eugenio
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venerdì 16 febbraio 2018
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commedia umana, gioco delle parti
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Toni Colette-Rossy De Palma. Australia vs Spagna in un emblematica commedia (francese) con protagonisti nomi di gran respiro internazionale come Harvey Keitel e Michael Smiling.
Madamedi Amanda Sthers è un film drammatico e al tempo stesso spiritoso, frizzante, capace di indagare con occhio acuto e vivo il coacervo di sentimenti che alberga nell’essere umano quando scopre l’amore e ahimè, non riesce a goderselo come desidererebbe.
Non è interessata la cineasta a un’analisi psicologica del mondo piccolo-borghese, almeno non in apparenza. Il suo interesse guarda all’occhio cinico del disamore, eterna costante di un male quotidiano, piaga di opportunismo e indifferenza.
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Toni Colette-Rossy De Palma. Australia vs Spagna in un emblematica commedia (francese) con protagonisti nomi di gran respiro internazionale come Harvey Keitel e Michael Smiling.
Madamedi Amanda Sthers è un film drammatico e al tempo stesso spiritoso, frizzante, capace di indagare con occhio acuto e vivo il coacervo di sentimenti che alberga nell’essere umano quando scopre l’amore e ahimè, non riesce a goderselo come desidererebbe.
Non è interessata la cineasta a un’analisi psicologica del mondo piccolo-borghese, almeno non in apparenza. Il suo interesse guarda all’occhio cinico del disamore, eterna costante di un male quotidiano, piaga di opportunismo e indifferenza.
La trama è semplice. Una coppia americana pretenziosa: lei, affascinante bionda, Anne (Toni Collette) e lui, il tosto Bob (Harvey Keitel) affitta un elegante maniero nella Parigi “di lusso” per far sfoggio della loro eleganza, ricchezza, virtù dinanzi ad amici e clienti. Alla vigilia di una cena formale, un ospite annulla l’invito, lasciando il tavolo da pranzo con un numero dispari di persone. Anne istruisce la sua schiva cameriera Maria (una bravissima Rossy de Palma) a partecipare alla cena fingendo di essere un’aristocratica “madame” spagnola. Ad un patto però: parlare il meno possibile per non insospettire “la creme”.
Tutto sembra andar per il meglio. Peccato che dopo alcuni drink, l’alcool finisca per svegliare l’estro della spigolosa cameriera. La sua verve estroversa viene infatti notata dal timido David (Michael Smiley), artista britannico, il quale, convinto che la donna sia una misteriosa aristocratica, finisce per interessarsi a lei. E, col tempo, a innamorarsi, con il disappunto di Anne, che non vede di buon occhio la relazione, o meglio, la felicità della sua sottoposta.
E’ in questo semplice ritratto di una cameriera che spera di essere amata per quello che è e non per quello che fa o appare che Madame trae la sua forza.
Concentrata sui ruoli dicotomici delle due protagoniste: Anne, strega cattiva che vuole tener “la sua cameriera” al guinzaglio perché invidiosa di un sentimento così puro come l’amore che lei stessa ha volontariamente abbandonato al matrimonio e Maria che osa sperare in meglio, Madame, vive di personaggi maschili insensibili e inconcludenti, passivamente accondiscendenti ai desideri femminili.
Brillantemente girato in luoghi parigini, i colpi di scena del film giocano su temi della differenza di classe e dello stereotipo razziale, spesso ricchi di riferimenti banali, ma adeguatamente supportati dalla performance della De Palma che mantiene viva la storia. Usa quei grandi occhi innocenti per comunicare allo spettatore come ci si sente a credere che qualcuno possa amarti, mentre non si rende conto della mascherata in cui è stata spinta. L'estetica anticonvenzionale di De Palma diventa quindi strumento per evidenziare i valori più genuini e la superficialità del pensiero comune borghese.
Sthers non nasconde una forte connotazione sarcastica nel voler rappresentare cene finte, abiti gonfiati, vecchie imbellettare mentre intorno, a combustione lenta, scalda sul fornello l'ego umano, la sua pochezza e l’assoluta mancanza di umiltà.
