eugen
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lunedì 26 giugno 2023
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bene, coppola jr.
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"The Beguiled"(Sofia Coppola, anche autrice dello screenplay, dal romanzo di Thomas P.Culman, 2017, seconda trasposizione filmica dopo quella di Don Siegel di piu'di mezzo secolo fa)rende molto bene la circostanza per cui un giorno del 1864-Peina guerra di Secessione_ un caporale nordista sudista capita in Viarginia presso un collegio femminile,, accompagnato da una bambina. Ben presto la direttrice, la maestra e un'altra ragazza si innamorano dell'uomo, che peraltro, dopo un' inziale ritrosia cede ak faccino e alle "illecebrae", concedensoi quella che nel titolo itlaiano del film di Siegel era definita "una notte brava". Naturlamente c'e'anche il contorllo dei soldati sudisti e quindi, tra la tentatzione di cedere un"ospite clandestino scomodo e pericloso"perche'nemico e la tentazione delle carne, prevlae la reciproca gelosia, per cui, dopo"approfondita discussione", si cedcide di sacrficae il caporale"nemico", facendogli mangiare degli ottimi funghi che ahnno soo un prolbema: sono velenosi.
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"The Beguiled"(Sofia Coppola, anche autrice dello screenplay, dal romanzo di Thomas P.Culman, 2017, seconda trasposizione filmica dopo quella di Don Siegel di piu'di mezzo secolo fa)rende molto bene la circostanza per cui un giorno del 1864-Peina guerra di Secessione_ un caporale nordista sudista capita in Viarginia presso un collegio femminile,, accompagnato da una bambina. Ben presto la direttrice, la maestra e un'altra ragazza si innamorano dell'uomo, che peraltro, dopo un' inziale ritrosia cede ak faccino e alle "illecebrae", concedensoi quella che nel titolo itlaiano del film di Siegel era definita "una notte brava". Naturlamente c'e'anche il contorllo dei soldati sudisti e quindi, tra la tentatzione di cedere un"ospite clandestino scomodo e pericloso"perche'nemico e la tentazione delle carne, prevlae la reciproca gelosia, per cui, dopo"approfondita discussione", si cedcide di sacrficae il caporale"nemico", facendogli mangiare degli ottimi funghi che ahnno soo un prolbema: sono velenosi. Credo che Sofia Coppola certo non sia una"femmnista radical", altrimenti un film come quesot non lo avrebbe mai realizzato. Prevale incece la conoscenza psicologica, di quanto, soprattutto in un ambiente in cui domina(va)la repsresione sessuale senza limiti, ossia condizionata dal bigottismo religioso, possa fare la gelosia ovviamente travestira da altro(("critica all'immoralita'di certi comportamenti", "volonta' dii tornare ad essere moral"i etc.).Con uno stile che previlegia the darkness, solo con rari sprazzi di luce, che quasi interompono l'oscuirita', la Coppola riesce a far "palapare"l'attrazione.-repulsione che domina il rapporto tra Colin Farrell(il caporale nordista)e Nicole Kidman, qui efficacissima, quale algida(ma anche potenzialmente "scatenata" direttrice di un collegio per signorine), Kirsten Dunst, la maestra e via via le altre(Elle Fanning in evidenza, tra le altre). IL resto si inserisce in una struttura scenica quasi teatrale, che lascia ben pco , anzi decisamente nulla, all'"action"e ai trucchi cinematrografici, voluitament eassenti. UN film rigorsol dalla tesi chaira(certo in parte su una linea gia'tracciata dal romanzo di Culman; ovviamente)che e'decisa,ene il contrario di un cinema votato alla"spettacolarita"'.:; Eugen
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dandy
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sabato 16 ottobre 2021
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fare ciò che è giusto al momento...
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Remake del film di Don Siegel del '71,da noi conosciuto col risibile titolo "La notte brava del soldato Jonathan" tratto dal romanzo di Thomas Cullinan.Per molti non necessario,ma certamente non indegno dell'originale.Posto che l'unico "difetto" potrebe essere la mancanza di Clint Eastwood(probabilmente nel ruolo più insolito della sua carriera),la regista rende con efficacia i temi dell'universo femminile alienato(con ovvi rimandi a "Il giardino delle vergini suicide"),del rapporto conflittuale uomo-donna(dove le colpe ricadono su entrambi) e delle pulsioni represse destinate a emergere di prepotenza.La confezione è raffinata(l'insolito formato 1'66 fa risaltare la fotografia pittorica) e il cast di prim'ordine:Farrell funziona in un ruolo perlopiù di sottrazione e la Kidman è una spanna sopra tutti.
