eugen
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sabato 8 luglio 2023
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certo che...il number two incombe
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A parte il fatto che sul film si erano scritte varie cose che si trovano sopra(cfr.), a parte anche la questione dellla"ripoduzione in impuris naturalibus"(bambolotto di poircellana al posto del"boy"vero), in "The >Boy"(William Bent Bell, scritto da Stacey Menear, 2016)alcuni film, horror o di altro genere, preluodno al "number two", che hanno gia'in se', potenzialmente, nella mente dello sceneggiatore e soprattutto dei produttori. Questo e'uno di quei casi, senz'altro, per il quali la"storia "e'un'"anatra zoppa"che ha in se'altro, appunto, un "prolungamento", un "altro di la' da venire", che si realizza dopo o meglio che verra'realizato dopo, ma che e'gia'in nuce-per questo dire, anche le varie scansioni della vicenda stessa, che si sviluppa diversamente da quanto si potrebbe prevedere e come tale ha degli"slittamneti"imprevisti, per cui la povera bay sitter, con allle spalle un passato di violenze subite e di sofferenze indubbie, venuta in England(non New England), lei di provenienza USA, a fare da bay sitter in un maniero inquetante a un bambino di otto anni che si rivela essere un bambolotto di porcellana riproducente il bambino a quanto pare morto in un incidente, si trova di fronte a verita'che si susseguono negandosi proggrressivmanete.
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A parte il fatto che sul film si erano scritte varie cose che si trovano sopra(cfr.), a parte anche la questione dellla"ripoduzione in impuris naturalibus"(bambolotto di poircellana al posto del"boy"vero), in "The >Boy"(William Bent Bell, scritto da Stacey Menear, 2016)alcuni film, horror o di altro genere, preluodno al "number two", che hanno gia'in se', potenzialmente, nella mente dello sceneggiatore e soprattutto dei produttori. Questo e'uno di quei casi, senz'altro, per il quali la"storia "e'un'"anatra zoppa"che ha in se'altro, appunto, un "prolungamento", un "altro di la' da venire", che si realizza dopo o meglio che verra'realizato dopo, ma che e'gia'in nuce-per questo dire, anche le varie scansioni della vicenda stessa, che si sviluppa diversamente da quanto si potrebbe prevedere e come tale ha degli"slittamneti"imprevisti, per cui la povera bay sitter, con allle spalle un passato di violenze subite e di sofferenze indubbie, venuta in England(non New England), lei di provenienza USA, a fare da bay sitter in un maniero inquetante a un bambino di otto anni che si rivela essere un bambolotto di porcellana riproducente il bambino a quanto pare morto in un incidente, si trova di fronte a verita'che si susseguono negandosi proggrressivmanete.... Valide le intepretazioni psicoanalitiche, quelle di altro tipo(ossia la riletture dei racconti, romanzi, film di horror fa ntastico precedenti in chiave nuova), ma il fatto che proudioone e regista avessero in mente un number two e'il fatto determinante, per cui gli interrogativi che sorgono alla fine del film sono inevitabili ed e'"giusto"che rimangano nello spettatore, che si trova di fronte a domande insolute, giustamente, appunto, nella logica del"doppiio film", prontamente realizzato nel 2020 e uscito(a quanto si evince della notizie)forse solo negli States . Come inteprreti validi a parte la protagonista Lauren Cohan, anche esteticamente molto apprezzabile, Jim Norton , l'anziano papa'del"bambolotto", mentte Rupert Evans, l'aiutante una volta alla settimana, di cui non e'chairissima la funzione narrativa(ma forse si chiarita'vedendo la seconda parte, se "diffusa"anche fuori degli States), appare debole e contraddittorio, ma... Gli altri/le altre tra "comparsate"e"assenze"danno piu'che altro luogo a un"non completo", da completare, appunto... Eugen
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steffa
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venerdì 30 giugno 2023
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deludente
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un falso esoterico, che si svela essere poi un mediocre thriller
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luca scialo
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sabato 24 giugno 2023
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il finale a sorpresa lo distingue dal solito cliché
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Greta è una giovane americana che accetta, anche per allontanarsi da una storia d'amore, un lavoro da babysitter in Gran Bretagna. A ospitarla sono gli anziani Heelshire e ha una sorpresa: deve fare da babysitter a una bambola: Brahms. Compreso che non si tratti di uno scherzo, resta, prendendo sottogamba quella missione. Tuttavia, si accorge che la bambola le manda dei segnali per attirare la sua attenzione. Riferisce di ciò anche a Malcolm, un giovane corriere del posto che conosce la storia di quella famiglia. Quando però il suo ex la raggiunge, quell'equilibrio così macabro creatosi in quella casa verrà violentemente alla scoperta. William Brent Bell è un regista molto interessante, il quale, sebbene proponga film tutto sommato già complessivamente visto sul grande schermo, riesce comunque a insaporirli con elementi propri, in grado di spezzare il cliché.