Esile nello sviluppo, forse un vantaggio del film più che una pecca, Madame ha il pregio di focalizzarsi sulla battaglia tra primarie pulsioni femminili, una sosta nel nulla per preservare l'ordine sociale e tramutare un sogno di Cenerentola in una grande delusione.
Ma non importa. Il film ha in sé una giusta dose di umorismo, capace di far ridere lo spettatore per buona parte, malgrado qualche lacrimuccia forzata finale, presto faccia dimenticare quei felici momenti.
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achab50
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giovedì 30 luglio 2020
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quando la leggerezza si fa macigno
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Una coppia di benestanti americani, ambedue al secondo matrimonio, si trasferisce a Parigi, ma il marito si svena per mantenere il livello di vita preteso dalla bellissima moglie, arrivando al punto di vendere, ormai sull'orlo del fallimento, anche la tela più bella della sua collezione, un Caravaggio (!)
Durante una cena di gala, cui partecipano anche il sindaco di Londra e relativo marito, ed un esperto d'arte inglese, si presenta senza preavviso il figlio di lui, scrittore fallito ed alcolista, questo causa il numero tredici dei commensali, ritenuto di cattivo auspicio e dunque la signora impone alla cameriera Maria di partecipare in qualità di nobile spagnola.
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Una coppia di benestanti americani, ambedue al secondo matrimonio, si trasferisce a Parigi, ma il marito si svena per mantenere il livello di vita preteso dalla bellissima moglie, arrivando al punto di vendere, ormai sull'orlo del fallimento, anche la tela più bella della sua collezione, un Caravaggio (!)
Durante una cena di gala, cui partecipano anche il sindaco di Londra e relativo marito, ed un esperto d'arte inglese, si presenta senza preavviso il figlio di lui, scrittore fallito ed alcolista, questo causa il numero tredici dei commensali, ritenuto di cattivo auspicio e dunque la signora impone alla cameriera Maria di partecipare in qualità di nobile spagnola.
Ecco, è tutto qui, ed il rischio di sconfinare nel già visto è molto forte. Tuttavia nel trascorrere del tempo i personaggi vengono abilmente torniti a tutto tondo, il critico d'arte s'innamora della supposta nobile spagnola, il figlio scrittore comincia a scrivere la storia della cena, la signora accetta la corte di un gentiluomo, il marito si innamora della sua insegnante di ifrancese, il figlio minore è vessato da un maestro di piano che non dice mai una parola, tutti hanno un retroterra poco commendevole, esclusa Maria, la cameriera che vive il suo sogno d'amore finchè il critico inglese, venuto a conoscenza della sua vera identità, si limita a cancellarla dalla sua visione e la fa diventare trasparente.
L'affascinante signora, probabilmente per la gelosia niente affatto nascosta verso la cameriera, accetta per sentirsi viva le avances di un gentiluomo e mentre ne subisce l'assalto ha una smorfia di disgusto, ma sente di doverlo fare.
Ecco che il contrasto fra due classi sociali non potrebbe essere più violento e drastico; questo può a ben diritto essere considerato un film di denuncia, ed è miracoloso che riesca nell'intento mantenendo una leggerezza ed una attrattività assolutamente degna di nota.
Brillanti i dialoghi, raffinato l'umorismo, senza speranza il finale, in cui per paradosso voluto il critico d'arte raccomanda allo scrittore l'happy-end del suo romanzo.
Ben scritto, ben recitato, ogni attore nella parte, l'atmosfera parigina domina ogni inquadratura. Come detto i personaggi principali sono descritti magistralmente, al contrario di quelli secondari, volutamente rappresentati come vacui cartonati ad una dimensione.
C'è comunque da chiedersi se non sia una rappresentazione ormai fuori dal tempo, perchè pur nella loro inconsistenza, qui gli alto borghesi si comportano come tali, o meglio si sforzano di farlo, mentre nella realtà domina la cafonaggine e l'esibizione del potere e della ricchezza. Il solco fra le classi sociali è diventato un oceano.