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Remake del film di Don Siegel del '71,da noi conosciuto col risibile titolo "La notte brava del soldato Jonathan" tratto dal romanzo di Thomas Cullinan.Per molti non necessario,ma certamente non indegno dell'originale.Posto che l'unico "difetto" potrebe essere la mancanza di Clint Eastwood(probabilmente nel ruolo più insolito della sua carriera),la regista rende con efficacia i temi dell'universo femminile alienato(con ovvi rimandi a "Il giardino delle vergini suicide"),del rapporto conflittuale uomo-donna(dove le colpe ricadono su entrambi) e delle pulsioni represse destinate a emergere di prepotenza.La confezione è raffinata(l'insolito formato 1'66 fa risaltare la fotografia pittorica) e il cast di prim'ordine:Farrell funziona in un ruolo perlopiù di sottrazione e la Kidman è una spanna sopra tutti.Vincitore del premio alla regia a Cannes.Sensibile e professionale come nelle corde della regista,e decisamente sottovalutato.
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robert de nirog
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lunedì 16 novembre 2020
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una ottima prova di sofia coppola
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E'una perfetta regia quella di Sofia Coppola che si cimenta in questa trasposizione cinematografica di un romanzo (A painted devil del 1966). Già trasposto in un film del 1971 che vedeva protagonista Clint Eastwood.
Sinossi: in Virginia nel 1864, un soldato nordista durante la guerra di secessione, viene trovato nel bosco gravemente ferito da una allieva del collegio femminile che sorge poco distante. Viene quindi curato (pur appartenendo diciamo all'esercito nemico) all'interno dello stesso collegio dove vivono la direttrice, la professoressa, e 4 allieve. Tutte donne. Cominceranno a prendersi cura del ferito e a maturare nei confronti dello stesso intenzioni diciamo non unicamente di tipo assistenziale e curativo.
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E'una perfetta regia quella di Sofia Coppola che si cimenta in questa trasposizione cinematografica di un romanzo (A painted devil del 1966). Già trasposto in un film del 1971 che vedeva protagonista Clint Eastwood.
Sinossi: in Virginia nel 1864, un soldato nordista durante la guerra di secessione, viene trovato nel bosco gravemente ferito da una allieva del collegio femminile che sorge poco distante. Viene quindi curato (pur appartenendo diciamo all'esercito nemico) all'interno dello stesso collegio dove vivono la direttrice, la professoressa, e 4 allieve. Tutte donne. Cominceranno a prendersi cura del ferito e a maturare nei confronti dello stesso intenzioni diciamo non unicamente di tipo assistenziale e curativo.
L'analisi psicologica dei personaggi femminili viene sviscerata a fondo nel corso della visione del film. Le differenze caratteriali, le diverse paure e le battaglie sia interiori che esteriori, i rancori, le invidie, i risentimenti fra le protagoniste, specie le più adulte (Kidman, Dunst e Fanning, tutte e tre superlative) sono ben delineate dalla sceneggiatura e dalla regia. E' un film femminile, visto con gli occhi delle donne. Pur ambientato nell'800 il manifesto psicologico femminile che la Coppola ci presenta è attuale. Viene capovolta la visione uomo/donna a cui siamo abituati e a cui faceva riferimento il primo adattamento cinematografico (quello con Clint). Nel film della Coppola invece l'uomo è quasi un oggetto, da conquistare e da temere. Un oggetto non perchè privo di importanza, ma in quanto rappresenta una conquista, un obiettivo da raggiungere, un premio da togliere alle altre avversarie, con le armi lecite o illecite a disposizione delle protagoniste. Un elemento, l'uomo, dunque da prendere con le dovute distanze, ma necessario per appagare la natura femminile.
La fotografia precisa e attenta è quasi gotica a tratti fiabesca per l'uso delle luci e dei colori. Sia gli interni cupi e bui che contrastano con i bianchi dei costumi (i costumi sono stupendi) sia gli esterni bellissimi della natura rigogliosa degli Stati del sud degli Usa. Ci pare, vagamente, di vedere gli scorci, i colori e le luci di alcuni film del papà (Dracula? forse...)
La sceneggiatura è fatta da dialoghi veloci e brevi. Mai noiosi. Pur in presenza di un film in costume coi tempi tipici di un film in costume, la pellicola non è mai noiosa, la narrazione è forte e lo spettatore aspetta fremente il dipanarsi della storia.
Brava Sofia. Film consigliato alle donne, agli amanti della buona recitazione, della bella fotografia e dei bei costumi.
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martin2002
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venerdì 17 aprile 2020
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piacevole ma nulla di entusiasmante
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Film guadabile, nulla di entusiasmante però.
interessante la regia, spesso le scene vengono riprendono i personaggi con un'inquadratura distante. Le interpretazioni buone, ma non incredibili, un po' sotto tono Kristen Dunst.
Non convincono nemmeno i personaggi, forse non c'è un analisi interessante sul caporale john.
