Tratto dall’omonimo romanzo di Ian Mc Ewan, “Chesil Beach del regista Dominic Cooke ne è la diretta trasposizione cinematografica alla di cui sceneggiatura è intervenuto in prima persona lo stesso scrittore inglese.
La storia si dispiega presentando la prima notte di nozze trascorsa in una camera di un hotel nella località balneare inglese, appunto, di Chesil Beach, di una giovane coppia inglese negli anni ’60: una notte ovviamente piena di aspettative ma anche di grossi timori e vergogna da parte di entrambi per ciò che riguarda l’approccio sessuale vero e proprio in quanto, secondo la morale del tempo che reputava disdicevole e vergognoso parlare di questioni sessuali, essi ne sono completamente disinformati. Pertanto, si assiste, frammezzato da numerosi flash back riguardanti il periodo passato in cui essi si sono conosciuti e frequentati, all’imbarazzo sempre più crescente nella coppia, per quanto desiderosi l’uno dell’altro, all’interno della stanza, nel corso della cena, imbarazzo che, al ‘momento cruciale, si trasforma subito in goffaggine, paura ed addirittura ribrezzo (soprattutto da parte della giovane sposa) nel corso dell’atto sessuale e, dunque, in un disastro completo. Ciò condurrà la protagonista a fuggire immediatamente dalla camera dell’albergo e rifugiarsi lontano in spiaggia dove poi verrà raggiunta dal consorte al fine di avere un chiarimento reciproco. Ma la profonda ignoranza per ciò che riguarda il sesso da parte di entrambi, l’orgoglio e la mancanza di un dialogo aperto giocheranno ancora una volta un ruolo determinate, portando la coppia a separarsi definitivamente senza nemmeno avere consumato il matrimonio e soprattutto a sopprimere e non realizzare il loro sincero amore. Sarà inevitabile per loro prendere nel futuro strade differenti.
Una pellicola, come del resto il romanzo stesso, che ben ritrae la mentalità e soprattutto la morale chiusa e bigotta del tempo, quella, cioè, degli anni ‘50/60 in cui, ribadisco, era ritenuto disdicevole affrontare argomenti concernenti il sesso ed avere, finchè non coniugati, in generale qualche benché minima nozione di educazione sessuale, creando così false ‘credenze’, molte paure ed eventuali conseguenti infelicità nei rapporti con il sesso opposto. Il regista Cooke, grazie anche alla collaborazione diretta con l’autore stesso del romanzo, riesce bene a rappresentare l’atmosfera e l’intera problematica riguardante la morale e la società degli anni passati prima della rivoluzione sessuale degli anni’60, ne coglie le caratteristiche e lo spirito inducendo lo spettatore attuale a riflettere. Il film, strutturato come quasi una pièce teatrale (infatti Cooke è un regista prevalentemente di lavori in teatro), dove, cioè, le scene sono confinate tutte in spazi ristretti, quali la camera d’albergo o la spiaggia deserta, è interamente pervaso da un’atmosfera di struggente malinconia che, peraltro, ben si accorda al grigiore del clima della località balneare inglese di Chesil Beach, e se la pellicola risulta apprezzabile è proprio per queste caratteristiche che rendono l’opera intima ed in un contesto privato dove, quasi, lo spettatore sembra prendere parte.
Ben interpretato dai due attori che impersonano la coppia di sposi, Saoirse Ronan e Billy Howle, “Chesil Beach” è un film che non privilegia, dunque, affatto l’azione ma si basa principalmente sui dialoghi che, con l’intervento diretto nella sceneggiatura dello stesso Mc Ewan, fanno sì che l’opera cinematografica resti il più aderente possibile a quella letteraria, eccezion fatta, purtroppo, per il finale diverso.
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