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eugenio
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Madame di Amanda Sthers è un film drammatico e al tempo stesso spiritoso, frizzante, capace di indagare con occhio acuto e vivo il coacervo di sentimenti che alberga nell’essere umano quando scopre l’amore e ahimè, non riesce a goderselo come desidererebbe. Non è interessata la cineasta a un’analisi psicologica del mondo piccolo-borghese, almeno non in apparenza. Il suo interesse guarda all’occhio cinico del disamore, eterna costante di un male quotidiano, piaga di opportunismo e indifferenza.
La trama è semplice.
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Toni Colette-Rossy De Palma. Australia vs Spagna in un emblematica commedia (francese) con protagonisti nomi di gran respiro internazionale come Harvey Keitel e Michael Smiling.
Madame di Amanda Sthers è un film drammatico e al tempo stesso spiritoso, frizzante, capace di indagare con occhio acuto e vivo il coacervo di sentimenti che alberga nell’essere umano quando scopre l’amore e ahimè, non riesce a goderselo come desidererebbe. Non è interessata la cineasta a un’analisi psicologica del mondo piccolo-borghese, almeno non in apparenza. Il suo interesse guarda all’occhio cinico del disamore, eterna costante di un male quotidiano, piaga di opportunismo e indifferenza.
La trama è semplice. Una coppia americana pretenziosa: lei, affascinante bionda, Anne (Toni Collette) e lui, il tosto Bob (Harvey Keitel) affitta un elegante maniero nella Parigi “di lusso” per far sfoggio della loro eleganza, ricchezza, virtù dinanzi ad amici e clienti. Alla vigilia di una cena formale, un ospite annulla l’invito, lasciando il tavolo da pranzo con un numero dispari di persone. Anne istruisce la sua schiva cameriera Maria (una bravissima Rossy de Palma) a partecipare alla cena fingendo di essere un’aristocratica “madame” spagnola. Ad un patto però: parlare il meno possibile per non insospettire “la creme”. Tutto sembra andar per il meglio. Peccato che dopo alcuni drink, l’alcool finisca per svegliare l’estro della spigolosa cameriera. La sua verve estroversa viene infatti notata dal timido David (Michael Smiley), artista britannico, il quale, convinto che la donna sia una misteriosa aristocratica, finisce per interessarsi a lei. E, col tempo, a innamorarsi, con il disappunto di Anne, che non vede di buon occhio la relazione, o meglio, la felicità della sua sottoposta.
E’ in questo semplice ritratto di una cameriera che spera di essere amata per quello che è e non per quello che fa o appare che Madame trae la sua forza. Concentrata sui ruoli dicotomici delle due protagoniste: Anne, strega cattiva che vuole tener “la sua cameriera” al guinzaglio perché invidiosa di un sentimento così puro come l’amore che lei stessa ha volontariamente abbandonato al matrimonio e Maria che osa sperare in meglio, Madame, vive di personaggi maschili insensibili e inconcludenti, passivamente accondiscendenti ai desideri femminili.
Brillantemente girato in luoghi parigini, i colpi di scena del film giocano su temi della differenza di classe e dello stereotipo razziale, spesso ricchi di riferimenti banali, ma adeguatamente supportati dalla performance della De Palma che mantiene viva la storia. Usa quei grandi occhi innocenti per comunicare allo spettatore come ci si sente a credere che qualcuno possa amarti, mentre non si rende conto della mascherata in cui è stata spinta. L'estetica anticonvenzionale di De Palma diventa quindi strumento per evidenziare i valori più genuini e la superficialità del pensiero comune borghese. Sthers non nasconde una forte connotazione sarcastica nel voler rappresentare cene finte, abiti gonfiati, vecchie imbellettare mentre intorno, a combustione lenta, scalda sul fornello l'ego umano, la sua pochezza e l’assoluta mancanza di umiltà. Esile nello sviluppo, forse un vantaggio del film più che una pecca, Madame ha il pregio di focalizzarsi sulla battaglia tra primarie pulsioni femminili, una sosta nel nulla per preservare l'ordine sociale e tramutare un sogno di Cenerentola in una grande delusione. Ma non importa. Il film ha in sé una giusta dose di umorismo, capace di far ridere lo spettatore per buona parte, malgrado qualche lacrimuccia forzata finale, presto faccia dimenticare quei felici momenti.
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