti, in quanto il regista Bob Persichetti sa benissimo di quanto ormai siamo abituati a diverse rivisitazioni della stessa storia di Spider-Man e di quanto c’era il bisogno di una ventata d’aria fresca nel panorama dei cinecomics. Il film è una PURA FUSIONE tra il fumetto e la pellicola cinematografica. Un passo che segnerà un nuovo modo di fare cinema d’animazione, una sorta di punto zero. Il cinema d’animazione infatti ha subito con questo film una evoluzione. Inizialmente è stato creato un film in 3D ed è stato poi ridisegnato completamente su una tavoletta grafica a mano: sono stati impegnati circa 130 disegnatori per un lavoro unico nel suo genere. Sono stati applicati vari filtri, come alcuni retini e varie linee per far assomigliare la grafica 3D con il fumetto di partenza. Sono state aggiunte varie onomatopee per imitare i suoni, oltre che avere vari quadri pop-up che riportano i pensieri del personaggio. Lo schermo spesso si divide in vari spazi per imitare le scene dei fumetti, la schematizzazione è rispettata per dare l’anima sensazione di avere un fumetto su pellicola. Si ha infatti a sensazione di vedere un fumetto che si muove. La musica dà la giusta epicità, è basata interamente su canzoni rap-trap: questo ci avvicina estremamente al giovane personaggio che si va a raccontare. Diverse tracce però creano una forte tensione nello spettatore. Un film coloratissimo, divertente, epico, rivoluzionario. È UN FILM PER TUTTI: BAMBINI, RAGAZZI E ADULTI. Prende a piene mani lo spirito di Spider-Man e lo traspone in un film. Può essere visto benissimo come il miglior film di Spider-Man mai fatto, al pari dei film di Raimi. Personaggi caratterizzati benissimo (oltre a Morales, il migliore è Spider-Man Noir), musiche elettrizzanti, disegni fantastici. ANDATE AL CINEMA.
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essegi98
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giovedì 17 gennaio 2019
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un altro film su spider-man?
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Spider-Man - Un nuovo universo (Spider-Man: Into the Spider-Verse) è un film d'animazione statunitense del 2018 diretto da Bob Persichetti, Peter Ramsey e Rodney Rothman.
Sceneggiatura: Phil Lord e Christopher Miller
Titolo originale: Spider-Man: Into the Spider-Verse
Il nuovo film Spider-Man, propone degli stili interessanti ma di certo non rivoluzionari, perché sono già stati colti in altri film ma sono stati migliorati notevolmente. Tra glie effetti che spiccano maggiormente è la tecnica dello split screen che è il vero potenziale del film e per la prima volta viene applicata a un film d’animazione della durata di 1h 56m; Non è tanto la storia in se, che è già qualcosa di visto ma la ottima animazione innovativa per certi aspetti che riesce a immergere lo spettatore nella pellicola.
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Spider-Man - Un nuovo universo (Spider-Man: Into the Spider-Verse) è un film d'animazione statunitense del 2018 diretto da Bob Persichetti, Peter Ramsey e Rodney Rothman.
Sceneggiatura: Phil Lord e Christopher Miller
Titolo originale: Spider-Man: Into the Spider-Verse
Il nuovo film Spider-Man, propone degli stili interessanti ma di certo non rivoluzionari, perché sono già stati colti in altri film ma sono stati migliorati notevolmente. Tra glie effetti che spiccano maggiormente è la tecnica dello split screen che è il vero potenziale del film e per la prima volta viene applicata a un film d’animazione della durata di 1h 56m; Non è tanto la storia in se, che è già qualcosa di visto ma la ottima animazione innovativa per certi aspetti che riesce a immergere lo spettatore nella pellicola.