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Greta è una giovane americana che accetta, anche per allontanarsi da una storia d'amore, un lavoro da babysitter in Gran Bretagna. A ospitarla sono gli anziani Heelshire e ha una sorpresa: deve fare da babysitter a una bambola: Brahms. Compreso che non si tratti di uno scherzo, resta, prendendo sottogamba quella missione. Tuttavia, si accorge che la bambola le manda dei segnali per attirare la sua attenzione. Riferisce di ciò anche a Malcolm, un giovane corriere del posto che conosce la storia di quella famiglia. Quando però il suo ex la raggiunge, quell'equilibrio così macabro creatosi in quella casa verrà violentemente alla scoperta. William Brent Bell è un regista molto interessante, il quale, sebbene proponga film tutto sommato già complessivamente visto sul grande schermo, riesce comunque a insaporirli con elementi propri, in grado di spezzare il cliché. Il finale rovescia un film altrimenti già visto, mostrandoci così una via di mezzo tra Non aprite quella porta e La bambola assassina. Interessante poi la presenza di Lauren Cohan, nel ruolo di Greta, diventata popolare al grande pubblico per il ruolo di Maggie nella serie tv The Walking Dead.
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fabrizio friuli
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venerdì 16 settembre 2022
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un horror che diventa un thriller
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Una giovane donna si trasferisce in Europa per lavorare come tata , e viene ospitata in una grande casa di campagna dove vivono una coppia di coniugi che hanno un figlio chiamato Brahms, tuttavia, la protagonista del film si accorge che hanno come figlio una bambola di porcellana che viene accudita come se fosse un bambino vero, ed ovviamente Greta non prende seriamente questo incarico , fin quando non scopre che Brahms nasconde un passato oscuro e che nella casa capitano degli avvenimenti, causati dallo stesso Brahms, che vive nascosto nella casa e cerca di possedere Greta , per avere una madre in eterno.
Nel complesso, il lungometraggio non merita di essere stroncato , nonostante sia il tipico horror, o meglio , appaia come il tipico horror americano dove appare una bambola raccapricciante e una grande casa isolata, perché verso l' ultima parte si capisce che gli spostamenti della bambola non vengono causati dalla presenza paranormale, bensì dalla presenza di Brahms che non ha perso la vita nell' incendio , ma è rimasto sfregiato a causa delle ustioni, e copre il suo volto con una maschera identica al viso della bambola di porcellana, e oltre alla figura di Brahms, entra in scena un secondo antagonista che è l' ex compagno di Greta , un individuo dall' aspetto prestante ma che viene ritenuto dalle conoscenze di Greta stessa , una persona non raccomandabile, infatti lei rivela al secondo protagonista del film che il suo ex compagno era violento ed ha perfino perso un figlio , un figlio che lei stava attendendo, e lui raggiunge la villa per poter riprendersi Greta , e durante la discussione , egli distrugge la bambola e Brahms riappare ed uccide l' uomo , e poi cerca di riprendersi Greta , che viene aiutata da Marcus , il ragazzo delle consegne, e alla fine del film , Greta ferisce Brahms e salva Marcus ed entrambi abbandonano la tenuta dove il folle Brahms aggiusta la bambola, e rimane in solitudine, forse per sempre , dato che i suoi genitori hanno fatto cessare i corsi delle loro vita spontaneamente ( in sostanza, msi sono suicidati ).
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Una giovane donna si trasferisce in Europa per lavorare come tata , e viene ospitata in una grande casa di campagna dove vivono una coppia di coniugi che hanno un figlio chiamato Brahms, tuttavia, la protagonista del film si accorge che hanno come figlio una bambola di porcellana che viene accudita come se fosse un bambino vero, ed ovviamente Greta non prende seriamente questo incarico , fin quando non scopre che Brahms nasconde un passato oscuro e che nella casa capitano degli avvenimenti, causati dallo stesso Brahms, che vive nascosto nella casa e cerca di possedere Greta , per avere una madre in eterno.
