Chesil Beach - Il segreto di una notte |
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Un film di Dominic Cooke.
Con Saoirse Ronan, Billy Howle, Anne-Marie Duff, Lionel Mayhew, Emily Watson.
continua»
Titolo originale On Chesil Beach.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 110 min.
- Gran Bretagna 2017.
- Cinema
uscita giovedì 15 novembre 2018.
MYMONETRO
Chesil Beach - Il segreto di una notte ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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Fasullo
di cardclauFeedback: 13866 | altri commenti e recensioni di cardclau |
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domenica 18 novembre 2018 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Parliamo del film Chesil Beach – Il segreto di una notte, del regista Dominic Cooke. Inconsistente, e cercherò di addurre le mie ragioni. Da un romanzo di Ian McEvan, che non ho letto, quindi non so quanto il film lo rifletta con accuratezza. Se lo riflette, e non è farina del sacco di Cooke, mi viene da pensare che Ian McEvan sia più preoccupato della pagnotta che dell’effetto educativo, di crescita, che l’arte dovrebbe anche avere sul essere umano, a tal punto da dispensare delle sdolcinature e inaccuratezze sentimentali che hanno del clamoroso. Non c’è dubbio che protagonisti, Edward Mayhew (Billy Howle) e Florence Ponting (Saoirse Ronan) siano dei personaggi piuttosto sofferenti e autosvalutativi per colpa delle rispettive famiglie. Di Edward sappiamo che vive in una casa nel caos, che sua madre (prima picchiatella, poi danneggiata cerebralmente) non lo ha per niente nella testa e non se ne prende cura, ma neanche quel buonuomo di suo padre non è sufficiente buono, a tal punto da non sapere a chi comunicare che ha ottenuto la laurea con lode. Ciò nonostante la famiglia Mayhew appare paradossalmente piuttosto carina e solidale, e per tutto il film. Edward riesce a comunicare la notizia del suo successo ad una estranea, Florence, una violinista che si è laureata col massimo dei voti e la lode, che incontra occasionalmente in un incontro della sinistra, che appare fulminata da lui come Paolo a Damasco. Della famiglia Ponting c’è da stare poco allegri, insopportabili, beceramente di destra e assentemente solidali, il padre ossessionato dall’onnipotenza, non ha posto per nessuno, e la madre non è una madre per Florence. Ne vengono fuori due personaggi gravemente deprivati, per cui potresti comprendere che ha questo punto non ha senso parlare di relazione amorosa tra due individui adulti, ma che c’è spazio solo per la relazione primaria, altrimenti è il vuoto, l’assenza. Ma Florence gioca a fare la matura, fa l’innamorata, si prende cura perfino della madre di Edward. Il palco comincia a scricchiolare il giorno delle nozze, quando comprendiamo che l’infatuazione di Florence per Edward è una finta relazione amorosa, solo per salvare la relazione, anche se non ci si tocca, pure i bacetti sono difficili. Edward è distrutto, le aspettative di vita compromesse, potrebbe commettere uno sproposito, ma è un bravo ragazzo e non lo fa, e potrebbe tutto finire qua. Tutto crolla quando scopriamo che Florence l’ha data tranquillamente e senza difficoltà al violoncellista del suo quartetto, col quale ne ha scodellato perfino tre di figli. Allora rimaniamo smarriti, basiti, quale è stato il senso della storia con Edward, una relazione sado-masochistica, del tipo guardami ma non mi toccare? Se Florence era innamorata della musica, si poteva procedere in quella direzione, invece di scomodare una pseudo psicologia. Il film finisce con l’ultima esecuzione del quartetto, ormai invecchiato. Mi ha fatto pensare alla mazurca ballata dai vecchi vampiri in “Non mordermi sul collo” di Roman Polanski, lì gustosissima, qui penosa.
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