Belli i costumi, meno la fotografia, a volte fin troppa poca luce.
insomma un film guardabile che non convince però.
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la camy
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mercoledì 8 gennaio 2020
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inganno e vendetta
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L' INGANNO
Attratta dal trailer vado a vedere il film con alte aspettative di bellezza e coinvolgimento.
Si rivela invece poco pregnante, a volte scarno di ritmo o colpi di scena, con un finale che spiazza e non soddisfa. Insomma, ad un primo impatto se ne apprezza solo la fotografia, i costumi, lasciando il pubblico ad una reazione immediata di interdizione.
Si esce e si dice :" Mah...tutto qua?!"
Ma il film di Sofia Coppola è a "rilascio lento", nel senso che solo dopo averlo assimilato ne cogli le sfumature psicologiche che sottendono tutta la pellicola.
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L' INGANNO
Attratta dal trailer vado a vedere il film con alte aspettative di bellezza e coinvolgimento.
Si rivela invece poco pregnante, a volte scarno di ritmo o colpi di scena, con un finale che spiazza e non soddisfa. Insomma, ad un primo impatto se ne apprezza solo la fotografia, i costumi, lasciando il pubblico ad una reazione immediata di interdizione.
Si esce e si dice :" Mah...tutto qua?!"
Ma il film di Sofia Coppola è a "rilascio lento", nel senso che solo dopo averlo assimilato ne cogli le sfumature psicologiche che sottendono tutta la pellicola.
Il film parla di un soldato ferito (un ufficiale nemico) che viene trovato nel bosco da una delle ragazze che vive nel collegio vicino e ove viene portato per dargli soccorso. Nella magione vivono un gruppo di ragazze di diverse età assieme alla direttrice, che si occupa di dar loro una corretta educazione per prepararle al ritorno in società, una volta finita la guerra.
Le ragazze si dilettano nella musica, nel canto, nel ricamo, nell'istruzione, nel giardinaggio, in un equilibrio perfetto tra rigore e disciplina.
L' arrivo del soldato dunque, destabilizza il quotidiano, e altera questo equilibrio nonché le dinamiche relazionali anche tra le stesse.
Entra in scena dunque, la sottile psicologia femminile, che davanti alla novità, un uomo, e l'unico disponibile, si palesa nella vanità e nella gelosa competizione con le altre.
Ognuna delle ragazze vuole conquistare l'esclusiva attenzione del soldato ed essere la sua preferita.
Questa attitudine si scontra con la dinamica psicologica maschile, che vede in ogni donna la sua beltà, lusingandola in ciascuna, e ingannandone l'importanza.
C'è la donna romantica, la donna austera ma fragile dentro, la fanciulla ancora adolescente e la ragazza provocatrice.
Sedotto, secondo ovvio copione, dalla più audace delle ragazze, il soldato , ormai guarito, si infila in una notte bramosa nel letto di quest'ultima, dopo che aveva promesso invece alla ''Romantica " che si sarebbe recato quella notte stessa nella sua di stanza, perché era di lei che era innamorato. Il cigolio di porte chiuse e socchiuse desta la curiosità di quest'ultima a veder che succede, e quando scopre l'inganno del suo amato, l'ira furiosa la assale gettando il soldato giù dalle scale.
Si riapre la ferita di lui alla gamba, accorrono tutte le altre impaurite e domandanti.
Quando diventa chiara la dinamica della vicenda, anche la direttrice, a sua volta tentata e attratta, senza mai palesarsi, dall' ambiguo soldato, compirà la sua vendetta.
Dalla competizione e la gelosia, torna dunque la solidarietà femminile, perché "ferire" una donna è come ferirle tutte!
In questo susseguirsi di stati psicologici il film dunque descrive semplicemente le dinamiche relazionali maschili e femminili con un messaggio finale forte e chiaro: SE INGANNI UNA DONNA, SEI UN UOMO MORTO!
Alla fine mi è piaciuto!
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[+] sofia copiona
(di emanuela emilia riganti)
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lorenzodv
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sabato 23 novembre 2019
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atrocità di persone comuni durante la guerra
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Un magnifico film, crudo e violento, dove non vediamo una goccia di sangue, perfino le minacce sono sottintese: mostra che la veiolenza non risiede nelle scene di violenza ma s'intuisce negli atteggiamenti delle persone che manifestano la loro disponibilità a commettere atrocità. Un film curato e ricco di dettagli che "sembra un dipinto", detto con le parole di un'attrice che vi ha recitato: un film di Sofia Coppola.
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francesco2
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lunedì 26 agosto 2019
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riuscito parzialmente
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Chi scrive, in passato, ha difeso o voluto difendere la Coppola almeno in due casi : « Somewhere » e « Bling Ring », prescindendo dall’interessante ( e ricordato giustamente) « Giardino delle vergini suicide ». Stavolta, tuttavia, anche se assegno tre stelle, il film non mi ha convinto sino in fondo, come anche la menzione a Cannes, che pure riguarda la regia.