Nel complesso, il lungometraggio non merita di essere stroncato , nonostante sia il tipico horror, o meglio , appaia come il tipico horror americano dove appare una bambola raccapricciante e una grande casa isolata, perché verso l' ultima parte si capisce che gli spostamenti della bambola non vengono causati dalla presenza paranormale, bensì dalla presenza di Brahms che non ha perso la vita nell' incendio , ma è rimasto sfregiato a causa delle ustioni, e copre il suo volto con una maschera identica al viso della bambola di porcellana, e oltre alla figura di Brahms, entra in scena un secondo antagonista che è l' ex compagno di Greta , un individuo dall' aspetto prestante ma che viene ritenuto dalle conoscenze di Greta stessa , una persona non raccomandabile, infatti lei rivela al secondo protagonista del film che il suo ex compagno era violento ed ha perfino perso un figlio , un figlio che lei stava attendendo, e lui raggiunge la villa per poter riprendersi Greta , e durante la discussione , egli distrugge la bambola e Brahms riappare ed uccide l' uomo , e poi cerca di riprendersi Greta , che viene aiutata da Marcus , il ragazzo delle consegne, e alla fine del film , Greta ferisce Brahms e salva Marcus ed entrambi abbandonano la tenuta dove il folle Brahms aggiusta la bambola, e rimane in solitudine, forse per sempre , dato che i suoi genitori hanno fatto cessare i corsi delle loro vita spontaneamente ( in sostanza, msi sono suicidati ). Gli attori selezionati per i ruoli sono quasi tutti poco noti , esclusa l' attrice è modella Lauren Cohan , che impersona il ruolo della protagonista, che sente una sorta di affinità con i genitori di Brahms , avendo perso anche lei un figlio , anche se loro non hanno mai perso il loro losco figlio , la sceneggiatura del film è sufficiente e non vengono mostrati i soliti jump scare, tipici degli horror americani attuali, ovvero, I mump scare sono le presenze grottesche che appaiono all' improvviso dopo una scena che fa salire l' ansia , soltanto negli incubi di Greta appaiono delle scene paranormali simili ai jump scare , ma sono istantanei . La recitazione di Lauren Cohan è soddisfacente, non eccelsa , ma soddisfacente, e ciò dimostra che potrebbe acquisire una certa visibilità nel mondo cinematografico, augurandosi che non venga sfruttata solo per l' aspetto estetico, che farebbe invidia a quello di Elisabeth Taylor.
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ale.93
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mercoledì 20 luglio 2022
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bel film horror!
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Da appassionata di horror, il film mi è piaciuto tantissimo! Ha una bella trama che ti tiene in sospeso fino alla fine, e il finale non è per niente scontato, anzi è un finale che non ti aspetteresti!!! Super consigliato!!
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onufrio
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lunedì 17 giugno 2019
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il giovane brahms
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Una coppia di anziani affida alla nuova babysitter il proprio figlioletto di nome Brahms, peccato che sia una bambola.. lo stupore iniziale della babysitter di fronte a quella visione col passare dei giorni diventa timore, strane cose accadono in quella casa, il bambolotto sembra "giocare" con la ragazza, apparizioni, sparizioni, spostamenti. Cosa si cela dietro quella maschera da bambino? Un thriller in grado di attirare l'interesse dello spettatore, anche se il paranormale in questo caso non si rivelerà il tema principale.
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miriamg
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mercoledì 16 maggio 2018
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pauroso
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Questo film è stato fatto molto bene,all' inizio la casa dei genitori di Brahms è andata a fuoco ma Brahms si era nascosto nello specchio e li era rimasto, infine il film fa vedere il bambino cresciuto che vuole uccidere tutti .
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valterchiappa
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mercoledì 18 ottobre 2017
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la bambola fa sempre paura
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I film horror che regolarmente appaiono in programmazione sono ormai come un piatto tradizionale, che so, una amatriciana. Partendo da pochi ingredienti, sempre quelli, la riuscita dipende da un insieme alquanto ristretto di variabili: la qualità della materia prima, i tempi di cottura giusti. Ma sempre di una amatriciana si tratta. Così gli appassionati del genere, di fronte ad una nuova uscita, sanno già che non verranno sorpresi, quando, avendone desiderio, usciranno per gustare per l’ennesima volta il loro piatto preferito.
Anche in “The boy”, del giovane americano William Brent Bell, promettente specialista, ci sono tutti gli ingredienti tradizionali della ricetta: la casa gotica dagli ambienti lugubri e le scale cigolanti, il contesto rigorosamente isolato da ogni forma di civilizzazione, gli anziani proprietari un po’ strambi: un posto da cui ogni essere sano di mente scapperebbe a gambe levate, se non si trattasse appunto della trama di un film dell’orrore.
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I film horror che regolarmente appaiono in programmazione sono ormai come un piatto tradizionale, che so, una amatriciana. Partendo da pochi ingredienti, sempre quelli, la riuscita dipende da un insieme alquanto ristretto di variabili: la qualità della materia prima, i tempi di cottura giusti. Ma sempre di una amatriciana si tratta. Così gli appassionati del genere, di fronte ad una nuova uscita, sanno già che non verranno sorpresi, quando, avendone desiderio, usciranno per gustare per l’ennesima volta il loro piatto preferito.
