Il dubbio - Un caso di coscienza |
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Un film di Vahid Jalilvand.
Con Navid Mohammadzadeh, Amir Aghaee, Hediyeh Tehrani, Zakieh Behbahani, Saeed Dakh.
continua»
Titolo originale Bedoone Tarikh, Bedoone Emza.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 104 min.
- Iran 2017.
- 102 Distribution
uscita giovedì 10 maggio 2018.
MYMONETRO
Il dubbio - Un caso di coscienza ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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Non è ciò che appare
di cardclauFeedback: 10031 | altri commenti e recensioni di cardclau |
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lunedì 21 maggio 2018 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Vediamo la storia "come appare", e come viene percepita: il dr. Nariman (Amir Aghaee) ha un incidente stradale. Di notte, a causa di uno screanzato che gli suona ripetutamente, apparentemente senza motivo, il clackson, si sposta con l'auto e investe una motoretta su cui viaggiava una povera famiglia, padre, madre, un bambino, e una poppante. Il dr. Nariman è un integerrimo. Lui, malgrado avesse l'assicurazione scaduta da alcuni mesi, presta soccorso, visita il bambino traumatizzato, offre di essere tutti portati in Pronto Soccorso, dà dei soldi al padre, che inizialmente neanche li vuole. Ma il padre non porta nessuno della famiglia in Ospedale. La famiglia porta il figlio morto in Ospedale una settimana dopo, dopo che aveva lamentato nausea, vomito, debolezza muscolare, ptosi palpebrale, dove una splendida collega (attrice) del dr. Nariman, sebbene austera, fa la diagnosi (confermata), seguente all'autopsia, di botulismo (letale intossicazione alimentare). Il padre aveva infatti comprato, a poco prezzo, dei polli deceduti per cause poco chiare, direi decisamente malsane, e li aveva donati alla dieta della famiglia. La poppante, in quanto tale, si era salvata, per non aver consumato il corpo del reato, sebbene fosse abbastanza piccola da essere ad alto rischio, come il fratello. Quindi la storia degenera, il padre "ammazza" chi gli ha venduto i polli deceduti, come sani, e finisce in carcere. Tutto sarebbe finito lì, in assenza del dr. Nariman. Il senso di colpa del dr. Nariman cresce a dimensioni che ne comprometteranno, ingiustificatamente, l'integrità Il dr. Nariman non racconta alla collega il fatto, ma si ritiene colpevole della morte del bambino. Motivazione ovvia anche se non ammessa: la paura, il terrore, di non essere più quello che si è stati, perfetti. Riordina la riesumazione, dopo 13 giorni, del cadavere del bambino, fà lui stesso (cosa decisamente impropria, per stare sul leggero) l'autopsia, dove emette una diagnosi di trauma cervicale "verosimile". Poiché non ci par vero di addossare la colpa ad un altro, noi colpevolisti, ci va benissimo così. Il dr. Nariman è colpevole, ma a suo onore, il dubbio, il caso di coscienza. Ma non è così semplice. Alla base una diagnosi chiarissima, il botulismo, e una assenza di lesioni traumatiche a danno del cervello, e la riesumazione di un cadavere che non porta a nulla nel 999 per mille dei casi, fatta da chi dovrebbe tenersi decisamente alla larga, e in contraltare, un senso di colpa spropositato, per cui, noi, poveri peccatori, siamo sempre colpevoli, perché imperfetti. Dopo Maratona e Salamina, dispiace scoprire che noi occidentali, come i persiani, non abbiamo fatto dei sostanziali passi in avanti, ma ragionamo sempre come "i fiol della serva".
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