Ll’inizio della vicenda ci riporta al diciannovesimo secolo, ove un ufficiale gravemente ferito in battaglia viene soccorso in una comunita femminile, di orientamento –presumibilmente – cattolico, dedita alla formazione di giovanissime ragazze e chiusa al mondo esterno.
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Chi scrive, in passato, ha difeso o voluto difendere la Coppola almeno in due casi : « Somewhere » e « Bling Ring », prescindendo dall’interessante ( e ricordato giustamente) « Giardino delle vergini suicide ». Stavolta, tuttavia, anche se assegno tre stelle, il film non mi ha convinto sino in fondo, come anche la menzione a Cannes, che pure riguarda la regia.
Ll’inizio della vicenda ci riporta al diciannovesimo secolo, ove un ufficiale gravemente ferito in battaglia viene soccorso in una comunita femminile, di orientamento –presumibilmente – cattolico, dedita alla formazione di giovanissime ragazze e chiusa al mondo esterno.
Non mi pare, inizialmente, molto credibile l’atmosfera descritta, troppo poco “cattiva” nel ritrarre le giovani, nei rapporti tra di loro e nel loro atteggiamento verso l’uomo, che nel frattempo si scontra contro il muro eretto dal personaggio della Kidman.
Più avanti, tuttavia, sorgono le primissime divisioni. Le ragazze cominciano ad assumere consapevolezza che la presenza di quell’estraneo potrebbe rappresentare un pericolo, tantopiù nel contesto bellico scelto dalla figlia del regista del “Padrino; la carita cristiana di cui dovrebbero o fungere da esempio comincia a scontrarsi con un maggiore realismo, o magari con una certa dose di cinismo (sot)teso. Anche la Kidman-istruttrice lascia trapelare alcuni sentimenti contrasta(n?°ti.Ma, soprattutto, una svolta narrativa che non (de)scrivo, nel caso qualcuno non abbia visto il film, rende sempre più intense le reazioni dei personaggi, e comincia ad insinuare dubbi in chi guardi. Al di la dei suoi impeti di violenza, cosa rappresenta per queste donne il “visitatore”? Qualcuno che trattengono per animo caritatevole –come oggettivamente avviene, in parte? Oppure anche – o soprattutto- un corpo estrnaeo, che apporta pulsioni carnali sconosciute o represse in quel contesto; e che quindi, olre che un nemico Sudista per le auorita Nordiste, rappresenta un corpo estraneo, ed una minaccia per quell’armonia reale o apparente?
Il finale non lascia spazio a dubbi. In barba alle implicazioni ideali, di cui quella comunita dovrebbe essere portatrice, prevale ferocemente l’istinto di autotutela, secondo il quale gli uomini sono oggetti da tenere alla larga, ancora più fuoriposto che nel “femminista” “Albero di Antonia”.
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fabio
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venerdì 24 agosto 2018
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onesto ma fiacco.
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Il film dura 1 ora e 25 minuti; per la prima ora abbondante non succede assolutamente nulla (ma con gran classe), poi negli ultimi 20 minuti il dramma rapidamente volge al suo epilogo. Degli attori: sotto tono la Dunst, qui non al meglio delle sue capacità; la coppia Farrell-Kidman: sopravvalutati come sempre, altri poco in risalto.
Resta la confezione: molto curata (costumi, scenografia, musiche). E resta la regia della Coppola che innegabilmente ha del talento ma che qui non fa centro.
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totybottalla
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venerdì 6 luglio 2018
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film che stanca per la noia che produce!
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E' la storia di un soldato ferito salvato dalle abitanti di un collegio femminile in Virginia nel 1864 e poi dalle stesse ucciso. Il film della comunque brava Sofia Coppola s'inceppa in una focalizzazione frammentaria degli eventi muovendo i personaggi attorno alla storia in maniera indecisa ed evanescente, tutto, dentro una sceneggiatura che finisce per annoiare salvo godere di una bella fotografia e per una volta la Kidman non finisce a letto col protagonista. Saluti.
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liuk
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sabato 31 marzo 2018
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flop clamoroso
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Sono un grande fan di Sofia Coppola ma purtroppo questa volta ha floppato, e non poco.
L'Inganno è una pellicola di una banalità assoluta, volendone raccontare l'intera trama basterebbero poche frasi e la carenza di una storia interessante constringe la regista ha riempire gli spazi con scene inutili ed estremamente noiose. Peccato perchè il cast è stellare e le ambientazioni molto ben curate.
Ne sconsiglio la visione e spero che si tratti di un caso isolato per la Coppola.
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