Anche in “The boy”, del giovane americano William Brent Bell, promettente specialista, ci sono tutti gli ingredienti tradizionali della ricetta: la casa gotica dagli ambienti lugubri e le scale cigolanti, il contesto rigorosamente isolato da ogni forma di civilizzazione, gli anziani proprietari un po’ strambi: un posto da cui ogni essere sano di mente scapperebbe a gambe levate, se non si trattasse appunto della trama di un film dell’orrore. Sempre quelli anche gli strumenti tecnici nelle mani del regista: protagonisti ripresi costantemente da dietro, nella sospensiva attesa di qualche coltello che gli si pianti nella schiena o di due mani che li afferrino al collo, inquadrature che si stringono repentinamente su dettagli cruciali, ambienti claustrofobici da contrapporre a una natura mai rasserenante, ombre, molte, e fasci di luce, cupi e sommessi vibrare d’archi pronti ad un improvviso crescendo.
“The boy” però utilizza come elemento portante uno dei protagonisti più utilizzati dei narratori del genere e più amati dai suoi cultori: la bambola. Dal pupazzo meccanico di “Profondo Rosso” fino alla demoniaca “Annabelle”, passando per il sanguinario burattino di “Saw” e la Chucky di “La bambola assassina”, la perenne fissità dello sguardo e il contrasto fra l’apparente inanimatezza e l’ipotetica presenza sono strumenti ideali per turbare i sogni degli spettatori.
Greta (Lauren Cohan), una graziosa ragazza americana in fuga da un passato cupo e misterioso, giunge nella nebbiosa campagna inglese per far da baby-sitter al figlio di un’aristocratica coppia. Subito la sorpresa: Brahms, il bambino, non è di carne ed ossa, ma è un pupazzo di ceramica a grandezza naturale. Gli anziani genitori lo accudiscono come fosse vero: lo cambiano, gli raccontano favole, gli fanno ascoltare la musica preferita. Dopo l’iniziale stupore Greta, venuta a sapere che il vero Brahms era perito vent’anni prima nell’incendio di casa, accondiscende i due vecchi ed accetta la stravagante proposta. Ma quando questi partono per una vacanza, la ragazza pensa di poter fare di testa sua: comincia a flirtare con un bel giovanotto locale (Rupert Evans) e soprattutto trascura il decalogo di rigide regole che le sono state lasciate per l’accudimento. Ovviamente qui le cose cominciano a complicarsi: fenomeni inspiegabili, voci lamentose ed altre amenità del genere lasciano intendere che il pupazzo sia tutt’altro che inanimato.
Alla fine il piatto riesce: la tensione è costante e si salta sulla sedia al momento giusto; la macchina da presa di William Brent Bell si muove sapientemente, supportata da un’ottima fotografia; la protagonista Lauren Cohan, ormai navigata nel genere dopo il successo di “The walking dead”, è efficace; ma più bravo (non è una battuta) è il pupazzo: è il suo sguardo vitreo continuamente puntato sull’inerme spettatore a provocare i brividi più intensi.
In più, rispetto ad analoghi prodotti che spesso, dopo aver camminato su binari già tracciati, evolvono per di più verso un finale banale o prevedibile, in “The boy” la scrittura sviluppa, nel suo svolgimento, un tema credibile e non scontato, come il legame simbiotico che, per via del suo vissuto, la protagonista instaura ad un certo punto con la bambola e congegna un colpo di scena finale che è veramente tale, sorprendente e giustamente terrificante.
Si intenda, “The boy” rimane un prodotto standard, ma la bambola ancora una volta funziona. E se, come ogni tanto accade, vi prende un’insana fame di paura, saprà saziarvi.
Voto: 6
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marci
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lunedì 31 luglio 2017
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da vedere!
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Nel complesso direi un bel film. Giusta tensione per tutto il film. Bello il colpo di scena finale quando oramai era certo che ci fosse veramente uno spirito.
Solito difetto che quando il cattivo viene atterrato, non si infierisce su di lui ma si scappa, dandogli la possibilita' di riprenderti.
Non guasta il volto bellissimo della protagonista.
Promosso
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francismetal
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martedì 11 luglio 2017
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un colabrodo! ma che ca...??
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Innanzitutto di originale c'è ben poco, è per 3/4 il classico film sulle bambole maledette o cose simili.
Pieno di banalità, jumpscare, rumori forti, ecc..
La sceneggiatura avrebbe potuto funzionare se verso la fine non ci fosse stato quel colpo di scena.
Ma essendoci stato è diventata un colabrodo. Ma se non ci fosse stato il film sarebbe stato ancora più banale.
Così invece non ha senso per niente!
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