(per chi non lo sapesse, lo split screen, tradotto letteralmente schermo diviso, consiste nel frazionare lo schermo in diverse inquadrature. Un esempio può essere, nel montaggio dei film, la tipica scena della telefonata, in cui si hanno contemporaneamente, su uno schermo diviso verticalmente a metà, i due personaggi che si parlano da località diverse; ad esempio, ne La signora della porta accanto (1981) di François Truffaut. Brian De Palma ne fa largo uso in molti suoi film. Un uso innovativo e molto creativo dello split-screen è stato fatto nel film Innamorato pazzo del 1981, diretto da Castellano e Pipolo, in cui Adriano Celentano e Ornella Muti danno luogo a una grottesca interazione tra due schermi mentre litigano al telefono. Un uso artistico dello split-screen è osservabile nel film di David Cronenberg Inseparabili. Nel film, infatti, l'attore Jeremy Irons interpreta entrambi i gemelli Mantle. Inoltre è adoperato nel film L'appartamento spagnolo, diretto da Cédric Klapisch e nel documentario Woodstock - Tre giorni di pace, amore e musica diretto da Michael Wadleigh. La sigla iniziale del film Il caso Thomas Crown di Norman Jewison è realizzata completamente con la tecnica dello split screen. Nel film stesso poi il regista ne fa largo uso.)
Un’altra tecnica utilizzata è lo "squash and stretch". Il principio dell'animazione aiuta gli oggetti e le persone a sentirsi come se si muovessero nello spazio e, se esagerati, possono trasmettere emozioni e sovralimentare una scena con eccitazione visiva.
La storia è interessante perché propone un lato di Spider-Man che non si era ancora, ci viene mostrato un Peter Parker maturo e ormai esperto e che fa da mentore al protagonista del film, il giovane Miles Morales.
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cinefoglio
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lunedì 21 gennaio 2019
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istantanea di spider-man: un nuovo universo
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Dopo numerosi adattamenti cinematografici, questa volta Spider Man si reinventa in un genere di animazione tutto nuovo, a prova di adrenalina.
La riuscita di questo film sta in primo luogo nella sua capacità, e quindi a quella dei creatori (tra cui del Piccolo Principe, Le Cinque Leggende, The LEGO Movie, Piovono Polpette, 21 Jump) di saper attingere da tutti quei momenti filmici anteriori che hanno reso l’uomo ragno indimenticabile, con un pizzico di originalità capace di riscriverli una volta in modo ironico, un’altra volta accentuandone la drammaticità.
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Dopo numerosi adattamenti cinematografici, questa volta Spider Man si reinventa in un genere di animazione tutto nuovo, a prova di adrenalina.
La riuscita di questo film sta in primo luogo nella sua capacità, e quindi a quella dei creatori (tra cui del Piccolo Principe, Le Cinque Leggende, The LEGO Movie, Piovono Polpette, 21 Jump) di saper attingere da tutti quei momenti filmici anteriori che hanno reso l’uomo ragno indimenticabile, con un pizzico di originalità capace di riscriverli una volta in modo ironico, un’altra volta accentuandone la drammaticità.
La pellicola, poi, si evolve con un ritmo forsennato ed incalzante, ma non si lascia dietro troppi pezzi isolati. Difatti, riesce a stare al passo con le travolgenti vicissitudini del giovane Morales, ripercorrendo, con il paradosso che la propria storia sia già scritta in un fumetto e che l’insegnate sia proprio il famoso Peter Parker, tutto il cammino dell’eroe di Spider Man, con tanto di tuta nera stile Graffiti.
Il film è consigliato, le musiche e la storia sono avvincenti, ma realmente la protagonista è l’animazione: rivoluzionaria nella sua originalità, pur conservando stilemi tipici dei fumetti. Si allarga ed espande nell’orizzonte delle tre dimensioni, tanto da risultare veramente a 360 gradi, e non solo nelle scene d'azione più movimentate, ma anche durante le passeggiate a testa in giù o perpendicolari alle pareti, con il punto di forza nell’uso del colore (o gli sfarfallii del colore!) dove il concetto di dinamico lascia il posto al caotico ragionato. Appariscente.
29/12/2018
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